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NEWS - Obesità, presentata l'indagine della Commissione Infanzia, On. Brambilla: "Prevenzione contro una vera e propria epidemia"
15.04.2025 17:26 di Napoli Magazine

L’obesità è un’epidemia e come tale dev’essere trattata, a cominciare dal ventre materno e dai primi mille giorni di vita del bambino. Al tema la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla (Nm), ha dedicato un’indagine che anticipa ulteriori approfondimenti sui disturbi alimentari. Il documento conclusivo è stato presentato oggi, in un evento a palazzo San Macuto. Tra le raccomandazioni, il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica non trasmissibile, l’introduzione di incentivi fiscali al mangiar sano, il rilancio di campagne informative destinate soprattutto ai neogenitori, la promozione dell’attività fisica, la “stretta” sui social.

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto tasso di prevalenza di obesità infantile, preceduta solo da Cipro, Spagna e Grecia. Da noi circa il 40% dei bambini e ragazzi sotto i 19 anni risulta in sovrappeso o obeso, il 36% delle ragazze e il 43% dei ragazzi. L’eccesso è maggiore nelle Regioni del Mezzogiorno. “I dati - commenta l’on. Brambilla - evidenziano l’urgenza di azioni concrete per contrastare il fenomeno. Il rapporto scorretto con l’alimentazione è strettamente collegato all’ansia e alla depressione e può nuocere fortemente nell’età evolutiva, da vari punti di vista. La prevenzione è la nostra prima arma”. Aggiunge la relatrice on. Gloria Saccani Jotti: “Il problema va affrontato innanzitutto dalle famiglie e nella scuola, con la diffusione delle conoscenze indispensabili per abituarsi ad un’alimentazione corretta e con la promozione di uno stile di vita sano”

Per l’on. Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, “Spendiamo troppo per le cure e troppo poco per la prevenzione. Se vogliamo garantire la sostenibilità del sistema sanitario, è necessario evitare di far conclamare i sintomi delle patologie, bisogna invecchiare in salute”. E quindi contrastare l’epidemia di obesità.

“La prevenzione - avverte Marco Silano, dell’Istituto superiore di sanità - comincia addirittura durante lo sviluppo fetale ed è decisiva durante l’infanzia e l’adolescenza. Promozione dell’allattamento al seno, alcune policies come la riduzione delle porzioni e l’etichettatura, l’impiego di app per regolare l’introito calorico sono tra le misure cui si può ricorrere con successo”.

Sull’importanza del microbiota, l’insieme dei microorganismi che convivono nel nostro corpo si è soffermata la professoressa Luigina Romani, dell'Università di Perugia: “La nutrizione infantile determina la salute da grandi attraverso il microbiota, il cui “benessere” dipende da noi. L’alimentazione è determinante, fin dall’inizio, e la convivenza con gli animali d’affezione dà un contributo positivo, perché arricchisce il microbiota”.

Il professor Luca Bernardo, direttore del Dipartimento di Medicina dell’Infanzia e dell’Età evolutiva e del Centro disagio adolescenziale del Fatebenefratelli di Milano, invita a cogliere i campanelli d’allarme nel comportamento dei più giovani: l’abbuffarsi, l’autoimporsi restrizioni alimentari, l’esercizio fisico eccessivo, l’isolamento, il calo di autostima preludono al disturbo alimentare: “Contrastare e scardinare lo stigma - ricorda - è già l’inizio della cura”.

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NEWS - Obesità, presentata l'indagine della Commissione Infanzia, On. Brambilla: "Prevenzione contro una vera e propria epidemia"

di Napoli Magazine

15/04/2025 - 17:26

L’obesità è un’epidemia e come tale dev’essere trattata, a cominciare dal ventre materno e dai primi mille giorni di vita del bambino. Al tema la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla (Nm), ha dedicato un’indagine che anticipa ulteriori approfondimenti sui disturbi alimentari. Il documento conclusivo è stato presentato oggi, in un evento a palazzo San Macuto. Tra le raccomandazioni, il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica non trasmissibile, l’introduzione di incentivi fiscali al mangiar sano, il rilancio di campagne informative destinate soprattutto ai neogenitori, la promozione dell’attività fisica, la “stretta” sui social.

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto tasso di prevalenza di obesità infantile, preceduta solo da Cipro, Spagna e Grecia. Da noi circa il 40% dei bambini e ragazzi sotto i 19 anni risulta in sovrappeso o obeso, il 36% delle ragazze e il 43% dei ragazzi. L’eccesso è maggiore nelle Regioni del Mezzogiorno. “I dati - commenta l’on. Brambilla - evidenziano l’urgenza di azioni concrete per contrastare il fenomeno. Il rapporto scorretto con l’alimentazione è strettamente collegato all’ansia e alla depressione e può nuocere fortemente nell’età evolutiva, da vari punti di vista. La prevenzione è la nostra prima arma”. Aggiunge la relatrice on. Gloria Saccani Jotti: “Il problema va affrontato innanzitutto dalle famiglie e nella scuola, con la diffusione delle conoscenze indispensabili per abituarsi ad un’alimentazione corretta e con la promozione di uno stile di vita sano”

Per l’on. Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, “Spendiamo troppo per le cure e troppo poco per la prevenzione. Se vogliamo garantire la sostenibilità del sistema sanitario, è necessario evitare di far conclamare i sintomi delle patologie, bisogna invecchiare in salute”. E quindi contrastare l’epidemia di obesità.

“La prevenzione - avverte Marco Silano, dell’Istituto superiore di sanità - comincia addirittura durante lo sviluppo fetale ed è decisiva durante l’infanzia e l’adolescenza. Promozione dell’allattamento al seno, alcune policies come la riduzione delle porzioni e l’etichettatura, l’impiego di app per regolare l’introito calorico sono tra le misure cui si può ricorrere con successo”.

Sull’importanza del microbiota, l’insieme dei microorganismi che convivono nel nostro corpo si è soffermata la professoressa Luigina Romani, dell'Università di Perugia: “La nutrizione infantile determina la salute da grandi attraverso il microbiota, il cui “benessere” dipende da noi. L’alimentazione è determinante, fin dall’inizio, e la convivenza con gli animali d’affezione dà un contributo positivo, perché arricchisce il microbiota”.

Il professor Luca Bernardo, direttore del Dipartimento di Medicina dell’Infanzia e dell’Età evolutiva e del Centro disagio adolescenziale del Fatebenefratelli di Milano, invita a cogliere i campanelli d’allarme nel comportamento dei più giovani: l’abbuffarsi, l’autoimporsi restrizioni alimentari, l’esercizio fisico eccessivo, l’isolamento, il calo di autostima preludono al disturbo alimentare: “Contrastare e scardinare lo stigma - ricorda - è già l’inizio della cura”.