A “1 Football Club”, in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Malu Mpasinkatu, direttore sportivo.
Direttore, tocco un tema interessante: Arokodare, attaccante del Genk, è stato accostato sia al Napoli che, soprattutto, al Milan. Che cosa ne pensa?
“In Belgio i prezzi si sono alzati molto. Se poi il giocatore fa il salto successivo ed esplode, per i club italiani diventa quasi impossibile acquistarlo. È un calciatore molto interessante, con una fisicità che va molto di moda oggi, soprattutto quando si cerca una prima punta. Il Belgio, come dico spesso, è un mercato di transito: il giocatore va lì a farsi le ossa, poi passa ai grandi campionati. Ma nonostante questo, è una bottega cara, perché sanno che, bene o male, da lì escono sempre talenti. Bisogna arrivare prima: se si arriva dopo, come spesso accade in Italia, diventa complicato. Sicuramente Arokodare è un attaccante che farà parlare di sé. Quindi, se bisogna prenderlo, il momento è adesso, prima che il prezzo salga ulteriormente".
Un altro nome passato dal Belgio, che sicuramente ricorderà, è Boniface. Secondo lei è un nome giusto per il Milan, che ha ambizioni elevate?
“Sì, parliamo di un giocatore che ha già dimostrato il suo valore. È passato al Bayer Leverkusen, si è consacrato lì ed è sicuramente pronto. È un classe 2000, ma in Europa un 2000 viene considerato un ‘giovane vecchio’, cioè uno che ha già fatto esperienza ed è pronto a fare la differenza. E questo tipo di attaccante lo stiamo vedendo spesso anche in Italia: fanno parlare di sé e ottengono sempre buoni risultati. Secondo me è un nome molto interessante, da tenere d’occhio. Potrebbe fare coppia anche con un giocatore come Nicolas Jackson: hanno caratteristiche simili. Quando si cercano attaccanti così, si va proprio a prendere quella tipologia, che ormai è fondamentale in ogni squadra. Puoi avere esterni diversi tra loro, ma una punta centrale con quelle qualità è diventata indispensabile".
Direttore, che idea si è fatto della trattativa tra Napoli e Galatasaray per la cessione di Victor Osimhen? È normale che il Napoli abbia chiesto una fideiussione bancaria?
“Sì, è assolutamente normale. Quando si parla di cifre così importanti, bisogna capire bene la modalità di pagamento. E con una fideiussione bancaria, ti garantisci che la squadra acquirente possa realmente pagare. Altrimenti la trattativa si blocca, come in questo caso. È per questo che c’è questo impasse, questo stallo che non permette ancora di chiudere l’operazione. Ma secondo me, per il bene del Napoli, del giocatore e anche del Galatasaray, sarebbe opportuno trovare un accordo il prima possibile. Bisogna mettere fine a questa telenovela, è nell’interesse di tutte le parti in causa iniziare la nuova stagione con chiarezza, dopo oltre un anno di confusione".
Le risulta che Osimhen voglia davvero andare al Galatasaray?
“Lui ha sempre avuto il sogno di giocare in Premier League, un campionato che lo affascina tantissimo. Me l’aspettavo in club come il Manchester United o l’Arsenal, che però, a quanto pare, non hanno affondato il colpo nonostante abbiano necessità di acquistare un attaccante. A quel punto, secondo me, lui si è trovato bene al Galatasaray l’anno scorso e sta facendo anche un ragionamento legato alla stagione che lo aspetta. Ricordiamoci che a dicembre 2025 parte la Coppa d’Africa e dura fino al 18 gennaio 2026. È un periodo delicato, a cavallo tra fine e inizio anno, e lui vuole essere protagonista. Ha già vinto uno Scudetto storico col Napoli, è diventato Pallone d’Oro africano… ma per rimanere nella storia della sua nazionale deve continuare a vincere. Per farlo ha bisogno di giocare con continuità, e quindi vuole trovarsi in un contesto in cui si senta tranquillo. A Istanbul ha già la sua stabilità, conosce l’ambiente. E poi, con la Nigeria che rischia l’esclusione dal Mondiale, lui ha due grandi obiettivi: la Coppa d’Africa e la qualificazione. Per raggiungerli, ha bisogno di una base solida anche a livello di club".
