A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Chi sono stati i veri top dell’undicesima giornata?
“Guardando la classifica marcatori ieri sera, ho notato una cosa curiosa: tra i primi ci sono un po’ di attaccanti italiani, tra cui Berardi e Orsolini. E parliamo di due giocatori che, per vari motivi, sono stati spesso fuori. Questo mi ha fatto riflettere nel valutare i top di giornata: quest’anno, più che gli attaccanti, stanno brillando i portieri. Io questa settimana devo mettere tra i top proprio i portieri: Caprile, per esempio, ma anche altri come Paleari ed il giovane Pessina. È evidente che il livello dei numeri uno sia molto alto, specialmente tra gli italiani. In un campionato in cui si segna tanto, i portieri stanno diventando i veri protagonisti. Caprile, in particolare, sta vivendo una parabola che ricorda quella di Vicario. È un ragazzo straordinario, che a 23 anni si sta imponendo con prestazioni di livello altissimo. Ha avuto un percorso difficile, ma oggi sta dimostrando di poter essere titolare in una squadra da Champions League. Mi auguro che resti a Cagliari, perché è l’ambiente ideale per la sua crescita, ma se continua così rischia davvero di diventare uno dei migliori portieri italiani".
Caprile, che lei ha indicato come top, è stato ceduto dal Napoli al Cagliari per otto milioni di euro, mentre i partenopei hanno speso ventidue milioni per Milinkovic-Savic. Il Napoli ci ha perso?
“Il Napoli ha “bruciato” quattordici milioni, ma non credo che si possa ridurre tutto a una questione economica. Milinkovic-Savic ha caratteristiche molto particolari: struttura fisica imponente, buon gioco con i piedi, e Conte lo ha scelto anche per questo. Probabilmente quei quattordici milioni in più riflettono proprio un’esigenza tecnica. Caprile, con Conte, non sarebbe mai stato titolare: bisogna seguire le idee dell’allenatore. Altrimenti finiamo per rimpiangere chiunque vada via".
Chi sono invece i flop dell’undicesima giornata?
“Il primo nome, per me, è Nkunku. E lo dico da quando il Milan lo ha acquistato: è stato un acquisto ‘flop’ nel momento stesso in cui è stato fatto. Non per colpa del ragazzo, che non ha fatto nulla di male, ma perché non aveva senso. È stato un colpo più d’immagine che di sostanza, fatto per accontentare i tifosi dopo il Mondiale per Club vinto con il Chelsea. Ma Nkunku non è più quello del Lipsia: il suo valore di quaranta milioni è ingiustificato, e in più è un doppione di Leão e Pulisic. Lo metto tra i flop non solo della giornata, ma di tutto il mercato estivo, insieme ad altri due che vedremo più avanti. Al momento, è un investimento completamente fuori logica".
E il secondo flop?
“Metto Juric, perché i risultati parlano da soli. È vero, non è un calciatore, ma tra i flop ci vanno anche gli allenatori. A Bergamo la situazione è disastrosa. La prima Atalanta di Gasperini, dopo undici giornate, aveva sei punti in più rispetto a quella di Juric oggi. E parliamo di un tecnico esperto, non di un debuttante. Probabilmente ci ha messo del suo nel farsi esonerare, dunque è un flop tecnico evidente".
Parliamo ora di Bologna-Napoli: mi dia tre top e tre flop.
“Parto dai top. Il primo è Cambiaghi, senza dubbio. Al di là dell’assist, è un giocatore che dà sempre qualcosa in più: un movimento, un’intuizione, un’accelerazione. Ha un’intelligenza calcistica impressionante e spero che presto diventi un punto fisso anche in Nazionale, dopo qualche brutto infortunio di troppo. Gli altri due top, incredibilmente, li trovo nel Napoli: Højlund e Gutierrez. Non perché abbiano brillato, ma perché sono stati tra i pochi a mostrare carattere. Højlund, in particolare, è stato individuato come migliore in campo da Conte, e non a caso. Se l’attaccante è il migliore, mentre chi dovrebbe servirlo è il peggiore, significa che qualcosa non funziona nel gioco collettivo. Gutierrez, invece, è uno dei pochi che non sembra risentire del clima negativo: gioca con professionalità e si isola dalle polemiche nonostante la giovane eta. Tra i flop parto da Anguissa. È il termometro dell’energia della squadra, e quando lui si spegne, si spegne tutto il Napoli. Ha un impatto fisico e mentale enorme, ma non riesce a gestire i momenti di difficoltà. Dovrebbe imparare a mascherare meglio i cali, perché in questo momento si trascina dietro il resto del gruppo. Il secondo flop è McTominay. Anche lui vive di onde emotive: quando le cose vanno bene, è travolgente; quando vanno male, si smarrisce. Un grande giocatore si vede soprattutto nei momenti in cui l’onda non arriva, quando deve costruirsela da solo. E lui, al momento, non ci riesce. Ho paura che non sia il top visto nella passata stagione, ma il buon giocatore osservato a Manchester. Il terzo è Di Lorenzo, che è un capitano esemplare, ma proprio per questo da lui ci si aspetta sempre una reazione diversa. È normale commettere errori, ma in certi momenti devi essere tu a trascinare la squadra. Invece, mi sembra che anche lui stia soffrendo questa situazione generale di smarrimento. Un capitano deve sopportare oneri ed onori".
di Napoli Magazine
10/11/2025 - 12:08
A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Chi sono stati i veri top dell’undicesima giornata?
