L'Inter rimaneggiata, in versione turnover, con le seconde linee, le riserve o con chi ha avuto fin qui meno spazio, non sbaglia il colpo. E per Simone Inzaghi è un'ottima notizia. I tre punti contro il Torino hanno oltretutto un doppio risvolto, alla luce dello stop del Napoli: all'indomani dell'epica semifinale di Champions contro il Barcellona il match dell'Olimpico non solo ha permesso di far rifiatare i big più affaticati ma ha soprattutto rilanciato prepotentemente la corsa scudetto, data anzitempo per chiusa.
Martinez non ha fatto rimpiangere Sommer, una garanzia tra i pali per una difesa nerazzurra che ha visto in campo solo due superstiti del match infinito contro i blaugrana, con Bisseck e Bastoni che hanno fatto gli straordinari per affiancare De Vrij, sempre puntuale e preciso con la fascia al braccio. Carlos Augusto e Darmian hanno corso a più non posso come fossero Dimarco e Dumfries, mentre al centro Asllani si è trasformato in Calhanoglu (anche per la freddezza dal dischetto), Zalewski ha fatto il Barella e Zielinski è tornato a essere... Zielinski. Correa e Taremi non sono di certo Lautaro e Thuram in ottica realizzativa, ma hanno fatto il loro, quanto serviva. Ne sa qualcosa Milinkovic-Savic che ha atterrato l'iraniano in avvio di ripresa per il rigore che ha regalato la rete dello 0-2 che ha sancito la vittoria dei nerazzurri.
Con una squadra così, capace di regalare alla panchina numero 150 di Inzaghi in nerazzurro la vittoria numero 100, il tecnico ha avuto la conferma che il mese di maggio può riservargli grandi soddisfazioni. E se fino a ieri sera, diciamolo pure, la testa era più che altro proiettata sulla Champions e sulla finale con il Psg, il regalo inaspettato del Genoa apre prospettive che erano date quasi per tramontate. La lotta scudetto si è riaperta, il Napoli ora ha un solo punto di vantaggio (quanto pesa oggi il rigore non dato da Fabbri in Inter-Roma per il fallo di N'Dicka su Bisseck!), e i piani cambiano. La partita con la Lazio vedrà così il rientro di di Thuram, probabilmente di Pavard, e anche per Lautaro e Mkhitaryan l'orizzonte potrebbe restringersi, non più necessariamente il Como all'ultima.
Lo scudetto si gioca in gran parte la prossima giornata quando in contemporanea alla sfida coi biancocelesti a San Siro (la squadra di Baroni è in lotta per un posto Champions) il Napoli volerà a Parma che ha ancora bisogno di punti per la salvezza. Un Parma che in casa, tanto per dire, non solo ha fermato l'Inter sul pari ma ha battuto Milan e Juve: per Conte e i suoi ragazzi una trasferta insidiosissima, con il peso mentale di uno stop inatteso che potrebbe lasciare strascichi anche nelle gambe.
Da lì, poi, solo gli ultimi 90 minuti con l'Inter a Como e il Napoli in casa con il Cagliari che potrebbe essere già salvo, ma al momento è impossibile saperlo. Il calendario, dunque, si è improvvisamente livellato come coefficiente di difficoltà: certo, il Napoli è ancora artefice del proprio destino, ma l'Inter ha visto riaprirsi un inatteso spiraglio. E il piano di avvicinamento alla finale di Champions cambia, non certo a malincuore.
di Napoli Magazine
12/05/2025 - 13:30
L'Inter rimaneggiata, in versione turnover, con le seconde linee, le riserve o con chi ha avuto fin qui meno spazio, non sbaglia il colpo. E per Simone Inzaghi è un'ottima notizia. I tre punti contro il Torino hanno oltretutto un doppio risvolto, alla luce dello stop del Napoli: all'indomani dell'epica semifinale di Champions contro il Barcellona il match dell'Olimpico non solo ha permesso di far rifiatare i big più affaticati ma ha soprattutto rilanciato prepotentemente la corsa scudetto, data anzitempo per chiusa.
Martinez non ha fatto rimpiangere Sommer, una garanzia tra i pali per una difesa nerazzurra che ha visto in campo solo due superstiti del match infinito contro i blaugrana, con Bisseck e Bastoni che hanno fatto gli straordinari per affiancare De Vrij, sempre puntuale e preciso con la fascia al braccio. Carlos Augusto e Darmian hanno corso a più non posso come fossero Dimarco e Dumfries, mentre al centro Asllani si è trasformato in Calhanoglu (anche per la freddezza dal dischetto), Zalewski ha fatto il Barella e Zielinski è tornato a essere... Zielinski. Correa e Taremi non sono di certo Lautaro e Thuram in ottica realizzativa, ma hanno fatto il loro, quanto serviva. Ne sa qualcosa Milinkovic-Savic che ha atterrato l'iraniano in avvio di ripresa per il rigore che ha regalato la rete dello 0-2 che ha sancito la vittoria dei nerazzurri.
Con una squadra così, capace di regalare alla panchina numero 150 di Inzaghi in nerazzurro la vittoria numero 100, il tecnico ha avuto la conferma che il mese di maggio può riservargli grandi soddisfazioni. E se fino a ieri sera, diciamolo pure, la testa era più che altro proiettata sulla Champions e sulla finale con il Psg, il regalo inaspettato del Genoa apre prospettive che erano date quasi per tramontate. La lotta scudetto si è riaperta, il Napoli ora ha un solo punto di vantaggio (quanto pesa oggi il rigore non dato da Fabbri in Inter-Roma per il fallo di N'Dicka su Bisseck!), e i piani cambiano. La partita con la Lazio vedrà così il rientro di di Thuram, probabilmente di Pavard, e anche per Lautaro e Mkhitaryan l'orizzonte potrebbe restringersi, non più necessariamente il Como all'ultima.
Lo scudetto si gioca in gran parte la prossima giornata quando in contemporanea alla sfida coi biancocelesti a San Siro (la squadra di Baroni è in lotta per un posto Champions) il Napoli volerà a Parma che ha ancora bisogno di punti per la salvezza. Un Parma che in casa, tanto per dire, non solo ha fermato l'Inter sul pari ma ha battuto Milan e Juve: per Conte e i suoi ragazzi una trasferta insidiosissima, con il peso mentale di uno stop inatteso che potrebbe lasciare strascichi anche nelle gambe.
Da lì, poi, solo gli ultimi 90 minuti con l'Inter a Como e il Napoli in casa con il Cagliari che potrebbe essere già salvo, ma al momento è impossibile saperlo. Il calendario, dunque, si è improvvisamente livellato come coefficiente di difficoltà: certo, il Napoli è ancora artefice del proprio destino, ma l'Inter ha visto riaprirsi un inatteso spiraglio. E il piano di avvicinamento alla finale di Champions cambia, non certo a malincuore.