Cultura & Gossip
MOSTRA - "Euforia Tomaso Binga" a cura di Eva Fabbris con Daria Khan al Museo Madre
17.04.2025 16:30 di Napoli Magazine

La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – museo Madre apre dal 18 aprile la mostra Euforia Tomaso Binga, a cura di Eva Fabbris con Daria Khan, exhibition design Rio Grande: è la sua più ampia retrospettiva museale e presenta i quarant'anni della sua pratica artistica attraverso più di centoventi opere tra installazioni, fotografie, collage, documenti, testimonianze di performance - molte delle quali mostrate per la prima volta o a decenni di distanza dalla loro prima esposizione - provenienti da musei e collezioni private.

Il titolo dell’esposizione Euforia è una parola particolarmente amata da Binga perché contiene tutte le vocali. “Foneticamente universale ed estroversa diventa un titolo-manifesto, un augurio, una necessità politica di resistenza” – spiega Eva Fabbris – e contraddistingue tanto il suo approccio alla pratica verbo-visuale quanto al femminismo. “Tomaso Binga è un pezzo di storia culturale italiana e non solo reputo urgente raccontare, documentare, analizzare e mostrare, proprio nel momento in cui le nuove generazioni ripensano temi di genere e definizioni identitarie e linguistiche, e le reinventano con una libertà complessa ed eccitante.”

Afferma Angela Tecce, Presidente della Fondazione Donnaregina: “Con l’ampia mostra retrospettiva al museo Madre e con il libro – sostenuto dalla Direzione Generale Creatività` Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (2023) con il supporto dell’Associazione Amici del Madre – la Fondazione Donnaregina conferma il proprio impegno nella creazione di un archivio dell’arte contemporanea in Campania, un’attività` svolta con il costante supporto della Regione. (…) Il lavoro di Binga sfida le convenzioni sociali e culturali esplorando temi legati al genere e alla critica del linguaggio. (…) Esempi emblematici del suo contributo sono gli alfabeti in cui il corpo dell’artista assume le forme delle lettere, una sintesi tra linguaggio verbale e visivo.”

Tomaso Binga, nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna (nata a Salerno nel 1931, vive e lavora a Roma), artista che dal 1971 ha scelto di entrare nel mondo dell’arte con uno pseudonimo maschile per evidenziare i privilegi dell’uomo anche nel campo culturale: “Il mio nome maschile – dice Binga – gioca sull’ironia e lo spiazzamento; vuole mettere allo scoperto il privilegio maschile che impera nel campo dell’arte, è una contestazione per via di paradosso di una sovrastruttura che abbiamo ereditato e che, come donne, vogliamo distruggere. In arte, sesso, età, nazionalità non dovrebbero essere delle discriminanti. L’Artista non è un uomo o una donna ma una PERSONA”.

Nella sua pratica quarantennale ha parlato del corpo femminile come di un significante di libertà attraverso la sua originale poesia visiva e le sue performance, giocando con le parole per affermare un femminismo gioioso caratterizzato da dissacrazione, umorismo, denuncia.

Dopo importanti sperimentazioni di scrittura desemantizzata (segni illeggibili scritti a mano che disintegrano e azzerano il linguaggio), dal 1975 il progetto della Scrittura Vivente si declina in una serie di opere in cui il suo corpo fotografato prende la forma delle lettere dell’alfabeto. Nuda e priva di qualsiasi connotazione sociale, l’artista si fa segno linguistico, diventa il “corpo della parola” assumendo in sé la responsabilità dei suoi messaggi. Binga stessa diventa alfabeto disponendosi come strumento linguistico con cui stimolare nuovi processi di apprendimento e comprensione. Scritti con questo alfabeto, le lettere, i pronomi e le parole si reinventano e si interrogano per indagare il corpo e le gerarchie grammaticali e simboliche a cui esso è sottoposto.

