Calcio
IL PENSIERO - Anellucci: "Napoli su Ndoye e Beukema? Il Bologna lavora bene, partono solo per cifre importanti"
11.06.2025 11:51 di Napoli Magazine
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente FIFA:
 
Claudio, nel pomeriggio è arrivata una notizia inaspettata: Yunus Musah del Milan sarebbe vicino al trasferimento al Napoli. Secondo lei, è un centrocampista che può spostare gli equilibri e fare al caso dei Campioni d’Italia? 
 
"Sicuramente è un giocatore che arriva a Napoli su richiesta di Conte, e non ho dubbi che Antonio abbia visto qualcosa in lui. Personalmente, non è un calciatore che mi fa impazzire: non è uno che vede la porta, è un centrocampista di gamba, di movimento, di corsa. Però non era titolare nel Milan, credo abbia fatto solo qualche presenza, quindi faccio fatica a capire come possa essere determinante nel Napoli. Forse il ragionamento di Conte è legato al fatto che il Napoli sarà impegnato su più fronti, e dunque avrà bisogno di qualcosa in più dal punto di vista numerico. Non credo sia un giocatore che sposta gli equilibri, ma sicuramente può offrire rotazioni, magari in Coppa Italia o in certe partite di campionato. Insomma, può essere utile, ma non è uno di quei calciatori che cambiano il volto del centrocampo. Un elemento complementare, direi, che può tornare utile in alcuni momenti. Se fosse stato un giocatore realmente importante, avrebbe trovato più spazio anche nel Milan, soprattutto in quello di quest’anno".
 
Si parla molto anche di Gianluigi Donnarumma lontano dal Paris Saint-Germain, e qualcuno lo accosta a club italiani come Inter e Napoli. Secondo lei, il calcio italiano è oggi pronto, economicamente e tecnicamente, ad accogliere Donnarumma? 
 
"Negli ultimi quindici anni il calcio italiano ha subito un declino evidente sia dal punto di vista economico che strutturale. In passato, un profilo come Donnarumma non sarebbe mai partito dall’Italia. Lo stesso discorso vale per altri giocatori che hanno lasciato l’Italia per cercare fortuna – non solo economica – altrove. Donnarumma è andato al PSG per vincere, per giocare in un club che negli ultimi dieci anni è diventato tra i più importanti al mondo, con un allenatore che in Italia è stato sottovalutato e persino deriso, ma che ha dimostrato il suo valore anche in Champions League. Detto questo, per rispondere alla domanda: no, il calcio italiano, oggi, non è nelle condizioni di permettersi Donnarumma. I compensi sono fuori portata. Forse due o tre club insieme potrebbero pagarne lo stipendio, ma realisticamente non è possibile".
 
Un altro portiere, però, potrebbe lasciare l’Italia: Mike Maignan, su cui c’è una corte serrata del Chelsea. È ancora lo stesso portiere visto al Milan nei primi anni? 
 
"I portieri sono sempre un discorso particolare. Per il loro ruolo, devono essere sempre al top, perché un loro errore può compromettere una partita. Se sbaglia un attaccante, ha altre occasioni per rimediare. Il portiere no. Maignan, nello specifico, due anni fa era semplicemente straordinario, specie nell’anno dello Scudetto. Poi, complice qualche infortunio e un calo generale della squadra, anche lui ha perso qualcosa. Non credo comunque che il Milan possa privarsene così facilmente, anche se oggi non è al massimo della forma".
 
Si parla anche di un interesse della Lazio per Giacomo Raspadori. Può davvero essere una prima punta alla Mertens, ruolo in cui fu lanciato da Maurizio Sarri? 
"Assolutamente sì. Per alcune caratteristiche e alcuni movimenti, può ricordare Dries Mertens. Non ha certamente la qualità tecnica di Mertens, che era un giocatore di una sensibilità tecnica enorme, ma ha un buon tiro con entrambi i piedi e vede discretamente la porta. Meno tecnico ma più forte fisicamente. Se cerchi un attaccante fisico, non è lui il profilo adatto. Però, in alcune situazioni, può interpretare quel ruolo ‘alla Mertens’. Lo stesso Sarri ha inventato quella posizione proprio per Dries, quando si fece male Milik, e potrebbe pensare a un utilizzo simile per Raspadori. Personalmente non è un giocatore che mi fa impazzire per le giocate, ma se Sarri lo vuole, evidentemente ha i suoi buoni motivi. Quando deleghi a un allenatore, devi fidarti delle sue scelte, nel bene e nel male".
 
