Alex Meret, portiere del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai canali ufficiali della Lega Serie A. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Per arrivare fino in fondo serve sicuramente continuare a lavorare duro come stiamo facendo dall'inizio dell'anno, a seguire quello che il mister ci chiede, con grande spirito di sacrificio, con grande spirito di squadra che ci ha contraddistinto fin dall'inizio. Sappiamo che sarà dura, ma ci proveremo sicuramente fino alla fine, abbiamo molta fiducia in noi stessi, sappiamo che possiamo fare grandi cose. Analogie con la squadra scudetto di due anni fa? Sicuramente il gruppo che funziona benissimo. Siamo un gruppo di bravi ragazzi, che lavorano tutti i giorni al massimo e questo è un po' anche quello che ci ha contraddistinto nella stagione dello Scudetto. Ci sono poi alcune differenze, ma la cosa principale che unisca il gruppo è lo spirito di squadra che si è formato e che dobbiamo continuare ad avere. Cosa ha portato di nuovo e di diverso mister Conte? Il mister fin da subito ha imposto un po' il suo modo di vedere le cose, di lavorare, fin dal primo giorno è stato molto rigido in allenamento. I ragazzi si allenano tantissimo dal punto di vista fisico. Ci alleniamo tanto tutti i giorni della settimana. E inoltre anche dal punto di vista mentale il mister è molto attento a queste cose, ci fa dare a tutti il 100% tutti il giorno e questo è un po' il suo modo di vedere le cose. Dobbiamo essere sempre al top tutti, sia dal punto di vista fisico che mentale, perchè altrimenti non è contento. Questo è il suo modo, lo stiamo seguendo, sta portando grandi risultati, quindi dobbiamo continuare a seguirlo, perchè ci sta dando buoni frutti e vogliamo continuare a stare là in alto. Il punto di svolta è stato subito nella sconfitta di a Verona alla prima giornata che ci ha dato uno shock emotivo e la scossa per tirare fuori la fame di vittoria? Sì, la sconfitta di Verona alla prima giornata è stata sicuramente uno shock. Non ce l'aspettavamo, eravamo carichi e pronti per iniziare il campionato al meglio, però così non è stato. Forse ci è servito da lezione, penso sia stata la partita in cui veramente il mister si è arrabbiato di più, ci è rimasto più male. Da quel momento lì abbiamo tirato fuori quel qualcosa in più e abbiamo cominciato ad ottenere risultati. Sicuramente è stata una sconfitta che ha bruciato, ma siamo stati bravi a cancellarla e a ripartire alla grande, ci è servita da lezione. Cosa rappresenta Napoli per me? Sono tanti anni che sono qua, questo è il settimo, quindi Napoli per me è una seconda casa. Mi sono sempre trovato da subito benissimo, è una città che ti accoglie alla grande, vive di calcio. Se le cose vanno bene è un grande piacere stare qua e giocare per questa maglia. Veramente tutta la città e i tifosi ti fanno sentire il calore, la voglia di partecipare allo stadio, a tifare la squadra. Dall'altro lato proprio come città è una grande città, per il clima, il cibo, ci sono tantissimi posti da visitare, quindi sicuramente qua mi trovo molto bene ed è una seconda casa per me. Molti dicono che solo Donnarumma è superiore a me tra gli italiani? Non mi piace paragonarmi ad altri e dire che è più o meno forte. Sicuramente siamo un bel gruppo di portieri in questo momento che sta facendo bene, oltre a me ci sono Vicario, Di Gregorio, Carnesecchi che stanno facendo grandi cose. E' motivo di voler fare sempre meglio per migliorarsi e rimanere sempre nel giro della Nazionale che fa sempre molto piacere. Come è cambiato il mio modo di interpretare il ruolo da Spalletti a Conte? Conte mi chiede di stare molto più alto, più vicino alla squadra, di scivolare con la difesa di più di quello che mi chiedeva Spalletti. Dall'altro lato con Spalletti mi veniva richiesto di più di giocare da dietro, la costruzione dal basso, di trovare qualche linea di passaggio in più. Sono due grandi allenatori, oltre a questo non ci sono grandi differenze sul resto del lavoro che devo svolgere durante la partita. Cerco di lavorare ogni giorno per fare poi quello che il mister mi chiede la domenica. La parata più importante di questa stagione ed il gol che non avrei voluto prendere? I due ultimi gol a Roma, arrivati tutti e due negli ultimi minuti e in partite che stavamo vincendo. Perdere quattro punti negli ultimi minuti dispiace, anche