Cultura & Gossip
SPETTACOLI - "Vorrei una voce" di Tindaro Granata alla Sala Assoli-Moscato
09.04.2025 08:42 di Napoli Magazine

Vorrei una voce: il teatro di Tindaro Granata dà vita ai sogni tra musica e libertà

VORREI UNA VOCE

di e con Tindaro Granata

con le canzoni di Mina

ispirato dall’incontro con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare di D’aRteventi

diretto da Daniela Ursino

disegno luci Luigi Biondi

costumi Aurora Damanti

regista assistente Alessandro Bandini

produzione LAC Lugano Arte e Cultura

in collaborazione con Proxima Res

partner di produzione Gruppo Ospedaliero Moncucco

 

Vorrei una voce, di e con Tindaro Granata, andrà in scena alla Sala Assoli-Moscato venerdì 11 e sabato 12 aprile alle ore 20.30 e domenica 13 aprile alle ore 18.00. Lo spettacolo, prodotto da LAC Lugano Arte e Cultura in collaborazione con Proxima Res e con il supporto del Gruppo Ospedaliero Moncucco, si ispira all’incontro dell’autore con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare, all’interno della Casa Circondariale di Messina, nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare, curato da D’aRteventi. La messinscena si sviluppa come un monologo accompagnato dalle canzoni di Mina, interpretate in playback, per esplorare il tema del sogno e della libertà interiore.

In occasione del debutto dello spettacolo, Tindaro Granata – attore, drammaturgo e regista – sarà ospite d’onore giovedì 10 aprile 2025 alle ore 18.00 nell’ambito del ciclo di incontri “Il ventaglio di Eleonora. Dialoghi sul teatro”, a cura di Maria Pia Pagani. L’incontro si svolgerà presso l’Università Federico II, nell’Aula 812 di via Nuova Marina n. 33.

Lo spettacolo nasce da un percorso teatrale intenso e profondo, in cui Granata ha collaborato con un gruppo di donne detenute di alta sicurezza. Il monologo si fa portavoce delle emozioni e delle esperienze vissute durante questo viaggio artistico e umano, rivelando come la musica e il teatro possano restituire dignità e speranza. L’artista racconta come, in un momento di crisi personale, l'incontro con queste donne lo abbia spinto a riscoprire il valore della libertà e dell’espressione attraverso la musica. Il lavoro nasce dalla volontà di restituire a queste donne recluse un senso di identità e di emozione, portandole a interpretare l’ultimo concerto live di Mina del 1978. Le canzoni diventano così un ponte tra le loro storie e il bisogno universale di esprimersi e sentirsi vivi. Vorrei una voce mette in scena il potere salvifico dell’arte attraverso i brani di una delle più grandi interpreti della musica italiana, utilizzati come mezzo espressivo per liberare sentimenti inespressi. L’idea alla base dello spettacolo è quella di recuperare il desiderio di sognare, di esprimersi e di ritrovare una femminilità spesso soffocata dalle circostanze della vita.

«Con le detenute – spiega l’autore e attore siciliano – abbiamo messo in scena l’ultimo concerto live di Mina, tenutosi alla Bussola il 23 agosto 1978. L’idea era quella di entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio, dove tutto sarebbe stato possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo, in un luogo che, per forza di cose, tende quotidianamente ad annullare tutto questo. Ognuna di loro aveva a disposizione due canzoni di Mina e, attraverso il canto in playback, doveva trasmettere la forza e la potenza della propria storia per liberarsi da pensieri, angosce, fallimenti di una vita. Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto fino ad allora. Non voglio e non posso portare in scena le mie ragazze del Piccolo Shakespeare di Messina, perché quello che abbiamo fatto dentro quel luogo di libertà che sta dentro un carcere è giusto che rimanga con loro e per loro».

Biglietti: intero 18,00 euro; riduzioni under 30, over 65 ed enti convenzionati 15,00 euro. 

