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A NAPOLI - Auxologico, presentato il 10° rapporto sull'Obesità in Italia all'Università Suor Orsola Benincasa
17.11.2025 17:03 di Napoli Magazine
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Con la partecipazione del Ministro della Salute, prof. Orazio Schillaci, è stato presentato il 17 novembre a Napoli, presso l’Università degli Studi di Suor Orsola Benincasa, il Rapporto sull’obesità in Italia, curato da Auxologico IRCCS, giunto alla sua decima edizione.

Alla decima edizione del Rapporto - che reca come titolo "La rivoluzione nell’obesità" - hanno contribuito trenta clinici e ricercatori italiani e stranieri, impegnati per vincere la sfida dell’Obesità.

Oggi possiamo parlare di “rivoluzione nell’obesità”, perché, finalmente:


è stata condivisa a livello internazionale la definizione di «Obesità Clinica» (The Lancet Diabetes and Endocrinology Commission);
anche per l’obesità si può oggi parlare di medicina personalizzata in funzione delle caratteristiche del paziente, avendo a disposizione plurimi ed efficaci protocolli di intervento;

si assiste alla progressiva diffusione dei nuovi ed efficaci farmaci per l’obesità con dimostrazione dei loro effetti positivi anche in campo cardiovascolare e metabolico;

l’Italia ha adottato la prima legge sulla obesità che la riconosce come malattia progressiva e recidivante;
il 10° Rapporto sull’Obesità in Italia di Auxologico tiene il punto epidemiologico e clinico scientifico della sfida a questa insidiosa malattia. 

Secondo le ultime stime dell’OMS, le persone adulte con obesità sono 890 milioni (16%) e 2,5 miliardi sono in sovrappeso (43%) nel 2022.


Secondo i dati Istat del 2023, sono quasi 23 milioni le persone adulte in Italia in eccesso di peso, ossia con un indice di massa corporea (IMC) uguale o superiore a 25, che rappresentano quasi la metà della popolazione adulta (46,3%). Di queste, circa 5,8 milioni (pari a 11,8%) sono affette da obesità, presentando un IMC uguale o superiore a 30.


In Italia oltre un ragazzo su 4, tra i 3 e i 17 anni (pari al 26,7%), risulta in eccesso di peso.


Anche tra bambini e ragazzi si rileva un marcato gradiente territoriale, che si è consolidato nel tempo. Le prevalenze di sovrappeso e obesità aumentano sensibilmente procedendo dal Nord al Sud del Paese, delineando una geografia in cui ben sette delle dieci regioni con valori superiori alla media nazionale si trovano nel Mezzogiorno. I livelli più elevati, con oltre un terzo dei minori in eccesso di peso, si registrano in Campania (36,5%), Calabria (35,8%), Basilicata (35,0%) e Sicilia (33,8%). Al contrario, le percentuali più basse si osservano nelle Province autonome di Trento e Bolzano (15,1% e 17,4%), in Friuli-Venezia Giulia (18,4%) e in Lombardia (19,5%).

Queste disparità territoriali suggeriscono la necessità di interventi mirati, capaci di tener conto delle specificità locali.

Negli ultimi decenni, l’obesità mostra tassi di crescita in costante aumento a livello globale, al punto da essere ormai considerata una vera e propria epidemia, con tutte le implicazioni che questo comporta per la salute pubblica. Tutto ciò comporta un impegno importante in termini di salute e spesa pubblica, siccome la sindrome metabolica non affrontata e curata nei tempi e nelle modalità corrette presso centri sanitari specializzati conduce inevitabilmente a complicanze che, come documentato e illustrato nel volume, interessano praticamente tutti gli organi vitali del paziente affetto da obesità.

Risulta di fondamentale importanza curare i pazienti già affetti dalla patologia, ma anche attuare la prevenzione e la diagnosi precoce dei prodromi che possono condurre all’obesità grave con tutti i corollari delle alterazioni e delle malattie collegate.

