A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Sabatino Durante, agente Fifa, esperto di calcio sudamericano. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Visto il suo passato nel club nerazzurro, con lei non posso che partire dalla crisi dell’Inter. La spaccatura interna è evidente: lo spogliatoio nerazzurro è ormai una polveriera?
“Sì, siamo alla fine di un ciclo. E come spesso accade, in questi momenti escono fuori tutte le tensioni e le problematiche interne. Questo è anche utile, perché così si capisce che è il momento di intervenire in maniera netta, con una sorta di ‘chirurgia’ sportiva. È il ciclo naturale delle cose: tutto nasce, cresce, raggiunge il picco e poi inevitabilmente cala. L’Inter ha diversi giocatori con la ‘pancia piena’, alcuni anche avanti con l’età. Era fisiologico che emergessero dissapori, e onestamente non mi sorprende. La partita dell’altro giorno ha rappresentato solo la ciliegina sulla torta: tutte le sfide decisive della stagione sono state fallite, e sembrava quasi illogico aspettarsi il contrario.”
Le chiedo se ci sia qualche profilo sudamericano che consiglierebbe al Napoli.
“I profili sudamericani, in questo momento, sono davvero tanti e di qualità. Ce ne sono molti giovani molto interessanti, più argentini che brasiliani in questo momento. Se serve, posso anche mandare qualche nome via WhatsApp a Manna, non è un problema.”
Frattesi potrebbe vestire la maglia del Napoli?
“Per quanto riguarda Frattesi, non so se il Napoli abbia come priorità un giocatore con le sue caratteristiche. A meno che non ci sia qualche uscita, non credo che il centrocampo sia il reparto in cui si interverrà per primi. Mi sembra che il Napoli debba piuttosto agire sugli esterni e trovare un altro centravanti per alternarsi con il titolare, magari uno che possa anche affiancarlo. Frattesi, per carità, è un giocatore fortissimo: all’Inter non è un titolare fisso, ma sarebbe titolare in quasi tutte le squadre di Serie A. Però, ripeto, non credo che sia una priorità per il Napoli in questo momento.”
Ha accennato alla possibilità di affiancare un altro centravanti: uno dei nomi più chiacchierati è Darwin Núñez, che lei conosce molto bene. In un’ottica Conte, quale profilo vedrebbe meglio al Napoli: Darwin Núñez o Lorenzo Lucca?
“Sono due profili completamente diversi. Darwin Núñez è un attaccante che può giocare sia da solo che in coppia con un altro centravanti come Lukaku. È un giocatore affermato, ha fatto molto bene in Portogallo, è titolare nell’Uruguay – e sappiamo bene quanto siano forti gli attaccanti uruguaiani, nonostante l’età, Cavani su tutti – e ha già fatto vedere cose importanti anche al Liverpool, seppur con alti e bassi. Giocare in Inghilterra non è lo stesso che giocare in Italia, ma il talento è indiscutibile ed abbiamo già visto, ad esempio, McTominay essere uno dei tanti in Premier ma diventare l’MVP della Serie A. Lucca è un ottimo giocatore, è cresciuto molto dal Pisa in poi, ma deve ancora affermarsi ad alti livelli. La differenza principale sta nel valore e nel prezzo: per Núñez il Liverpool ha speso oltre 100 milioni, quindi è chiaro che per portarlo via ci vogliono almeno 50-55 milioni. Non lo prendi certo con 30 o 40. Lucca costa meno ed è un profilo interessante, ma oggi è un centravanti che rende meglio se gioca da prima punta. In coppia, forse farebbe un po’ di fatica, ma queste sono solo ipotesi: magari poi si allena, acquisisce movimenti, e funziona benissimo anche in coppia. In sintesi: entrambi sono ottimi giocatori, ma uno è già affermato e l’altro deve ancora dimostrare tutto ad alti livelli. E soprattutto, giocare con la maglia dell’Udinese è un conto, giocare con quella del Napoli è tutta un’altra cosa.”
Investirebbe 40-45 milioni per un esterno d’attacco come Ndoye?
“Per quanto riguarda Ndoye, ho un debole per questo giocatore. Conosce già il campionato italiano, quindi non avrebbe bisogno di ambientarsi. E poi – mi scusi il termine – è un ‘cagacazzi’, uno che rompe le scatole agli avversari. Non è uno come Neres, per esempio, che magari fa due giocate e poi scompare. Ndoye prende le botte, le dà, lotta, segna. È uno che non molla mai. Ripeto, io ho un debole per lui. Ha fatto una stagione incredibile al Bologna. Sul valore economico, beh… in questi casi il valore lo fa il mercato. Vale 35? Vale 40? Il prezzo lo stabilisce chi compra e chi vende. Non è come andare a comprare un’auto, dove sai che la Mercedes costa tot e la Fiat costa tot. Qui dipende da tanti fattori: la volontà del giocatore, quella del club, e la disponibilità a spendere. Alla fine, però, il valore vero lo si vede solo in campo. Bisogna avere pazienza e dare tempo ai calciatori.”