Un nuovo velodromo a Roma, all'Eur, sulla stessa area in cui, nel 1960, il ciclismo italiano su pista scrisse alcune delle pagine più belle della sua storia olimpica. Nomi indimenticati, da Sante Gaiardoni a Franco Testa, recentemente scomparso, vittorie memorabili su una pista, fatta con legno arrivato dal Camerun, che visse i suoi momenti d'oro negli anni Sessanta, per poi avviarsi a un lento e inesorabile declino, fino alla demolizione del 2008. Per ora, è poco più di una suggestione, un progetto che cerca finanziatori, ma ha già trovato numerosi sostenitori, tra le istituzioni politiche e quelle sportive, e ora sarà sottoposto alla valutazione di Ente Eur Spa, proprietario dell'area. Presentato nell'aula consigliare del IX Municipio di Roma, alla presenza, tra gli altri, della vicepresidente della Commissione Cultura della Camera Valentina Grippo e del vicepresidente del Coni Marco Di Paola, il progetto EOS (Euromnisport), a cura di un comitato promotore di cui fanno parte anche Federciclismo, Fidal e Fispes, prevede la realizzazione all'interno di un parco pubblico di un impianto polivalente, ma destinato principalmente a ciclismo (con una pista di 250 metri) e atletica indoor (200), una capienza variabile tra 5 e 13mila spettatori, un costo di circa 35 milioni di euro, destinato a ospitare grandi eventi internazionali, preparazione di alto livello ma anche attività amatoriale. "Un progetto ambizioso e coraggioso, il cui valore può andare ben oltre i confini di Roma: diventerebbe, di fatto, il secondo velodromo in Italia", le parole del vice presidente del Coni Marco Di Paola. "Per noi sarebbe un sogno che si realizza, non esiste una capitale europea che non abbia un velodromo al coperto di questo livello, Roma lo merita - le parole del presidente della Federciclismo Cordiano Dagnoni -. Abbiamo tanti campioni su pista, eppure un solo impianto, a Montichiari, che usiamo peraltro a mezzo servizio. Avere un impianto di queste dimensioni a Roma sarebbe strategico, per l'alto livello e l'attività di base. L'esempio virtuoso è Londra, che da quando ha avuto l'assegnazione dei Giochi del 2012 ha investito sull'impiantistica, costruendo cinque velodromi, e in questo modo creando campioni, non solo su pista, ma anche su strada".
di Napoli Magazine
09/07/2025 - 20:03
Un nuovo velodromo a Roma, all'Eur, sulla stessa area in cui, nel 1960, il ciclismo italiano su pista scrisse alcune delle pagine più belle della sua storia olimpica. Nomi indimenticati, da Sante Gaiardoni a Franco Testa, recentemente scomparso, vittorie memorabili su una pista, fatta con legno arrivato dal Camerun, che visse i suoi momenti d'oro negli anni Sessanta, per poi avviarsi a un lento e inesorabile declino, fino alla demolizione del 2008. Per ora, è poco più di una suggestione, un progetto che cerca finanziatori, ma ha già trovato numerosi sostenitori, tra le istituzioni politiche e quelle sportive, e ora sarà sottoposto alla valutazione di Ente Eur Spa, proprietario dell'area. Presentato nell'aula consigliare del IX Municipio di Roma, alla presenza, tra gli altri, della vicepresidente della Commissione Cultura della Camera Valentina Grippo e del vicepresidente del Coni Marco Di Paola, il progetto EOS (Euromnisport), a cura di un comitato promotore di cui fanno parte anche Federciclismo, Fidal e Fispes, prevede la realizzazione all'interno di un parco pubblico di un impianto polivalente, ma destinato principalmente a ciclismo (con una pista di 250 metri) e atletica indoor (200), una capienza variabile tra 5 e 13mila spettatori, un costo di circa 35 milioni di euro, destinato a ospitare grandi eventi internazionali, preparazione di alto livello ma anche attività amatoriale. "Un progetto ambizioso e coraggioso, il cui valore può andare ben oltre i confini di Roma: diventerebbe, di fatto, il secondo velodromo in Italia", le parole del vice presidente del Coni Marco Di Paola. "Per noi sarebbe un sogno che si realizza, non esiste una capitale europea che non abbia un velodromo al coperto di questo livello, Roma lo merita - le parole del presidente della Federciclismo Cordiano Dagnoni -. Abbiamo tanti campioni su pista, eppure un solo impianto, a Montichiari, che usiamo peraltro a mezzo servizio. Avere un impianto di queste dimensioni a Roma sarebbe strategico, per l'alto livello e l'attività di base. L'esempio virtuoso è Londra, che da quando ha avuto l'assegnazione dei Giochi del 2012 ha investito sull'impiantistica, costruendo cinque velodromi, e in questo modo creando campioni, non solo su pista, ma anche su strada".