Come racconta il Presidente di Auxologico Mario Colombo nella presentazione del Rapporto, “l’impegno di ricerca e clinico di Auxologico per vincere la sfida dell’obesità data oramai mezzo secolo che lo hanno visto, insieme al Ministero della Salute e le Regioni in cui opera, in prima linea nei programmi di ricerca, prevenzione, cura e riabilitazione. L’obesità ed in generale i disturbi del comportamento alimentare -anoressia, bulimia, ecc – costituisco linee prioritarie di ricerca e di intervento clinico del nostro IRCCS, un unicum in Italia per i casi clinici trattati nei propri ospedali e centri territoriali, che vede nel prossimo futuro l’ampliamento di una presenza in Regione Lazio e Regione Calabria”.

Il Presidente di Auxologico Mario Colombo prosegue  “la recente legge sull’obesità, approvata dall’attuale parlamento e sostenuta dal Ministero della Salute nelle persone del Ministro Schillaci e della Direttrice del Dipartimento della Prevenzione e della Ricerca, dott.ssa Campitiello, non solo riconosce l’obesità come malattia grave e da dignità ai pazienti che ne sono affetti, ma anche a tutti i medici, professionisti sanitari e ricercatori che dedicano la loro vita a queste persone, che sono anche pazienti, come lo è una persona con infarto o con un ictus”.  Continua Colombo: “oggi anche il paziente obeso può beneficiare di una medicina personalizzata, di una pluralità di trattamenti coerenti alla propria condizione, dove anche l’intervento farmacologico, in alcuni casi, si è dimostrato molto efficace. Sta a noi, rendere possibile questa potenzialità di cura personalizzata su tutto il territorio nazionale, ampliando la presa in carico specialistica in modo omogeneo in tutta Italia, individuando centri di riferimento, finanziando studi pilota che possano discernere tra i tanti malati di obesità quelli nei quali l’intervento farmacologico è più indicato e quindi posto a carico del SSN, sfide complesse che insieme dobbiamo affrontare”  

Nella presentazione del Rapporto, al quale ha partecipato ed è intervenuto il Ministro della Salute, prof. Orazio Schillaci, si sono alternati gli interventi di alcuni dei ricercatori che vi hanno contribuito e del Rettore Lucio d'Alessandro dell’Università degli Studi di Suor Orsola Benincasa che ha ospitato l’evento.

 

"L'obesità è uno dei maggiori problemi di salute pubblica e, come conferma il rapporto curato dall'Istituto Auxologico, non riguarda solo gli adulti ma anche i bambini. In questo scenario, è fondamentale agire sulla prevenzione, attraverso corretti stili di vita, e sul miglioramento della presa in carico dei pazienti. In questa direzione vanno le attività del Ministero della Salute e la legge che in Italia, prima al mondo, riconosce l’obesità come malattia cronica prevedendo interventi significativi sul piano della prevenzione e della cura dell’obesità, ma anche per la formazione specifica del personale sanitario ", ha dichiarato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

 

La prof.ssa Simona Bertoli, responsabile dei Centri Obesità Lombardi e Laboratorio di ricerca sulla Nutrizione e l’Obesità  presso Auxologico e Direttore della Scuola di Specializzazione di Scienza dell’Alimentazione presso l’Università degli studi di Milano, ha sottolinea che «l’obesità è una malattia cronica e recidivante, non semplicemente legata a errate abitudini alimentari e di sedentarietà. Secondo gli ultimi dati Istat, colpisce l’11,8% della popolazione adulta italiana e una quota significativa di bambini e adolescenti, con punte di prevalenza più elevate nelle regioni del Sud. L’Italia è diventata il primo Paese al mondo a dotarsi di una legge dedicata all’obesità: un passo fondamentale per riconoscerne la natura patologica e garantire a tutte le persone affette un accesso equo e appropriato alle cure».

 

«È altrettanto essenziale», ha  dichiarato inoltre la prof.ssa Bertoli, «ridurre lo stigma che ancora circonda l’obesità: non si tratta di una mancanza di volontà, ma di una vera e propria malattia cronica che richiede diagnosi precoce, presa in carico e continuità assistenziale. Solo superando pregiudizi e discriminazioni sarà possibile garantire percorsi di cura efficaci e dignitosi per tutte le persone con obesità».

