Una sconfitta per 3-1 contro una Spagna che è squadra di altro rango, ma contro la quale per un tempo le azzurre hanno giocato più o meno alla pari, poi un'attesa di una decina di minuti tutte insieme in campo a seguire la fine del match tra Portogallo e Belgio, che ha avuto un maxi recupero, prima di esplodere in un urlo collettivo di gioia. L'Italia del calcio donne torna nei quarti di finale di un Europeo dodici anni dopo la sfida persa contro la Germania a Vaexjoe, in Svezia, quando sulla panchina azzurra c'era Antonio Cabrini, un tempo ormai lontano idolo delle donne e quella volta, invece, solo ct di un bel gruppo di ragazze. La partita di Berna contro le spagnole è finita come previsto, con una sconfitta, perché anche contro il tiqui taca di marca femminile, giocato con ottima proprietà di palleggio, trovare rimedi non è facile. E poi nella Spagna c'è gente come Bonmatì e Alexia Putellas che dà del tu al pallone e delizia la platea con assist al bacio e colpi di tacco. E' quindi stato un merito dell'Italdonne aver contenuto i danni e aver dato del filo da torcere a cotante avversarie. Anzi, l'Italia era andata perfino in vantaggio con Oliviero, la ragazza con tre fratelli più grandi di lei in tribuna, che dopo il gol della sorella si sono messi tutti a piangere. Il vantaggio è durato meno di cinque minuti, perché Athenea ha preso palla e dopo averla scambiata con Alexia (di tacco l'assit di ritorno) ha segnato con un destro imprendibile. Ad inizio e fine di una ripresa giocata al piccolo trotto le altre due reti spagnole, con Patri ed Esther Gonzalez. Poi l'attesa, prima della gioia incontenibile e le lacrime del ct ct Soncin. "E' un'emozione indescrivibile - le sue parole -, scusate la commozione ma non so nemmeno che parole usare, ma questa è la passione che ci mettiamo tutti. Volevamo scrivere la storia e ora il nostro sogno continua, vogliamo rimanere a lungo qui in Svizzera. Oggi è stata una partita tosta e dura contro delle campionese come le spagnole. Ora c'è tantissima gioia, il merito è tutto delle ragazze, perché dopo il pari con il Portogallo non era facile rialzarsi. Ma loro hanno messo da parte i fantasmi del passato". "E' uno dei momenti più belli della mia vita", conclude Soncin, e riprende a piangere. Ma ora, dopo il necessario riposo, testa alla Norvegia, selezione molto temibile e pioniera del calcio femminile e della parità di genere, al punto che le ragazze nordiche hanno ottenuto la parità dei premi partita con i loro colleghi maschi quando si indossa la maglia della nazionale.
di Napoli Magazine
12/07/2025 - 00:00
Una sconfitta per 3-1 contro una Spagna che è squadra di altro rango, ma contro la quale per un tempo le azzurre hanno giocato più o meno alla pari, poi un'attesa di una decina di minuti tutte insieme in campo a seguire la fine del match tra Portogallo e Belgio, che ha avuto un maxi recupero, prima di esplodere in un urlo collettivo di gioia. L'Italia del calcio donne torna nei quarti di finale di un Europeo dodici anni dopo la sfida persa contro la Germania a Vaexjoe, in Svezia, quando sulla panchina azzurra c'era Antonio Cabrini, un tempo ormai lontano idolo delle donne e quella volta, invece, solo ct di un bel gruppo di ragazze. La partita di Berna contro le spagnole è finita come previsto, con una sconfitta, perché anche contro il tiqui taca di marca femminile, giocato con ottima proprietà di palleggio, trovare rimedi non è facile. E poi nella Spagna c'è gente come Bonmatì e Alexia Putellas che dà del tu al pallone e delizia la platea con assist al bacio e colpi di tacco. E' quindi stato un merito dell'Italdonne aver contenuto i danni e aver dato del filo da torcere a cotante avversarie. Anzi, l'Italia era andata perfino in vantaggio con Oliviero, la ragazza con tre fratelli più grandi di lei in tribuna, che dopo il gol della sorella si sono messi tutti a piangere. Il vantaggio è durato meno di cinque minuti, perché Athenea ha preso palla e dopo averla scambiata con Alexia (di tacco l'assit di ritorno) ha segnato con un destro imprendibile. Ad inizio e fine di una ripresa giocata al piccolo trotto le altre due reti spagnole, con Patri ed Esther Gonzalez. Poi l'attesa, prima della gioia incontenibile e le lacrime del ct ct Soncin. "E' un'emozione indescrivibile - le sue parole -, scusate la commozione ma non so nemmeno che parole usare, ma questa è la passione che ci mettiamo tutti. Volevamo scrivere la storia e ora il nostro sogno continua, vogliamo rimanere a lungo qui in Svizzera. Oggi è stata una partita tosta e dura contro delle campionese come le spagnole. Ora c'è tantissima gioia, il merito è tutto delle ragazze, perché dopo il pari con il Portogallo non era facile rialzarsi. Ma loro hanno messo da parte i fantasmi del passato". "E' uno dei momenti più belli della mia vita", conclude Soncin, e riprende a piangere. Ma ora, dopo il necessario riposo, testa alla Norvegia, selezione molto temibile e pioniera del calcio femminile e della parità di genere, al punto che le ragazze nordiche hanno ottenuto la parità dei premi partita con i loro colleghi maschi quando si indossa la maglia della nazionale.