Calcio
IL PARERE - Belardi: "Conte ha riattivato la mentalità vincente, Meret? Spero resti a Napoli"
24.05.2025 11:26 di Napoli Magazine

A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Emanuele Belardi, ex portiere di Napoli, Udinese e Juventus. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Lo Scudetto è stato vinto dal Napoli oppure perso dall’Inter?

“Dal Napoli, assolutamente. È chiaro che l’Inter, sulla carta, aveva una rosa più attrezzata, ed era la squadra che doveva vincere. Ma il calcio ci insegna da sempre che ci possono essere delle sorprese. E il Napoli è stata una piacevole sorpresa: ha avuto continuità, coraggio, personalità, ha fatto gruppo, ha avuto un grande allenatore. La società, ormai da anni, è diventata una realtà importante, e questo Scudetto è il frutto di tutto ciò".

Cosa ha dato, secondo lei, Antonio Conte al Napoli? Tra le tante cose, qual è stata la più determinante per lo Scudetto?

“Conte lavora benissimo soprattutto sulla testa dei giocatori, sul gruppo. Ha dato consapevolezza, coraggio, determinazione: cose che forse erano venute meno nell’ultimo anno. Ha ridato fame a un gruppo che, dopo lo scudetto, sembrava un po’ appagato. Sì, direi che l’aspetto mentale è stato quello su cui ha inciso di più. Perché tanti giocatori, che l’anno scorso avevano fatto malissimo, in passato avevano invece fatto cose importantissime. Conte ha semplicemente riattivato quella mentalità vincente. E poi è un allenatore convincente, ha fatto bene ovunque sia andato. È riuscito anche a trattenere giocatori che sembravano destinati a partire, restituendo certezze che si erano perse, uno su tutti, il capitano Di Lorenzo, che aveva annunciato il suo addio al Napoli ed è stato poi convinto proprio da Conte a restare, come dichiarato anche dal suo procuratore".

Ieri sera, però, il presidente De Laurentiis ha lasciato intendere che potrebbe essere stata l’ultima partita di Conte alla guida del Napoli. Lei che idea si è fatto?

“Secondo me Conte non resterà. L’abbraccio finale, senza neanche guardarsi in faccia, è stato un segnale molto forte. Poi magari le cose si possono ricucire, ma parliamo di due personalità forti, due persone che possono pensare di fare a meno l’uno dell’altro. Quel momento, così freddo, dopo una vittoria così importante, non lascia presagire nulla di buono. De Laurentiis sembrava aspettarsi un segnale da Conte, magari un gesto di apertura. Ma Conte è così: se qualcosa non gli piace, non la nasconde. E quell’abbraccio, per me, è stato l’ultimo".

Citando Muccino, è stato ‘l’ultimo bacio’? E non a caso parliamo di un presidente che è anche uomo di cinema…

“Sì, ed aggiungo: Conte andrà alla Juve. E penso che il presidente De Laurentiis lo abbia capito, tanto che, da quanto si dice, ha già incontrato altri allenatori, forse anche qualcuno che ha un passato bianconero. Mi dispiace, perché si poteva costruire qualcosa di importante a Napoli. Ma per farlo serve la volontà di entrambe le parti. È un peccato, ogni volta che si raggiunge un obiettivo importante, dover ricominciare da capo. È successo anche con Spalletti. E poi, a distanza di tempo, ha scritto un libro che ha fatto capire i veri motivi dell’addio. Io spero che si possa rimettere tutto a posto, ma quell’abbraccio tra Conte e De Laurentiis… non lascia presagire nulla di buono".

Senza citare Antonio Conte, tra i calciatori, chi è stato secondo lei l’uomo simbolo dello scudetto del Napoli?

“Il Napoli ha saputo tirare fuori il massimo da chi doveva fare la differenza. Penso a Lukaku: non è più quello da venti e passa gol all’anno, ma è stato devastante, ha fatto 10-11 assist, 14 gol, in una squadra non sempre propositiva e perdendo il suo giocatore più importante, Kvaratskhelia, che ora sta per giocare la finale di Champions. Poi ci metto McTominay, devastante anche lui. E Politano, Di Lorenzo, lo stesso Rrahmani ha fatto un grande campionato, sopperendo alle assenze di Buongiorno. Tutti hanno dato il loro contributo. Ma se devo citarne due su tutti, ti dico: Lukaku e McTominay".

Meret, di fatto, sarà svincolato dal primo luglio. Dal 2 febbraio era già libero di firmare con altri, ma non lo ha ancora fatto. Secondo lei resterà al Napoli?

“No, secondo me no. Però va riconosciuta la grande serietà di Meret. È un ragazzo che negli ultimi anni ha fatto cose importantissime: ha vinto due scudetti, è sempre stato serio, professionale, mai una parola fuori posto. Altri, in scadenza, magari smettono di giocare; lui no, ha sempre dato tutto. Sottolineo anche la bontà d’animo: avrebbe potuto firmare gratis ma non l’ha fatto. È assurdo che un portiere come lui sia in scadenza. Sono sicuro che altre squadre lo abbiano contattato, ma si vede che ci tiene tanto al Napoli. Lo si capisce dagli occhi. Io spero che resti, perché sostituirlo non è per niente facile. È nel giro della Nazionale, è stato tanto criticato, ma poi, se vai a cercare un portiere più forte, concreto e pagabile… non è così semplice trovarlo. Il Napoli è stato fortunato ad avere un professionista del genere".