Nel 2025 è stata proposta dalla Lancet Commission, la prestigiosa commissione facente capo alla autorevole rivista medica internazionale, una nuova classificazione dell’obesità, che distingue una forma preclinica e una clinica. Nelle forme cliniche è indispensabile attivare tutte le opzioni terapeutiche più innovative - dai nuovi farmaci incretinici alle tecniche di chirurgia bariatrica sempre meno invasive, fino agli approcci multidisciplinari e riabilitativi come i percorsi di ricovero proposti presso l’ospedale Auxologico San Giuseppe di Piancavallo (Verbania) - per affrontare i casi più complessi. Allo stesso tempo, ricorda la prof.ssa Bertoli «restano centrali gli interventi finalizzati al miglioramento delle abitudini alimentari, dell’attività fisica e del comportamento alimentare, anche in associazione alle terapie più avanzate, oltre al potenziamento di tutte le attività di prevenzione, sensibilizzazione e miglioramento dell’ambiente alimentare».

Il prof. Gianfranco Parati, Direttore scientifico di Auxologico, ha spiegato: «L’obesità non è una colpa individuale, ma una malattia cronica e sistemica, che può generare complicanze in diversi organi e sistemi, tra cui il cardiovascolare che pertanto richiede una risposta integrata, scientifica e clinica, che si basi su una personalizzazione degli interventi per ogni singolo paziente. Occorre unire, scienza e umanità, ricerca e cura, tecnologia e ascolto: è una medicina che guarda alla persona prima della patologia, e che include innovativi metodi diagnostici e di stratificazione del rischio, anche basati su tecnologie digitali, l’accessibilità a tutte le più moderne possibilità terapeutiche e percorsi riabilitativi e di follow-up nel tempo per ottimizzare i risultati nel lungo periodo.  Tutto questo grazie ad una collaborazione multidisciplinare tra specialisti che lavorano in aree e che garantiscono un approccio completo e integrato al paziente affetto da obesità che si rivolge a strutture specializzate. Auxologico ha l’obesità tra le proprie sfide clinico-scientifiche con il compito prioritario di trasformare la ricerca in soluzioni cliniche applicabili.  Il Rapporto sull’Obesità in Italia è una testimonianza di questo modello integrato di gestione del paziente affetto da obesità e offre un contributo aggiornato su questo complesso tema agli operatori sanitari e sociali che si occupano di obesità nel nostro Paese. Ogni complicanza dell’obesità non trattata genera un costo sanitario e sociale crescente: serve un’azione nazionale coordinata che garantisca accesso equo alle cure e ai nuovi trattamenti, facendo dell’obesità una priorità strategica di salute pubblica».

Il Prof. Gianluca Castelnuovo, responsabile del Servizio e Laboratorio di Psicologia Clinica e Psicoterapia presso Auxologico e Direttore della Scuola di Specializzazione di Psicologia Clinica presso l’Università Cattolica di Milano, ha ricordato che «la cura dell’obesità è prima di tutto la presa in carico di una persona che soffre di una condizione che impatta molteplici aspetti della sua vita, sia medico-organici (complicanze a vario livello, metabolico, ortopedico, pneumologico, neurologico, ecc.) che psicologici (immagine corporea, qualità della vita, comorbilità psicopatologiche) e sociali (disagio relazionale, difficoltà interpersonali negli ambiti della propria vita, percezione di stigma ed esclusione, ecc.). Pur riconoscendo alle terapie di ultima generazione (chirurgia bariatrica, diete chetogeniche, farmaci antagonisti del GLP-1) grandi avanzamenti nella cura, il successo nella lotta all’obesità si può avere solo con un adeguato percorso di sostegno psicologico, educativo e motivazionale individuale connesso ad un lavoro continuo sullo stile di vita e sulle proprie difficoltà psicologiche che, se non prese in carico, possono portare a ricadute e peggioramenti di un quadro, per sua natura cronico, ma tale da poter giungere a significativi benefici e miglioramenti fino ad una qualità di vita soddisfacente”. Castelnuovo ribadisce inoltre che «i pilastri della cura, come un intervento integrato sullo stile di vita, non siano cambiati nell’era dei nuovi farmaci e risulta importante affidarsi a centri non solo multidisciplinari ma anche interdisciplinari, dove viene dato valore al confronto fra specialisti diversi per la scelta personalizzata della migliore cura per la persona, con una sua peculiare storia di obesità, proprio come avviene da noi in un Irccs dedicato come l’Auxologico».

