Antonio Conte, allenatore del Napoli, si è raccontato a Federico Buffa Talks su Sky Sport. Giungono nuove anticipazioni della seconda parte dell'intervista: "La prima partita che Trapattoni mi fa giocare era contro il Monaco quando non facevamo le coppe e la settimana andavamo in giro per partite internazionali. La partita era 0-0. Mi capita una palla nella nostra metà campo oltre la nostra area. Faccio un passaggio dietro al nostro portiere, Tacconi, ma non vedo che Stefano è basso e quindi un giocatore del Monaco intercetta la palla e segna. Perdiamo 1-0. Io ero distrutto moralmente. Era la mia prima, volevo spaccare tutto, il mondo. Il giorno dopo la Gazzetta scrisse: sbaglia il Conte. Ero stato sbattuto in prima pagina in maniera negativa. Ero in coma totale. Ancora vivevo in albergo e camminando senza meta per smaltire la rabbia, a un certo punto si ferma una macchina, chi è? Trapattoni. Io non volevo crederci. Mi disse: "Non è che pensi ancora alla partita di ieri?". Mi diede uno scappellotto e aggiunse: "Tu qua starai tantissimi anni. Pensa alla prossima".
di Napoli Magazine
19/06/2025 - 14:44
Antonio Conte, allenatore del Napoli, si è raccontato a Federico Buffa Talks su Sky Sport. Giungono nuove anticipazioni della seconda parte dell'intervista: "La prima partita che Trapattoni mi fa giocare era contro il Monaco quando non facevamo le coppe e la settimana andavamo in giro per partite internazionali. La partita era 0-0. Mi capita una palla nella nostra metà campo oltre la nostra area. Faccio un passaggio dietro al nostro portiere, Tacconi, ma non vedo che Stefano è basso e quindi un giocatore del Monaco intercetta la palla e segna. Perdiamo 1-0. Io ero distrutto moralmente. Era la mia prima, volevo spaccare tutto, il mondo. Il giorno dopo la Gazzetta scrisse: sbaglia il Conte. Ero stato sbattuto in prima pagina in maniera negativa. Ero in coma totale. Ancora vivevo in albergo e camminando senza meta per smaltire la rabbia, a un certo punto si ferma una macchina, chi è? Trapattoni. Io non volevo crederci. Mi disse: "Non è che pensi ancora alla partita di ieri?". Mi diede uno scappellotto e aggiunse: "Tu qua starai tantissimi anni. Pensa alla prossima".