Cultura & Gossip
CAMPANIA TEATRO FESTIVAL - "Rumore Bianco" di Danilo Napoli il 20 giugno al Teatro del Rimedio
09.06.2025 08:40 di Napoli Magazine

RUMORE BIANCO
Confessioni di un insospettabile serial killer
con fruscio di sottofondo


20 giugno - Campania Teatro Festival
Teatro Tedér - Teatro del Rimedio (Napoli) - ore 22:00

Di e con Danilo Napoli

Regia Yari Gugliucci

Voci di Gennaro Ciotola e Michele Vargiu

Aiuto regia Antonietta Barcellona

Scene Anna Simeoli

Musiche originali Francesco D’Acunzi

Foto Emanuela Napoli

Grafica Salvatore Parola

 

Dopo il successo alla Galleria Toledo di Napoli, lo spettacolo Rumore Bianco scritto e interpretato da Danilo Napoli, andrà in scena al Teatro Tedér - Teatro del Rimedio (ore 22:00) nell’ambito della programmazione del Campania Teatro Festival. La performance affronta temi universali e urgenti come l’omofobia e la transfobia, mettendo a nudo le dinamiche di potere, paura e rifiuto che disumanizzano tanto chi subisce quanto chi agisce, alternando  momenti di feroce drammaticità a situazioni tragicomiche, riflettendo il caos emotivo e morale del protagonista.

Al centro della scena, un monologo che si snoda tra confessione e allucinazione, portando lo spettatore all’interno della mente di un uomo disturbato e colpevole di efferati delitti: l’omicidio di donne transgender. In un non-luogo teatrale, sospeso tra realtà e follia, prende corpo un confronto intenso con una madre ingombrante, figura simbolica e concreta, attraverso la quale emergono le radici profonde di un’identità soffocata da pregiudizi familiari, fanatismo religioso e rifiuto del diverso.

Attraverso la figura di Rossella, la sua prima vittima, Rumore Bianco mette in scena la complessità delle relazioni umane e la sottile linea che separa vittima e carnefice. Il testo affronta con cruda lucidità tematiche quanto mai attuali come l’omofobia e la transfobia, restituendo allo spettatore una riflessione sul potere distruttivo dell’intolleranza e sulla fragilità della psiche individuale.

Lo spettacolo alterna momenti di feroce drammaticità a punte di umorismo grottesco, in un continuo ribaltamento di ruoli e prospettive che invita a interrogarsi sulle dinamiche che regolano il giudizio e la colpa. La regia sceglie di non indulgere in soluzioni spettacolari, affidando alla parola e alla presenza scenica dell’interprete il compito di guidare il pubblico in un viaggio disturbante e necessario.

«Fino a dove può spingere il dolore, la cattiveria subita? Possono il pregiudizio e il fanatismo religioso condurre una persona buona fino all’inferno? Sono queste le domande che mi sono posto mentre scrivevo Rumore Bianco - afferma l’attore e autore Danilo Napoli - subito dopo aver conosciuto, per caso, la vera storia di Ursula, donna transgender salernitana costretta a emigrare a Genova a causa della mentalità ristretta di alcune persone. Ho scritto questo testo per esplorare le radici più oscure dell’odio, dell’omofobia e della transfobia, e per dare voce a chi spesso viene messo a tacere. Ho voluto immergermi nella mente disturbata del protagonista non per giustificarlo, ma per comprendere il dolore che genera il pregiudizio».

Un’occasione preziosa dunque che non offre risposte ma stimola domande, un momento intimo che esplora le zone d’ombra della coscienza e il bisogno umano, ineludibile, di essere riconosciuti e accettati.

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RUMORE BIANCO
Confessioni di un insospettabile serial killer
con fruscio di sottofondo


20 giugno - Campania Teatro Festival
Teatro Tedér - Teatro del Rimedio (Napoli) - ore 22:00

Di e con Danilo Napoli

Regia Yari Gugliucci

Voci di Gennaro Ciotola e Michele Vargiu

Aiuto regia Antonietta Barcellona

Scene Anna Simeoli

Musiche originali Francesco D’Acunzi

Foto Emanuela Napoli

Grafica Salvatore Parola

 

Dopo il successo alla Galleria Toledo di Napoli, lo spettacolo Rumore Bianco scritto e interpretato da Danilo Napoli, andrà in scena al Teatro Tedér - Teatro del Rimedio (ore 22:00) nell’ambito della programmazione del Campania Teatro Festival. La performance affronta temi universali e urgenti come l’omofobia e la transfobia, mettendo a nudo le dinamiche di potere, paura e rifiuto che disumanizzano tanto chi subisce quanto chi agisce, alternando  momenti di feroce drammaticità a situazioni tragicomiche, riflettendo il caos emotivo e morale del protagonista.

Al centro della scena, un monologo che si snoda tra confessione e allucinazione, portando lo spettatore all’interno della mente di un uomo disturbato e colpevole di efferati delitti: l’omicidio di donne transgender. In un non-luogo teatrale, sospeso tra realtà e follia, prende corpo un confronto intenso con una madre ingombrante, figura simbolica e concreta, attraverso la quale emergono le radici profonde di un’identità soffocata da pregiudizi familiari, fanatismo religioso e rifiuto del diverso.

Attraverso la figura di Rossella, la sua prima vittima, Rumore Bianco mette in scena la complessità delle relazioni umane e la sottile linea che separa vittima e carnefice. Il testo affronta con cruda lucidità tematiche quanto mai attuali come l’omofobia e la transfobia, restituendo allo spettatore una riflessione sul potere distruttivo dell’intolleranza e sulla fragilità della psiche individuale.

Lo spettacolo alterna momenti di feroce drammaticità a punte di umorismo grottesco, in un continuo ribaltamento di ruoli e prospettive che invita a interrogarsi sulle dinamiche che regolano il giudizio e la colpa. La regia sceglie di non indulgere in soluzioni spettacolari, affidando alla parola e alla presenza scenica dell’interprete il compito di guidare il pubblico in un viaggio disturbante e necessario.

«Fino a dove può spingere il dolore, la cattiveria subita? Possono il pregiudizio e il fanatismo religioso condurre una persona buona fino all’inferno? Sono queste le domande che mi sono posto mentre scrivevo Rumore Bianco - afferma l’attore e autore Danilo Napoli - subito dopo aver conosciuto, per caso, la vera storia di Ursula, donna transgender salernitana costretta a emigrare a Genova a causa della mentalità ristretta di alcune persone. Ho scritto questo testo per esplorare le radici più oscure dell’odio, dell’omofobia e della transfobia, e per dare voce a chi spesso viene messo a tacere. Ho voluto immergermi nella mente disturbata del protagonista non per giustificarlo, ma per comprendere il dolore che genera il pregiudizio».

Un’occasione preziosa dunque che non offre risposte ma stimola domande, un momento intimo che esplora le zone d’ombra della coscienza e il bisogno umano, ineludibile, di essere riconosciuti e accettati.