Esteve Calzada, CEO dell'Al Hilal, è intervenuto ai microfoni di BBC Sport per parlare delle ambizioni della squadra araba in vista del Mondiale per club: "È stata una finestra di mercato molto strana, un periodo di tempo molto breve. Non si voleva prendere una decisione pensando solo a questo torneo. Una decisione che poi si sarebbe dovuta portare avanti per i prossimi due o tre anni. Per quanto io rispetti Ronaldo come grande giocatore, come tutti riconosciamo, è certamente controproducente portare il giocatore più importante del tuo più grande avversario a giocare con te. Soprattutto se si tratta solo di tre o quattro settimane. Abbiamo cercato di vedere se fosse possibile rinforzare la squadra. Ma alcuni giocatori erano già in modalità ‘vacanze’, altri chiedevano semplicemente troppo denaro, e siamo consapevoli che la nostra squadra è estremamente competitiva. Entreremo nella tradizionale finestra di mercato dopo il torneo con la massima ambizione di vedere se sarà possibile rinforzare ulteriormente la squadra. Puntiamo ai giocatori più importanti. Siamo molto ambiziosi, ma abbiamo bisogno di vedere la voglia del giocatore stesso e la transazione deve funzionare in entrambi i sensi. L'unica cosa che abbiamo cercato di ricordare ai giocatori e agli agenti è che sì, siamo sauditi, ma qui non stampiamo banconote! Il mio ruolo di amministratore delegato è quello di garantire che il club sia gestito in modo efficiente, in modo da poter disporre del budget più ampio possibile per ingaggiare grandi giocatori, ma non a qualsiasi costo. Ecco perché a volte ci ritiriamo dalle trattative, perché vogliamo giocatori che siano davvero desiderosi di venire e non solo interessati ai soldi. Inzaghi? Era già tutto definito, non era stato firmato prima della finale solo perché Inzaghi ci aveva chiesto di aspettare per rispetto”.
Nel corso dell’intervista, Calzada ha raccontato le dinamiche della trattativa, condotta da Tommaso, figlio di Inzaghi, come intermediario insieme a Federico Pastorello. I tempi dell’addio - tre giorni dopo la finale Inzaghi ha incontrato la dirigenza dell’Inter, il giorno dopo era già a Parigi per firmare con gli arabi - avevano del resto insospettito molti: "Potrebbe essere sembrato qualcosa di improvviso, ma in realtà è stato il risultato di un duro lavoro. Inzaghi stava per giocare una partita importantissima e ci ha chiesto di mettere tutto da parte fino a dopo la finale. Nell’ultimo campionato siamo arrivati secondi, le nostre aspettative sono che Inzaghi ci aiuti a tornare a vincere”.
Intanto, l’avventura saudita del tecnico piacentino partirà dagli Stati Uniti. Domani, alle 21 ore italiane, l’esordio nel nuovo Mondiale per club contro il Real Madrid di Xabi Alonso: "Non siamo qui solo per la visibilità o per scambiare le maglie con i madridisti - ha proseguito Calzada -. Abbiamo una squadra di talento e un allenatore di fama mondiale, ci avviciniamo a questo torneo con il massimo dell’ambizione”.
di Napoli Magazine
17/06/2025 - 16:41
Esteve Calzada, CEO dell'Al Hilal, è intervenuto ai microfoni di BBC Sport per parlare delle ambizioni della squadra araba in vista del Mondiale per club: "È stata una finestra di mercato molto strana, un periodo di tempo molto breve. Non si voleva prendere una decisione pensando solo a questo torneo. Una decisione che poi si sarebbe dovuta portare avanti per i prossimi due o tre anni. Per quanto io rispetti Ronaldo come grande giocatore, come tutti riconosciamo, è certamente controproducente portare il giocatore più importante del tuo più grande avversario a giocare con te. Soprattutto se si tratta solo di tre o quattro settimane. Abbiamo cercato di vedere se fosse possibile rinforzare la squadra. Ma alcuni giocatori erano già in modalità ‘vacanze’, altri chiedevano semplicemente troppo denaro, e siamo consapevoli che la nostra squadra è estremamente competitiva. Entreremo nella tradizionale finestra di mercato dopo il torneo con la massima ambizione di vedere se sarà possibile rinforzare ulteriormente la squadra. Puntiamo ai giocatori più importanti. Siamo molto ambiziosi, ma abbiamo bisogno di vedere la voglia del giocatore stesso e la transazione deve funzionare in entrambi i sensi. L'unica cosa che abbiamo cercato di ricordare ai giocatori e agli agenti è che sì, siamo sauditi, ma qui non stampiamo banconote! Il mio ruolo di amministratore delegato è quello di garantire che il club sia gestito in modo efficiente, in modo da poter disporre del budget più ampio possibile per ingaggiare grandi giocatori, ma non a qualsiasi costo. Ecco perché a volte ci ritiriamo dalle trattative, perché vogliamo giocatori che siano davvero desiderosi di venire e non solo interessati ai soldi. Inzaghi? Era già tutto definito, non era stato firmato prima della finale solo perché Inzaghi ci aveva chiesto di aspettare per rispetto”.
Nel corso dell’intervista, Calzada ha raccontato le dinamiche della trattativa, condotta da Tommaso, figlio di Inzaghi, come intermediario insieme a Federico Pastorello. I tempi dell’addio - tre giorni dopo la finale Inzaghi ha incontrato la dirigenza dell’Inter, il giorno dopo era già a Parigi per firmare con gli arabi - avevano del resto insospettito molti: "Potrebbe essere sembrato qualcosa di improvviso, ma in realtà è stato il risultato di un duro lavoro. Inzaghi stava per giocare una partita importantissima e ci ha chiesto di mettere tutto da parte fino a dopo la finale. Nell’ultimo campionato siamo arrivati secondi, le nostre aspettative sono che Inzaghi ci aiuti a tornare a vincere”.
Intanto, l’avventura saudita del tecnico piacentino partirà dagli Stati Uniti. Domani, alle 21 ore italiane, l’esordio nel nuovo Mondiale per club contro il Real Madrid di Xabi Alonso: "Non siamo qui solo per la visibilità o per scambiare le maglie con i madridisti - ha proseguito Calzada -. Abbiamo una squadra di talento e un allenatore di fama mondiale, ci avviciniamo a questo torneo con il massimo dell’ambizione”.