Il prof. Pietro Ferrara, epidemiologo del Laboratorio Sperimentale Ricerche Sanità Pubblica di Auxologico e ricercatore dell’Università di Milano Bicocca,  ha sottolineato:  «L’obesità oggi pesa per oltre 13 miliardi di euro l’anno, pari allo 0,8% del PIL e a circa il 5% della spesa sanitaria nazionale. A questi si sommano i costi indiretti legati alla perdita di produttività e alla disabilità, che amplificano l’impatto sociale e territoriale del fenomeno. I nuovi farmaci offrono prospettive cliniche straordinarie in termini di riduzione ponderale e prevenzione cardiovascolare, ma pongono una sfida cruciale di equità di accesso per i pazienti e di sostenibilità per il Servizio Sanitario Nazionale. È indispensabile definire protocolli di accesso chiari, basati su criteri di appropriatezza e costo-efficacia, per garantire uniformità di trattamento tra le Regioni e assicurare che l’innovazione terapeutica si traduca in un reale beneficio per le persone e per la sanità pubblica».

«Le scienze mediche», ha commentato il Rettore dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Lucio d'Alessandro, «ci ricordano che l'eziologia dell'obesità è multifattoriale; l’obesità non è infatti riconducibile esclusivamente a cause fisiologiche, ma è determinata anche e soprattutto da fattori sociali e psicologici. Proprio in quest'ottica, il nostro Ateneo da anni ha messo a disposizione dei futuri docenti, in particolare per le scuole dell'infanzia e primaria, il proprio consolidato know-how nei settori della pedagogia, della psicologia, dell'antropologia e delle scienze sociali. L'obiettivo è garantire che, sin dall'infanzia, una corretta educazione alimentare e ai sani stili di vita (come l'attività sportiva, che nel nostro Ateneo incentiviamo attivamente) possa finalmente aiutare ad affrontare, in prima istanza sul piano educativo, la vera e propria “emergenza obesità” che, come hanno evidenziato gli studi dell'Istituto Auxologico, risulta particolarmente acuta nel nostro Paese».

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A NAPOLI - Auxologico, presentato il 10° rapporto sull'Obesità in Italia all'Università Suor Orsola Benincasa

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17/11/2025 - 17:03

Con la partecipazione del Ministro della Salute, prof. Orazio Schillaci, è stato presentato il 17 novembre a Napoli, presso l’Università degli Studi di Suor Orsola Benincasa, il Rapporto sull’obesità in Italia, curato da Auxologico IRCCS, giunto alla sua decima edizione.

Alla decima edizione del Rapporto - che reca come titolo "La rivoluzione nell’obesità" - hanno contribuito trenta clinici e ricercatori italiani e stranieri, impegnati per vincere la sfida dell’Obesità.

Oggi possiamo parlare di “rivoluzione nell’obesità”, perché, finalmente:


è stata condivisa a livello internazionale la definizione di «Obesità Clinica» (The Lancet Diabetes and Endocrinology Commission);
anche per l’obesità si può oggi parlare di medicina personalizzata in funzione delle caratteristiche del paziente, avendo a disposizione plurimi ed efficaci protocolli di intervento;

si assiste alla progressiva diffusione dei nuovi ed efficaci farmaci per l’obesità con dimostrazione dei loro effetti positivi anche in campo cardiovascolare e metabolico;

l’Italia ha adottato la prima legge sulla obesità che la riconosce come malattia progressiva e recidivante;
il 10° Rapporto sull’Obesità in Italia di Auxologico tiene il punto epidemiologico e clinico scientifico della sfida a questa insidiosa malattia. 

Secondo le ultime stime dell’OMS, le persone adulte con obesità sono 890 milioni (16%) e 2,5 miliardi sono in sovrappeso (43%) nel 2022.


Secondo i dati Istat del 2023, sono quasi 23 milioni le persone adulte in Italia in eccesso di peso, ossia con un indice di massa corporea (IMC) uguale o superiore a 25, che rappresentano quasi la metà della popolazione adulta (46,3%). Di queste, circa 5,8 milioni (pari a 11,8%) sono affette da obesità, presentando un IMC uguale o superiore a 30.