In tanti sono interessati ai calciatori del Bologna. Ma è davvero così semplice strapparne qualcuno ai rossoblu?  
 
"A inizio mercato girano tante voci e tante proiezioni, poi alla fine il 90% non si realizza. Il Bologna è un club che ha lavorato benissimo negli ultimi anni, soprattutto grazie a un direttore sportivo come Giovanni Sartori, che per me è ancora oggi il migliore in assoluto. La presidenza, con Saputo, ha investito con intelligenza e continuità. Dopo tanto lavoro, hanno trovato la quadratura del cerchio con l’allenatore giusto. Hanno ottenuto risultati importanti, come la Coppa Italia, dopo tanti anni, e non credo che ora vogliano rompere il bel giocattolo che hanno costruito. Il Bologna è un club sano, non ha bisogno di vendere né di incassare per sopravvivere. Magari ci sarà qualche movimento, qualche scambio, ma non vedo una svendita generale dei migliori elementi".
 
Proprio su alcuni calciatori del Bologna, come il difensore Beukema e l’esterno Ndoye, c’è un forte interesse del Napoli. Secondo lei, uno dei due potrebbe davvero arrivare? E di chi avrebbe più bisogno il Napoli: di un centrale o di un’ala? 
 
"Sono entrambi giocatori importanti. Beukema, in particolare, ha mostrato margini di crescita enormi. Ndoye è un calciatore che mi è sempre piaciuto: ha avuto qualche problema fisico, ma nel finale di stagione ha trovato spazio e ha dimostrato il suo valore, soprattutto in partite importanti. Non credo che il Bologna voglia privarsene, ma ovviamente davanti a offerte molto importanti, il discorso cambia. Il Bologna è una società che lavora bene, e col genio Sartori stanno già progettando qualcosa. Se uno dei due partirà, sarà solo per una cifra davvero significativa. La bottega, insomma, è molto cara".
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IL PENSIERO - Anellucci: "Napoli su Ndoye e Beukema? Il Bologna lavora bene, partono solo per cifre importanti"

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11/06/2025 - 11:51

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente FIFA:
 
Claudio, nel pomeriggio è arrivata una notizia inaspettata: Yunus Musah del Milan sarebbe vicino al trasferimento al Napoli. Secondo lei, è un centrocampista che può spostare gli equilibri e fare al caso dei Campioni d’Italia? 
 
"Sicuramente è un giocatore che arriva a Napoli su richiesta di Conte, e non ho dubbi che Antonio abbia visto qualcosa in lui. Personalmente, non è un calciatore che mi fa impazzire: non è uno che vede la porta, è un centrocampista di gamba, di movimento, di corsa. Però non era titolare nel Milan, credo abbia fatto solo qualche presenza, quindi faccio fatica a capire come possa essere determinante nel Napoli. Forse il ragionamento di Conte è legato al fatto che il Napoli sarà impegnato su più fronti, e dunque avrà bisogno di qualcosa in più dal punto di vista numerico. Non credo sia un giocatore che sposta gli equilibri, ma sicuramente può offrire rotazioni, magari in Coppa Italia o in certe partite di campionato. Insomma, può essere utile, ma non è uno di quei calciatori che cambiano il volto del centrocampo. Un elemento complementare, direi, che può tornare utile in alcuni momenti. Se fosse stato un giocatore realmente importante, avrebbe trovato più spazio anche nel Milan, soprattutto in quello di quest’anno".
 
Si parla molto anche di Gianluigi Donnarumma lontano dal Paris Saint-Germain, e qualcuno lo accosta a club italiani come Inter e Napoli. Secondo lei, il calcio italiano è oggi pronto, economicamente e tecnicamente, ad accogliere Donnarumma? 
 
