Calcio
L'EX - Romito: "Napoli, Conte ha dato un'impronta vincente, Buongiorno? Può diventare il futuro del Napoli e dell'Italia"
01.05.2025 23:58 di Napoli Magazine

Tommaso Romito, ex difensore e oggi imprenditore nell'ambito dell'odontoiatria, ha rilasciato un'intervista a Europacalcio.it: 

Come è nata questa nuova carriera imprenditoriale?

“Quasi per caso. La mia ex moglie è dentista, da lì mi era nata l’idea di entrare nel settore dell'odontoiatria. Nei primi mesi del 2014, quando mi ero ritirato dal calcio giocato, avevo lasciato il mio Curriculum Vitae a diverse aziende del settore, e dopo nemmeno due settimane una impresa di prodotti di strumenti odontoiatrici mi ha chiamato. Non è stato facile perché all’inizio non sapevo nulla e quindi ho dovuto fare tanta formazione. Dopo un anno e mezzo assieme a un socio ho aperto la mia azienda, la odontoiatrica RV5 e in Italia siamo concessionari in esclusiva della AD Dental Devices"

Procede bene il percorso?

"Considera che sono partito da zero, non avevo un solo cliente. Ora le cose vanno bene: il nome dell’azienda si sta espandendo, e in più abbiamo parecchi agenti che lavorano anche per noi. Diciamo che ci siamo ben strutturati".

Le piace di più essere imprenditore o essere calciatore?

"Fare il calciatore è il lavoro che ogni bambino sogna, chiaro che poi se arrivi a certi livelli il discorso cambia perché non è più solo una passione ma diventa un mestiere a tutti gli effetti, e ci vuole tanta continuità. Ma è proprio grazie al calcio che sono riuscito ad amare questo nuovo lavoro: il calcio mi ha trasmesso quella disciplina e quella competizione che ora mi stanno aiutando tanto. Grazie a questi fattori sono riuscito a strutturare l’azienda".

Segue ancora il calcio? 

"Certamente, guardo ancora le squadre in cui ho giocato, su tutte Napoli e Pescara".

A proposito, cosa pensa di questo Napoli? Può vincere lo scudetto?

"Mancano quattro finali, la squadra non deve mollare di un solo millimetro. Conte ha dato quell’impronta vincente facendo vedere sin da subito che il duro lavoro paga. Ad agosto nessuno avrebbe puntato sul Napoli vincitore del campionato".

Tra i partenopei c’è Alessandro Buongiorno. Da ex difensore centrale, crede che può diventare un top? 

"Mi piace molto, dico senza esitazioni che può diventare il futuro del Napoli e della Nazionale italiana".

Mentre del Pescara cosa pensa? In questi ultimi anni è rimasto insabbiato in Serie C e l’Adriatico è sempre più vuoto. 

"Pescara è una città bellissima, una parte del mio cuore è sempre lì. Ho giocato anche a Chieti quindi sono legatissimo all’Abruzzo. Sotto questo aspetto, il tifoso pescarese è simile a quello napoletano, vale a dire che vuole sempre avere degli obiettivi vincenti. Ma del resto la città merita grandi risultati".

C’è però da recuperare l’entusiasmo e, inoltre, da anni ormai la tifoseria è in conflitto col presidente Sebastiani.

"Dico che Sebastiani ha portato più di una vittoria del campionato e due promozioni in Serie A. Parliamo di una persona che ha dato il sangue per il Pescara".

Però da diversi anni sembra più focalizzato sulla vendita del club che nel voler risalire almeno in Serie B. 

"Non conosco i bilanci del club, ma al giorno d’oggi per gestire una squadra devi essere anche un bravo imprenditore, vedi De Laurentiis: nel 2022 ha letteralmente stravolto il Napoli, vendendo i veterani e prendendo giocatori semisconosciuti ma fortissimi come Kim e Kvara. Ormai le società calcistiche sono più una azienda che altro".

Riassumendo la sua carriera da giocatore, quale è stato il suo momento più bello e quale il più brutto? 

"I più belli sono stati tre: a Chieti, piazza a cui sono legato nonostante la rivalità con il Pescara e grazie a cui ho avuto la possibilità di andare al Napoli, dove ho vinto il campionato di Serie C nel 2006. Dopo dico il primo anno a Pescara, in panchina c’era Franco Lerda e la squadra fu costruita in cinque giorni, e nonostante questo arrivammo a un punto dai playoff (era la stagione 2007/2008, ndr). Penso altresì alla grande promozione in Serie B con Di Francesco in panchina nel 2010, anche se giocai molto poco a causa di un infortunio. Quanto ai momenti peggiori penso ai periodi alla Nocerina e al Fano, che sono state scelte di pancia e che non rifarei".