In Italia oltre un ragazzo su 4, tra i 3 e i 17 anni (pari al 26,7%), risulta in eccesso di peso.


Anche tra bambini e ragazzi si rileva un marcato gradiente territoriale, che si è consolidato nel tempo. Le prevalenze di sovrappeso e obesità aumentano sensibilmente procedendo dal Nord al Sud del Paese, delineando una geografia in cui ben sette delle dieci regioni con valori superiori alla media nazionale si trovano nel Mezzogiorno. I livelli più elevati, con oltre un terzo dei minori in eccesso di peso, si registrano in Campania (36,5%), Calabria (35,8%), Basilicata (35,0%) e Sicilia (33,8%). Al contrario, le percentuali più basse si osservano nelle Province autonome di Trento e Bolzano (15,1% e 17,4%), in Friuli-Venezia Giulia (18,4%) e in Lombardia (19,5%).

Queste disparità territoriali suggeriscono la necessità di interventi mirati, capaci di tener conto delle specificità locali.

Negli ultimi decenni, l’obesità mostra tassi di crescita in costante aumento a livello globale, al punto da essere ormai considerata una vera e propria epidemia, con tutte le implicazioni che questo comporta per la salute pubblica. Tutto ciò comporta un impegno importante in termini di salute e spesa pubblica, siccome la sindrome metabolica non affrontata e curata nei tempi e nelle modalità corrette presso centri sanitari specializzati conduce inevitabilmente a complicanze che, come documentato e illustrato nel volume, interessano praticamente tutti gli organi vitali del paziente affetto da obesità.

Risulta di fondamentale importanza curare i pazienti già affetti dalla patologia, ma anche attuare la prevenzione e la diagnosi precoce dei prodromi che possono condurre all’obesità grave con tutti i corollari delle alterazioni e delle malattie collegate.

Come racconta il Presidente di Auxologico Mario Colombo nella presentazione del Rapporto, “l’impegno di ricerca e clinico di Auxologico per vincere la sfida dell’obesità data oramai mezzo secolo che lo hanno visto, insieme al Ministero della Salute e le Regioni in cui opera, in prima linea nei programmi di ricerca, prevenzione, cura e riabilitazione. L’obesità ed in generale i disturbi del comportamento alimentare -anoressia, bulimia, ecc – costituisco linee prioritarie di ricerca e di intervento clinico del nostro IRCCS, un unicum in Italia per i casi clinici trattati nei propri ospedali e centri territoriali, che vede nel prossimo futuro l’ampliamento di una presenza in Regione Lazio e Regione Calabria”.

Il Presidente di Auxologico Mario Colombo prosegue  “la recente legge sull’obesità, approvata dall’attuale parlamento e sostenuta dal Ministero della Salute nelle persone del Ministro Schillaci e della Direttrice del Dipartimento della Prevenzione e della Ricerca, dott.ssa Campitiello, non solo riconosce l’obesità come malattia grave e da dignità ai pazienti che ne sono affetti, ma anche a tutti i medici, professionisti sanitari e ricercatori che dedicano la loro vita a queste persone, che sono anche pazienti, come lo è una persona con infarto o con un ictus”.  Continua Colombo: “oggi anche il paziente obeso può beneficiare di una medicina personalizzata, di una pluralità di trattamenti coerenti alla propria condizione, dove anche l’intervento farmacologico, in alcuni casi, si è dimostrato molto efficace. Sta a noi, rendere possibile questa potenzialità di cura personalizzata su tutto il territorio nazionale, ampliando la presa in carico specialistica in modo omogeneo in tutta Italia, individuando centri di riferimento, finanziando studi pilota che possano discernere tra i tanti malati di obesità quelli nei quali l’intervento farmacologico è più indicato e quindi posto a carico del SSN, sfide complesse che insieme dobbiamo affrontare”  

Nella presentazione del Rapporto, al quale ha partecipato ed è intervenuto il Ministro della Salute, prof. Orazio Schillaci, si sono alternati gli interventi di alcuni dei ricercatori che vi hanno contribuito e del Rettore Lucio d'Alessandro dell’Università degli Studi di Suor Orsola Benincasa che ha ospitato l’evento.

