Intervistato da Luca Chiabotti su “La Repubblica – Milano”, Ousmane Diop ha parlato della sua attuale condizione fisica: “Sto meglio, è vero che non sono ancora al 100%, però credo che in questo momento della stagione, dopo mesi così intensi, nessun giocatore sia al massimo. All'Armani ci sono tanti campioni e se ti fai male, rientrare è più difficile che altrove. Anche perché, con così tante partite, non hai la possibilità di allenarti tanto per recuperare. Ecco perché la cosa fondamentale è essere forti mentalmente, stare lì con la testa tutti i giorni, per fare bene quando arriva il tuo turno. Tra i molti alti e bassi, anche per gli infortuni, considero la mia esperienza milanese molto positiva, perché sto lavorando tanto e imparando molto. Cerco di capire i miei errori e di curare aspetti del gioco, particolari che, prima, magari consideravo poco ma che all'Olimpia sono fondamentali se vuoi giocare. Non è per niente facile, perché essere in questa società è davvero diverso, non puoi rilassarti mai, neppure in allenamento, E tosta, ci vuole tempo per imparare a farlo ma penso di essere migliorato e di essere più pronto anche se è vero che non sono ancora chissà che giocatore...”.

Diop ha anche parlato della sua esperienza in Eurolega quest’anno: “È stato molto bello, il gioco è molto fisico, il tempismo è decisivo, tutte le squadre hanno una grande cura per ogni piccolo dettaglio. Sfortunatamente, non siamo stati continui e, alla fine, siamo rimasti fuori dai playoff. È stata una delusione per tutti, ma non possiamo fermarci a piangere perché c'è ancora lo scudetto da conquistare e la vita continua. Adesso dobbiamo recuperare gli infortunati, ritrovarci, dare continuità alle nostre prestazioni, spingere per tornare al livello dei nostri momenti migliori. Tutti abbiamo esperienza di playoff, sappiamo come vanno affrontati e, ovviamente, siamo all'Olimpia per vincere”.

Per Ousmane non ci sono rimpianti sulla scelta di venire a Milano: “Perché ho pensato sempre tanto prima di fare una scelta. Anzi, mi fa proprio piacere mettermi alla prova in una squadra così importante e a un livello superiore. Nel 2015 ho lasciato il Senegal e non ho rivisto la mia famiglia per 9 anni. Non c'è sfida più grande, oggi niente mi fa paura”.