“Aumentare significativamente gli investimenti a lungo termine nei servizi di salute mentale e benessere psicosociale dal momento che, in base ai più recenti dati OCSE, in Italia la spesa pubblica per questo settore è tra le più basse d’Europa e garantire, consolidandone la diffusione, i servizi di prevenzione e sostegno psicologico nei contesti educativi e comunitari per tutti i bambini e i ragazzi che ne hanno bisogno, con un’attenzione particolare ai contesti vulnerabili”. È quanto chiedono i rappresentanti dell’Unicef durante l’audizione davanti alla commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla, nell’ambito dell’indagine sulla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani anche da un punto di vista neuropsichiatrico, con focus su depressione, autolesionismo, disordine alimentare fino anche alla forma più grave, il suicidio. “Anche i dati e le osservazioni di Unicef - afferma la presidente - suggeriscono l’esigenza di ascoltare sempre di più i giovani e i giovanissimi, di rafforzare tutti i servizi del sistema assistenziale rivolti a loro, per intercettare precocemente il disagio e prevenire la violenza, troppo spesso associata a persone di minore età, come vittime e come autori, Da qui dobbiamo partire per aprire la discussione recentemente proposta dal premier Giorgia Meloni”.
“Le informazioni che raccogliamo in ogni audizione - prosegue l’on. Brambilla - ci inducono a proseguire con sempre maggiore convinzione sulla strada intrapresa fin dall’inizio della legislatura, per rappresentare a governo e Parlamento tutta la gravità e l’urgenza dei problemi posti dal disagio giovanile. In questo sappiamo di poter contare sul pieno appoggio del presidente del Consiglio dei ministri, al quale la commissione ribadisce la piena disponibilità a collaborare con gli elementi già a nostra disposizione e con ulteriori iniziative. Tra le altre cose abbiamo già segnalato, nel parere al VI Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo di soggetti in età evolutiva, la saturazione del sistema dei servizi di prevenzione e cura delle patologie neuropsichiatriche infantili e dell’adolescenza e la forte disomogeneità territoriale nella risposta terapeutica, l’aumento degli accessi alle strutture e la maggiore complessità e gravità delle situazioni cliniche. Quindi iniziative come il bonus psicologo e la creazione del fondo per il servizio di sostegno psicologico in favore degli studenti vanno nella direzione giusta. Sarebbe opportuno anche riprendere il dibattito sull’introduzione dello psicologo di base”.
Il problema non è solo italiano. A nome di Unicef il portavoce Andrea Iacomini ha citato dati che devono far riflettere: Nell’Unione europea il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani dai 14 ai 25 anni, mentre 11,2 milioni di bambini e giovani di 19 anni e più (il 13 per cento) soffrono di disturbi mentali. In Italia l’incidenza dei suicidi fortunatamente più bassa, ma la sensazione è che il disagio sia in forte crescita e la risposta ancora insufficiente.
di Napoli Magazine
10/06/2025 - 16:49
“Aumentare significativamente gli investimenti a lungo termine nei servizi di salute mentale e benessere psicosociale dal momento che, in base ai più recenti dati OCSE, in Italia la spesa pubblica per questo settore è tra le più basse d’Europa e garantire, consolidandone la diffusione, i servizi di prevenzione e sostegno psicologico nei contesti educativi e comunitari per tutti i bambini e i ragazzi che ne hanno bisogno, con un’attenzione particolare ai contesti vulnerabili”. È quanto chiedono i rappresentanti dell’Unicef durante l’audizione davanti alla commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla, nell’ambito dell’indagine sulla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani anche da un punto di vista neuropsichiatrico, con focus su depressione, autolesionismo, disordine alimentare fino anche alla forma più grave, il suicidio. “Anche i dati e le osservazioni di Unicef - afferma la presidente - suggeriscono l’esigenza di ascoltare sempre di più i giovani e i giovanissimi, di rafforzare tutti i servizi del sistema assistenziale rivolti a loro, per intercettare precocemente il disagio e prevenire la violenza, troppo spesso associata a persone di minore età, come vittime e come autori, Da qui dobbiamo partire per aprire la discussione recentemente proposta dal premier Giorgia Meloni”.
“Le informazioni che raccogliamo in ogni audizione - prosegue l’on. Brambilla - ci inducono a proseguire con sempre maggiore convinzione sulla strada intrapresa fin dall’inizio della legislatura, per rappresentare a governo e Parlamento tutta la gravità e l’urgenza dei problemi posti dal disagio giovanile. In questo sappiamo di poter contare sul pieno appoggio del presidente del Consiglio dei ministri, al quale la commissione ribadisce la piena disponibilità a collaborare con gli elementi già a nostra disposizione e con ulteriori iniziative. Tra le altre cose abbiamo già segnalato, nel parere al VI Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo di soggetti in età evolutiva, la saturazione del sistema dei servizi di prevenzione e cura delle patologie neuropsichiatriche infantili e dell’adolescenza e la forte disomogeneità territoriale nella risposta terapeutica, l’aumento degli accessi alle strutture e la maggiore complessità e gravità delle situazioni cliniche. Quindi iniziative come il bonus psicologo e la creazione del fondo per il servizio di sostegno psicologico in favore degli studenti vanno nella direzione giusta. Sarebbe opportuno anche riprendere il dibattito sull’introduzione dello psicologo di base”.
Il problema non è solo italiano. A nome di Unicef il portavoce Andrea Iacomini ha citato dati che devono far riflettere: Nell’Unione europea il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani dai 14 ai 25 anni, mentre 11,2 milioni di bambini e giovani di 19 anni e più (il 13 per cento) soffrono di disturbi mentali. In Italia l’incidenza dei suicidi fortunatamente più bassa, ma la sensazione è che il disagio sia in forte crescita e la risposta ancora insufficiente.