A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Massimiliano Varricchio, ex attaccante del Napoli.
Lei è stato con il Napoli nell’anno della Serie C, agli albori dell’epoca De Laurentiis. Cosa, secondo lei, ha portato il Napoli in vent’anni a primeggiare in Italia?
“Sicuramente sono state fatte le scelte giuste, soprattutto a livello societario. Parlo della dirigenza, dello staff tecnico e dei direttori sportivi che si sono succeduti. La società è stata molto brava a individuare le persone adatte, i tecnici giusti. E non è per nulla semplice: anche avendo a disposizione mezzi importanti – come in questo caso una società solida di Serie A – vediamo tante squadre che, pur spendendo, non riescono a ottenere i risultati sperati. Quindi tanto di cappello alla società, che ha quasi sempre fatto le scelte giuste. Qualche episodio isolato ci può anche stare, ma nel complesso le decisioni sono state corrette".
Possiamo dire, quindi, che questa sia la vittoria di Aurelio De Laurentiis, che ha sempre avuto una gestione oculata dei conti e ha dimostrato che si può vincere facendo attenzione al bilancio?
“Sicuramente sì, perché poi sono i risultati che parlano per lui. Da quando è partito dalla Serie C è riuscito, in pochi anni, a riportare il Napoli ai massimi livelli. E quando raggiungi questi risultati, le chiacchiere stanno a zero. Bisogna riconoscere i meriti della presidenza, assolutamente".
Le chiedo: quale calciatore del Napoli le ha rubato maggiormente l’occhio in questa stagione?
“Credo che sia un nome sulla bocca di tutti. Inaspettato quanto decisivo: penso che McTominy abbia fatto una stagione incredibile. A me è piaciuto molto anche Lobotka, ma se dovessimo scegliere un giocatore che magari non ci si aspettava a questi livelli, direi proprio lo scozzese. È stato determinante in modo incredibile. Veramente è un tuttocampista: dalla fase difensiva all’inserimento, ha dato tanto in termini di fisicità, ha saputo finalizzare. Insomma, ha fatto un’annata grandiosa. Voto lo scozzese come miglior calciatore del Napoli in questa stagione. Quest’anno ha fatto qualcosa di straordinario. Però è cresciuto molto anche Lobotka, che ormai incide sempre. E poi, quando vinci un campionato, sono stati bravi tutti: anche Anguissa, per me, ha fatto la sua parte. Ognuno nella rosa ha avuto i suoi meriti. Però, se devo dirne uno, probabilmente McTominay è stato il più continuo, ha fatto un altro campionato, un livello a parte".
Da attaccante ad attaccante: come giudica la stagione di Romelu Lukaku?
“Ha fatto bene, ma pensavo potesse fare qualche gol in più in una squadra così, viste le sue qualità. Però ha dato tanto anche in altri aspetti: assist, gioco di sponda, presenza fisica. È fondamentale per un gioco come quello di Conte, che si basa su un riferimento fisico capace di tenere palla, far salire la squadra, aprire spazi per i compagni. Per questo Napoli è stato davvero indispensabile, perché è stato un punto di riferimento ma, ripeto, avrebbe dovuto segnare qualche gol in più, è mancato qualcosa dal punto di vista realizzativo, però ha comunque fatto bene. Proprio perché è un giocatore forte, ci si aspetta sempre qualcosa in più. In Italia, però, la sua fisicità è devastante. Magari in Inghilterra si nota meno, perché lì c’è una fisicità superiore in generale e trovi difensori del tuo stesso livello. Infatti lì ha fatto più fatica. Ma qui in Italia la sua stazza fa la differenza".
Parlando di Premier League, sta per arrivare in Serie A, grazie al Napoli, Kevin De Bruyne. Che calciatore è, e pensa possa ancora fare la differenza alla sua età?
“Parliamo di un calciatore che non si discute: ha qualità tecniche importanti, sa far gol, sa giocare con la squadra. Lo conosciamo tutti. L’unico punto interrogativo è legato al fatto che rientra da una serie di infortuni e ha una certa età. Però, se sta bene fisicamente, la sua qualità non è in discussione. Anzi, venendo da un campionato molto più veloce come la Premier, potrebbe trovarsi anche meglio in Serie A, dove il ritmo è più basso ma c’è maggiore tatticismo. Le sue qualità, in un contesto simile, possono venire fuori ancora di più".
È davvero così irresistibile il richiamo della Juventus, anche per un allenatore come Antonio Conte, di fronte a un Napoli che ha dimostrato di sapere essere competitivo?
“Vediamo come andrà a finire, perché poi i rapporti tra le persone li conoscono solo loro. Di certo, alcune espressioni in conferenza stampa, qualche accenno, alcune immagini dei festeggiamenti… non mi sembravano proprio il massimo dell’entusiasmo, da parte di Conte, nei confronti del presidente. Se riusciranno a sistemare certe cose, sarebbe bello proseguire insieme. Per il Napoli sarebbe l’ideale, perché darebbe continuità a un progetto che ha portato risultati importanti. E la continuità, quando le cose vanno bene, è fondamentale. Cambiare ogni anno non è mai positivo: ogni allenatore ha i suoi metodi, le sue idee, i suoi ritmi. Per esempio, se si parla di Allegri, parliamo di una gestione molto più calcolata, speculativa, mentre Conte gioca su ritmi e aggressività. Sono cose diverse. Quindi sì, sarebbe bello che Conte restasse. Anche perché sarebbe giusto dare continuità e dignità a questo progetto e a questo scudetto. Ma, come abbiamo detto prima, ci affidiamo a De Laurentiis. Dopo tante critiche, oggi ha dimostrato a tutti che il calcio lo sappia fare".
di Napoli Magazine
27/05/2025 - 11:35
A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Massimiliano Varricchio, ex attaccante del Napoli.
