Calcio
IL MATTINO - Rapina a Neres a settembre, le richieste di condanna del Pm per i tre imputati
08.04.2025 12:32 di Napoli Magazine

Il Mattino scrive a proposito della rapina subita lo scorso settembre da David Neres, attaccante del Napoli, poco dopo il suo arrivo nella città partenopea: "Lo avevano preso di mira, sin dal suo primo giorno napoletano. Lo avevano osservato mentre firmava il contratto, mostrando il polso con un orologio di pregio. Una svolta nella vita di una banda di presunti malviventi di rione Lauro. Siamo a Fuorigrotta, a pochi passi dallo stadio Maradona. In pochi minuti la scena della firma del contratto rimase impressa nella mente di soggetti che non potevano sapere di essere intercettati dalla Dda di Napoli, che indagava sul loro conto per fatti legati al malaffare di Fuorigrotta. Una circostanza che ha consentito, nell'ottica della Procura di Napoli, di chiudere il cerchio in modo spedito attorno ai presunti rapinatori di David Neres, asso brasiliano sbarcato nell'attacco di Conte, la scorsa estate, a chiusura della campagna acquisti del Napoli. Ricordate la storia? E' la notte del primo settembre scorso, dopo un match casalingo vinto dal Napoli contro il Parma, quando David Neres viene rapinato. Era da poco uscito dallo stadio, a bordo di un Suv, quando viene consumato l'assalto: il finestrino dell'auto viene sfondato, pistola all'altezza del volto, il brasiliano è costretto a cedere il Patek Philippe. Un esemplare da 100mila euro, che era stato notato dieci giorni prima, proprio durante le riprese della firma del contratto. Pochi mesi dopo, gli arresti dei presunti aggressori, ieri la svolta in aula. E' toccato al pm Salvatore Prisco chiedere le condanne a carico dei tre imputati. Dinanzi al gup Giordano, al netto dello sconto previsto per il rito abbreviato, il pm ha chiesto nove anni di reclusione" per uno di loro e "otto anni di reclusione" per gli altri due, si legge sul quotidiano. "Tre richieste di condanna, per aver seguito il Suv e per aver consumato il raid predatorio. Una vicenda ricostruita grazie al lavoro dei carabinieri del comando provinciale di Napoli, che stavano conducendo indagini su un gruppetto di soggetti legati alla zona di Rione Lauro. Intercettazioni in corso, si apprende l'entusiasmo nell'ammirare quell'orologio legato al polso sinistro di Neres. Il resto è storia di un assalto. Tanta paura, pessima accoglienza, brutto biglietto da visita per un calciatore giunto a Napoli per rafforzare l'organico azzurro. Subito dopo l'assalto, c'è chi si occupò di eliminare le tracce, buttando gli abiti usati nella spazzatura, per evitare di finire nella trama delle indagini. Inchiesta sui canali della ricettazione, alimentata anche dalle difficoltà con cui i malviventi hanno avuto difficoltà a piazzare l'orologio sul mercato. Superate le esitazioni iniziali, probabile che il Pateck Philippe sia stato venduto in nord Europa. Probabilmente in Germania, dove il filtro dell'antiriciclaggio fa leva su maglie abbastanza larghe. In alcuni casi, non servono certificati di garanzia o attestati di acquisto. Tutto avviene in modo estemporaneo, probabile che l'orologio sia stato venduto in alcuni canali usati da malviventi e complici napoletani. Ma non è tutto. Uno dei punti che resta ancora da esplorare riguarda possibili complicità della banda finita nell'inchiesta. C'era un gancio che ha avvisato i malviventi che, ad una certa ora, stava uscendo dal Maradona l'auto con Neres? Ora spetta agli imputati replicare e provare a dimostrare la propria non colpevolezza".

ULTIMISSIME CALCIO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
IL MATTINO - Rapina a Neres a settembre, le richieste di condanna del Pm per i tre imputati

di Napoli Magazine

08/04/2025 - 12:32

Il Mattino scrive a proposito della rapina subita lo scorso settembre da David Neres, attaccante del Napoli, poco dopo il suo arrivo nella città partenopea: "Lo avevano preso di mira, sin dal suo primo giorno napoletano. Lo avevano osservato mentre firmava il contratto, mostrando il polso con un orologio di pregio. Una svolta nella vita di una banda di presunti malviventi di rione Lauro. Siamo a Fuorigrotta, a pochi passi dallo stadio Maradona. In pochi minuti la scena della firma del contratto rimase impressa nella mente di soggetti che non potevano sapere di essere intercettati dalla Dda di Napoli, che indagava sul loro conto per fatti legati al malaffare di Fuorigrotta. Una circostanza che ha consentito, nell'ottica della Procura di Napoli, di chiudere il cerchio in modo spedito attorno ai presunti rapinatori di David Neres, asso brasiliano sbarcato nell'attacco di Conte, la scorsa estate, a chiusura della campagna acquisti del Napoli. Ricordate la storia? E' la notte del primo settembre scorso, dopo un match casalingo vinto dal Napoli contro il Parma, quando David Neres viene rapinato. Era da poco uscito dallo stadio, a bordo di un Suv, quando viene consumato l'assalto: il finestrino dell'auto viene sfondato, pistola all'altezza del volto, il brasiliano è costretto a cedere il Patek Philippe. Un esemplare da 100mila euro, che era stato notato dieci giorni prima, proprio durante le riprese della firma del contratto. Pochi mesi dopo, gli arresti dei presunti aggressori, ieri la svolta in aula. E' toccato al pm Salvatore Prisco chiedere le condanne a carico dei tre imputati. Dinanzi al gup Giordano, al netto dello sconto previsto per il rito abbreviato, il pm ha chiesto nove anni di reclusione" per uno di loro e "otto anni di reclusione" per gli altri due, si legge sul quotidiano. "Tre richieste di condanna, per aver seguito il Suv e per aver consumato il raid predatorio. Una vicenda ricostruita grazie al lavoro dei carabinieri del comando provinciale di Napoli, che stavano conducendo indagini su un gruppetto di soggetti legati alla zona di Rione Lauro. Intercettazioni in corso, si apprende l'entusiasmo nell'ammirare quell'orologio legato al polso sinistro di Neres. Il resto è storia di un assalto. Tanta paura, pessima accoglienza, brutto biglietto da visita per un calciatore giunto a Napoli per rafforzare l'organico azzurro. Subito dopo l'assalto, c'è chi si occupò di eliminare le tracce, buttando gli abiti usati nella spazzatura, per evitare di finire nella trama delle indagini. Inchiesta sui canali della ricettazione, alimentata anche dalle difficoltà con cui i malviventi hanno avuto difficoltà a piazzare l'orologio sul mercato. Superate le esitazioni iniziali, probabile che il Pateck Philippe sia stato venduto in nord Europa. Probabilmente in Germania, dove il filtro dell'antiriciclaggio fa leva su maglie abbastanza larghe. In alcuni casi, non servono certificati di garanzia o attestati di acquisto. Tutto avviene in modo estemporaneo, probabile che l'orologio sia stato venduto in alcuni canali usati da malviventi e complici napoletani. Ma non è tutto. Uno dei punti che resta ancora da esplorare riguarda possibili complicità della banda finita nell'inchiesta. C'era un gancio che ha avvisato i malviventi che, ad una certa ora, stava uscendo dal Maradona l'auto con Neres? Ora spetta agli imputati replicare e provare a dimostrare la propria non colpevolezza".