Hernanes, ex centrocampista, ha rilasciato un'intervista a TMW Magazine: "Il Napoli resta il grande favorito. Vedo molto bene anche la Juve e sul podio metto il nuovo Milan di Allegri. L’Inter, invece, mi sembra un pochino sotto".
Oggi 40enne, Hernanes ha lanciato la sua Ca’ del Profeta: cantina, ristorante e relais ed ha inevitabilmente infuso nei suoi vini anche il proprio passato calcistico: Lazio, Inter e Juventus. "Ai biancocelesti abbinerei il mio ‘Saudade’, parola che in portoghese significa nostalgia. Alla Lazio ho avuto il mio primo impatto con il calcio italiano e, proprio grazie a quei quattro anni, sono riuscito a entrare nel cuore di tanti tifosi biancocelesti e italiani. Ancora oggi, ogni volta che penso alla Lazio e a Roma, non posso che sentire la saudade", ricorda con emozione. "Alla Juve invece associo il Barbera d’Asti Superiore: in bianconero ho vinto uno scudetto e giocato la Champions League, realizzando il mio sogno. Da qui il paragone con un vino intenso e strutturato". E l’Inter? "Il mio Barbera d’Asti che non passa in legno. Quando ho lasciato la Lazio, pensavo che l’Inter sarebbe stata la mia destinazione definitiva. Non è andata così, e questo vino non sarebbe neanche dovuto esistere. Ma restano, rispettivamente, una bella esperienza e un buon vino".
di Napoli Magazine
25/07/2025 - 20:59
Hernanes, ex centrocampista, ha rilasciato un'intervista a TMW Magazine: "Il Napoli resta il grande favorito. Vedo molto bene anche la Juve e sul podio metto il nuovo Milan di Allegri. L’Inter, invece, mi sembra un pochino sotto".
Oggi 40enne, Hernanes ha lanciato la sua Ca’ del Profeta: cantina, ristorante e relais ed ha inevitabilmente infuso nei suoi vini anche il proprio passato calcistico: Lazio, Inter e Juventus. "Ai biancocelesti abbinerei il mio ‘Saudade’, parola che in portoghese significa nostalgia. Alla Lazio ho avuto il mio primo impatto con il calcio italiano e, proprio grazie a quei quattro anni, sono riuscito a entrare nel cuore di tanti tifosi biancocelesti e italiani. Ancora oggi, ogni volta che penso alla Lazio e a Roma, non posso che sentire la saudade", ricorda con emozione. "Alla Juve invece associo il Barbera d’Asti Superiore: in bianconero ho vinto uno scudetto e giocato la Champions League, realizzando il mio sogno. Da qui il paragone con un vino intenso e strutturato". E l’Inter? "Il mio Barbera d’Asti che non passa in legno. Quando ho lasciato la Lazio, pensavo che l’Inter sarebbe stata la mia destinazione definitiva. Non è andata così, e questo vino non sarebbe neanche dovuto esistere. Ma restano, rispettivamente, una bella esperienza e un buon vino".