se abbiamo affrontato due grandi squadre e ci sta, però essere arrivati fino a quel momento e poi prendere gol non ci fa piacere. Per quanto riguarda la parata più importante, non saprei dirlo. Mi vengono in mente delle partite a Cagliari e a Genova dove ho compiuto diversi interventi che hanno contribuito a portare a casa la vittoria, ma una in particolare non saprei dire. Io spesso accostato a Zoff? Essere accostato a una leggenda come Zoff è motivo di orgoglio, un onoreper me, è uno dei più grandi calciatori italiani, ha fatto la storia del ruolo del portiere, sicuramente è un punto di riferimento ed un esempio. Ci accomuna l'essere friulani, anche dal punto di vista caratteriale siamo simili, siamo gente di non molte parole, però ci piace lavorare duramente tutti i giorni e ci piace più far rispondere il campo piuttosto che essere esuberanti fuori. Questa è una cosa che accomuna un po' tutti i friulani, siamo gente di poche parole ma di grande lavoro, quindi mi ritrovo in questa caratteristica. Chi era il mio idolo da bambino? Fin da piccolo ho sempre voluto fare il portiere, il mio idolo era Gigi Buffon, portiere della nazionale, grandissimo campione e punto di riferimento per uttti i ragazzi della mia età. Era lui il punto di riferimento, i primi guanti erano i suoi guanti che mi hanno regalato i miei genitori, la prima maglietta è stata la sua, quindi sicuramente è lui che mi ha fatto innamorare di questo ruolo e fin da subito l'ho voluto fare. Avevo questa passione che poi ho portato avanti, fortunatamente l'ho fatta diventare il mio lavoro. A Udine ho vinto lo scudetto col Napoli, qual è stata l'emozione davanti alla mia gente? Vincere ad Udine lo scudetto è stata una grandissima emozione, non tanto per il fatto di averlo vinto ad Udine ma per averlo fatto davanti alla mia famiglia, alla mia ragazza, a mio figlio, che sono venuti tutti a vedermi. Vincere lo scudetto è già di per sè una grandissima emozione che difficilmente si può spiegare, farlo davanti alla tua famiglia ti rende ancora più orgoglioso e più felice di quello che hai appena compiuto, quindi è stata una serata fantastica che ricorderò per sempre".
di Napoli Magazine
14/04/2025 - 18:30
Alex Meret, portiere del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai canali ufficiali della Lega Serie A. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Per arrivare fino in fondo serve sicuramente continuare a lavorare duro come stiamo facendo dall'inizio dell'anno, a seguire quello che il mister ci chiede, con grande spirito di sacrificio, con grande spirito di squadra che ci ha contraddistinto fin dall'inizio. Sappiamo che sarà dura, ma ci proveremo sicuramente fino alla fine, abbiamo molta fiducia in noi stessi, sappiamo che possiamo fare grandi cose. Analogie con la squadra scudetto di due anni fa? Sicuramente il gruppo che funziona benissimo. Siamo un gruppo di bravi ragazzi, che lavorano tutti i giorni al massimo e questo è un po' anche quello che ci ha contraddistinto nella stagione dello Scudetto. Ci sono poi alcune differenze, ma la cosa principale che unisca il gruppo è lo spirito di squadra che si è formato e che dobbiamo continuare ad avere. Cosa ha portato di nuovo e di diverso mister Conte? Il mister fin da subito ha imposto un po' il suo modo di vedere le cose, di lavorare, fin dal primo giorno è stato molto rigido in allenamento. I ragazzi si allenano tantissimo dal punto di vista fisico. Ci alleniamo tanto tutti i giorni della settimana. E inoltre anche dal punto di vista mentale il mister è molto attento a queste cose, ci fa dare a tutti il 100% tutti il giorno e questo è un po' il suo modo di vedere le cose. Dobbiamo essere sempre al top tutti, sia dal punto di vista fisico che mentale, perchè altrimenti non è contento. Questo è il suo modo, lo stiamo seguendo, sta portando grandi risultati, quindi dobbiamo continuare a seguirlo, perchè ci sta dando buoni frutti e vogliamo continuare a stare là in alto. Il punto di svolta è stato subito nella sconfitta di a Verona alla prima giornata che ci ha dato uno shock emotivo e la scossa per tirare fuori la fame di vittoria? Sì, la sconfitta di Verona alla prima giornata è stata sicuramente uno shock. Non ce l'aspettavamo, eravamo carichi e pronti per iniziare il campionato al meglio, però così non è stato. Forse ci è servito da lezione, penso sia