L’esposizione, aperta fino al 21 luglio, costituisce il risultato di due anni di ricerche realizzate in stretta collaborazione con l’artista e il suo archivio e si snoda con un percorso tematico nelle diciotto sale del terzo piano del museo con un allestimento sperimentale dal tracciato circolare ideato dal collettivo multidisciplinare Rio Grande in dialogo con Tomaso Binga. Questo display è concepito secondo criteri di affinità tanto grafici e visivi quanto contenutistici di continuità, duttilità e gioco. Per il museo Madre realizzare questa prima ampia retrospettiva su Tomaso Binga significa ribadire l’attualità di temi e metodi con cui questa artista da decenni mette in discussione urgenze identitarie e sociali attraverso la reinvenzione linguistica.

L’artista si occupa di scrittura verbo-visiva ed è tra i protagonisti della poesia fonetico-sonora-performativa italiana: partecipa alla celebre mostra “Materializzazione del Linguaggio” alla Biennale Arte del 1978 invitata da Mirella Bentivoglio. Docente di Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, è stata una attiva organizzatrice culturale e ha diretto dal 1974 l’associazione culturale “Lavatoio Contumaciale” di Roma e dal 1992 è prima vicepresidente e poi presidente della Fondazione “Filiberto Menna” di Salerno. Ha partecipato a mostre e festival presso istituzioni italiane e internazionali: Museo di Castelvecchio, Verona; 38., 49. e 59. Biennale Arte a Venezia; XIV Biennale di São Paulo do Brasil; XI Quadriennale di Roma; Fondazione Prada, Milano; Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; Museion, Bolzano; Mimosa House, Londra; Centre d’Art Contemporain Genève, Ginevra.

Il libro che accompagna la mostra, edito da Lenz Press in italiano e inglese, è a cura di Eva Fabbris, Lilou Vidal e Stefania Zuliani. È articolato in tre parti: la prima presenta saggi e un’intervista all’artista; la seconda una serie di brevi testi critici che analizzano opere singole o piccoli corpus di lavori delle principali aree di interesse dell’artista; la terza è dedicata alla poesia visiva.

Ad accompagnare la mostra Euforia Tomaso Binga ci saranno anche i laboratori creativi per bambini concepiti dal Dipartimento Educativo del museo Madre a conferma del crescente impegno dell'istituzione nei confronti della mission pedagogica. Un calendario di appuntamenti gratuiti, compresi nel biglietto di ingresso del museo, che proseguirà parallelamente alla mostra, a cui si potrà partecipare prenotando ogni appuntamento sul sito eventbrite.it.

Sabato 19 aprile (dalle ore 12.00 alle ore 13.00. Per bambini dai 6 ai 10 anni) nell’ambito degli eventi del programma MADRE KIDS verrà proposto ai bambini il laboratorio creativo Io sono, io sono, io sono”, abbinato a una visita alla mostra Euforia Tomaso Binga. I piccoli visitatori della mostra potranno inventare un proprio alter-ego, attraverso schede e disegni a mano libera. Osserveranno, inoltre, gli iconici alfabeti di Tomaso Binga e potranno divertirsi nel formare le lettere dell’alfabeto con il proprio corpo. Infine, verranno introdotti alla lingua dei segni italiana (LIS) per imparare a comunicare qualche parola usando la LIS.

Sabato 26 aprile (dalle ore 12 alle ore 14. Per bambini dai 5 ai 12 anni) nell’ambito del MADRE FAMILY, il museo Madre offre a tutte le famiglie che vorranno recarsi al museo con i loro piccoli il laboratorio creativo “Ritratti e autoritratti”, che prende spunto dai “Ritratti analogici” di Tomaso Binga, per riflettere insieme ai più piccoli su come sia possibile ritrarre una persona (un amico, un parente) attraverso l’assemblaggio di più elementi che ne evidenzino i tratti distintivi. I partecipanti, con l’utilizzo di pennarelli e collage, saranno invitati a realizzare un proprio autoritratto in cui avranno la possibilità di rappresentarsi nel modo in cui si sentono più a loro agio.

Il museo Madre offrirà anche ai più grandi la possibilità di partecipare domenica 20 e domenica 27 aprile a delle visite guidate gratuite alla mostra Euforia Tomaso Binga comprese nel biglietto di ingresso del museo, prenotabili su eventbrite.it.

