A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Ardito, direttore tecnico dell’Alta Brianza ed ex calciatore del Torino.
Il Lecce sarà a caccia di punti salvezza, mentre il Napoli vuole un ennesimo pezzo di scudetto: che gara sarà?
“In primis, voglio dire che ho fatto due anni a Lecce e ho avuto la fortuna di conoscere Graziano Fiorita, il fisioterapista venuto a mancare. Parliamo di quasi vent’anni fa, quindi è passato tanto tempo: era agli inizi. Quello che è successo a Lecce in questi giorni è qualcosa di veramente brutto, difficile anche da gestire. Graziano non era solo un fisioterapista, era un tifoso, un amico di tutti, un punto di riferimento. Quindi immagino cosa potesse essere diventato in vent’anni per un gruppo e per una società. A Lecce si vive di calcio, c’è un’empatia tra squadra e tifosi che, in momenti del genere, diventa qualcosa di indissolubile. Penso che ciò che si è visto a Bergamo l’altro giorno sia proprio questo: un popolo, un territorio, il Salento, un gruppo che si è compattato, si è unito ed è andato in campo con ferite aperte, ma lottando insieme per una persona, per un obiettivo, per qualcosa di più grande. Sono sicuro che quello che faranno da qui alla fine sarà ancora più intenso. E sarà ancora più difficile per tutte le squadre che affronteranno il Lecce. Poi è ovvio che, una volta in campo, contano i valori tecnici: e tornando alla partita Lecce-Napoli, il Napoli ha valori nettamente superiori. Sono due obiettivi diversi ma grandi: il Napoli ha in mano la corsa scudetto, mentre per il Lecce lo scudetto è la salvezza. Sarà sicuramente una partita molto bella da vedere, con emozioni forti da entrambe le parti".
Possiamo dire che, a differenza dell’Inter che forse ha mollato qualcosa in campionato per concentrarsi sulla Champions, il merito del Napoli è stato quello di restare sempre attaccato, anche nei momenti difficili?
“Sì. Io ho avuto il piacere di conoscere Conte il primo anno che intraprese questo percorso da allenatore a Siena, quando faceva il vice di De Canio, e già si vedeva quella mentalità. Poi l’ho incontrato anche quando era a Torino. Credo che la sua forza sia proprio questa, insieme a una certa presunzione, ma è una presunzione che ti porta, come gruppo, a dare il 200%. Magari riesci a farlo per uno o due anni, poi subentrano le fatiche, più mentali che fisiche. Ricordiamoci da dove è partito il Napoli quest’anno: dopo la sciagurata stagione passata, la prima partita di campionato a Verona ha rimediato un secco 3-0. Eppure da lì è riuscito a resettare e costruire qualcosa di grande. Non ho dubbi che con Conte, fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata, chi vuole vincere deve fare i conti con lui".
Secondo lei ci sono realmente possibilità che Conte lasci Napoli a fine stagione?
“Le possibilità ci sono, perché ha sempre dimostrato di poter prendere decisioni da un giorno all’altro. Come quando lasciò la Juventus dopo aver vinto tre scudetti. Lui è uno diretto, che non ha peli sulla lingua: se vince e capisce che non ci sono le condizioni per proseguire in un certo modo, o se intravede altrove un ambiente più adatto al suo essere, può fare altre scelte. Insomma: lui vuole vincere, e se il Napoli non dimostra di avere la stessa volontà, andrà via. Detto questo, sono altrettanto sicuro che da qui all’ultimo secondo dell’ultima giornata sarà dentro al 100%, perché rincorrere un sogno è parte di lui. Per Napoli, vincere lo scudetto — anche se sarebbe il secondo in pochi anni — non è una cosa naturale come può esserlo per Juventus, Milan o Inter. Per Napoli sarebbe un’altra impresa".
di Napoli Magazine
02/05/2025 - 12:05
A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Ardito, direttore tecnico dell’Alta Brianza ed ex calciatore del Torino.
Il Lecce sarà a caccia di punti salvezza, mentre il Napoli vuole un ennesimo pezzo di scudetto: che gara sarà?
“In primis, voglio dire che ho fatto due anni a Lecce e ho avuto la fortuna di conoscere Graziano Fiorita, il fisioterapista venuto a mancare. Parliamo di quasi vent’anni fa, quindi è passato tanto tempo: era agli inizi. Quello che è successo a Lecce in questi giorni è qualcosa di veramente brutto, difficile anche da gestire. Graziano non era solo un fisioterapista, era un tifoso, un amico di tutti, un punto di riferimento. Quindi immagino cosa potesse essere diventato in vent’anni per un gruppo e per una società. A Lecce si vive di calcio, c’è un’empatia tra squadra e tifosi che, in momenti del genere, diventa qualcosa di indissolubile. Penso che ciò che si è visto a Bergamo l’altro giorno sia proprio questo: un popolo, un territorio, il Salento, un gruppo che si è compattato, si è unito ed è andato in campo con ferite aperte, ma lottando insieme per una persona, per un obiettivo, per qualcosa di più grande. Sono sicuro che quello che faranno da qui alla fine sarà ancora più intenso. E sarà ancora più difficile per tutte le squadre che affronteranno il Lecce. Poi è ovvio che, una volta in campo, contano i valori tecnici: e tornando alla partita Lecce-Napoli, il Napoli ha valori nettamente superiori. Sono due obiettivi diversi ma grandi: il Napoli ha in mano la corsa scudetto, mentre per il Lecce lo scudetto è la salvezza. Sarà sicuramente una partita molto bella da vedere, con emozioni forti da entrambe le parti".
Possiamo dire che, a differenza dell’Inter che forse ha mollato qualcosa in campionato per concentrarsi sulla Champions, il merito del Napoli è stato quello di restare sempre attaccato, anche nei momenti difficili?
“Sì. Io ho avuto il piacere di conoscere Conte il primo anno che intraprese questo percorso da allenatore a Siena, quando faceva il vice di De Canio, e già si vedeva quella mentalità. Poi l’ho incontrato anche quando era a Torino. Credo che la sua forza sia proprio questa, insieme a una certa presunzione, ma è una presunzione che ti porta, come gruppo, a dare il 200%. Magari riesci a farlo per uno o due anni, poi subentrano le fatiche, più mentali che fisiche. Ricordiamoci da dove è partito il Napoli quest’anno: dopo la sciagurata stagione passata, la prima partita di campionato a Verona ha rimediato un secco 3-0. Eppure da lì è riuscito a resettare e costruire qualcosa di grande. Non ho dubbi che con Conte, fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata, chi vuole vincere deve fare i conti con lui".
Secondo lei ci sono realmente possibilità che Conte lasci Napoli a fine stagione?
“Le possibilità ci sono, perché ha sempre dimostrato di poter prendere decisioni da un giorno all’altro. Come quando lasciò la Juventus dopo aver vinto tre scudetti. Lui è uno diretto, che non ha peli sulla lingua: se vince e capisce che non ci sono le condizioni per proseguire in un certo modo, o se intravede altrove un ambiente più adatto al suo essere, può fare altre scelte. Insomma: lui vuole vincere, e se il Napoli non dimostra di avere la stessa volontà, andrà via. Detto questo, sono altrettanto sicuro che da qui all’ultimo secondo dell’ultima giornata sarà dentro al 100%, perché rincorrere un sogno è parte di lui. Per Napoli, vincere lo scudetto — anche se sarebbe il secondo in pochi anni — non è una cosa naturale come può esserlo per Juventus, Milan o Inter. Per Napoli sarebbe un’altra impresa".