Un altro nome accostato al Napoli è Lookman. Crede che sia un giocatore adatto al calcio di Antonio Conte? O conviene insistere su Ndoye?
“Lookman è il Pallone d’Oro africano in carica, un giocatore che ha tutto per essere determinante. Nonostante non abbia un gran fisico, con Conte si metterebbe a disposizione. Conte ti fa capire subito che non basta essere bravi in attacco: serve sacrificio anche in fase difensiva. E Lookman è uno che dà tutto in campo. Quindi non sarebbe un problema per lui. Il vero nodo è la bottega cara, perché l’Atalanta non regala niente. È una società che sa fare calcio, e i suoi gioielli se li fa pagare, giustamente. Nessuno credeva davvero in Lookman, e invece loro l’hanno fatto crescere. Ora il mercato lo osserva con attenzione, ma io non credo che tornerà in Inghilterra, perché lì non ha sfondato, sebbene fosse un calciatore diverso. Oggi lo vedo più da Bayern Monaco o Paris Saint-Germain. Squadre top europee. Se il Napoli lo sta seguendo, vuol dire che ha già capito che è una garanzia".
Percassi e De Laurentiis sono due esempi di sostenibilità e successo, ma con approcci molto diversi. Se dovesse scegliere, secondo il suo gusto personale, chi è il miglior presidente della Serie A?
“Domanda bella, ma anche difficile. Sono due realtà diametralmente opposte. Però, per la difficoltà della piazza, per la fame di calcio che c’è a Napoli e per quanto tempo non si vinceva, direi che quello che ha fatto De Laurentiis è qualcosa di magico. Non veniva dal mondo del calcio, a differenza di Percassi, che è stato anche calciatore come il figlio, anche lui coinvolto nella gestione. De Laurentiis arrivava da un altro ambiente, e ha fatto cose davvero straordinarie. Quindi, se devo premiare uno, dico De Laurentiis".
di Napoli Magazine
11/07/2025 - 12:48
A “1 Football Club”, in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Malu Mpasinkatu, direttore sportivo.
Direttore, tocco un tema interessante: Arokodare, attaccante del Genk, è stato accostato sia al Napoli che, soprattutto, al Milan. Che cosa ne pensa?
“In Belgio i prezzi si sono alzati molto. Se poi il giocatore fa il salto successivo ed esplode, per i club italiani diventa quasi impossibile acquistarlo. È un calciatore molto interessante, con una fisicità che va molto di moda oggi, soprattutto quando si cerca una prima punta. Il Belgio, come dico spesso, è un mercato di transito: il giocatore va lì a farsi le ossa, poi passa ai grandi campionati. Ma nonostante questo, è una bottega cara, perché sanno che, bene o male, da lì escono sempre talenti. Bisogna arrivare prima: se si arriva dopo, come spesso accade in Italia, diventa complicato. Sicuramente Arokodare è un attaccante che farà parlare di sé. Quindi, se bisogna prenderlo, il momento è adesso, prima che il prezzo salga ulteriormente".
Un altro nome passato dal Belgio, che sicuramente ricorderà, è Boniface. Secondo lei è un nome giusto per il Milan, che ha ambizioni elevate?
“Sì, parliamo di un giocatore che ha già dimostrato il suo valore. È passato al Bayer Leverkusen, si è consacrato lì ed è sicuramente pronto. È un classe 2000, ma in Europa un 2000 viene considerato un ‘giovane vecchio’, cioè uno che ha già fatto esperienza ed è pronto a fare la differenza. E questo tipo di attaccante lo stiamo vedendo spesso anche in Italia: fanno parlare di sé e ottengono sempre buoni risultati. Secondo me è un nome molto interessante, da tenere d’occhio. Potrebbe fare coppia anche con un giocatore come Nicolas Jackson: hanno caratteristiche simili. Quando si cercano attaccanti così, si va proprio a prendere quella tipologia, che ormai è fondamentale in ogni squadra. Puoi avere esterni diversi tra loro, ma una punta centrale con quelle qualità è diventata indispensabile".
