Su Radio CRC, nel corso della trasmissione “In ritiro con te Ag4in”, è intervenuto il Parroco della Chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, Gabriel Romanelli: "Giovedì mattina verso le 10 di mattina abbiamo subito l’attacco da parte dell’esercito israeliano. L’attacco è avvenuto in un modo così semplice e così terribile. Già da giorni le attività militari si erano intensificate e abbiamo dovuto metterci al riparo per prevenire eventi come quello che è accaduto. La nostra chiesa è stata colpita, il fronte è andato distrutto e quindici persone sono rimaste ferite, tra cui tre sono decedute mentre due sono ancora ferite gravemente. Io adesso sto bene, per fortuna non ho subito nulla di grave. Una scheggia mi è entrata sulla gamba e un’altra sui fianchi, ma sono stato medicato e ora sto bene. Il nostro paese è abitato da circa 500 abitanti. La nostra è una parrocchia piccolissima e qui ci sono anche una scuola elementare e una scuola media. Tenere rinchiuse tante persone dentro le aule è impossibile. Le persone vogliono uscire, giocare e parlare e io stesso ho sentito il bisogno di uscire. La situazione è complicata. Tutti parlano di tregua, ma la guerra continua e non si fa nulla per fermarla. La cosa peggiore è che nella striscia di Gaza mancano cibo e medicinali. Qualcuno per la disperazione prova anche a rubare e decine di persone vengono uccise per questo. Alcuni persone muoiono senza avere nulla. Abito in Medio Oriente da 30 anni e in questa città ci vivo da sei anni poiché sono il parroco. Ho visto tutti gli eventi dal 7 ottobre fino ad oggi. Quando tutto è iniziato ero a Betlemme per prendere dei medicinali ad una nostra sorella. La frontiera fu chiusa e ho chiesto di entrare e dopo che sono entrato non sono più uscito. Genocidio? È ingiustificabile. Oggi parliamo di almeno 59.000 vittime dei quali circa 17.000 sono i bambini che sono uccisi a Gaza e 140.000 sono le persone ferite tra cui molte persone che non vanno neanche in ospedale. La Comunità Internazionale sembra che non capisca niente, io faccio solo il prete e cerco di fare solo la mia missione spirituale in nome di Cristo per tutte le persone che sono qui. Le persone che si occupano di stabilire le leggi internazionali, dove sono? Io non faccio analisi, faccio il prete, la storia ci giudicherà per questo!".
di Napoli Magazine
22/07/2025 - 17:00
Su Radio CRC, nel corso della trasmissione “In ritiro con te Ag4in”, è intervenuto il Parroco della Chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, Gabriel Romanelli: "Giovedì mattina verso le 10 di mattina abbiamo subito l’attacco da parte dell’esercito israeliano. L’attacco è avvenuto in un modo così semplice e così terribile. Già da giorni le attività militari si erano intensificate e abbiamo dovuto metterci al riparo per prevenire eventi come quello che è accaduto. La nostra chiesa è stata colpita, il fronte è andato distrutto e quindici persone sono rimaste ferite, tra cui tre sono decedute mentre due sono ancora ferite gravemente. Io adesso sto bene, per fortuna non ho subito nulla di grave. Una scheggia mi è entrata sulla gamba e un’altra sui fianchi, ma sono stato medicato e ora sto bene. Il nostro paese è abitato da circa 500 abitanti. La nostra è una parrocchia piccolissima e qui ci sono anche una scuola elementare e una scuola media. Tenere rinchiuse tante persone dentro le aule è impossibile. Le persone vogliono uscire, giocare e parlare e io stesso ho sentito il bisogno di uscire. La situazione è complicata. Tutti parlano di tregua, ma la guerra continua e non si fa nulla per fermarla. La cosa peggiore è che nella striscia di Gaza mancano cibo e medicinali. Qualcuno per la disperazione prova anche a rubare e decine di persone vengono uccise per questo. Alcuni persone muoiono senza avere nulla. Abito in Medio Oriente da 30 anni e in questa città ci vivo da sei anni poiché sono il parroco. Ho visto tutti gli eventi dal 7 ottobre fino ad oggi. Quando tutto è iniziato ero a Betlemme per prendere dei medicinali ad una nostra sorella. La frontiera fu chiusa e ho chiesto di entrare e dopo che sono entrato non sono più uscito. Genocidio? È ingiustificabile. Oggi parliamo di almeno 59.000 vittime dei quali circa 17.000 sono i bambini che sono uccisi a Gaza e 140.000 sono le persone ferite tra cui molte persone che non vanno neanche in ospedale. La Comunità Internazionale sembra che non capisca niente, io faccio solo il prete e cerco di fare solo la mia missione spirituale in nome di Cristo per tutte le persone che sono qui. Le persone che si occupano di stabilire le leggi internazionali, dove sono? Io non faccio analisi, faccio il prete, la storia ci giudicherà per questo!".