Luka Jovic e Sergio Conceiçao, l'uno l'ancora di salvezza dell'altro con un destino comune: un'incognita chiamata Milan. Il centravanti serbo si è risvegliato nell'ultimo mese, rispolverato dal tecnico portoghese in uno dei momenti più difficili del Diavolo negli ultimi anni e proprio come l'ex Porto, nel momento delicato il serbo ha risposto presente. Quattro gol nelle ultime sei presenze dopo mesi e mesi passati più in tribuna che in panchina, per non parlare del campo. Se Conceiçao potrà chiudere la stagione potendo citare le due finali raggiunte sul campo buona parte del merito è anche suo.
Inutile nascondere infatti che il destino anche immediato del tecnico fosse strettamente legato al raggiungimento o meno della finale di Coppa Italia. Ancora una volta contro l'Inter, davanti a quell'ostacolo che sulla carta sembrava insormontabile, il Milan ha saputo trovare la via d'uscita per estrarre dal cilindro la classica prestazione da dividere tra l'euforia per il risultato e il rammarico, latente, di una stagione buttata via. L'umore dei tifosi è facilmente condivisibile con la domanda "perché non sempre così?" che difficilmente troverà risposta. L'impressione, però, è che il ritornello recitato prima da Fonseca e poi da Conceiçao riguardante la mentalità e l'approccio abbiano trovato la sublimazione nei cinque derby stagionali, vissuti da imbattuti (con tre vittorie) dopo le sei stracittadine perse nella passata annata. La parola fine al sogno Triplete dell'Inter poi è stata un'altra spilla, di valore nullo, da appuntare.
Conceiçao finirà la stagione alla guida del Milan, questa è una certezza. Il portoghese proverà ad arricchire la propria bacheca - più volte spolverata a parole nei momenti di critica più duri - e cercherà di tenere alta la condizione fisica e mentale dei suoi ragazzi, poi tanti saluti. Un discorso diverso, paradossalmente, per Luka Jovic. Il centravanti è entrato nella lista dei bomber nel derby con una doppietta alla Gianni Comandini, usando l'effetto sorpresa come paragone, ma ha dimostrato di avere delle caratteristiche che né Morata, né Abraham né Gimenez hanno saputo mettere in campo durante la stagione. Nella prestazione contro l'Inter infatti oltre ai gol, da centravanti vero sia sul colpo di testa che sul tocco ravvicinato a sfruttare l'errore avversario, Jovic ha messo in mostra qualità tecniche importanti e una tranquillità di gioco e pensiero che i compagni di squadra, con altre caratteristiche, non hanno saputo sfruttare. E qui il dilemma è un altro: questo è il vero Jovic quando risparmiato dai problemi fisici? Oppure, anche in questo caso, è questione di atteggiamento e approccio?
La risposta corretta sicuramente non c'è, ma sarà proprio il serbo a giocarsi le proprie carte da protagonista da qui a fine maggio, con uno sguardo al futuro. Lui che una finale di Coppa Italia l'ha già giocata.
di Napoli Magazine
24/04/2025 - 13:26
Luka Jovic e Sergio Conceiçao, l'uno l'ancora di salvezza dell'altro con un destino comune: un'incognita chiamata Milan. Il centravanti serbo si è risvegliato nell'ultimo mese, rispolverato dal tecnico portoghese in uno dei momenti più difficili del Diavolo negli ultimi anni e proprio come l'ex Porto, nel momento delicato il serbo ha risposto presente. Quattro gol nelle ultime sei presenze dopo mesi e mesi passati più in tribuna che in panchina, per non parlare del campo. Se Conceiçao potrà chiudere la stagione potendo citare le due finali raggiunte sul campo buona parte del merito è anche suo.
Inutile nascondere infatti che il destino anche immediato del tecnico fosse strettamente legato al raggiungimento o meno della finale di Coppa Italia. Ancora una volta contro l'Inter, davanti a quell'ostacolo che sulla carta sembrava insormontabile, il Milan ha saputo trovare la via d'uscita per estrarre dal cilindro la classica prestazione da dividere tra l'euforia per il risultato e il rammarico, latente, di una stagione buttata via. L'umore dei tifosi è facilmente condivisibile con la domanda "perché non sempre così?" che difficilmente troverà risposta. L'impressione, però, è che il ritornello recitato prima da Fonseca e poi da Conceiçao riguardante la mentalità e l'approccio abbiano trovato la sublimazione nei cinque derby stagionali, vissuti da imbattuti (con tre vittorie) dopo le sei stracittadine perse nella passata annata. La parola fine al sogno Triplete dell'Inter poi è stata un'altra spilla, di valore nullo, da appuntare.
Conceiçao finirà la stagione alla guida del Milan, questa è una certezza. Il portoghese proverà ad arricchire la propria bacheca - più volte spolverata a parole nei momenti di critica più duri - e cercherà di tenere alta la condizione fisica e mentale dei suoi ragazzi, poi tanti saluti. Un discorso diverso, paradossalmente, per Luka Jovic. Il centravanti è entrato nella lista dei bomber nel derby con una doppietta alla Gianni Comandini, usando l'effetto sorpresa come paragone, ma ha dimostrato di avere delle caratteristiche che né Morata, né Abraham né Gimenez hanno saputo mettere in campo durante la stagione. Nella prestazione contro l'Inter infatti oltre ai gol, da centravanti vero sia sul colpo di testa che sul tocco ravvicinato a sfruttare l'errore avversario, Jovic ha messo in mostra qualità tecniche importanti e una tranquillità di gioco e pensiero che i compagni di squadra, con altre caratteristiche, non hanno saputo sfruttare. E qui il dilemma è un altro: questo è il vero Jovic quando risparmiato dai problemi fisici? Oppure, anche in questo caso, è questione di atteggiamento e approccio?
La risposta corretta sicuramente non c'è, ma sarà proprio il serbo a giocarsi le proprie carte da protagonista da qui a fine maggio, con uno sguardo al futuro. Lui che una finale di Coppa Italia l'ha già giocata.