 

"L'obesità è uno dei maggiori problemi di salute pubblica e, come conferma il rapporto curato dall'Istituto Auxologico, non riguarda solo gli adulti ma anche i bambini. In questo scenario, è fondamentale agire sulla prevenzione, attraverso corretti stili di vita, e sul miglioramento della presa in carico dei pazienti. In questa direzione vanno le attività del Ministero della Salute e la legge che in Italia, prima al mondo, riconosce l’obesità come malattia cronica prevedendo interventi significativi sul piano della prevenzione e della cura dell’obesità, ma anche per la formazione specifica del personale sanitario ", ha dichiarato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

 

La prof.ssa Simona Bertoli, responsabile dei Centri Obesità Lombardi e Laboratorio di ricerca sulla Nutrizione e l’Obesità  presso Auxologico e Direttore della Scuola di Specializzazione di Scienza dell’Alimentazione presso l’Università degli studi di Milano, ha sottolinea che «l’obesità è una malattia cronica e recidivante, non semplicemente legata a errate abitudini alimentari e di sedentarietà. Secondo gli ultimi dati Istat, colpisce l’11,8% della popolazione adulta italiana e una quota significativa di bambini e adolescenti, con punte di prevalenza più elevate nelle regioni del Sud. L’Italia è diventata il primo Paese al mondo a dotarsi di una legge dedicata all’obesità: un passo fondamentale per riconoscerne la natura patologica e garantire a tutte le persone affette un accesso equo e appropriato alle cure».

 

«È altrettanto essenziale», ha  dichiarato inoltre la prof.ssa Bertoli, «ridurre lo stigma che ancora circonda l’obesità: non si tratta di una mancanza di volontà, ma di una vera e propria malattia cronica che richiede diagnosi precoce, presa in carico e continuità assistenziale. Solo superando pregiudizi e discriminazioni sarà possibile garantire percorsi di cura efficaci e dignitosi per tutte le persone con obesità».

Nel 2025 è stata proposta dalla Lancet Commission, la prestigiosa commissione facente capo alla autorevole rivista medica internazionale, una nuova classificazione dell’obesità, che distingue una forma preclinica e una clinica. Nelle forme cliniche è indispensabile attivare tutte le opzioni terapeutiche più innovative - dai nuovi farmaci incretinici alle tecniche di chirurgia bariatrica sempre meno invasive, fino agli approcci multidisciplinari e riabilitativi come i percorsi di ricovero proposti presso l’ospedale Auxologico San Giuseppe di Piancavallo (Verbania) - per affrontare i casi più complessi. Allo stesso tempo, ricorda la prof.ssa Bertoli «restano centrali gli interventi finalizzati al miglioramento delle abitudini alimentari, dell’attività fisica e del comportamento alimentare, anche in associazione alle terapie più avanzate, oltre al potenziamento di tutte le attività di prevenzione, sensibilizzazione e miglioramento dell’ambiente alimentare».

Il prof. Gianfranco Parati, Direttore scientifico di Auxologico, ha spiegato: «L’obesità non è una colpa individuale, ma una malattia cronica e sistemica, che può generare complicanze in diversi organi e sistemi, tra cui il cardiovascolare che pertanto richiede una risposta integrata, scientifica e clinica, che si basi su una personalizzazione degli interventi per ogni singolo paziente. Occorre unire, scienza e umanità, ricerca e cura, tecnologia e ascolto: è una medicina che guarda alla persona prima della patologia, e che include innovativi metodi diagnostici e di stratificazione del rischio, anche basati su tecnologie digitali, l’accessibilità a tutte le più moderne possibilità terapeutiche e percorsi riabilitativi e di follow-up nel tempo per ottimizzare i risultati nel lungo periodo.  Tutto questo grazie ad una collaborazione multidisciplinare tra specialisti che lavorano in aree e che garantiscono un approccio completo e integrato al paziente affetto da obesità che si rivolge a strutture specializzate. Auxologico ha l’obesità tra le proprie sfide clinico-scientifiche con il compito prioritario di trasformare la ricerca in soluzioni cliniche applicabili.  Il Rapporto sull’Obesità in Italia è una testimonianza di questo modello integrato di gestione del paziente affetto da obesità e offre un contributo aggiornato su questo complesso tema agli operatori sanitari e sociali che si occupano di obesità nel nostro Paese. Ogni complicanza dell’obesità non trattata genera un costo sanitario e sociale crescente: serve un’azione nazionale coordinata che garantisca accesso equo alle cure e ai nuovi trattamenti, facendo dell’obesità una priorità strategica di salute pubblica».

