Calcio
IL PARERE - Avv. Grassani: "Decreto sull’estensione dei contratti grande vittoria di ADL, ora 211 federazioni guardano all'Italia"
23.06.2025 15:25 di Napoli Magazine

Su CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’avvocato Mattia Grassani: "In un'epoca storica come quella attuale dove si parla molto di riforme e di cambiamenti nel mondo del calcio nessuno si è accorto che nel decreto legge denso di contenuti licenziato venerdì pomeriggio dal Consiglio dei Ministri era presente una modifica che ha scardinato un sistema che ha resistito per 45 anni. Siamo in presenza ad un intervento legislativo di portata storica ancora non definibile ma che è in grado di cambiare l'assetto e la stabilità del rapporti tra i club e i giocatori e tra i club e gli agenti dei giocatori stabilendone anche la durata. Questo decreto legge ha segnato anche la vittoria del Presidente Aurelio De Laurentiis! Nel corso delle riunioni della settima commissione del Senato il Presidente del Napoli è sempre stato battagliero su questo tema. Il ragionamento del Presidente del Napoli era il seguente: se posso scritturare un artista, un attore o un regista del cinema per più film e per un periodo di tempo ben definito, perché non posso scritturare un atleta o un allenatore per un periodo superiore ai cinque anni? Vantaggio per le società di calcio? La portata di questo decreto impatterà sul trend che si è ormai consolidato negli anni delle rivendicazioni dei giocatori e degli allenatori sui diritti che hanno nei confronti delle società. Il trend degli ultimi anni era questo: nel caso in cui un giocatore o un allenatore raggiungesse determinate prestazioni sportive, l’agente si rivolgeva alla società rivendicando i diritti del suo assistito avvalendosi dell’articolo 17 presente nel regolamento della FIFA sullo status dei giocatori. Le 211 Federazioni mondiali stanno guardando con interesse l’iniziativa italiana poiché permetterebbe alle società di evitare l’ipotesi in cui dopo due anni un giocatore di 28 anni con un contratto quinquennale dica di sentirsi libero, nonostante gli manchino ancora tre anni di contratto, solo invocando l'applicazione dell’articolo 17. L’articolo 17 permetteva ai giocatori di evitare qualunque sanzione disciplinare o squalifica pagando semplicemente un indennizzo parametrato sull’età, sugli ulteriori anni di contratto posti in essere dal contratto ma rifiutati dal calciatore, sull’ingaggio e sulle prospettive future. Nel caso di giocatore under 28 il periodo tutelato dall’articolo 17 era di tre stagioni. Adesso, con l’innalzamento a otto del numero massimo di stagioni come vincolo per un atleta, la FIFA dovrà adeguare il suo regolamento status sul trasferimento dei giocatori a quello della Federazione Italiana con un ampliamento del periodo di stabilità. Grazie a questa riforma non sarà più possibile per i giocatori avvalersi dell’articolo 17 nel caso in cui decidano di interrompere il loro rapporto con la società dopo due o tre stagioni. Le prospettive sono che la FIFA, adeguandosi al regolamento italiano, possa ridurre al meno della metà la durata del periodo tutelato del giocatore, ovvero per quattro stagioni. Nel caso di giocatori under 28 ci potrebbe essere addirittura un'estensione a cinque stagioni che rappresenterebbe un tutela enormemente più vantaggiosa per la società e la possibilità di programmare investimenti nel medio e lungo termine. Dal punto di vista dei bilanci, le società hanno la possibilità di portare in ammortamento l'investimento effettuato sul giocatore per un periodo superiore ai cinque anni. Resistenza procuratori? L’ampliamento del periodo massimo di stagioni con cui una società può stipulare un contratto con i giocatori si basa sulla mutua e consensuale volontà delle parti. Dobbiamo renderci conto, però, che siamo di fronte ad una rivoluzione epocale e culturale che segnerà un cambiamento delle caratteristiche di un contratto tra un giocatore e la società. L’ipotesi di allineamento della FIFA si scontrerà con le problematiche di compatibilità e di allineamento tra le norme di un paese membro della FIFA e quelle del regolamento stesso della FIFA. Se la normativa nazionale dovesse essere seguita da altri paesi membri ci potrà essere a breve un allineamento della normativa nazionale a quella della normativa calcistica internazionale. La palla è ora nelle mani del Presidente della Repubblica che deve emanare il decreto-legge. La norma è stata estratta e licenziata e il giorno dopo in cui sarà pubblicata la norma sulla Gazzetta entrerà in vigore Covisoc? Un format di 100 società di calcio professionistiche è surreale, abnorme e senza precedenti in altre federazioni in giro per il mondo. Bisognerebbe ridurre l’area professionistica. La stagione 2024/25 è stato l’anno più orribile del calcio italiano. Il sistema calcistico a livello di sostenibilità non funziona e necessita urgentemente di una rivisitazione. Valuteremo l’agenzia governativa in seguito, ma ad oggi c’è bisogno di una riforma del format dell’area professionistica, delle regole di ingresso di società e imprenditori e del monitoraggio real time. Di sicuro, l'immagine esterna che si è delineata del sistema calcistico italiano è piena di asterischi e il prezzo che si paga è in termini di credibilità e di disorientamento di un tifoso. Alla fine, tutto questo lo paga il calcio. Il tempo va avanti, le norme evolvono e dalla sentenza Bosna abbiamo affrontato dei cambiamenti che rendono inarrestabile il mercato comune degli atleti. Il sistema dall’interno, partendo dalle formazioni giovanili e i settori primavera, deve trovare un riequilibramento".

