Calcio
IL PENSIERO - Bigon: "La frenata dell'Inter è inaspettata, Conte? E' un predestinato"
07.04.2025 14:09 di Napoli Magazine

Alberto Bigon, capitano del Milan della prima stella e allenatore del secondo scudetto del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Il Mattino: "La frenata dell’Inter è inattesa, resta per me quella di Inzaghi la rosa più completa. Ma quando due squadre sono così vicine, la differenza la possono fare poche cose: e le trappole arrivano sui campi delle ‘piccole’. E lo dice uno che nel 1973 ha perso uno scudetto nella ‘fatal Verona’ con il Milan. Conte? Un predestinato. E per colpa sua litigai anche con il mio grande amico Giovanni Trapattoni. Io allenavo il Lecce e mi chiese che ne pensavo di Antonio, se era pronto per la Juventus. ‘Certo, nella testa e nei piedi’, risposi ingenuamente. Mi promise che lo avrebbe preso solo in estate ma era un inganno. A novembre era già a Torino. Ma al Trap l’ho perdonato subito. Ha vinto tantissimo, sa come pretendere il massimo dai suoi uomini. In questo è un leader straordinario: il mio Napoli sapeva essere essenziale e pratico. Non c’è nulla di più bello a vincere così".

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IL PENSIERO - Bigon: "La frenata dell'Inter è inaspettata, Conte? E' un predestinato"

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07/04/2025 - 14:09

Alberto Bigon, capitano del Milan della prima stella e allenatore del secondo scudetto del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Il Mattino: "La frenata dell’Inter è inattesa, resta per me quella di Inzaghi la rosa più completa. Ma quando due squadre sono così vicine, la differenza la possono fare poche cose: e le trappole arrivano sui campi delle ‘piccole’. E lo dice uno che nel 1973 ha perso uno scudetto nella ‘fatal Verona’ con il Milan. Conte? Un predestinato. E per colpa sua litigai anche con il mio grande amico Giovanni Trapattoni. Io allenavo il Lecce e mi chiese che ne pensavo di Antonio, se era pronto per la Juventus. ‘Certo, nella testa e nei piedi’, risposi ingenuamente. Mi promise che lo avrebbe preso solo in estate ma era un inganno. A novembre era già a Torino. Ma al Trap l’ho perdonato subito. Ha vinto tantissimo, sa come pretendere il massimo dai suoi uomini. In questo è un leader straordinario: il mio Napoli sapeva essere essenziale e pratico. Non c’è nulla di più bello a vincere così".