Lei è stato con il Napoli nell’anno della Serie C, agli albori dell’epoca De Laurentiis. Cosa, secondo lei, ha portato il Napoli in vent’anni a primeggiare in Italia?
“Sicuramente sono state fatte le scelte giuste, soprattutto a livello societario. Parlo della dirigenza, dello staff tecnico e dei direttori sportivi che si sono succeduti. La società è stata molto brava a individuare le persone adatte, i tecnici giusti. E non è per nulla semplice: anche avendo a disposizione mezzi importanti – come in questo caso una società solida di Serie A – vediamo tante squadre che, pur spendendo, non riescono a ottenere i risultati sperati. Quindi tanto di cappello alla società, che ha quasi sempre fatto le scelte giuste. Qualche episodio isolato ci può anche stare, ma nel complesso le decisioni sono state corrette".
Possiamo dire, quindi, che questa sia la vittoria di Aurelio De Laurentiis, che ha sempre avuto una gestione oculata dei conti e ha dimostrato che si può vincere facendo attenzione al bilancio?
“Sicuramente sì, perché poi sono i risultati che parlano per lui. Da quando è partito dalla Serie C è riuscito, in pochi anni, a riportare il Napoli ai massimi livelli. E quando raggiungi questi risultati, le chiacchiere stanno a zero. Bisogna riconoscere i meriti della presidenza, assolutamente".
Le chiedo: quale calciatore del Napoli le ha rubato maggiormente l’occhio in questa stagione?
“Credo che sia un nome sulla bocca di tutti. Inaspettato quanto decisivo: penso che McTominy abbia fatto una stagione incredibile. A me è piaciuto molto anche Lobotka, ma se dovessimo scegliere un giocatore che magari non ci si aspettava a questi livelli, direi proprio lo scozzese. È stato determinante in modo incredibile. Veramente è un tuttocampista: dalla fase difensiva all’inserimento, ha dato tanto in termini di fisicità, ha saputo finalizzare. Insomma, ha fatto un’annata grandiosa. Voto lo scozzese come miglior calciatore del Napoli in questa stagione. Quest’anno ha fatto qualcosa di straordinario. Però è cresciuto molto anche Lobotka, che ormai incide sempre. E poi, quando vinci un campionato, sono stati bravi tutti: anche Anguissa, per me, ha fatto la sua parte. Ognuno nella rosa ha avuto i suoi meriti. Però, se devo dirne uno, probabilmente McTominay è stato il più continuo, ha fatto un altro campionato, un livello a parte".
Da attaccante ad attaccante: come giudica la stagione di Romelu Lukaku?
“Ha fatto bene, ma pensavo potesse fare qualche gol in più in una squadra così, viste le sue qualità. Però ha dato tanto anche in altri aspetti: assist, gioco di sponda, presenza fisica. È fondamentale per un gioco come quello di Conte, che si basa su un riferimento fisico capace di tenere palla, far salire la squadra, aprire spazi per i compagni. Per questo Napoli è stato davvero indispensabile, perché è stato un punto di riferimento ma, ripeto, avrebbe dovuto segnare qualche gol in più, è mancato qualcosa dal punto di vista realizzativo, però ha comunque fatto bene. Proprio perché è un giocatore forte, ci si aspetta sempre qualcosa in più. In Italia, però, la sua fisicità è devastante. Magari in Inghilterra si nota meno, perché lì c’è una fisicità superiore in generale e trovi difensori del tuo stesso livello. Infatti lì ha fatto più fatica. Ma qui in Italia la sua stazza fa la differenza".
Parlando di Premier League, sta per arrivare in Serie A, grazie al Napoli, Kevin De Bruyne. Che calciatore è, e pensa possa ancora fare la differenza alla sua età?
“Parliamo di un calciatore che non si discute: ha qualità tecniche importanti, sa far gol, sa giocare con la squadra. Lo conosciamo tutti. L’unico punto interrogativo è legato al fatto che rientra da una serie di infortuni e ha una certa età. Però, se sta bene fisicamente, la sua qualità non è in discussione. Anzi, venendo da un campionato molto più veloce come la Premier, potrebbe trovarsi anche meglio in Serie A, dove il ritmo è più basso ma c’è maggiore tatticismo. Le sue qualità, in un contesto simile, possono venire fuori ancora di più".
È davvero così irresistibile il richiamo della Juventus, anche per un allenatore come Antonio Conte, di fronte a un Napoli che ha dimostrato di sapere essere competitivo?
“Vediamo come andrà a finire, perché poi i rapporti tra le persone li conoscono solo loro. Di certo, alcune espressioni in conferenza stampa, qualche accenno, alcune immagini dei festeggiamenti… non mi sembravano proprio il massimo dell’entusiasmo, da parte di Conte, nei confronti del presidente. Se riusciranno a sistemare certe cose, sarebbe bello proseguire insieme. Per il Napoli sarebbe l’ideale, perché darebbe continuità a un progetto che ha portato risultati importanti. E la continuità, quando le cose vanno bene, è fondamentale. Cambiare ogni anno non è mai positivo: ogni allenatore ha i suoi metodi, le sue idee, i suoi ritmi. Per esempio, se si parla di Allegri, parliamo di una gestione molto più calcolata, speculativa, mentre Conte gioca su ritmi e aggressività. Sono cose diverse. Quindi sì, sarebbe bello che Conte restasse. Anche perché sarebbe giusto dare continuità e dignità a questo progetto e a questo scudetto. Ma, come abbiamo detto prima, ci affidiamo a De Laurentiis. Dopo tante critiche, oggi ha dimostrato a tutti che il calcio lo sappia fare".