Centinaia e centinaia di criminali identificati per maltrattamento, uccisione e altri reati ai danni degli animali; una sempre maggiore attenzione, da parte dei cittadini, che denunciano e tante nuove norme che forniscono a forze dell’ordine e magistratura gli strumenti per agire in modo rapido e decisivo.
Sono questi tre dei moltissimi risultati ottenuti dalla legge Brambilla, nei primi sei mesi dall’entrata in vigore, il 1° luglio scorso. “La legge Brambilla - afferma la deputata presidente di LEIDAA - la numero 82/2025, non rappresenta solo una grandissima vittoria, che l'Italia attendeva da più di vent'anni, ma una vera e propria rivoluzione. Si cambia infatti, completamente, la prospettiva: gli animali, tutti gli animali, diventano esseri senzienti, tutelati in via diretta da una legge che rende loro giustizia! Tutte le pene per chi commette reati nei loro confronti sono inasprite in maniera importante, a partire dall'uccisione di animale che prevede fino a 4 anni di reclusione e fino a 60mila euro di multa sempre abbinata. In caso di maltrattamento si prevede il carcere fino a due anni e 30mila euro di multa”.
Proprio questi due reati - uccisione di animali e maltrattamento - rappresentano da soli il 68,6 per cento di tutti i reati contro gli animali perseguiti dalle Procure italiane: rispettivamente il 39,6 e il 29 per cento del totale. “Dall’entrata in vigore della legge che porta il mio nome - afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla - abbiamo registrato centinaia e centinaia di casi, sia tramite il nostro ufficio legale che attraverso un monitoraggio nazionale. La percezione è quella di una sempre maggiore sensibilità dimostrata da comuni cittadini che ora trovano la forza di denunciare, certi che l’impunità sia finalmente finita. Tra le denunce molte riguardano la detenzione del cane alla catena, una pratica barbara e indegna di un paese civile, per cui la legge Brambilla prevede, in tutta Italia, una multa fino a 5mila euro”.
Tra i casi seguiti direttamente dalla Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente non possiamo non citare quello del pitbull Diego, trovato morto il 18 luglio scorso in un garage di Fabbrico (Reggio Emilia). La nostra associazione, che ha ricevuto in esclusiva alcune immagini da un vicino di casa che lo mostravano sofferente sul balcone di casa, ha fatto denuncia: al processo chiederà che, al proprietario, venga comminata la pena massima prevista nel caso di morte a seguito di maltrattamento, ovvero fino a 3 anni di reclusione con una multa fino a 45mila euro, sempre abbinata. Un altro caso significativo è quello della cagnolona Bella: un criminale senza cuore l’aveva trascinata per sei chilometri, lo scorso ottobre a San Sebastiano al Vesuvio, con una bici elettrica, attaccata a un collare a strozzo, fino a farle sanguinare le zampette. Salvata dal provvidenziale intervento dei carabinieri, è stata curata dall’Ats e ora è stata presa in carico dalla nostra LEIDAA che l’ha portata nel Nord Italia. Il criminale che l’ha maltrattata è in attesa di essere giudicato in base alla legge Brambilla, mentre lei è in cerca di casa: chi volesse dargliela può contattarci al numero 02-94351244. Un altro caso è quello, che risale allo scorso agosto: dieci cani, di cui otto cuccioli, confinati in una cisterna di 12 metri quadrati a Sciacca (Agrigento), tra escrementi, lamiere e rifiuti di varia natura. Ci siamo subito attivati con le autorità per arrivare a una denuncia del proprietario e per dare loro un lieto fine. Allo stesso modo ci siamo interessati, sempre a inizio agosto, al caso del ritrovamento di quattro cani da caccia maltrattati in un box di campagna a Sassoferrato (Ancona). Gli animali erano malnutriti, malati di dissenteria, infestati da pulci e ricoperti da ferite sanguinolente: uno di loro, un segugio femmina, purtroppo non ce l’ha fatta. Il proprietario è già stato denunciato per morte a seguito di maltrattamenti, secondo la legge Brambilla. Sempre in tema di tutela degli animali la LEIDAA si è costituita parte civile nella stragrande maggioranza dei procedimenti in corso attualmente, tra gli altri il caso dei macachi detenuti dall’Università di Ferrara. Nello specifico un professore, la rettrice e il responsabile del benessere animale dell’ateneo sono indagati per l’uccisione del macaco Orazio, che sarebbe stato sottoposto a eutanasia “senza necessità e/o con crudeltà”, senza rispettare il protocollo indicato nell’autorizzazione del Ministero della Salute che prescriveva l’iniziale sedazione profonda e provocando inutile sofferenza all’animale.
