A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Fabrizio Lucchesi, direttore sportivo ex, fra le tante, di Roma ed Empoli.
L’apertura del calciomercato a giugno può avvantaggiare le squadre che parteciperanno al Mondiale per Club, come Inter e Juventus, che potrebbero anticipare le mosse di mercato oppure squadre come il Napoli, che ha maggiore liquidità e potrebbe sfruttare questioni di bilancio, visto che l’esercizio si chiude proprio a giugno?
“Ma io credo che incida di più la disponibilità finanziaria e la chiarezza delle idee. Chi ha le idee chiare può avvantaggiarsi e sfruttare questi giorni in più. Le grandi squadre lavorano con mesi d’anticipo, ciò che vediamo concretizzarsi in estate è stato costruito con netto anticipo. Il Mondiale per Club ti obbliga, sì, ad anticipare certe operazioni, ma in realtà quelle operazioni sono già state impostate da tempo. Sarà importante avere le idee chiare soprattutto per chi sta per cambiare allenatore. Ci sono due o tre squadre importanti in Italia in questa situazione. A quel punto entra in gioco l’organizzazione tecnica, tattica, la personalizzazione del mercato in base ai desideri del nuovo tecnico, e lì tornano fondamentali anche le disponibilità economiche. Insomma, credo che contino più questi fattori che la partecipazione al Mondiale per Club".
Nelle ultime quattro partite, dove si nascondono le insidie maggiori per il Napoli? A Lecce? O la difficoltà è una costante da affrontare di partita in partita?
“Il Napoli è stato talmente bravo, sono stati talmente bravi Conte e compagnia a riguadagnarsi la vetta, e quando mancano quattro partite alla fine e sei in testa, hai una grande opportunità: sei padrone del tuo destino. Quando rincorri devi sperare che gli altri sbaglino, mentre quando sei davanti devi sempre far bene tu. Hai lo stress di chi è chiamato a confermarsi. Il Napoli deve ragionare come un ciclista: a 200 metri dall’arrivo deve abbassare la testa e pedalare forte, non guardare chi ha dietro. Se ti distrai, sprechi energie. Figurativamente parlando, questo è ciò che deve fare il Napoli: testa bassa e pedalare".
Cosa pensa della querelle intorno a mister Conte? Secondo lei resterà al Napoli?
“Contro la propria volontà no, non rimane. I contratti, nel calcio, valgono fino ad un certo punto, e Conte è uno che si blinda con un progetto, non con un contratto, anche perché ha diverse sirene che lo tentano. Qualche cosa da sistemare tra lui e la società c’è, e dipenderà molto da come finirà la stagione. Non so cosa augurarmi: sicuramente vincere il campionato sarebbe il massimo, ma non so se questo basterà per trattenere Conte. Se mi chiedi se al 100% resta, ti dico di no. Non ci siamo inventati i problemi tra Antonio ed il club, è stato lui stesso a farlo intendere. E infatti se ne parla ogni settimana. Un allenatore importante come lui guarda al progetto, alla prospettiva, come tutti i professionisti. Oggi il problema non è dove va Conte, ma che squadra gli dai. Che tipo di investimenti sei disposto a fare? Devi programmare insieme. Se il progetto del tecnico non va di pari passo con quello della società, non è questione di chi ha ragione o torto. È meglio chiarirsi subito, altrimenti conviene interrompere tutto prima".
Dopo la gara d’andata tra Barcellona e Inter, il suo pronostico personale è stato sovvertito? Alla fine, secondo lei, chi arriva in finale?
“Sarei contento se ci arrivasse l’Inter. Tifo italiano, in fondo. Ma ho paura del Barcellona. L’Inter ha dato il 100%, anche 110% all’andata, mentre il Barcellona forse il 95%, ma hanno pareggiato. Ho paura, però spero davvero che l’Inter ce la faccia, per l’Italia".
di Napoli Magazine
02/05/2025 - 11:56
A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Fabrizio Lucchesi, direttore sportivo ex, fra le tante, di Roma ed Empoli.