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L'EX - Romito: "Napoli, Conte ha dato un'impronta vincente, Buongiorno? Può diventare il futuro del Napoli e dell'Italia"

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01/05/2025 - 23:58

Tommaso Romito, ex difensore e oggi imprenditore nell'ambito dell'odontoiatria, ha rilasciato un'intervista a Europacalcio.it: 

Come è nata questa nuova carriera imprenditoriale?

“Quasi per caso. La mia ex moglie è dentista, da lì mi era nata l’idea di entrare nel settore dell'odontoiatria. Nei primi mesi del 2014, quando mi ero ritirato dal calcio giocato, avevo lasciato il mio Curriculum Vitae a diverse aziende del settore, e dopo nemmeno due settimane una impresa di prodotti di strumenti odontoiatrici mi ha chiamato. Non è stato facile perché all’inizio non sapevo nulla e quindi ho dovuto fare tanta formazione. Dopo un anno e mezzo assieme a un socio ho aperto la mia azienda, la odontoiatrica RV5 e in Italia siamo concessionari in esclusiva della AD Dental Devices"

Procede bene il percorso?

"Considera che sono partito da zero, non avevo un solo cliente. Ora le cose vanno bene: il nome dell’azienda si sta espandendo, e in più abbiamo parecchi agenti che lavorano anche per noi. Diciamo che ci siamo ben strutturati".

Le piace di più essere imprenditore o essere calciatore?

"Fare il calciatore è il lavoro che ogni bambino sogna, chiaro che poi se arrivi a certi livelli il discorso cambia perché non è più solo una passione ma diventa un mestiere a tutti gli effetti, e ci vuole tanta continuità. Ma è proprio grazie al calcio che sono riuscito ad amare questo nuovo lavoro: il calcio mi ha trasmesso quella disciplina e quella competizione che ora mi stanno aiutando tanto. Grazie a questi fattori sono riuscito a strutturare l’azienda".

Segue ancora il calcio? 

"Certamente, guardo ancora le squadre in cui ho giocato, su tutte Napoli e Pescara".

A proposito, cosa pensa di questo Napoli? Può vincere lo scudetto?

"Mancano quattro finali, la squadra non deve mollare di un solo millimetro. Conte ha dato quell’impronta vincente facendo vedere sin da subito che il duro lavoro paga. Ad agosto nessuno avrebbe puntato sul Napoli vincitore del campionato".

Tra i partenopei c’è Alessandro Buongiorno. Da ex difensore centrale, crede che può diventare un top? 

"Mi piace molto, dico senza esitazioni che può diventare il futuro del Napoli e della Nazionale italiana".

Mentre del Pescara cosa pensa? In questi ultimi anni è rimasto insabbiato in Serie C e l’Adriatico è sempre più vuoto. 

"Pescara è una città bellissima, una parte del mio cuore è sempre lì. Ho giocato anche a Chieti quindi sono legatissimo all’Abruzzo. Sotto questo aspetto, il tifoso pescarese è simile a quello napoletano, vale a dire che vuole sempre avere degli obiettivi vincenti. Ma del resto la città merita grandi risultati".

C’è però da recuperare l’entusiasmo e, inoltre, da anni ormai la tifoseria è in conflitto col presidente Sebastiani.

"Dico che Sebastiani ha portato più di una vittoria del campionato e due promozioni in Serie A. Parliamo di una persona che ha dato il sangue per il Pescara".

Però da diversi anni sembra più focalizzato sulla vendita del club che nel voler risalire almeno in Serie B. 

"Non conosco i bilanci del club, ma al giorno d’oggi per gestire una squadra devi essere anche un bravo imprenditore, vedi De Laurentiis: nel 2022 ha letteralmente stravolto il Napoli, vendendo i veterani e prendendo giocatori semisconosciuti ma fortissimi come Kim e Kvara. Ormai le società calcistiche sono più una azienda che altro".

Riassumendo la sua carriera da giocatore, quale è stato il suo momento più bello e quale il più brutto? 

"I più belli sono stati tre: a Chieti, piazza a cui sono legato nonostante la rivalità con il Pescara e grazie a cui ho avuto la possibilità di andare al Napoli, dove ho vinto il campionato di Serie C nel 2006. Dopo dico il primo anno a Pescara, in panchina c’era Franco Lerda e la squadra fu costruita in cinque giorni, e nonostante questo arrivammo a un punto dai playoff (era la stagione 2007/2008, ndr). Penso altresì alla grande promozione in Serie B con Di Francesco in panchina nel 2010, anche se giocai molto poco a causa di un infortunio. Quanto ai momenti peggiori penso ai periodi alla Nocerina e al Fano, che sono state scelte di pancia e che non rifarei".