La prima tappa italiana di Marek Hamsik è stata Brescia. A quei tempi, il club era gestito da Gino Corioni. Nel club lombardo c'era anche il figlio del compianto Presidente Corioni, Fabio, che ha raccontato ai microfoni di CalcioNapoli24 l'arrivo di Marekiaro nella città denominata la leonessa d'Italia.
Cosa ha rappresentato Brescia nella carriera di Hamsik e viceversa
“Sicuramente per Marek è stata la prima avventura in un campionato importante. Approdò in una società che credeva e puntava molto sul settore giovanile. Tra i primi, insieme all’Udinese, eravamo la società che andava in giro a scovare giovani interessanti”
Si può inserire il colpo Hamsik, sotto l’aspetto della qualità, come quelli di Pirlo, Baggio e Guardiola per il Brescia?
“Sotto l’aspetto della qualità sì perché Marek ha dimostrato di essere un top player a livello europeo. Il tipo di colpo, ovviamente, è differente da Pirlo che ha tirato proprio i primi calci al Brescia mentre Baggio e Guardiola erano ormai a fine carriera. Quindi quello di mare è diverso, ma a livello di calciatore può essere paragonato a questi calciatori. Ammiro Hamsik molto come persona”
Quale fu la reazione di tuo padre all’acquisto di Hamsik?
“Marek era un ragazzino praticamente sconosciuto. Nel mio settore giovanile avevo dei collaboratori molto validi, cercavamo di formare calciatori per fare plusvalenze. All’epoca ci furono problemi anche con i diritti televisivi e noi del Brescia per un anno facemmo a meno di questo introiti. Scovare quindi l’Hamsik era vitale”.
Il tuo primo impatto con il giovane slovacco
“Nel calcio Brescia eravamo coinvolti io e mio padre. Ricordo molto bene la prima gara che Marekiaro fece con noi. Era una gara di primavera contro l’Atalanta; un derby. Ci fu un agente in tribuna che rimase folgorato. Marek, con grande personalità, si incaricò di battere un rigore decisivo al 90’ sullo 0-0 e segnò con quella freddezza che ha caratterizzato la sua carriera. Capimmo subito che non era un calciatore come gli altri”.
Ma è vero che lui era folgorato da Roberto Baggio?
“Come Brescia vivevamo al di sopra delle nostre possibilità economiche, ci siamo tolte parecchie soddisfazioni sportive. Abbiamo scritto gli anni più bella della storia del club all’epoca. Sicuramente l’avvento di Baggio ci permise di fare il salto di qualità, nessuno disdegnava di giocare con noi”.
Hai detto che quel Brescia doveva fare plusvalenze con i giovani per sopravvivere. Quando avete capito di avere una potenziale plusvalenza?
“Lo capimmo praticamente subito, da esordiente era sempre migliore in campo. Hamsik non aveva un’abilità tecnica eccezionale, era bravo tecnicamente però aveva un modo di giocare semplice ma molto efficace. Raramente ho visto calciatori attaccare l’area come Marek, non a caso è stato uno dei centrocampisti ad andare sempre in doppia cifra”.
Quanto ti inorgoglisce il fatto che Hamsik dica ancora oggi che Brescia è casa sua
“Da società piccola, ogni calciatore si sentiva in famiglia. Mettevamo tutti a proprio agio e Marek ha apprezzato molto questo”
Come avvenne il trasferimento al Napoli
“Era gennaio e noi, come sempre, avevamo delle tensioni finanziarie. In quel momento lì, Hamsik rappresentava il fiore all’occhiello in rosa. Il Napoli fece un affare perché lo acquisto a gennaio per giugno e poi in quei sei mesi, lo slovacco esplose del tutto”.
La reazione di Hamsik alla notizia del trasferimento
“Sarà stato molto contento, andava in una realtà unica al mondo come Napoli”
Cosa hai provato negli anni a vedere Hamsik capitano poi del Napoli
“Ogni volta che incontravo qualche napoletano in giro per il mondo gli ho sempre detto che il giocatore più forte glielo avevamo dato noi. Era un rimarcare il nostro grande lavoro con il settore giovanile del Brescia che non aveva grandi disponibilità economiche”
Un messaggio per Hamsik
“Spero di vederlo presto, ci siamo sentito qualche anno fa a Bratislava dove lui aveva una cantina di vino. Devo dirgli bravo perché, al di là di di quanto fatto in campo, sta dimostrando di essere una persona seria anche nei confronti del Napoli. Quando ha capito che la sua avventura in azzurro era finita sarebbe potuto andare in un altro club italiano ed invece decise di chiudere da signore. Questo fa capire che tipo di persona è. Lo vorrei abbracciare. Gli mando un grande in bocca al lupo per questa sua nuova carriera”
di Napoli Magazine
03/07/2025 - 17:42
La prima tappa italiana di Marek Hamsik è stata Brescia. A quei tempi, il club era gestito da Gino Corioni. Nel club lombardo c'era anche il figlio del compianto Presidente Corioni, Fabio, che ha raccontato ai microfoni di CalcioNapoli24 l'arrivo di Marekiaro nella città denominata la leonessa d'Italia.
