Calcio
IL PENSIERO - Piantanida: "Napoli, Conte ha praticamente reinventato Neres, Juan Jesus? Con lui in campo il Napoli è più sicuro"
23.12.2025 12:29 di Napoli Magazine
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A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Quali sono stati, secondo lei, i tre flop delle Final Four di Supercoppa?

“Partiamo dal peggiore. Forse non di tutta la competizione, ma ci andiamo molto vicino: Nkunku del Milan. Negli ultimi quattro mesi il suo rendimento è stato davvero deludente. Ora escono anche certe voci di mercato a cui io non credo molto, ma resta il fatto che quando sul mercato si mettono in evidenza solo i colpi riusciti e non quelli sbagliati qualcosa non torna. Nkunku è costato tanto e non ha reso, per me è un flop evidente. A questo punto, il giudizio negativo va anche a chi lo ha scelto. Il secondo flop lo do a Cristian Chivu. Non tanto per l’idea di gioco, ma per la gestione e soprattutto per la comunicazione. Arrivare a Riad e non trasmettere in modo chiaro l’ossessione per la vittoria, come invece fa Antonio Conte, secondo me è un limite. Conte parla sempre di finali da vincere, di trofei che vanno portati a casa. Questo messaggio deve entrare nella testa dei giocatori, anche di quelli più esperti. Qui vedo i limiti di un allenatore giovane, non sulle idee tattiche, che anzi sono interessanti, ma sulla mentalità trasmessa. I calciatori si nutrono di questo. Se passa il messaggio, anche involontario, che l’importante è partecipare o che ‘va bene così’, alla lunga lo paghi. Serve più scaltrezza davanti alle telecamere, soprattutto quando alleni una squadra come l’Inter”.

L'ultimo flop?

“È difficile trovarlo, ma lo individuo nel Bologna, limitatamente a due singoli, Torbjørn Heggem e Jhon Lucumí. Fino all’ammonizione Heggem aveva fatto una buona partita, poi lui e Lucumí sono stati messi in grande difficoltà nella finale. Per il resto il Bologna ha disputato una Supercoppa da 5,5 complessivo, ma quei due, in una partita che era il ‘Natale’ della stagione, non hanno retto l’urto”.

Passiamo ai top: i tre migliori di queste Final Four di Supercoppa?

“Il primo top è il Napoli e qui è impossibile non essere scontati. Tutto il Napoli. Però su alcuni nomi bisogna andare per forza, quindi dico che Rasmus Hojlund è stato determinante, ma io voglio soffermarmi soprattutto su David Neres. In questa settimana ha fatto un lavoro incredibile. Antonio Conte lo ha praticamente reinventato, da esterno puro a giocatore che entra dentro al campo, quasi un numero 10 moderno. Non se ne vedono più tanti così. Riceve tra le linee, fa girare il gioco, tira fuori i difensori e apre spazi per i centrocampisti. Certo, il gol che ha fatto partendo dall’esterno è nelle sue corde, ma oggi è centrale anche tatticamente. Questa è una grande intuizione di Conte”.

Il terzo top?

“Juan Jesus e qui lo dico senza esitazioni. Nessuno, me compreso, si sarebbe mai aspettato un rendimento del genere. L’alternanza con Alessandro Buongiorno ha dimostrato due cose, la grande lettura di Conte e l’intelligenza dei giocatori. Buongiorno è rimasto in panchina con serenità, Juan Jesus ha risposto alla grande. Probabilmente ha capito che in questo sistema non deve comandare la difesa, ma interpretare un ruolo preciso. Onore a lui, a Luciano Spalletti che lo aveva voluto per lo spogliatoio e a Conte che lo sta valorizzando. Oggi, da osservatore, ti dico che con Juan Jesus in campo il Napoli sembra anche più sicuro”.

Ricapitolando, Hojlund, Neres e Juan Jesus top della Supercoppa, flop per Nkunku, Chivu e la coppia Heggem-Lucumi. 

Le faccio una domanda secca su Neres, fino alla gara con l’Atalanta, considerando anche la scorsa stagione, aveva giocato pochissimo. Senza infortuni lo avremmo mai visto così centrale nel progetto Napoli?

“Col senno di poi viene da dire di no. Qui vanno dati grandi meriti ad Antonio Conte, ma anche al ragazzo. Le qualità sono sue. Ha vissuto 14-15 mesi complicati, con poco minutaggio, e questo non rende mai felice un calciatore. Invece si è calato subito in una nuova stagione e in una nuova dimensione. Oggi si parla tanto di calcio fluido, ma poi spesso si è ancora molto dogmatici. Conte, che sembrava il più rigido, in realtà si sta rivelando il meno dogmatico, perché è una persona intelligente. Questo non vuol dire che il Napoli vincerà tutto, serve calma, analisi e equilibrio. Però questi sono i frutti di un lavoro intelligente fatto da un allenatore pensante, che ha anche una grandissima cultura del lavoro, e questo va riconosciuto senza alcun dubbio”.

