A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Arturo Minervini, conduttore di 16Napoli su 8 Channel e speaker di 1 Football Night. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Come sta un tifoso azzurro oggi, Arturo?
“In attesa. È stato un weekend di calcio abbastanza bruttino: ci hanno tolto anche la domenica alle 15:00. Ieri, ad esempio, spettacoli indecenti in quello slot, che ormai è stato quasi sacrificato. Ed è un peccato, perché rappresentava una tradizione, un’abitudine per tutti gli italiani. La partita della domenica alle 15:00 è diventata quasi marginale, purtroppo. Addirittura, il Napoli gioca di nuovo di lunedì sera: è una situazione che non entusiasma, ma dobbiamo accettarla. Siamo comunque carichi per vedere che tipo di prestazione offrirà il Napoli, chiamato assolutamente a dare una risposta. Non solo all’Inter, ma soprattutto a sé stesso. Aver vinto solo due delle ultime nove è un dato che racconta bene il momento che sta attraversando la squadra.”
È sicuramente un momento molto complesso per gli uomini di Antonio Conte. Un Antonio Conte che, però, ieri in conferenza stampa è parso abbastanza rilassato e sereno. A cosa attribuisce questo suo modo di porsi nei confronti della stampa?
“Conte, comunque vada, ne esce vincitore. Ne esce vincitore perché è arrivato dopo un decimo posto, ne esce vincitore perché gli hanno venduto il giocatore più forte che aveva a gennaio, quando era primo. Nel racconto, lui – giustamente secondo me – anche dovesse arrivare secondo, potrà sempre avere quell’alibi, che per me è un alibi vero. Perché Kvaratskhelia non è stato sostituito. Avere Kvara è un conto, non averlo è un altro. Lo dice anche la media punti del Napoli quando ha giocato con lui. Quindi Conte sa che, se dovesse vincere lo Scudetto, sarà portato in trionfo, ma anche un secondo posto, per lui, sarà comunque una stagione super, anche nel racconto che lui stesso fa. Lo ribadisce: gli obiettivi erano sicuramente diversi. Non lo Scudetto, ma il ritorno in Champions, ed era già qualcosa di importante. E il Napoli ci sta arrivando, anche con una certa tranquillità, come ci dice la classifica.”
Scelte quasi obbligate per mister Conte: quale sarà il probabile undici di partenza?
“Conte ha capito che il 4-3-3 è il modulo più congeniale per la sua squadra. Non mi aspetto nulla di trascendentale, semplicemente dei cambi ruolo su ruolo. Meret; Mazzocchi, Rrahmani, Juan Jesus, Olivera; Gilmour, Lobotka, McTominay; Politano, Lukaku, Neres.”
Nel calcio italiano si torna a parlare del caso scommesse: che idea si è fatto in merito?
“È un tema molto, molto delicato. La ludopatia è qualcosa di estremamente serio. In Italia, purtroppo, le cose non vengono quasi mai affrontate con la giusta serietà, nemmeno sul piano delle sanzioni. Abbiamo visto calciatori rientrare dopo poco tempo: tutto viene preso un po’ sottogamba. Ma la questione, secondo me, è molto più ampia. Non si guarisce dalla ludopatia da un giorno all’altro: è un percorso lungo, difficile, che va anche rispettato. Ma va rispettata anche l’integrità del calcio e dei calciatori. Mi è piaciuto molto l’intervento di Antonio Floro Flores sui social, nei giorni scorsi, in cui chiedeva pene più severe. Sull’inasprimento delle pene sono pienamente d’accordo. Il problema è talmente profondo che una sanzione di 4-5 mesi non può certo risolverlo.”
Sarebbe d’accordo a radiare i calciatori coinvolti nelle scommesse, sia calcistiche che non?
“Sono d’accordo. Detto questo, ogni caso va analizzato singolarmente, perché le situazioni possono essere molto diverse tra loro. Però se un calciatore, in maniera volontaria, fa un autogol o comunque compie un gesto che incide direttamente sul risultato della partita – e lo fa per controllare o influenzare il risultato, magari per alimentare un giro di scommesse – allora sì, in quei casi la radiazione andrebbe assolutamente presa in considerazione. Se uno danneggia consapevolmente la propria squadra per trarne un vantaggio personale, per me non merita di rappresentare quella maglia. Né nessun’altra.”
di Napoli Magazine
14/04/2025 - 11:52
A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Arturo Minervini, conduttore di 16Napoli su 8 Channel e speaker di 1 Football Night. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Come sta un tifoso azzurro oggi, Arturo?
