Antonio Corbo, giornalista, scrive su Repubblica: "Così è precipitato il rapporto tra l'allenatore e i giocatori. Fallito il test del doppio ruolo. Il Napoli deve riorganizzarsi nella distribuzione dei compiti. Dopo Napoli-Como, 1 novembre: "Io dormo sereno perché ho a disposizione dei guerrieri che hanno voglia di crescere". Ognissanti è una festa labile, come certi vuoti di memoria. Dopo Bologna-Napoli, 9 novembre parla ancora Antonio Conte. "Ognuno pensa all'orticello, mancano entusiasmo, cuore, ardore... Cosi non va e non so se riesco... Io non accompagno i morti". Aurelio De Laurentiis ha cambiato idea in meno tempo. Mica 8 giorni, solo pochi minuti. Era a Roma con amici. Furibondo dopo la sconfitta, preoccupato dopo aver visto e ascoltato in tv il suo allenatore. Turbato, disilluso, stanco. Gli ha consigliato un breve riposo. Un uomo, un padre, un vero capo di azienda non poteva far meglio. In attesa che Antonio Conte ritrovi la serenità ed il rapporto con la squadra, non va giudicato come già fanno i tifosi ma rispettato nella sua dolente fragilità. Conte è l'ultimo a convincersi. Come chi sbatte contro la più ovvia delle verità. Serissimo, maniacale, problematico è travolto da se stesso. Lo annulla la febbre di vincere. Si considera infallibile. Si carica di responsabilità. Più che subire il costo di un flop, si agita fra ombre e sospetti, cerca le cause di possibili, umanissimi insuccessi al di fuori della sua sfera. Non li ammette. Ritiene che possano sbagliare tutti, tranne lui. In buonafede. Ed il primo a riconoscerla è proprio De Laurentiis, se è intervenuto subito sul web. Gli ha lanciato un a scialuppa. Proprio De Laurentiis abdica a poteri e doveri di un presidente per lasciare il suo amico Antonio al centro della scena. Quello che Conte vuole. Glielo ha concesso due volte. A Palazzo Reale rimase muto durante la solenne presentazione. In estate a Ischia pagando più cene di quanto la sua costruttiva avarizia gli abbia mai concesso. Conte ha deciso tutto. Il mercato, innanzitutto. Giovanni Manna non ha potuto dimostrare la sua bravura per chiudere troppo in fretta acquisti a cifre più alte e cessioni sbagliate. Lorenzo Lucca in panchina e Giacomo Raspadori in Nazionale: dice qualcosa? Il teatrale Milinkovic oggi nel Napoli vale il triplo del Caprile di Cagliari? Una quarantina sotto contratto, 23 acquisti in 2 anni con spesa di circa 300 milioni e nessuna punta da oltre 15 gol: cifre che lasciano perplesso anche un timido revisore dei conti".
di Napoli Magazine
14/11/2025 - 11:43
Antonio Corbo, giornalista, scrive su Repubblica: "Così è precipitato il rapporto tra l'allenatore e i giocatori. Fallito il test del doppio ruolo. Il Napoli deve riorganizzarsi nella distribuzione dei compiti. Dopo Napoli-Como, 1 novembre: "Io dormo sereno perché ho a disposizione dei guerrieri che hanno voglia di crescere". Ognissanti è una festa labile, come certi vuoti di memoria. Dopo Bologna-Napoli, 9 novembre parla ancora Antonio Conte. "Ognuno pensa all'orticello, mancano entusiasmo, cuore, ardore... Cosi non va e non so se riesco... Io non accompagno i morti". Aurelio De Laurentiis ha cambiato idea in meno tempo. Mica 8 giorni, solo pochi minuti. Era a Roma con amici. Furibondo dopo la sconfitta, preoccupato dopo aver visto e ascoltato in tv il suo allenatore. Turbato, disilluso, stanco. Gli ha consigliato un breve riposo. Un uomo, un padre, un vero capo di azienda non poteva far meglio. In attesa che Antonio Conte ritrovi la serenità ed il rapporto con la squadra, non va giudicato come già fanno i tifosi ma rispettato nella sua dolente fragilità. Conte è l'ultimo a convincersi. Come chi sbatte contro la più ovvia delle verità. Serissimo, maniacale, problematico è travolto da se stesso. Lo annulla la febbre di vincere. Si considera infallibile. Si carica di responsabilità. Più che subire il costo di un flop, si agita fra ombre e sospetti, cerca le cause di possibili, umanissimi insuccessi al di fuori della sua sfera. Non li ammette. Ritiene che possano sbagliare tutti, tranne lui. In buonafede. Ed il primo a riconoscerla è proprio De Laurentiis, se è intervenuto subito sul web. Gli ha lanciato un a scialuppa. Proprio De Laurentiis abdica a poteri e doveri di un presidente per lasciare il suo amico Antonio al centro della scena. Quello che Conte vuole. Glielo ha concesso due volte. A Palazzo Reale rimase muto durante la solenne presentazione. In estate a Ischia pagando più cene di quanto la sua costruttiva avarizia gli abbia mai concesso. Conte ha deciso tutto. Il mercato, innanzitutto. Giovanni Manna non ha potuto dimostrare la sua bravura per chiudere troppo in fretta acquisti a cifre più alte e cessioni sbagliate. Lorenzo Lucca in panchina e Giacomo Raspadori in Nazionale: dice qualcosa? Il teatrale Milinkovic oggi nel Napoli vale il triplo del Caprile di Cagliari? Una quarantina sotto contratto, 23 acquisti in 2 anni con spesa di circa 300 milioni e nessuna punta da oltre 15 gol: cifre che lasciano perplesso anche un timido revisore dei conti".