L’Amministratore Delegato del Bologna, Claudio Fenucci, è intervenuto nel corso del Social Football Summit, evento che si è tenuto presso l’Allianz Stadium di Torino. Diversi i temi affrontati, a partire dalla Coppa Italia vinta nella passata stagione, passando per Mihajlovic e la possibilità di giocare partite di Serie A all’estero.
“Il fatto di aver vinto la Coppa Italia ha portato tre generazioni insieme. Questo elemento di passione comune lega le persone appassionate di questo sport“, ha esordito l’AD.
E poi ancora. “Il ciclo da cui abbiamo iniziato a essere competitivi è nato con Sinisa, credo che con lui sia nata la particolarità di far sentire qualcosa che sia un po’ più di un’organizzazione sportiva che competa. Noi siamo una famiglia sportiva, quel sentimento di unione e rispetto è nato con Sinisa Mihajlovic, che è ancora con noi a Casteldebole perché abbiamo una foto che ci ricorda il suo sorriso ogni giorno“.
Claudio Fenucci, poi, ha continuato: “Italiano è un allenatore vincente a tutti i livelli, aveva gestito bene la Fiorentina con più competizioni. A Bologna viene apprezzato questo tipo di calcio, la sua bravura è stata quella di convincere un gruppo già affermato a sposare le sue idee di gioco“.
Provocato un po’ dalle domande, l’AD rossoblù ha proseguito. “Andare in Australia a giocare con il Bologna? Il tema è complesso, il mondo si sta trasformando e il calcio italiano fa fatica a vendere i propri diritti all estero. Portare il calcio in Australia è un evento: incassiamo di più da lì che da tutti gli eventi della stagione. Se lo guardiamo sotto la promozione del calcio italiano e una cosa fa fare, stiamo promuovendo un evento come fanno NBA e NFL“.
A seguire, si è trattato anche di algoritmi. “Credo che ci siano tre pilastri nella valutazione dei giocatori: i dati, ma la differenza la fa la creazione di dati e algoritmi proprietari. C’è poi bisogno dell’analisi scout televisiva ma, secondo la filosofia che ci ha guidato in questi anni, i giocatori vanno visti dal vivo. Anche la conoscenza personale del giocatore è importantissima, quindi il terzo pilastro è l’analisi dal vivo“.
A concludere, poi, anche un inciso sugli impianti sportivi. “Un tema che non riguarda solo Bologna ma il calcio italiano. Il problema delle strutture è prioritario: in Italia facciamo fatica perché in molti contesti è difficile per i club investire da soli senza aiuto esterno, che è un aiuto pubblico“.
di Napoli Magazine
18/11/2025 - 16:53
L’Amministratore Delegato del Bologna, Claudio Fenucci, è intervenuto nel corso del Social Football Summit, evento che si è tenuto presso l’Allianz Stadium di Torino. Diversi i temi affrontati, a partire dalla Coppa Italia vinta nella passata stagione, passando per Mihajlovic e la possibilità di giocare partite di Serie A all’estero.
“Il fatto di aver vinto la Coppa Italia ha portato tre generazioni insieme. Questo elemento di passione comune lega le persone appassionate di questo sport“, ha esordito l’AD.
E poi ancora. “Il ciclo da cui abbiamo iniziato a essere competitivi è nato con Sinisa, credo che con lui sia nata la particolarità di far sentire qualcosa che sia un po’ più di un’organizzazione sportiva che competa. Noi siamo una famiglia sportiva, quel sentimento di unione e rispetto è nato con Sinisa Mihajlovic, che è ancora con noi a Casteldebole perché abbiamo una foto che ci ricorda il suo sorriso ogni giorno“.
Claudio Fenucci, poi, ha continuato: “Italiano è un allenatore vincente a tutti i livelli, aveva gestito bene la Fiorentina con più competizioni. A Bologna viene apprezzato questo tipo di calcio, la sua bravura è stata quella di convincere un gruppo già affermato a sposare le sue idee di gioco“.
Provocato un po’ dalle domande, l’AD rossoblù ha proseguito. “Andare in Australia a giocare con il Bologna? Il tema è complesso, il mondo si sta trasformando e il calcio italiano fa fatica a vendere i propri diritti all estero. Portare il calcio in Australia è un evento: incassiamo di più da lì che da tutti gli eventi della stagione. Se lo guardiamo sotto la promozione del calcio italiano e una cosa fa fare, stiamo promuovendo un evento come fanno NBA e NFL“.
A seguire, si è trattato anche di algoritmi. “Credo che ci siano tre pilastri nella valutazione dei giocatori: i dati, ma la differenza la fa la creazione di dati e algoritmi proprietari. C’è poi bisogno dell’analisi scout televisiva ma, secondo la filosofia che ci ha guidato in questi anni, i giocatori vanno visti dal vivo. Anche la conoscenza personale del giocatore è importantissima, quindi il terzo pilastro è l’analisi dal vivo“.
A concludere, poi, anche un inciso sugli impianti sportivi. “Un tema che non riguarda solo Bologna ma il calcio italiano. Il problema delle strutture è prioritario: in Italia facciamo fatica perché in molti contesti è difficile per i club investire da soli senza aiuto esterno, che è un aiuto pubblico“.