Dal 25 al 27 aprile il Teatro San Ferdinando di Napoli ospita Il caso Kaufmann, intenso dramma scritto da Giovanni Grasso e diretto da Piero Maccarinelli, con un cast d’eccezione composto da Franco Branciaroli, Stefano Santospago, Viola Graziosi, Franca Penone, Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin e Andrea Bonella. Le scene sono di Domenico Franchi, luci Cesare Agoni, musiche Antonio Di Pofi, costumi Gianluca Sbicca, produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona, Il Parioli.
La pièce è tratta dal romanzo omonimo di Grasso (Rizzoli, 2019), ispirato alla vera storia di Leo Katzenberger, commerciante ebreo condannato a morte nella Germania nazista per “inquinamento razziale”. Un caso giudiziario assurdo e atroce che anticipa il clima da incubo della Shoah, raccontato con precisione storica e profondo coinvolgimento emotivo.
Sinossi
1941, Monaco di Baviera. Cella di massima sicurezza all’interno del carcere di Stadelheim Un condannato a morte, alla vigilia dell’esecuzione, chiede alla guardia carceraria di poter vedere il cappellano. Alle rimostranze della guardia (“Ma a che le serve un prete? Lei è ebreo!”), il prigioniero ribatte che ha sentito l’improvviso desiderio di convertirsi al cattolicesimo. La guardia, nonostante la iniziale perplessità, acconsente alla strana richiesta. Pochi minuti dopo, il cappellano entra nella cella di Leo Kaufmann, anziano ex presidente della comunità ebraica di Norimberga. Leo chiarisce immediatamente al sacerdote che non ha alcuna intenzione di abbandonare l’ebraismo in punto di morte, ma che ha inventato la storia della conversione solo perché spera di poter far recapitare un messaggio di addio alla giovane Irene, condannata a quattro anni di carcere duro per falsa testimonianza, nel disperato tentativo di salvare l’anziano amico. Il prete, incuriosito dalla vicenda tragica e colpito dalla dignità del prigioniero, accetta di restare con lui in cella per le sue ultime ore. E, in un dialogo intimo e serrato, ne raccoglie le confidenze e i segreti. Leo Kaufmann svela al prete che è stato condannato a morte dal Tribunale speciale di Norimberga in violazione delle Leggi dell’Onore e del Sangue del 1935, per aver commesso il reato di “inquinamento razziale”. Nonostante Kaufmann si sia sempre dichiarato innocente, la Corte di Norimberga ha infatti stabilito l’esistenza di una lunga relazione di carattere sessuale con la poco più che ventenne “ariana” Irene Seidel, figlia del suo migliore amico. Davanti al prete cattolico, che si dimostra umano e comprensivo, l’anziano ebreo accetta di ripercorrere la sua drammatica vicenda fin dagli inizi quando, nell’ormai lontano 1933, Kurt, il suo migliore amico, gli affida la figlia Irene, decisa a trasferirsi a Norimberga per seguire un corso di fotografia. Tra l’anziano uomo, vedovo e senza figli, e la giovane “ariana” si instaura immediatamente un rapporto speciale di affetto, confidenza e, anche, di desiderio, immediatamente represso. Ma, nonostante l’implacabile macchina di persecuzione anti-ebraica messa in piedi dal nazismo al potere renda, con il passar del tempo, sempre più difficile la prosecuzione di questa profonda e sincera amicizia, il legame innocente tra Leo e Irene non è passato inosservato tra i vicini di casa, i conoscenti, gli abitanti del quartiere, sempre più imbevuti di odio e dominati dalla paura. Irene, per sottrarsi alle insinuazioni e ai sospetti del quartiere, accetta allora di sposare un suo giovane corteggiatore, Paul. Ma, alla partenza di questi per il fronte, la macchina del sospetto e della calunnia si rimette pericolosamente in moto.
Note di regia
La calunnia è un venticello
Nell’importante saggio Come si diventa nazisti, William Sheridan Allen sostiene che il primo sintomo è l'indifferenza, o meglio, il non voler vedere piccoli torti subiti da altri. A me è sempre sembrata una verità esemplare: in microscala, che poi, in macroscala, sarebbe diventata, per dirla con le parole di Hannah Arendt, la Banalità del male.
Il caso Kaufmann prende in esame una singola vita e una singola morte. Ci troviamo di fronte all'orrore delle leggi razziali, ma non ancora di fronte al male assoluto della Shoah.
Kaufmann è un commerciante ebreo che riceve l'incarico da un amico ariano di occuparsi della sua giovane figlia a Norimberga. Da questo atto di generosità prende inizio il suo calvario.
Quello che mi affascina del testo di Giovanni Grasso è proprio l'iniziale indifferenza e poi la demenziale insensatezza della costruzione di indizi contro di lui da parte della sua piccola comunità di quartiere.
Tutto si svolge infatti in un quartiere di una città di provincia, Norimberga.
La costruzione delle prove contro di lui, l'inesorabile incedere della calunnia verso Irene, la speculazione degli indizi abilmente costruiti, procede come nel miglior polar.
Parallelamente, i due processi contro Kaufmann testimoniano come le parole possano assumere valori diversi a seconda dell'uso e della contestualizzazione che ne viene fatta.
Testimone esterno di tutte le narrazioni è un prete cattolico a cui Kaufmann vorrà ricostruire la sua oggettiva verità.
Ma sul plot principale si inseriscono, interagendo, anche dati personali, sentimenti che si confondono fra una posizione paterna e un desiderio inevitabile della bella Irene.
Eppure, tutto è affrontato con grande pudore e, insieme, con una inesorabile denuncia della mediocrità della calunnia che porterà all'esecuzione di Kaufmann per disonore razziale.
Rappresentare questa storia è per me un piacere e un dovere civile.
Piero Maccarinelli
IL CASO KAUFMANN 25 – 27 aprile Teatro San Ferdinando
di Giovanni Grasso
regia Piero Maccarinelli
con Franco Branciaroli, Stefano Santospago, Viola Graziosi, Franca Penone, Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin, Andrea Bonella
scene Domenico Franchi
luci Cesare Agoni
musiche Antonio Di Pofi
costumi Gianluca Sbicca
produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona, Il Parioli
date e orari
25/04/2025 ore 21:00, 26/04/2025 ore 19:00, 27/04/2025 ore 18:00
ufficio stampa:
Sergio Marra | responsabile
Valeria Prestisimone | addetta stampa
Info www. teatrodinapoli.it