A "1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Ceravolo, ex direttore sportivo di Napoli e Juventus
Direttore, lo scudetto è stato assegnato: lo ha vinto il Napoli. Lei, che è un uomo di campo e di grande esperienza, quale pensa sia stata la forza del Napoli in questa stagione, che lo ha portato a prevalere sull’Inter?
"Conosco Antonio Conte da una vita, e naturalmente non voglio sembrare di parte, ma lui, anche nei momenti più complicati, vuole vincere. Non si accontenta, non si rassegna mai. Il Napoli non è partito con il favore dei pronostici, anzi: c’erano società molto attrezzate per lo scudetto come l’Inter, il Milan, la Juve, l’Atalanta… eppure il Napoli era lì, come dice Antonio, a dare fastidio, cercando di costruire qualcosa di importante. L’obiettivo iniziale era arrivare tra i primi quattro, ma Antonio ha superato ogni aspettativa. Non avevo dubbi che avrebbe lottato fino alla fine. Anche se gli altri avevano organici forse più completi, lui è sempre sul pezzo, e ha fatto la differenza. Ha portato lo scudetto in una patria che meritava di gioire. Io non sono napoletano, ma credo che tanti tifosi in tutta Italia abbiano fatto il tifo per questo Napoli. È stato qualcosa di straordinario. Faccio i complimenti sia a lui che alla società. De Laurentiis e Conte sono due persone di spessore. Il presidente ha dimostrato negli anni una solidità costante. Poi c’è anche chi lavora dietro le quinte, come il direttore sportivo Manna, che ha esperienza e competenza. E ci sono figure come Micheli e lo scouting, persone preparate. Il Napoli ha una struttura societaria importante, e come ha ricordato il presidente, questa è una squadra che ha preso il via dalla Serie C per poi tornare a vincere lo scudetto. Vincere due scudetti in tre anni non è affatto semplice. Per cinquant’anni lo scudetto era affare di Milano e Torino. Raramente arrivava in altre piazze. Napoli, invece, sta riscrivendo la storia. Come ha detto anche Conte tempo fa: chi vince viene ricordato. Lui ha vinto quasi ovunque, ma credo che questo scudetto se lo porterà nel cuore per sempre. Per la passione dei tifosi napoletani, per la città, per l’umanità che ti trasmette Napoli. Ho visto le immagini della festa ed erano qualcosa di straordinario. Quando ero al Napoli, ai tempi di Maradona, ho visto scene simili. Non si riusciva a passare con il pullman per andare allo stadio, la gente era ovunque. So cosa significa e sono felice per tutto quello che è accaduto".
Direttore, Napoli è una città che vive di passione, oggi guidata da due figure carismatiche e competenti come Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis. De Laurentiis, nelle ultime ore, sembra stia facendo di tutto per convincere Conte a restare. Secondo lei, quale potrebbe essere la chiave per trattenerlo?
"Antonio sa quello che vuole. Non posso entrare nella sua testa, ma sicuramente è una scelta importante che avrà già maturato. Tutti vorrebbero che restasse, ma non so cosa deciderà. È un professionista e valuterà in base ai presupposti che troverà. Certo, speriamo che resti a Napoli. Ma se dovesse andare via, credo che comunque si lascerebbero nel rispetto reciproco".
Guardando l’aspetto puramente tecnico: quale calciatore del Napoli ritiene abbia dato il contributo più determinante per la conquista dello scudetto?
"Parliamo di Scott McTominay. Lui ha fatto qualcosa di straordinario. Un centrocampista che va in doppia cifra è raro. Ha avuto la capacità di inserirsi negli spazi e, in fase conclusiva, ha mostrato qualità da attaccante. Ricordo l’ultima rete in mezza rovesciata: un gesto da centravanti, non da centrocampista. È molto coordinato, e questo ti fa capire quali potenzialità abbia. Lo conoscevo, ma non immaginavo potesse esprimersi subito a questi livelli. Il merito va anche all’allenatore, che è riuscito a valorizzarlo e a dargli fiducia. Il ruolo, la posizione in campo, contano tanto. Quando un calciatore sente la fiducia del mister, si esprime al meglio. L’anno scorso non aveva fatto grandi cose allo United, ma quest’anno è stato fondamentale. Sono stati bravi a prenderlo e Antonio l’ha utilizzato nella maniera giusta, facendo sì che si sentisse subito a casa. Mi ha stupito molto, davvero un grande calciatore".