"Negli ultimi quindici anni il calcio italiano ha subito un declino evidente sia dal punto di vista economico che strutturale. In passato, un profilo come Donnarumma non sarebbe mai partito dall’Italia. Lo stesso discorso vale per altri giocatori che hanno lasciato l’Italia per cercare fortuna – non solo economica – altrove. Donnarumma è andato al PSG per vincere, per giocare in un club che negli ultimi dieci anni è diventato tra i più importanti al mondo, con un allenatore che in Italia è stato sottovalutato e persino deriso, ma che ha dimostrato il suo valore anche in Champions League. Detto questo, per rispondere alla domanda: no, il calcio italiano, oggi, non è nelle condizioni di permettersi Donnarumma. I compensi sono fuori portata. Forse due o tre club insieme potrebbero pagarne lo stipendio, ma realisticamente non è possibile".
 
Un altro portiere, però, potrebbe lasciare l’Italia: Mike Maignan, su cui c’è una corte serrata del Chelsea. È ancora lo stesso portiere visto al Milan nei primi anni? 
 
"I portieri sono sempre un discorso particolare. Per il loro ruolo, devono essere sempre al top, perché un loro errore può compromettere una partita. Se sbaglia un attaccante, ha altre occasioni per rimediare. Il portiere no. Maignan, nello specifico, due anni fa era semplicemente straordinario, specie nell’anno dello Scudetto. Poi, complice qualche infortunio e un calo generale della squadra, anche lui ha perso qualcosa. Non credo comunque che il Milan possa privarsene così facilmente, anche se oggi non è al massimo della forma".
 
Si parla anche di un interesse della Lazio per Giacomo Raspadori. Può davvero essere una prima punta alla Mertens, ruolo in cui fu lanciato da Maurizio Sarri? 
"Assolutamente sì. Per alcune caratteristiche e alcuni movimenti, può ricordare Dries Mertens. Non ha certamente la qualità tecnica di Mertens, che era un giocatore di una sensibilità tecnica enorme, ma ha un buon tiro con entrambi i piedi e vede discretamente la porta. Meno tecnico ma più forte fisicamente. Se cerchi un attaccante fisico, non è lui il profilo adatto. Però, in alcune situazioni, può interpretare quel ruolo ‘alla Mertens’. Lo stesso Sarri ha inventato quella posizione proprio per Dries, quando si fece male Milik, e potrebbe pensare a un utilizzo simile per Raspadori. Personalmente non è un giocatore che mi fa impazzire per le giocate, ma se Sarri lo vuole, evidentemente ha i suoi buoni motivi. Quando deleghi a un allenatore, devi fidarti delle sue scelte, nel bene e nel male".
 
In tanti sono interessati ai calciatori del Bologna. Ma è davvero così semplice strapparne qualcuno ai rossoblu?  
 
"A inizio mercato girano tante voci e tante proiezioni, poi alla fine il 90% non si realizza. Il Bologna è un club che ha lavorato benissimo negli ultimi anni, soprattutto grazie a un direttore sportivo come Giovanni Sartori, che per me è ancora oggi il migliore in assoluto. La presidenza, con Saputo, ha investito con intelligenza e continuità. Dopo tanto lavoro, hanno trovato la quadratura del cerchio con l’allenatore giusto. Hanno ottenuto risultati importanti, come la Coppa Italia, dopo tanti anni, e non credo che ora vogliano rompere il bel giocattolo che hanno costruito. Il Bologna è un club sano, non ha bisogno di vendere né di incassare per sopravvivere. Magari ci sarà qualche movimento, qualche scambio, ma non vedo una svendita generale dei migliori elementi".
 
Proprio su alcuni calciatori del Bologna, come il difensore Beukema e l’esterno Ndoye, c’è un forte interesse del Napoli. Secondo lei, uno dei due potrebbe davvero arrivare? E di chi avrebbe più bisogno il Napoli: di un centrale o di un’ala? 
 
"Sono entrambi giocatori importanti. Beukema, in particolare, ha mostrato margini di crescita enormi. Ndoye è un calciatore che mi è sempre piaciuto: ha avuto qualche problema fisico, ma nel finale di stagione ha trovato spazio e ha dimostrato il suo valore, soprattutto in partite importanti. Non credo che il Bologna voglia privarsene, ma ovviamente davanti a offerte molto importanti, il discorso cambia. Il Bologna è una società che lavora bene, e col genio Sartori stanno già progettando qualcosa. Se uno dei due partirà, sarà solo per una cifra davvero significativa. La bottega, insomma, è molto cara".