Calcio
COMO - Fabregas: "Qui sono felice, non potrei chiedere di più al club”
18.11.2025 14:15 di Napoli Magazine
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Da predestinato a certezza. Un allenatore capace di portare il Como dalla Serie B fino ai primi posti della Serie A. Con una vocazione nata già dai tempi dell’Arsenal, quando osservava e prendeva già i primi appunti di campo. Parliamo di Cesc Fàbregas, che in una lunga intervista rilasciata al quotidiano “La Provincia” si è raccontato tra passato, presente e obiettivi futuri.

“Il Como sta crescendo e io con lui. Qui si fanno le cose molto bene: sono felice“, ha detto lo spagnolo. Affermando poi che il prossimo obiettivo del club sarà “Costruire una cantera forte, con tanti giocatori forti da portare in prima squadra. Questo vogliamo io e il presidente. Resto qui? Mai dire mai, ma non potrei chiedere di più a questo club“.

Intanto, l’ex Arsenal si gode il settimo posto in classifica a ridosso delle primissime posizioni, con la vetta che dista solo 6 punti (per intenderci). Del suo momento ma anche del suo passato ha parlato l’allenatore: di seguito le sue parole.

L’allenatore del Como ha così commentato l’entusiasmo che c’è a Como: “Io lo sento, è evidente intorno a noi. La mia giornata è casa, campo e di nuovo casa, quindi non vivo troppo la città. Ma il cambiamento lo percepiamo eccome, lo si percepisce anche da come lo stadio ora capisce il nostro gioco, applaudendo“. E sul suo stile di gioco ha detto: “Molte squadre in Italia attendono per poi ripartire, sembra essere tornato di moda il 5-3-2. Noi vogliamo aggredire, rompere le p***e, anche se è rischioso. Se dovessi riununciare a questa filosofia, smetterei di allenare. Io non penso a ruoli o solo tattica, voglio lasciare ai miei giocatori la libertà di pensare, altrimenti si limiterebbero solo al compitino. Spero che il mio Como diventi riconoscibile per il suo stile“.

Per continuare con una riflessione sui giovani: “In Spagna abbiamo l’ossessione della crescita dei giovani, qui invece molto meno. Aveva fatto scalpore la scelta di portare ragazzi dell’Under 16 alla Primavera, bisogna progredire. Anche per questo noi vogliamo puntare tanto sui giovani, con loro devo essere più presente ma è importante che tutti remino dalla stessa parte“.

“In Serie A mi piacciono molto Gasperini e Chivu. Ricordo ancora i metodi di Conte, che ho provato al Chelsea. Allegri? È uno semplice e coerente, ce se dice una cosa la fa“, ha detto Fàbregas sugli allenatori del campionato. Per poi parlare del suo rapporto con il presidente Suwarso: “Ha da subito parlato la mia lingua. In Serie B mi chiedeva quando saremmo saliti in A ma nel modo giusto, con voglia di fare gruppo. Dobbiamo apprezzare quello che abbiamo“.

Per concludere con un plauso al suo staff: “Mi aiutano tanto, anche con la lingua. Ricordo un Como-Atalanta, quando il ds Ludi mi avvisò che Gasperini non giocava mai a quattro“. E con Nico Paz e Morata: “Nico fa delle cose incredibili. È un calciatore capace di tirare fuori la giocata dal cilindro in ogni momento, per questo non va ingabbiato. Morata è triste e va sostenuto, gli manca solo il gol. Tornerà a segnare perché ha tanta qualità“.

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COMO - Fabregas: "Qui sono felice, non potrei chiedere di più al club”

di Napoli Magazine

18/11/2025 - 14:15

Da predestinato a certezza. Un allenatore capace di portare il Como dalla Serie B fino ai primi posti della Serie A. Con una vocazione nata già dai tempi dell’Arsenal, quando osservava e prendeva già i primi appunti di campo. Parliamo di Cesc Fàbregas, che in una lunga intervista rilasciata al quotidiano “La Provincia” si è raccontato tra passato, presente e obiettivi futuri.

“Il Como sta crescendo e io con lui. Qui si fanno le cose molto bene: sono felice“, ha detto lo spagnolo. Affermando poi che il prossimo obiettivo del club sarà “Costruire una cantera forte, con tanti giocatori forti da portare in prima squadra. Questo vogliamo io e il presidente. Resto qui? Mai dire mai, ma non potrei chiedere di più a questo club“.

Intanto, l’ex Arsenal si gode il settimo posto in classifica a ridosso delle primissime posizioni, con la vetta che dista solo 6 punti (per intenderci). Del suo momento ma anche del suo passato ha parlato l’allenatore: di seguito le sue parole.

L’allenatore del Como ha così commentato l’entusiasmo che c’è a Como: “Io lo sento, è evidente intorno a noi. La mia giornata è casa, campo e di nuovo casa, quindi non vivo troppo la città. Ma il cambiamento lo percepiamo eccome, lo si percepisce anche da come lo stadio ora capisce il nostro gioco, applaudendo“. E sul suo stile di gioco ha detto: “Molte squadre in Italia attendono per poi ripartire, sembra essere tornato di moda il 5-3-2. Noi vogliamo aggredire, rompere le p***e, anche se è rischioso. Se dovessi riununciare a questa filosofia, smetterei di allenare. Io non penso a ruoli o solo tattica, voglio lasciare ai miei giocatori la libertà di pensare, altrimenti si limiterebbero solo al compitino. Spero che il mio Como diventi riconoscibile per il suo stile“.

Per continuare con una riflessione sui giovani: “In Spagna abbiamo l’ossessione della crescita dei giovani, qui invece molto meno. Aveva fatto scalpore la scelta di portare ragazzi dell’Under 16 alla Primavera, bisogna progredire. Anche per questo noi vogliamo puntare tanto sui giovani, con loro devo essere più presente ma è importante che tutti remino dalla stessa parte“.

“In Serie A mi piacciono molto Gasperini e Chivu. Ricordo ancora i metodi di Conte, che ho provato al Chelsea. Allegri? È uno semplice e coerente, ce se dice una cosa la fa“, ha detto Fàbregas sugli allenatori del campionato. Per poi parlare del suo rapporto con il presidente Suwarso: “Ha da subito parlato la mia lingua. In Serie B mi chiedeva quando saremmo saliti in A ma nel modo giusto, con voglia di fare gruppo. Dobbiamo apprezzare quello che abbiamo“.

Per concludere con un plauso al suo staff: “Mi aiutano tanto, anche con la lingua. Ricordo un Como-Atalanta, quando il ds Ludi mi avvisò che Gasperini non giocava mai a quattro“. E con Nico Paz e Morata: “Nico fa delle cose incredibili. È un calciatore capace di tirare fuori la giocata dal cilindro in ogni momento, per questo non va ingabbiato. Morata è triste e va sostenuto, gli manca solo il gol. Tornerà a segnare perché ha tanta qualità“.