L’apertura del calciomercato a giugno può avvantaggiare le squadre che parteciperanno al Mondiale per Club, come Inter e Juventus, che potrebbero anticipare le mosse di mercato oppure squadre come il Napoli, che ha maggiore liquidità e potrebbe sfruttare questioni di bilancio, visto che l’esercizio si chiude proprio a giugno?
“Ma io credo che incida di più la disponibilità finanziaria e la chiarezza delle idee. Chi ha le idee chiare può avvantaggiarsi e sfruttare questi giorni in più. Le grandi squadre lavorano con mesi d’anticipo, ciò che vediamo concretizzarsi in estate è stato costruito con netto anticipo. Il Mondiale per Club ti obbliga, sì, ad anticipare certe operazioni, ma in realtà quelle operazioni sono già state impostate da tempo. Sarà importante avere le idee chiare soprattutto per chi sta per cambiare allenatore. Ci sono due o tre squadre importanti in Italia in questa situazione. A quel punto entra in gioco l’organizzazione tecnica, tattica, la personalizzazione del mercato in base ai desideri del nuovo tecnico, e lì tornano fondamentali anche le disponibilità economiche. Insomma, credo che contino più questi fattori che la partecipazione al Mondiale per Club".
Nelle ultime quattro partite, dove si nascondono le insidie maggiori per il Napoli? A Lecce? O la difficoltà è una costante da affrontare di partita in partita?
“Il Napoli è stato talmente bravo, sono stati talmente bravi Conte e compagnia a riguadagnarsi la vetta, e quando mancano quattro partite alla fine e sei in testa, hai una grande opportunità: sei padrone del tuo destino. Quando rincorri devi sperare che gli altri sbaglino, mentre quando sei davanti devi sempre far bene tu. Hai lo stress di chi è chiamato a confermarsi. Il Napoli deve ragionare come un ciclista: a 200 metri dall’arrivo deve abbassare la testa e pedalare forte, non guardare chi ha dietro. Se ti distrai, sprechi energie. Figurativamente parlando, questo è ciò che deve fare il Napoli: testa bassa e pedalare".
Cosa pensa della querelle intorno a mister Conte? Secondo lei resterà al Napoli?
“Contro la propria volontà no, non rimane. I contratti, nel calcio, valgono fino ad un certo punto, e Conte è uno che si blinda con un progetto, non con un contratto, anche perché ha diverse sirene che lo tentano. Qualche cosa da sistemare tra lui e la società c’è, e dipenderà molto da come finirà la stagione. Non so cosa augurarmi: sicuramente vincere il campionato sarebbe il massimo, ma non so se questo basterà per trattenere Conte. Se mi chiedi se al 100% resta, ti dico di no. Non ci siamo inventati i problemi tra Antonio ed il club, è stato lui stesso a farlo intendere. E infatti se ne parla ogni settimana. Un allenatore importante come lui guarda al progetto, alla prospettiva, come tutti i professionisti. Oggi il problema non è dove va Conte, ma che squadra gli dai. Che tipo di investimenti sei disposto a fare? Devi programmare insieme. Se il progetto del tecnico non va di pari passo con quello della società, non è questione di chi ha ragione o torto. È meglio chiarirsi subito, altrimenti conviene interrompere tutto prima".
Dopo la gara d’andata tra Barcellona e Inter, il suo pronostico personale è stato sovvertito? Alla fine, secondo lei, chi arriva in finale?
“Sarei contento se ci arrivasse l’Inter. Tifo italiano, in fondo. Ma ho paura del Barcellona. L’Inter ha dato il 100%, anche 110% all’andata, mentre il Barcellona forse il 95%, ma hanno pareggiato. Ho paura, però spero davvero che l’Inter ce la faccia, per l’Italia".