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MOSTRA - "Euforia Tomaso Binga" a cura di Eva Fabbris con Daria Khan al Museo Madre

di Napoli Magazine

17/04/2025 - 16:30

La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – museo Madre apre dal 18 aprile la mostra Euforia Tomaso Binga, a cura di Eva Fabbris con Daria Khan, exhibition design Rio Grande: è la sua più ampia retrospettiva museale e presenta i quarant'anni della sua pratica artistica attraverso più di centoventi opere tra installazioni, fotografie, collage, documenti, testimonianze di performance - molte delle quali mostrate per la prima volta o a decenni di distanza dalla loro prima esposizione - provenienti da musei e collezioni private.

Il titolo dell’esposizione Euforia è una parola particolarmente amata da Binga perché contiene tutte le vocali. “Foneticamente universale ed estroversa diventa un titolo-manifesto, un augurio, una necessità politica di resistenza” – spiega Eva Fabbris – e contraddistingue tanto il suo approccio alla pratica verbo-visuale quanto al femminismo. “Tomaso Binga è un pezzo di storia culturale italiana e non solo reputo urgente raccontare, documentare, analizzare e mostrare, proprio nel momento in cui le nuove generazioni ripensano temi di genere e definizioni identitarie e linguistiche, e le reinventano con una libertà complessa ed eccitante.”

Afferma Angela Tecce, Presidente della Fondazione Donnaregina: “Con l’ampia mostra retrospettiva al museo Madre e con il libro – sostenuto dalla Direzione Generale Creatività` Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (2023) con il supporto dell’Associazione Amici del Madre – la Fondazione Donnaregina conferma il proprio impegno nella creazione di un archivio dell’arte contemporanea in Campania, un’attività` svolta con il costante supporto della Regione. (…) Il lavoro di Binga sfida le convenzioni sociali e culturali esplorando temi legati al genere e alla critica del linguaggio. (…) Esempi emblematici del suo contributo sono gli alfabeti in cui il corpo dell’artista assume le forme delle lettere, una sintesi tra linguaggio verbale e visivo.”

Tomaso Binga, nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna (nata a Salerno nel 1931, vive e lavora a Roma), artista che dal 1971 ha scelto di entrare nel mondo dell’arte con uno pseudonimo maschile per evidenziare i privilegi dell’uomo anche nel campo culturale: “Il mio nome maschile – dice Binga – gioca sull’ironia e lo spiazzamento; vuole mettere allo scoperto il privilegio maschile che impera nel campo dell’arte, è una contestazione per via di paradosso di una sovrastruttura che abbiamo ereditato e che, come donne, vogliamo distruggere. In arte, sesso, età, nazionalità non dovrebbero essere delle discriminanti. L’Artista non è un uomo o una donna ma una PERSONA”.

Nella sua pratica quarantennale ha parlato del corpo femminile come di un significante di libertà attraverso la sua originale poesia visiva e le sue performance, giocando con le parole per affermare un femminismo gioioso caratterizzato da dissacrazione, umorismo, denuncia.

Dopo importanti sperimentazioni di scrittura desemantizzata (segni illeggibili scritti a mano che disintegrano e azzerano il linguaggio), dal 1975 il progetto della Scrittura Vivente si declina in una serie di opere in cui il suo corpo fotografato prende la forma delle lettere dell’alfabeto. Nuda e priva di qualsiasi connotazione sociale, l’artista si fa segno linguistico, diventa il “corpo della parola” assumendo in sé la responsabilità dei suoi messaggi. Binga stessa diventa alfabeto disponendosi come strumento linguistico con cui stimolare nuovi processi di apprendimento e comprensione. Scritti con questo alfabeto, le lettere, i pronomi e le parole si reinventano e si interrogano per indagare il corpo e le gerarchie grammaticali e simboliche a cui esso è sottoposto.