“Guardando la classifica marcatori ieri sera, ho notato una cosa curiosa: tra i primi ci sono un po’ di attaccanti italiani, tra cui Berardi e Orsolini. E parliamo di due giocatori che, per vari motivi, sono stati spesso fuori. Questo mi ha fatto riflettere nel valutare i top di giornata: quest’anno, più che gli attaccanti, stanno brillando i portieri. Io questa settimana devo mettere tra i top proprio i portieri: Caprile, per esempio, ma anche altri come Paleari ed il giovane Pessina. È evidente che il livello dei numeri uno sia molto alto, specialmente tra gli italiani. In un campionato in cui si segna tanto, i portieri stanno diventando i veri protagonisti. Caprile, in particolare, sta vivendo una parabola che ricorda quella di Vicario. È un ragazzo straordinario, che a 23 anni si sta imponendo con prestazioni di livello altissimo. Ha avuto un percorso difficile, ma oggi sta dimostrando di poter essere titolare in una squadra da Champions League. Mi auguro che resti a Cagliari, perché è l’ambiente ideale per la sua crescita, ma se continua così rischia davvero di diventare uno dei migliori portieri italiani".
Caprile, che lei ha indicato come top, è stato ceduto dal Napoli al Cagliari per otto milioni di euro, mentre i partenopei hanno speso ventidue milioni per Milinkovic-Savic. Il Napoli ci ha perso?
“Il Napoli ha “bruciato” quattordici milioni, ma non credo che si possa ridurre tutto a una questione economica. Milinkovic-Savic ha caratteristiche molto particolari: struttura fisica imponente, buon gioco con i piedi, e Conte lo ha scelto anche per questo. Probabilmente quei quattordici milioni in più riflettono proprio un’esigenza tecnica. Caprile, con Conte, non sarebbe mai stato titolare: bisogna seguire le idee dell’allenatore. Altrimenti finiamo per rimpiangere chiunque vada via".
Chi sono invece i flop dell’undicesima giornata?
“Il primo nome, per me, è Nkunku. E lo dico da quando il Milan lo ha acquistato: è stato un acquisto ‘flop’ nel momento stesso in cui è stato fatto. Non per colpa del ragazzo, che non ha fatto nulla di male, ma perché non aveva senso. È stato un colpo più d’immagine che di sostanza, fatto per accontentare i tifosi dopo il Mondiale per Club vinto con il Chelsea. Ma Nkunku non è più quello del Lipsia: il suo valore di quaranta milioni è ingiustificato, e in più è un doppione di Leão e Pulisic. Lo metto tra i flop non solo della giornata, ma di tutto il mercato estivo, insieme ad altri due che vedremo più avanti. Al momento, è un investimento completamente fuori logica".
E il secondo flop?
“Metto Juric, perché i risultati parlano da soli. È vero, non è un calciatore, ma tra i flop ci vanno anche gli allenatori. A Bergamo la situazione è disastrosa. La prima Atalanta di Gasperini, dopo undici giornate, aveva sei punti in più rispetto a quella di Juric oggi. E parliamo di un tecnico esperto, non di un debuttante. Probabilmente ci ha messo del suo nel farsi esonerare, dunque è un flop tecnico evidente".
Parliamo ora di Bologna-Napoli: mi dia tre top e tre flop.
“Parto dai top. Il primo è Cambiaghi, senza dubbio. Al di là dell’assist, è un giocatore che dà sempre qualcosa in più: un movimento, un’intuizione, un’accelerazione. Ha un’intelligenza calcistica impressionante e spero che presto diventi un punto fisso anche in Nazionale, dopo qualche brutto infortunio di troppo. Gli altri due top, incredibilmente, li trovo nel Napoli: Højlund e Gutierrez. Non perché abbiano brillato, ma perché sono stati tra i pochi a mostrare carattere. Højlund, in particolare, è stato individuato come migliore in campo da Conte, e non a caso. Se l’attaccante è il migliore, mentre chi dovrebbe servirlo è il peggiore, significa che qualcosa non funziona nel gioco collettivo. Gutierrez, invece, è uno dei pochi che non sembra risentire del clima negativo: gioca con professionalità e si isola dalle polemiche nonostante la giovane eta. Tra i flop parto da Anguissa. È il termometro dell’energia della squadra, e quando lui si spegne, si spegne tutto il Napoli. Ha un impatto fisico e mentale enorme, ma non riesce a gestire i momenti di difficoltà. Dovrebbe imparare a mascherare meglio i cali, perché in questo momento si trascina dietro il resto del gruppo. Il secondo flop è McTominay. Anche lui vive di onde emotive: quando le cose vanno bene, è travolgente; quando vanno male, si smarrisce. Un grande giocatore si vede soprattutto nei momenti in cui l’onda non arriva, quando deve costruirsela da solo. E lui, al momento, non ci riesce. Ho paura che non sia il top visto nella passata stagione, ma il buon giocatore osservato a Manchester. Il terzo è Di Lorenzo, che è un capitano esemplare, ma proprio per questo da lui ci si aspetta sempre una reazione diversa. È normale commettere errori, ma in certi momenti devi essere tu a trascinare la squadra. Invece, mi sembra che anche lui stia soffrendo questa situazione generale di smarrimento. Un capitano deve sopportare oneri ed onori".