“Ciò a dimostrazione - prosegue la presidente di LEIDAA - che la legge Brambilla tutela tutti gli animali, di qualsiasi specie. Tra gli aspetti di particolare importanza introdotti dalla nuova norma - aggiunge - sono anche le aggravanti, che prevedono l’aumento di un terzo delle pene se i fatti sono commessi alla presenza di minori, nei confronti di più animali, o se sono diffusi attraverso strumenti informatici e telematici. Basterà partecipare come semplice spettatore a combattimenti e competizioni tra animali per incorrere in una pena detentiva fino a 2 anni e una multa di 30mila euro, mentre per gli organizzatori si passa a una previsione di quattro anni e 160mila euro di sanzione pecuniaria. Di particolare rilievo, inoltre, la norma procedurale che, da Nord a Sud, ha già consentito alle associazioni di ottenere l’affido definitivo, dietro cauzione, di centinaia di animali sequestrati in qualsiasi fase del provvedimento: non torneranno più nelle mani di chi ha fatto loro del male, come accadeva prima”. Tra i moltissimi casi in cui questa norma ha trovato già applicazione troviamo il sequestro, avvenuto a inizio dicembre, di ben 31 cani di razza Staffordshire Bull Terrier che vivevano in gabbie inferiori a un metro quadrato, senza accesso costante all’acqua e in evidente stato di stress: gli animali sono stati affidati definitivamente, su disposizione della procura di Verona, proprio a un’associazione animalista.
di Napoli Magazine
29/12/2025 - 18:54
Centinaia e centinaia di criminali identificati per maltrattamento, uccisione e altri reati ai danni degli animali; una sempre maggiore attenzione, da parte dei cittadini, che denunciano e tante nuove norme che forniscono a forze dell’ordine e magistratura gli strumenti per agire in modo rapido e decisivo.
Sono questi tre dei moltissimi risultati ottenuti dalla legge Brambilla, nei primi sei mesi dall’entrata in vigore, il 1° luglio scorso. “La legge Brambilla - afferma la deputata presidente di LEIDAA - la numero 82/2025, non rappresenta solo una grandissima vittoria, che l'Italia attendeva da più di vent'anni, ma una vera e propria rivoluzione. Si cambia infatti, completamente, la prospettiva: gli animali, tutti gli animali, diventano esseri senzienti, tutelati in via diretta da una legge che rende loro giustizia! Tutte le pene per chi commette reati nei loro confronti sono inasprite in maniera importante, a partire dall'uccisione di animale che prevede fino a 4 anni di reclusione e fino a 60mila euro di multa sempre abbinata. In caso di maltrattamento si prevede il carcere fino a due anni e 30mila euro di multa”.
Proprio questi due reati - uccisione di animali e maltrattamento - rappresentano da soli il 68,6 per cento di tutti i reati contro gli animali perseguiti dalle Procure italiane: rispettivamente il 39,6 e il 29 per cento del totale. “Dall’entrata in vigore della legge che porta il mio nome - afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla - abbiamo registrato centinaia e centinaia di casi, sia tramite il nostro ufficio legale che attraverso un monitoraggio nazionale. La percezione è quella di una sempre maggiore sensibilità dimostrata da comuni cittadini che ora trovano la forza di denunciare, certi che l’impunità sia finalmente finita. Tra le denunce molte riguardano la detenzione del cane alla catena, una pratica barbara e indegna di un paese civile, per cui la legge Brambilla prevede, in tutta Italia, una multa fino a 5mila euro”.