L’esposizione, aperta fino al 21 luglio, costituisce il risultato di due anni di ricerche realizzate in stretta collaborazione con l’artista e il suo archivio e si snoda con un percorso tematico nelle diciotto sale del terzo piano del museo con un allestimento sperimentale dal tracciato circolare ideato dal collettivo multidisciplinare Rio Grande in dialogo con Tomaso Binga. Questo display è concepito secondo criteri di affinità tanto grafici e visivi quanto contenutistici di continuità, duttilità e gioco. Per il museo Madre realizzare questa prima ampia retrospettiva su Tomaso Binga significa ribadire l’attualità di temi e metodi con cui questa artista da decenni mette in discussione urgenze identitarie e sociali attraverso la reinvenzione linguistica.

L’artista si occupa di scrittura verbo-visiva ed è tra i protagonisti della poesia fonetico-sonora-performativa italiana: partecipa alla celebre mostra “Materializzazione del Linguaggio” alla Biennale Arte del 1978 invitata da Mirella Bentivoglio. Docente di Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, è stata una attiva organizzatrice culturale e ha diretto dal 1974 l’associazione culturale “Lavatoio Contumaciale” di Roma e dal 1992 è prima vicepresidente e poi presidente della Fondazione “Filiberto Menna” di Salerno. Ha partecipato a mostre e festival presso istituzioni italiane e internazionali: Museo di Castelvecchio, Verona; 38., 49. e 59. Biennale Arte a Venezia; XIV Biennale di São Paulo do Brasil; XI Quadriennale di Roma; Fondazione Prada, Milano; Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; Museion, Bolzano; Mimosa House, Londra; Centre d’Art Contemporain Genève, Ginevra.

Il libro che accompagna la mostra, edito da Lenz Press in italiano e inglese, è a cura di Eva Fabbris, Lilou Vidal e Stefania Zuliani. È articolato in tre parti: la prima presenta saggi e un’intervista all’artista; la seconda una serie di brevi testi critici che analizzano opere singole o piccoli corpus di lavori delle principali aree di interesse dell’artista; la terza è dedicata alla poesia visiva.

Ad accompagnare la mostra Euforia Tomaso Binga ci saranno anche i laboratori creativi per bambini concepiti dal Dipartimento Educativo del museo Madre a conferma del crescente impegno dell'istituzione nei confronti della mission pedagogica. Un calendario di appuntamenti gratuiti, compresi nel biglietto di ingresso del museo, che proseguirà parallelamente alla mostra, a cui si potrà partecipare prenotando ogni appuntamento sul sito eventbrite.it.

Sabato 19 aprile (dalle ore 12.00 alle ore 13.00. Per bambini dai 6 ai 10 anni) nell’ambito degli eventi del programma MADRE KIDS verrà proposto ai bambini il laboratorio creativo Io sono, io sono, io sono”, abbinato a una visita alla mostra Euforia Tomaso Binga. I piccoli visitatori della mostra potranno inventare un proprio alter-ego, attraverso schede e disegni a mano libera. Osserveranno, inoltre, gli iconici alfabeti di Tomaso Binga e potranno divertirsi nel formare le lettere dell’alfabeto con il proprio corpo. Infine, verranno introdotti alla lingua dei segni italiana (LIS) per imparare a comunicare qualche parola usando la LIS.

Sabato 26 aprile (dalle ore 12 alle ore 14. Per bambini dai 5 ai 12 anni) nell’ambito del MADRE FAMILY, il museo Madre offre a tutte le famiglie che vorranno recarsi al museo con i loro piccoli il laboratorio creativo “Ritratti e autoritratti”, che prende spunto dai “Ritratti analogici” di Tomaso Binga, per riflettere insieme ai più piccoli su come sia possibile ritrarre una persona (un amico, un parente) attraverso l’assemblaggio di più elementi che ne evidenzino i tratti distintivi. I partecipanti, con l’utilizzo di pennarelli e collage, saranno invitati a realizzare un proprio autoritratto in cui avranno la possibilità di rappresentarsi nel modo in cui si sentono più a loro agio.

Il museo Madre offrirà anche ai più grandi la possibilità di partecipare domenica 20 e domenica 27 aprile a delle visite guidate gratuite alla mostra Euforia Tomaso Binga comprese nel biglietto di ingresso del museo, prenotabili su eventbrite.it.