“In attesa. È stato un weekend di calcio abbastanza bruttino: ci hanno tolto anche la domenica alle 15:00. Ieri, ad esempio, spettacoli indecenti in quello slot, che ormai è stato quasi sacrificato. Ed è un peccato, perché rappresentava una tradizione, un’abitudine per tutti gli italiani. La partita della domenica alle 15:00 è diventata quasi marginale, purtroppo. Addirittura, il Napoli gioca di nuovo di lunedì sera: è una situazione che non entusiasma, ma dobbiamo accettarla. Siamo comunque carichi per vedere che tipo di prestazione offrirà il Napoli, chiamato assolutamente a dare una risposta. Non solo all’Inter, ma soprattutto a sé stesso. Aver vinto solo due delle ultime nove è un dato che racconta bene il momento che sta attraversando la squadra.”
È sicuramente un momento molto complesso per gli uomini di Antonio Conte. Un Antonio Conte che, però, ieri in conferenza stampa è parso abbastanza rilassato e sereno. A cosa attribuisce questo suo modo di porsi nei confronti della stampa?
“Conte, comunque vada, ne esce vincitore. Ne esce vincitore perché è arrivato dopo un decimo posto, ne esce vincitore perché gli hanno venduto il giocatore più forte che aveva a gennaio, quando era primo. Nel racconto, lui – giustamente secondo me – anche dovesse arrivare secondo, potrà sempre avere quell’alibi, che per me è un alibi vero. Perché Kvaratskhelia non è stato sostituito. Avere Kvara è un conto, non averlo è un altro. Lo dice anche la media punti del Napoli quando ha giocato con lui. Quindi Conte sa che, se dovesse vincere lo Scudetto, sarà portato in trionfo, ma anche un secondo posto, per lui, sarà comunque una stagione super, anche nel racconto che lui stesso fa. Lo ribadisce: gli obiettivi erano sicuramente diversi. Non lo Scudetto, ma il ritorno in Champions, ed era già qualcosa di importante. E il Napoli ci sta arrivando, anche con una certa tranquillità, come ci dice la classifica.”
Scelte quasi obbligate per mister Conte: quale sarà il probabile undici di partenza?
“Conte ha capito che il 4-3-3 è il modulo più congeniale per la sua squadra. Non mi aspetto nulla di trascendentale, semplicemente dei cambi ruolo su ruolo. Meret; Mazzocchi, Rrahmani, Juan Jesus, Olivera; Gilmour, Lobotka, McTominay; Politano, Lukaku, Neres.”
Nel calcio italiano si torna a parlare del caso scommesse: che idea si è fatto in merito?
“È un tema molto, molto delicato. La ludopatia è qualcosa di estremamente serio. In Italia, purtroppo, le cose non vengono quasi mai affrontate con la giusta serietà, nemmeno sul piano delle sanzioni. Abbiamo visto calciatori rientrare dopo poco tempo: tutto viene preso un po’ sottogamba. Ma la questione, secondo me, è molto più ampia. Non si guarisce dalla ludopatia da un giorno all’altro: è un percorso lungo, difficile, che va anche rispettato. Ma va rispettata anche l’integrità del calcio e dei calciatori. Mi è piaciuto molto l’intervento di Antonio Floro Flores sui social, nei giorni scorsi, in cui chiedeva pene più severe. Sull’inasprimento delle pene sono pienamente d’accordo. Il problema è talmente profondo che una sanzione di 4-5 mesi non può certo risolverlo.”
Sarebbe d’accordo a radiare i calciatori coinvolti nelle scommesse, sia calcistiche che non?
“Sono d’accordo. Detto questo, ogni caso va analizzato singolarmente, perché le situazioni possono essere molto diverse tra loro. Però se un calciatore, in maniera volontaria, fa un autogol o comunque compie un gesto che incide direttamente sul risultato della partita – e lo fa per controllare o influenzare il risultato, magari per alimentare un giro di scommesse – allora sì, in quei casi la radiazione andrebbe assolutamente presa in considerazione. Se uno danneggia consapevolmente la propria squadra per trarne un vantaggio personale, per me non merita di rappresentare quella maglia. Né nessun’altra.”