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IL PARERE - Avv. Grassani: "Decreto sull’estensione dei contratti grande vittoria di ADL, ora 211 federazioni guardano all'Italia"

di Napoli Magazine

23/06/2025 - 15:25

Su CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’avvocato Mattia Grassani: "In un'epoca storica come quella attuale dove si parla molto di riforme e di cambiamenti nel mondo del calcio nessuno si è accorto che nel decreto legge denso di contenuti licenziato venerdì pomeriggio dal Consiglio dei Ministri era presente una modifica che ha scardinato un sistema che ha resistito per 45 anni. Siamo in presenza ad un intervento legislativo di portata storica ancora non definibile ma che è in grado di cambiare l'assetto e la stabilità del rapporti tra i club e i giocatori e tra i club e gli agenti dei giocatori stabilendone anche la durata. Questo decreto legge ha segnato anche la vittoria del Presidente Aurelio De Laurentiis! Nel corso delle riunioni della settima commissione del Senato il Presidente del Napoli è sempre stato battagliero su questo tema. Il ragionamento del Presidente del Napoli era il seguente: se posso scritturare un artista, un attore o un regista del cinema per più film e per un periodo di tempo ben definito, perché non posso scritturare un atleta o un allenatore per un periodo superiore ai cinque anni? Vantaggio per le società di calcio? La portata di questo decreto impatterà sul trend che si è ormai consolidato negli anni delle rivendicazioni dei giocatori e degli allenatori sui diritti che hanno nei confronti delle società. Il trend degli ultimi anni era questo: nel caso in cui un giocatore o un allenatore raggiungesse determinate prestazioni sportive, l’agente si rivolgeva alla società rivendicando i diritti del suo assistito avvalendosi dell’articolo 17 presente nel regolamento della FIFA sullo status dei giocatori. Le 211 Federazioni mondiali stanno guardando con interesse l’iniziativa italiana poiché permetterebbe alle società di evitare l’ipotesi in cui dopo due anni un giocatore di 28 anni con un contratto quinquennale dica di sentirsi libero, nonostante gli manchino ancora tre anni di contratto, solo invocando l'applicazione dell’articolo 17. L’articolo 17 permetteva ai giocatori di evitare qualunque sanzione disciplinare o squalifica pagando semplicemente un indennizzo parametrato sull’età, sugli ulteriori anni di contratto posti in essere dal contratto ma rifiutati dal calciatore, sull’ingaggio e sulle prospettive future. Nel caso di giocatore under 28 il periodo tutelato dall’articolo 17 era di tre stagioni. Adesso, con l’innalzamento a otto del numero massimo di stagioni come vincolo per un atleta, la FIFA dovrà adeguare il suo regolamento status sul trasferimento dei giocatori a quello della Federazione Italiana con un ampliamento del periodo di stabilità. Grazie a questa riforma non sarà più possibile per i giocatori avvalersi dell’articolo 17 nel caso in cui decidano di interrompere il loro rapporto con la società dopo due o tre stagioni. Le prospettive sono che la FIFA, adeguandosi al regolamento italiano, possa ridurre al meno della metà la durata del periodo tutelato del giocatore, ovvero per quattro stagioni. Nel caso di giocatori under 28 ci potrebbe essere addirittura un'estensione a cinque stagioni che rappresenterebbe un tutela enormemente più vantaggiosa per la società e la possibilità di programmare investimenti nel medio e lungo termine. Dal punto di vista dei bilanci, le società hanno la possibilità di portare in ammortamento l'investimento effettuato sul giocatore per un periodo superiore ai cinque anni. Resistenza procuratori? L’ampliamento del periodo massimo di stagioni con cui una società può stipulare un contratto con i giocatori si basa sulla mutua e consensuale volontà delle parti. Dobbiamo renderci conto, però, che siamo di fronte ad una rivoluzione epocale e culturale che segnerà un cambiamento delle caratteristiche di un contratto tra un giocatore e la società. L’ipotesi di allineamento della FIFA si scontrerà con le problematiche di compatibilità e di allineamento tra le norme di un paese membro della FIFA e quelle del regolamento stesso della FIFA. Se la normativa nazionale dovesse essere seguita da altri paesi membri ci potrà essere a breve un allineamento della normativa nazionale a quella della normativa calcistica internazionale. La palla è ora nelle mani del Presidente della Repubblica che deve emanare il decreto-legge. La norma è stata estratta e licenziata e il giorno dopo in cui sarà pubblicata la norma sulla Gazzetta entrerà in vigore Covisoc? Un format di 100 società di calcio professionistiche è surreale, abnorme e senza precedenti in altre federazioni in giro per il mondo. Bisognerebbe ridurre l’area professionistica. La stagione 2024/25 è stato l’anno più orribile del calcio italiano. Il sistema calcistico a livello di sostenibilità non funziona e necessita urgentemente di una rivisitazione. Valuteremo l’agenzia governativa in seguito, ma ad oggi c’è bisogno di una riforma del format dell’area professionistica, delle regole di ingresso di società e imprenditori e del monitoraggio real time. Di sicuro, l'immagine esterna che si è delineata del sistema calcistico italiano è piena di asterischi e il prezzo che si paga è in termini di credibilità e di disorientamento di un tifoso. Alla fine, tutto questo lo paga il calcio. Il tempo va avanti, le norme evolvono e dalla sentenza Bosna abbiamo affrontato dei cambiamenti che rendono inarrestabile il mercato comune degli atleti. Il sistema dall’interno, partendo dalle formazioni giovanili e i settori primavera, deve trovare un riequilibramento".