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IL PARERE - Belardi: "Conte ha riattivato la mentalità vincente, Meret? Spero resti a Napoli"

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24/05/2025 - 11:26

A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Emanuele Belardi, ex portiere di Napoli, Udinese e Juventus. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Lo Scudetto è stato vinto dal Napoli oppure perso dall’Inter?

“Dal Napoli, assolutamente. È chiaro che l’Inter, sulla carta, aveva una rosa più attrezzata, ed era la squadra che doveva vincere. Ma il calcio ci insegna da sempre che ci possono essere delle sorprese. E il Napoli è stata una piacevole sorpresa: ha avuto continuità, coraggio, personalità, ha fatto gruppo, ha avuto un grande allenatore. La società, ormai da anni, è diventata una realtà importante, e questo Scudetto è il frutto di tutto ciò".

Cosa ha dato, secondo lei, Antonio Conte al Napoli? Tra le tante cose, qual è stata la più determinante per lo Scudetto?

“Conte lavora benissimo soprattutto sulla testa dei giocatori, sul gruppo. Ha dato consapevolezza, coraggio, determinazione: cose che forse erano venute meno nell’ultimo anno. Ha ridato fame a un gruppo che, dopo lo scudetto, sembrava un po’ appagato. Sì, direi che l’aspetto mentale è stato quello su cui ha inciso di più. Perché tanti giocatori, che l’anno scorso avevano fatto malissimo, in passato avevano invece fatto cose importantissime. Conte ha semplicemente riattivato quella mentalità vincente. E poi è un allenatore convincente, ha fatto bene ovunque sia andato. È riuscito anche a trattenere giocatori che sembravano destinati a partire, restituendo certezze che si erano perse, uno su tutti, il capitano Di Lorenzo, che aveva annunciato il suo addio al Napoli ed è stato poi convinto proprio da Conte a restare, come dichiarato anche dal suo procuratore".

Ieri sera, però, il presidente De Laurentiis ha lasciato intendere che potrebbe essere stata l’ultima partita di Conte alla guida del Napoli. Lei che idea si è fatto?

“Secondo me Conte non resterà. L’abbraccio finale, senza neanche guardarsi in faccia, è stato un segnale molto forte. Poi magari le cose si possono ricucire, ma parliamo di due personalità forti, due persone che possono pensare di fare a meno l’uno dell’altro. Quel momento, così freddo, dopo una vittoria così importante, non lascia presagire nulla di buono. De Laurentiis sembrava aspettarsi un segnale da Conte, magari un gesto di apertura. Ma Conte è così: se qualcosa non gli piace, non la nasconde. E quell’abbraccio, per me, è stato l’ultimo".

Citando Muccino, è stato ‘l’ultimo bacio’? E non a caso parliamo di un presidente che è anche uomo di cinema…

“Sì, ed aggiungo: Conte andrà alla Juve. E penso che il presidente De Laurentiis lo abbia capito, tanto che, da quanto si dice, ha già incontrato altri allenatori, forse anche qualcuno che ha un passato bianconero. Mi dispiace, perché si poteva costruire qualcosa di importante a Napoli. Ma per farlo serve la volontà di entrambe le parti. È un peccato, ogni volta che si raggiunge un obiettivo importante, dover ricominciare da capo. È successo anche con Spalletti. E poi, a distanza di tempo, ha scritto un libro che ha fatto capire i veri motivi dell’addio. Io spero che si possa rimettere tutto a posto, ma quell’abbraccio tra Conte e De Laurentiis… non lascia presagire nulla di buono".

Senza citare Antonio Conte, tra i calciatori, chi è stato secondo lei l’uomo simbolo dello scudetto del Napoli?

“Il Napoli ha saputo tirare fuori il massimo da chi doveva fare la differenza. Penso a Lukaku: non è più quello da venti e passa gol all’anno, ma è stato devastante, ha fatto 10-11 assist, 14 gol, in una squadra non sempre propositiva e perdendo il suo giocatore più importante, Kvaratskhelia, che ora sta per giocare la finale di Champions. Poi ci metto McTominay, devastante anche lui. E Politano, Di Lorenzo, lo stesso Rrahmani ha fatto un grande campionato, sopperendo alle assenze di Buongiorno. Tutti hanno dato il loro contributo. Ma se devo citarne due su tutti, ti dico: Lukaku e McTominay".

Meret, di fatto, sarà svincolato dal primo luglio. Dal 2 febbraio era già libero di firmare con altri, ma non lo ha ancora fatto. Secondo lei resterà al Napoli?

“No, secondo me no. Però va riconosciuta la grande serietà di Meret. È un ragazzo che negli ultimi anni ha fatto cose importantissime: ha vinto due scudetti, è sempre stato serio, professionale, mai una parola fuori posto. Altri, in scadenza, magari smettono di giocare; lui no, ha sempre dato tutto. Sottolineo anche la bontà d’animo: avrebbe potuto firmare gratis ma non l’ha fatto. È assurdo che un portiere come lui sia in scadenza. Sono sicuro che altre squadre lo abbiano contattato, ma si vede che ci tiene tanto al Napoli. Lo si capisce dagli occhi. Io spero che resti, perché sostituirlo non è per niente facile. È nel giro della Nazionale, è stato tanto criticato, ma poi, se vai a cercare un portiere più forte, concreto e pagabile… non è così semplice trovarlo. Il Napoli è stato fortunato ad avere un professionista del genere".