Cosa ha rappresentato Brescia nella carriera di Hamsik e viceversa
“Sicuramente per Marek è stata la prima avventura in un campionato importante. Approdò in una società che credeva e puntava molto sul settore giovanile. Tra i primi, insieme all’Udinese, eravamo la società che andava in giro a scovare giovani interessanti”
Si può inserire il colpo Hamsik, sotto l’aspetto della qualità, come quelli di Pirlo, Baggio e Guardiola per il Brescia?
“Sotto l’aspetto della qualità sì perché Marek ha dimostrato di essere un top player a livello europeo. Il tipo di colpo, ovviamente, è differente da Pirlo che ha tirato proprio i primi calci al Brescia mentre Baggio e Guardiola erano ormai a fine carriera. Quindi quello di mare è diverso, ma a livello di calciatore può essere paragonato a questi calciatori. Ammiro Hamsik molto come persona”
Quale fu la reazione di tuo padre all’acquisto di Hamsik?
“Marek era un ragazzino praticamente sconosciuto. Nel mio settore giovanile avevo dei collaboratori molto validi, cercavamo di formare calciatori per fare plusvalenze. All’epoca ci furono problemi anche con i diritti televisivi e noi del Brescia per un anno facemmo a meno di questo introiti. Scovare quindi l’Hamsik era vitale”.
Il tuo primo impatto con il giovane slovacco
“Nel calcio Brescia eravamo coinvolti io e mio padre. Ricordo molto bene la prima gara che Marekiaro fece con noi. Era una gara di primavera contro l’Atalanta; un derby. Ci fu un agente in tribuna che rimase folgorato. Marek, con grande personalità, si incaricò di battere un rigore decisivo al 90’ sullo 0-0 e segnò con quella freddezza che ha caratterizzato la sua carriera. Capimmo subito che non era un calciatore come gli altri”.
Ma è vero che lui era folgorato da Roberto Baggio?
“Come Brescia vivevamo al di sopra delle nostre possibilità economiche, ci siamo tolte parecchie soddisfazioni sportive. Abbiamo scritto gli anni più bella della storia del club all’epoca. Sicuramente l’avvento di Baggio ci permise di fare il salto di qualità, nessuno disdegnava di giocare con noi”.
Hai detto che quel Brescia doveva fare plusvalenze con i giovani per sopravvivere. Quando avete capito di avere una potenziale plusvalenza?
“Lo capimmo praticamente subito, da esordiente era sempre migliore in campo. Hamsik non aveva un’abilità tecnica eccezionale, era bravo tecnicamente però aveva un modo di giocare semplice ma molto efficace. Raramente ho visto calciatori attaccare l’area come Marek, non a caso è stato uno dei centrocampisti ad andare sempre in doppia cifra”.
Quanto ti inorgoglisce il fatto che Hamsik dica ancora oggi che Brescia è casa sua
“Da società piccola, ogni calciatore si sentiva in famiglia. Mettevamo tutti a proprio agio e Marek ha apprezzato molto questo”
Come avvenne il trasferimento al Napoli
“Era gennaio e noi, come sempre, avevamo delle tensioni finanziarie. In quel momento lì, Hamsik rappresentava il fiore all’occhiello in rosa. Il Napoli fece un affare perché lo acquisto a gennaio per giugno e poi in quei sei mesi, lo slovacco esplose del tutto”.
La reazione di Hamsik alla notizia del trasferimento
“Sarà stato molto contento, andava in una realtà unica al mondo come Napoli”
Cosa hai provato negli anni a vedere Hamsik capitano poi del Napoli
“Ogni volta che incontravo qualche napoletano in giro per il mondo gli ho sempre detto che il giocatore più forte glielo avevamo dato noi. Era un rimarcare il nostro grande lavoro con il settore giovanile del Brescia che non aveva grandi disponibilità economiche”
Un messaggio per Hamsik
“Spero di vederlo presto, ci siamo sentito qualche anno fa a Bratislava dove lui aveva una cantina di vino. Devo dirgli bravo perché, al di là di di quanto fatto in campo, sta dimostrando di essere una persona seria anche nei confronti del Napoli. Quando ha capito che la sua avventura in azzurro era finita sarebbe potuto andare in un altro club italiano ed invece decise di chiudere da signore. Questo fa capire che tipo di persona è. Lo vorrei abbracciare. Gli mando un grande in bocca al lupo per questa sua nuova carriera”