Tra i casi seguiti direttamente dalla Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente non possiamo non citare quello del pitbull Diego, trovato morto il 18 luglio scorso in un garage di Fabbrico (Reggio Emilia). La nostra associazione, che ha ricevuto in esclusiva alcune immagini da un vicino di casa che lo mostravano sofferente sul balcone di casa, ha fatto denuncia: al processo chiederà che, al proprietario, venga comminata la pena massima prevista nel caso di morte a seguito di maltrattamento, ovvero fino a 3 anni di reclusione con una multa fino a 45mila euro, sempre abbinata. Un altro caso significativo è quello della cagnolona Bella: un criminale senza cuore l’aveva trascinata per sei chilometri, lo scorso ottobre a San Sebastiano al Vesuvio, con una bici elettrica, attaccata a un collare a strozzo, fino a farle sanguinare le zampette. Salvata dal provvidenziale intervento dei carabinieri, è stata curata dall’Ats e ora è stata presa in carico dalla nostra LEIDAA che l’ha portata nel Nord Italia. Il criminale che l’ha maltrattata è in attesa di essere giudicato in base alla legge Brambilla, mentre lei è in cerca di casa: chi volesse dargliela può contattarci al numero 02-94351244. Un altro caso è quello, che risale allo scorso agosto: dieci cani, di cui otto cuccioli, confinati in una cisterna di 12 metri quadrati a Sciacca (Agrigento), tra escrementi, lamiere e rifiuti di varia natura. Ci siamo subito attivati con le autorità per arrivare a una denuncia del proprietario e per dare loro un lieto fine. Allo stesso modo ci siamo interessati, sempre a inizio agosto, al caso del ritrovamento di quattro cani da caccia maltrattati in un box di campagna a Sassoferrato (Ancona). Gli animali erano malnutriti, malati di dissenteria, infestati da pulci e ricoperti da ferite sanguinolente: uno di loro, un segugio femmina, purtroppo non ce l’ha fatta. Il proprietario è già stato denunciato per morte a seguito di maltrattamenti, secondo la legge Brambilla. Sempre in tema di tutela degli animali la LEIDAA si è costituita parte civile nella stragrande maggioranza dei procedimenti in corso attualmente, tra gli altri il caso dei macachi detenuti dall’Università di Ferrara. Nello specifico un professore, la rettrice e il responsabile del benessere animale dell’ateneo sono indagati per l’uccisione del macaco Orazio, che sarebbe stato sottoposto a eutanasia “senza necessità e/o con crudeltà”, senza rispettare il protocollo indicato nell’autorizzazione del Ministero della Salute che prescriveva l’iniziale sedazione profonda e provocando inutile sofferenza all’animale.
“Ciò a dimostrazione - prosegue la presidente di LEIDAA - che la legge Brambilla tutela tutti gli animali, di qualsiasi specie. Tra gli aspetti di particolare importanza introdotti dalla nuova norma - aggiunge - sono anche le aggravanti, che prevedono l’aumento di un terzo delle pene se i fatti sono commessi alla presenza di minori, nei confronti di più animali, o se sono diffusi attraverso strumenti informatici e telematici. Basterà partecipare come semplice spettatore a combattimenti e competizioni tra animali per incorrere in una pena detentiva fino a 2 anni e una multa di 30mila euro, mentre per gli organizzatori si passa a una previsione di quattro anni e 160mila euro di sanzione pecuniaria. Di particolare rilievo, inoltre, la norma procedurale che, da Nord a Sud, ha già consentito alle associazioni di ottenere l’affido definitivo, dietro cauzione, di centinaia di animali sequestrati in qualsiasi fase del provvedimento: non torneranno più nelle mani di chi ha fatto loro del male, come accadeva prima”. Tra i moltissimi casi in cui questa norma ha trovato già applicazione troviamo il sequestro, avvenuto a inizio dicembre, di ben 31 cani di razza Staffordshire Bull Terrier che vivevano in gabbie inferiori a un metro quadrato, senza accesso costante all’acqua e in evidente stato di stress: gli animali sono stati affidati definitivamente, su disposizione della procura di Verona, proprio a un’associazione animalista.