ULTIMISSIME CULTURA & GOSSIP
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
SPETTACOLI - "Vorrei una voce" di Tindaro Granata alla Sala Assoli-Moscato

di Napoli Magazine

09/04/2025 - 08:42

Vorrei una voce: il teatro di Tindaro Granata dà vita ai sogni tra musica e libertà

VORREI UNA VOCE

di e con Tindaro Granata

con le canzoni di Mina

ispirato dall’incontro con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare di D’aRteventi

diretto da Daniela Ursino

disegno luci Luigi Biondi

costumi Aurora Damanti

regista assistente Alessandro Bandini

produzione LAC Lugano Arte e Cultura

in collaborazione con Proxima Res

partner di produzione Gruppo Ospedaliero Moncucco

 

Vorrei una voce, di e con Tindaro Granata, andrà in scena alla Sala Assoli-Moscato venerdì 11 e sabato 12 aprile alle ore 20.30 e domenica 13 aprile alle ore 18.00. Lo spettacolo, prodotto da LAC Lugano Arte e Cultura in collaborazione con Proxima Res e con il supporto del Gruppo Ospedaliero Moncucco, si ispira all’incontro dell’autore con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare, all’interno della Casa Circondariale di Messina, nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare, curato da D’aRteventi. La messinscena si sviluppa come un monologo accompagnato dalle canzoni di Mina, interpretate in playback, per esplorare il tema del sogno e della libertà interiore.

In occasione del debutto dello spettacolo, Tindaro Granata – attore, drammaturgo e regista – sarà ospite d’onore giovedì 10 aprile 2025 alle ore 18.00 nell’ambito del ciclo di incontri “Il ventaglio di Eleonora. Dialoghi sul teatro”, a cura di Maria Pia Pagani. L’incontro si svolgerà presso l’Università Federico II, nell’Aula 812 di via Nuova Marina n. 33.

Lo spettacolo nasce da un percorso teatrale intenso e profondo, in cui Granata ha collaborato con un gruppo di donne detenute di alta sicurezza. Il monologo si fa portavoce delle emozioni e delle esperienze vissute durante questo viaggio artistico e umano, rivelando come la musica e il teatro possano restituire dignità e speranza. L’artista racconta come, in un momento di crisi personale, l'incontro con queste donne lo abbia spinto a riscoprire il valore della libertà e dell’espressione attraverso la musica. Il lavoro nasce dalla volontà di restituire a queste donne recluse un senso di identità e di emozione, portandole a interpretare l’ultimo concerto live di Mina del 1978. Le canzoni diventano così un ponte tra le loro storie e il bisogno universale di esprimersi e sentirsi vivi. Vorrei una voce mette in scena il potere salvifico dell’arte attraverso i brani di una delle più grandi interpreti della musica italiana, utilizzati come mezzo espressivo per liberare sentimenti inespressi. L’idea alla base dello spettacolo è quella di recuperare il desiderio di sognare, di esprimersi e di ritrovare una femminilità spesso soffocata dalle circostanze della vita.

«Con le detenute – spiega l’autore e attore siciliano – abbiamo messo in scena l’ultimo concerto live di Mina, tenutosi alla Bussola il 23 agosto 1978. L’idea era quella di entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio, dove tutto sarebbe stato possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo, in un luogo che, per forza di cose, tende quotidianamente ad annullare tutto questo. Ognuna di loro aveva a disposizione due canzoni di Mina e, attraverso il canto in playback, doveva trasmettere la forza e la potenza della propria storia per liberarsi da pensieri, angosce, fallimenti di una vita. Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto fino ad allora. Non voglio e non posso portare in scena le mie ragazze del Piccolo Shakespeare di Messina, perché quello che abbiamo fatto dentro quel luogo di libertà che sta dentro un carcere è giusto che rimanga con loro e per loro».

Biglietti: intero 18,00 euro; riduzioni under 30, over 65 ed enti convenzionati 15,00 euro.