stata la partita in cui veramente il mister si è arrabbiato di più, ci è rimasto più male. Da quel momento lì abbiamo tirato fuori quel qualcosa in più e abbiamo cominciato ad ottenere risultati. Sicuramente è stata una sconfitta che ha bruciato, ma siamo stati bravi a cancellarla e a ripartire alla grande, ci è servita da lezione. Cosa rappresenta Napoli per me? Sono tanti anni che sono qua, questo è il settimo, quindi Napoli per me è una seconda casa. Mi sono sempre trovato da subito benissimo, è una città che ti accoglie alla grande, vive di calcio. Se le cose vanno bene è un grande piacere stare qua e giocare per questa maglia. Veramente tutta la città e i tifosi ti fanno sentire il calore, la voglia di partecipare allo stadio, a tifare la squadra. Dall'altro lato proprio come città è una grande città, per il clima, il cibo, ci sono tantissimi posti da visitare, quindi sicuramente qua mi trovo molto bene ed è una seconda casa per me. Molti dicono che solo Donnarumma è superiore a me tra gli italiani? Non mi piace paragonarmi ad altri e dire che è più o meno forte. Sicuramente siamo un bel gruppo di portieri in questo momento che sta facendo bene, oltre a me ci sono Vicario, Di Gregorio, Carnesecchi che stanno facendo grandi cose. E' motivo di voler fare sempre meglio per migliorarsi e rimanere sempre nel giro della Nazionale che fa sempre molto piacere. Come è cambiato il mio modo di interpretare il ruolo da Spalletti a Conte? Conte mi chiede di stare molto più alto, più vicino alla squadra, di scivolare con la difesa di più di quello che mi chiedeva Spalletti. Dall'altro lato con Spalletti mi veniva richiesto di più di giocare da dietro, la costruzione dal basso, di trovare qualche linea di passaggio in più. Sono due grandi allenatori, oltre a questo non ci sono grandi differenze sul resto del lavoro che devo svolgere durante la partita. Cerco di lavorare ogni giorno per fare poi quello che il mister mi chiede la domenica. La parata più importante di questa stagione ed il gol che non avrei voluto prendere? I due ultimi gol a Roma, arrivati tutti e due negli ultimi minuti e in partite che stavamo vincendo. Perdere quattro punti negli ultimi minuti dispiace, anche se abbiamo affrontato due grandi squadre e ci sta, però essere arrivati fino a quel momento e poi prendere gol non ci fa piacere. Per quanto riguarda la parata più importante, non saprei dirlo. Mi vengono in mente delle partite a Cagliari e a Genova dove ho compiuto diversi interventi che hanno contribuito a portare a casa la vittoria, ma una in particolare non saprei dire. Io spesso accostato a Zoff? Essere accostato a una leggenda come Zoff è motivo di orgoglio, un onoreper me, è uno dei più grandi calciatori italiani, ha fatto la storia del ruolo del portiere, sicuramente è un punto di riferimento ed un esempio. Ci accomuna l'essere friulani, anche dal punto di vista caratteriale siamo simili, siamo gente di non molte parole, però ci piace lavorare duramente tutti i giorni e ci piace più far rispondere il campo piuttosto che essere esuberanti fuori. Questa è una cosa che accomuna un po' tutti i friulani, siamo gente di poche parole ma di grande lavoro, quindi mi ritrovo in questa caratteristica. Chi era il mio idolo da bambino? Fin da piccolo ho sempre voluto fare il portiere, il mio idolo era Gigi Buffon, portiere della nazionale, grandissimo campione e punto di riferimento per uttti i ragazzi della mia età. Era lui il punto di riferimento, i primi guanti erano i suoi guanti che mi hanno regalato i miei genitori, la prima maglietta è stata la sua, quindi sicuramente è lui che mi ha fatto innamorare di questo ruolo e fin da subito l'ho voluto fare. Avevo questa passione che poi ho portato avanti, fortunatamente l'ho fatta diventare il mio lavoro. A Udine ho vinto lo scudetto col Napoli, qual è stata l'emozione davanti alla mia gente? Vincere ad Udine lo scudetto è stata una grandissima emozione, non tanto per il fatto di averlo vinto ad Udine ma per averlo fatto davanti alla mia famiglia, alla mia ragazza, a mio figlio, che sono venuti tutti a vedermi. Vincere lo scudetto è già di per sè una grandissima emozione che difficilmente si può spiegare, farlo davanti alla tua famiglia ti rende ancora più orgoglioso e più felice di quello che hai appena compiuto, quindi è stata una serata fantastica che ricorderò per sempre".