Su CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto il Presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre. Di seguito le sue parole: "Sull’impossibilità di ricandidarsi per un terzo mandato del Presidente Vincenzo De Luca dobbiamo aspettare le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionali che non sono facili. Le regioni con uno statuto speciale hanno una forza di legge particolare dettata dalla Costituzione quindi non si può fare confronto con loro. Il punto è che la Corte Costituzionale deve individuare un principio fondamentale nell’ordinamento italiano con cui la legge sul terzo mandato andrebbe in contrasto. Ci vuole un principio che supporti il limite che è stabilito da una legge nazionale. Dobbiamo sapere quali sono i motivi della sentenza della Corte Costituzionale. Si possono individuare delle possibili alternative di principio: la principale è quella che, come accadeva ad Atene ai tempi della Grecia Antica, i mandati devono durare pochissimo poiché c’è il rischio che ci possa essere un avvicendamento delle persone al comando del paese. Oppure, ci sono varie questioni che devono essere poste all’attenzione della Corte Costituzionale. Siamo così sicuri che la democrazia richiede un avvicendamento così rapido delle personalità politiche ai posti di comando? O per democrazia si intende quella forma di organizzazione politica che obbedisca al volere del popolo? Questi sono i problemi che dovrà affrontare la motivazione della Corte che non sono ancora note. L’importante è che si trovi un principio e vediamo quale sarà il principio che è stato individuato dalla Corte Costituzionale. Nell’esperienza storica abbiamo avuto ambedue le possibilità. Dobbiamo capire cosa intenda per democrazia la Corte Costituzionale. Devo ammettere, però, che qualche perplessità sul fatto che il breve mandato è l’unico coerente con la democrazia è dura. Ci saranno altri motivi che mi sfuggono in questo momento. Finora la Corte ha fatto solo un comunicato quindi non possiamo sapere qual è il dispositivo che ha utilizzato. Anche se il caso riguarda direttamente la Regione Campania, la Corte Costituzionale potrebbe usare uno strumento processuale che si chiama l’“invalidità consequenziale” che vorrebbe dire annullare anche le norme che sono identiche a queste anche in altre regioni. Non so dire se si tratti di un ricorso in via principale o in via accidentale, ovvero non so come questa questione sia arrivata sotto gli occhi della Corte Costituzionale. Se c’è stato un ricorso da parte del Governo italiano alla legge regionale allora si tratta di un ricorso in via principale e la Corte Costituzionale potrebbe applicarla sempre l’invalidità consequenziale anche se questo è un giudizio tra le parti poiché non si tratta di conflitto di attribuzioni che riguarda un singolo caso, ma colpisce la singola legge. Quindi la Corte Costituzionale può usare lo strumento dell’invalidità consequenziale e se non lo usa emergono delle perplessità. La legge vale per i presidenti di Regione laddove il Presidente viene eletto direttamente. Vi ripeto: dobbiamo aspettare le motivazioni della Corte! Se viene assunto come un principio generale di tutto l’ordinamento, lo si pone per tutte le cariche. Perché un deputato può essere eletto cinque volte di seguito e un Presidente no? Vedo una motivazione in salita. I giudici sono bravi e sono degli scalatori ma la motivazione deve risolvere una serie di problemi del nostro ordinamento. Vincenzo De Luca? Una persona di una simpatia unica".
di Napoli Magazine
10/04/2025 - 18:15
Su CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto il Presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre. Di seguito le sue parole: "Sull’impossibilità di ricandidarsi per un terzo mandato del Presidente Vincenzo De Luca dobbiamo aspettare le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionali che non sono facili. Le regioni con uno statuto speciale hanno una forza di legge particolare dettata dalla Costituzione quindi non si può fare confronto con loro. Il punto è che la Corte Costituzionale deve individuare un principio fondamentale nell’ordinamento italiano con cui la legge sul terzo mandato andrebbe in contrasto. Ci vuole un principio che supporti il limite che è stabilito da una legge nazionale. Dobbiamo sapere quali sono i motivi della sentenza della Corte Costituzionale. Si possono individuare delle possibili alternative di principio: la principale è quella che, come accadeva ad Atene ai tempi della Grecia Antica, i mandati devono durare pochissimo poiché c’è il rischio che ci possa essere un avvicendamento delle persone al comando del paese. Oppure, ci sono varie questioni che devono essere poste all’attenzione della Corte Costituzionale. Siamo così sicuri che la democrazia richiede un avvicendamento così rapido delle personalità politiche ai posti di comando? O per democrazia si intende quella forma di organizzazione politica che obbedisca al volere del popolo? Questi sono i problemi che dovrà affrontare la motivazione della Corte che non sono ancora note. L’importante è che si trovi un principio e vediamo quale sarà il principio che è stato individuato dalla Corte Costituzionale. Nell’esperienza storica abbiamo avuto ambedue le possibilità. Dobbiamo capire cosa intenda per democrazia la Corte Costituzionale. Devo ammettere, però, che qualche perplessità sul fatto che il breve mandato è l’unico coerente con la democrazia è dura. Ci saranno altri motivi che mi sfuggono in questo momento. Finora la Corte ha fatto solo un comunicato quindi non possiamo sapere qual è il dispositivo che ha utilizzato. Anche se il caso riguarda direttamente la Regione Campania, la Corte Costituzionale potrebbe usare uno strumento processuale che si chiama l’“invalidità consequenziale” che vorrebbe dire annullare anche le norme che sono identiche a queste anche in altre regioni. Non so dire se si tratti di un ricorso in via principale o in via accidentale, ovvero non so come questa questione sia arrivata sotto gli occhi della Corte Costituzionale. Se c’è stato un ricorso da parte del Governo italiano alla legge regionale allora si tratta di un ricorso in via principale e la Corte Costituzionale potrebbe applicarla sempre l’invalidità consequenziale anche se questo è un giudizio tra le parti poiché non si tratta di conflitto di attribuzioni che riguarda un singolo caso, ma colpisce la singola legge. Quindi la Corte Costituzionale può usare lo strumento dell’invalidità consequenziale e se non lo usa emergono delle perplessità. La legge vale per i presidenti di Regione laddove il Presidente viene eletto direttamente. Vi ripeto: dobbiamo aspettare le motivazioni della Corte! Se viene assunto come un principio generale di tutto l’ordinamento, lo si pone per tutte le cariche. Perché un deputato può essere eletto cinque volte di seguito e un Presidente no? Vedo una motivazione in salita. I giudici sono bravi e sono degli scalatori ma la motivazione deve risolvere una serie di problemi del nostro ordinamento. Vincenzo De Luca? Una persona di una simpatia unica".