Il Prof. Gianluca Castelnuovo, responsabile del Servizio e Laboratorio di Psicologia Clinica e Psicoterapia presso Auxologico e Direttore della Scuola di Specializzazione di Psicologia Clinica presso l’Università Cattolica di Milano, ha ricordato che «la cura dell’obesità è prima di tutto la presa in carico di una persona che soffre di una condizione che impatta molteplici aspetti della sua vita, sia medico-organici (complicanze a vario livello, metabolico, ortopedico, pneumologico, neurologico, ecc.) che psicologici (immagine corporea, qualità della vita, comorbilità psicopatologiche) e sociali (disagio relazionale, difficoltà interpersonali negli ambiti della propria vita, percezione di stigma ed esclusione, ecc.). Pur riconoscendo alle terapie di ultima generazione (chirurgia bariatrica, diete chetogeniche, farmaci antagonisti del GLP-1) grandi avanzamenti nella cura, il successo nella lotta all’obesità si può avere solo con un adeguato percorso di sostegno psicologico, educativo e motivazionale individuale connesso ad un lavoro continuo sullo stile di vita e sulle proprie difficoltà psicologiche che, se non prese in carico, possono portare a ricadute e peggioramenti di un quadro, per sua natura cronico, ma tale da poter giungere a significativi benefici e miglioramenti fino ad una qualità di vita soddisfacente”. Castelnuovo ribadisce inoltre che «i pilastri della cura, come un intervento integrato sullo stile di vita, non siano cambiati nell’era dei nuovi farmaci e risulta importante affidarsi a centri non solo multidisciplinari ma anche interdisciplinari, dove viene dato valore al confronto fra specialisti diversi per la scelta personalizzata della migliore cura per la persona, con una sua peculiare storia di obesità, proprio come avviene da noi in un Irccs dedicato come l’Auxologico».

Il prof. Pietro Ferrara, epidemiologo del Laboratorio Sperimentale Ricerche Sanità Pubblica di Auxologico e ricercatore dell’Università di Milano Bicocca,  ha sottolineato:  «L’obesità oggi pesa per oltre 13 miliardi di euro l’anno, pari allo 0,8% del PIL e a circa il 5% della spesa sanitaria nazionale. A questi si sommano i costi indiretti legati alla perdita di produttività e alla disabilità, che amplificano l’impatto sociale e territoriale del fenomeno. I nuovi farmaci offrono prospettive cliniche straordinarie in termini di riduzione ponderale e prevenzione cardiovascolare, ma pongono una sfida cruciale di equità di accesso per i pazienti e di sostenibilità per il Servizio Sanitario Nazionale. È indispensabile definire protocolli di accesso chiari, basati su criteri di appropriatezza e costo-efficacia, per garantire uniformità di trattamento tra le Regioni e assicurare che l’innovazione terapeutica si traduca in un reale beneficio per le persone e per la sanità pubblica».

«Le scienze mediche», ha commentato il Rettore dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Lucio d'Alessandro, «ci ricordano che l'eziologia dell'obesità è multifattoriale; l’obesità non è infatti riconducibile esclusivamente a cause fisiologiche, ma è determinata anche e soprattutto da fattori sociali e psicologici. Proprio in quest'ottica, il nostro Ateneo da anni ha messo a disposizione dei futuri docenti, in particolare per le scuole dell'infanzia e primaria, il proprio consolidato know-how nei settori della pedagogia, della psicologia, dell'antropologia e delle scienze sociali. L'obiettivo è garantire che, sin dall'infanzia, una corretta educazione alimentare e ai sani stili di vita (come l'attività sportiva, che nel nostro Ateneo incentiviamo attivamente) possa finalmente aiutare ad affrontare, in prima istanza sul piano educativo, la vera e propria “emergenza obesità” che, come hanno evidenziato gli studi dell'Istituto Auxologico, risulta particolarmente acuta nel nostro Paese».