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IL PENSIERO - Piantanida: "Napoli, Conte ha praticamente reinventato Neres, Juan Jesus? Con lui in campo il Napoli è più sicuro"

di Napoli Magazine

23/12/2025 - 12:29

A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Quali sono stati, secondo lei, i tre flop delle Final Four di Supercoppa?

“Partiamo dal peggiore. Forse non di tutta la competizione, ma ci andiamo molto vicino: Nkunku del Milan. Negli ultimi quattro mesi il suo rendimento è stato davvero deludente. Ora escono anche certe voci di mercato a cui io non credo molto, ma resta il fatto che quando sul mercato si mettono in evidenza solo i colpi riusciti e non quelli sbagliati qualcosa non torna. Nkunku è costato tanto e non ha reso, per me è un flop evidente. A questo punto, il giudizio negativo va anche a chi lo ha scelto. Il secondo flop lo do a Cristian Chivu. Non tanto per l’idea di gioco, ma per la gestione e soprattutto per la comunicazione. Arrivare a Riad e non trasmettere in modo chiaro l’ossessione per la vittoria, come invece fa Antonio Conte, secondo me è un limite. Conte parla sempre di finali da vincere, di trofei che vanno portati a casa. Questo messaggio deve entrare nella testa dei giocatori, anche di quelli più esperti. Qui vedo i limiti di un allenatore giovane, non sulle idee tattiche, che anzi sono interessanti, ma sulla mentalità trasmessa. I calciatori si nutrono di questo. Se passa il messaggio, anche involontario, che l’importante è partecipare o che ‘va bene così’, alla lunga lo paghi. Serve più scaltrezza davanti alle telecamere, soprattutto quando alleni una squadra come l’Inter”.

L'ultimo flop?

“È difficile trovarlo, ma lo individuo nel Bologna, limitatamente a due singoli, Torbjørn Heggem e Jhon Lucumí. Fino all’ammonizione Heggem aveva fatto una buona partita, poi lui e Lucumí sono stati messi in grande difficoltà nella finale. Per il resto il Bologna ha disputato una Supercoppa da 5,5 complessivo, ma quei due, in una partita che era il ‘Natale’ della stagione, non hanno retto l’urto”.

Passiamo ai top: i tre migliori di queste Final Four di Supercoppa?

“Il primo top è il Napoli e qui è impossibile non essere scontati. Tutto il Napoli. Però su alcuni nomi bisogna andare per forza, quindi dico che Rasmus Hojlund è stato determinante, ma io voglio soffermarmi soprattutto su David Neres. In questa settimana ha fatto un lavoro incredibile. Antonio Conte lo ha praticamente reinventato, da esterno puro a giocatore che entra dentro al campo, quasi un numero 10 moderno. Non se ne vedono più tanti così. Riceve tra le linee, fa girare il gioco, tira fuori i difensori e apre spazi per i centrocampisti. Certo, il gol che ha fatto partendo dall’esterno è nelle sue corde, ma oggi è centrale anche tatticamente. Questa è una grande intuizione di Conte”.

Il terzo top?

“Juan Jesus e qui lo dico senza esitazioni. Nessuno, me compreso, si sarebbe mai aspettato un rendimento del genere. L’alternanza con Alessandro Buongiorno ha dimostrato due cose, la grande lettura di Conte e l’intelligenza dei giocatori. Buongiorno è rimasto in panchina con serenità, Juan Jesus ha risposto alla grande. Probabilmente ha capito che in questo sistema non deve comandare la difesa, ma interpretare un ruolo preciso. Onore a lui, a Luciano Spalletti che lo aveva voluto per lo spogliatoio e a Conte che lo sta valorizzando. Oggi, da osservatore, ti dico che con Juan Jesus in campo il Napoli sembra anche più sicuro”.

Ricapitolando, Hojlund, Neres e Juan Jesus top della Supercoppa, flop per Nkunku, Chivu e la coppia Heggem-Lucumi. 

Le faccio una domanda secca su Neres, fino alla gara con l’Atalanta, considerando anche la scorsa stagione, aveva giocato pochissimo. Senza infortuni lo avremmo mai visto così centrale nel progetto Napoli?

“Col senno di poi viene da dire di no. Qui vanno dati grandi meriti ad Antonio Conte, ma anche al ragazzo. Le qualità sono sue. Ha vissuto 14-15 mesi complicati, con poco minutaggio, e questo non rende mai felice un calciatore. Invece si è calato subito in una nuova stagione e in una nuova dimensione. Oggi si parla tanto di calcio fluido, ma poi spesso si è ancora molto dogmatici. Conte, che sembrava il più rigido, in realtà si sta rivelando il meno dogmatico, perché è una persona intelligente. Questo non vuol dire che il Napoli vincerà tutto, serve calma, analisi e equilibrio. Però questi sono i frutti di un lavoro intelligente fatto da un allenatore pensante, che ha anche una grandissima cultura del lavoro, e questo va riconosciuto senza alcun dubbio”.