Direttore, che idea si è fatto della trattativa tra Napoli e Galatasaray per la cessione di Victor Osimhen? È normale che il Napoli abbia chiesto una fideiussione bancaria?
“Sì, è assolutamente normale. Quando si parla di cifre così importanti, bisogna capire bene la modalità di pagamento. E con una fideiussione bancaria, ti garantisci che la squadra acquirente possa realmente pagare. Altrimenti la trattativa si blocca, come in questo caso. È per questo che c’è questo impasse, questo stallo che non permette ancora di chiudere l’operazione. Ma secondo me, per il bene del Napoli, del giocatore e anche del Galatasaray, sarebbe opportuno trovare un accordo il prima possibile. Bisogna mettere fine a questa telenovela, è nell’interesse di tutte le parti in causa iniziare la nuova stagione con chiarezza, dopo oltre un anno di confusione".
Le risulta che Osimhen voglia davvero andare al Galatasaray?
“Lui ha sempre avuto il sogno di giocare in Premier League, un campionato che lo affascina tantissimo. Me l’aspettavo in club come il Manchester United o l’Arsenal, che però, a quanto pare, non hanno affondato il colpo nonostante abbiano necessità di acquistare un attaccante. A quel punto, secondo me, lui si è trovato bene al Galatasaray l’anno scorso e sta facendo anche un ragionamento legato alla stagione che lo aspetta. Ricordiamoci che a dicembre 2025 parte la Coppa d’Africa e dura fino al 18 gennaio 2026. È un periodo delicato, a cavallo tra fine e inizio anno, e lui vuole essere protagonista. Ha già vinto uno Scudetto storico col Napoli, è diventato Pallone d’Oro africano… ma per rimanere nella storia della sua nazionale deve continuare a vincere. Per farlo ha bisogno di giocare con continuità, e quindi vuole trovarsi in un contesto in cui si senta tranquillo. A Istanbul ha già la sua stabilità, conosce l’ambiente. E poi, con la Nigeria che rischia l’esclusione dal Mondiale, lui ha due grandi obiettivi: la Coppa d’Africa e la qualificazione. Per raggiungerli, ha bisogno di una base solida anche a livello di club".
Un altro nome accostato al Napoli è Lookman. Crede che sia un giocatore adatto al calcio di Antonio Conte? O conviene insistere su Ndoye?
“Lookman è il Pallone d’Oro africano in carica, un giocatore che ha tutto per essere determinante. Nonostante non abbia un gran fisico, con Conte si metterebbe a disposizione. Conte ti fa capire subito che non basta essere bravi in attacco: serve sacrificio anche in fase difensiva. E Lookman è uno che dà tutto in campo. Quindi non sarebbe un problema per lui. Il vero nodo è la bottega cara, perché l’Atalanta non regala niente. È una società che sa fare calcio, e i suoi gioielli se li fa pagare, giustamente. Nessuno credeva davvero in Lookman, e invece loro l’hanno fatto crescere. Ora il mercato lo osserva con attenzione, ma io non credo che tornerà in Inghilterra, perché lì non ha sfondato, sebbene fosse un calciatore diverso. Oggi lo vedo più da Bayern Monaco o Paris Saint-Germain. Squadre top europee. Se il Napoli lo sta seguendo, vuol dire che ha già capito che è una garanzia".
Percassi e De Laurentiis sono due esempi di sostenibilità e successo, ma con approcci molto diversi. Se dovesse scegliere, secondo il suo gusto personale, chi è il miglior presidente della Serie A?
“Domanda bella, ma anche difficile. Sono due realtà diametralmente opposte. Però, per la difficoltà della piazza, per la fame di calcio che c’è a Napoli e per quanto tempo non si vinceva, direi che quello che ha fatto De Laurentiis è qualcosa di magico. Non veniva dal mondo del calcio, a differenza di Percassi, che è stato anche calciatore come il figlio, anche lui coinvolto nella gestione. De Laurentiis arrivava da un altro ambiente, e ha fatto cose davvero straordinarie. Quindi, se devo premiare uno, dico De Laurentiis".