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LEGAMBIENTE - Il 2025 è “nero” per molte città campane, emergenza Pm10 a Napoli e Provincia
30.12.2025 14:32 di Napoli Magazine
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Un 2025 “grigio” per le città campane per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico. Sono 8 le città campane, a non rispettare il limite previsto per il PM10 di 35 giorni con una concentrazione media giornaliera inferiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc). Nel dettaglio nel 2025( dati si riferiscono al 28 dicembre), itesta alla classifica delle città fuorilegge secondo la normativa vigente c’è Acerra, con 90 giorni di sforamento registrati nella centralina posizionata nella zona industriale (a cui si aggiunge anche il dato dei 69 giorni rilevato dalla centralina di Scuola Caporale), seguita da San Vitaliano ( Scuola Marconi) con 82; Casoria con 70 giorni  e Napoli (Ospedale Pellegrini) con 64 giorni( anche nella Centralina di Via Argine sono stati registrati 45 sforamenti) e Teverola  con 62 giorni Sopra i 35 giorni troviamo anche Maddaloni con 42 giorni, e   Aversa (Scuola Cirillo) con 52  giorni e San Felice al Cancello con 45 giorni.

La lotta allo smog è ancora in salita secondo il report di Legambiente che ha analizzato i dati del 2025 nelle città campane per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili PM10 secondo   i dati delle centraline dell'Arpac fino al 28 dicembre 2025. Va ricordato che i giorni di superamento del PM10 sono considerati dei momenti di “picco”, delle fasi acute di inquinamento che servono come campanello di allarme per le amministrazioni per prendere provvedimenti urgenti e immediati a tutela della salute; ma sono soprattutto il parametro di riferimento che maggiormente risente delle condizioni meteorologiche - favorevoli o avverse che siano – e che non sempre rappresenta il miglioramento o peggioramento di una situazione.

Come si evince dai dati l’emergenza Mal’aria si concentra quasi totalmente a Napoli e in provincia di Napoli nell’area del nolano. Codice “rosso” per Acerra zona industriale dove in media ogni 4 giorni, nel 2025 si registra un sforamento di Pm10. Se analizziamo i dati del Pm10 del 2023 con quelli del 2025, registriamo nella maggior parte delle città fuorilegge un aumento dei giorni di sforamenti da percentuale drammaticaCasoria regista rispetto al 2023, un incremento del 105% dei giorni di sforamento (erano solo 34gg), seguita da Napoli centralina Ospedale Pellegrini dove l'incremento dei giorni di sforamento nel 2025 rispetto al 2023 risulta pari 83%(erano 35 gg nel 2023). Incrementi record anche San Felice Cancello(+73%), e Maddaloni (+75%).  Pm10 alle stelle  anche per la centralina di Via Argine a Napoli dove si passa dai 29gg di sforamento del 2023 ai 45 del 2025. Da registrare anche i netti miglioramenti per la centralina di Volla che nel 2023 risultava fuorilegge con 56gg di sforamento che sono diventati solo 28 nel 2025.

“Ancora una volta l’obiettivo di avere un’aria pulita in molti dei centri urbani della nostra regione rimane un miraggio, come dimostra la fotografia scattata per il 2025, dichiara Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania.  Eppure, le fonti sono note così come sono disponibili e conosciute le azioni e le misure di riduzione delle emissioni, ma continuiamo a registrare ancora forti e ingiustificati ritardi nel promuovere soluzioni trasversali. Serve quindi un cambiamento radicale, attuando misure strutturali ed integrate, capaci di impattare efficacemente sulle diverse fonti di smog, dal riscaldamento degli edifici, dall'industria all'agricoltura e la zootecnia fino alla mobilità con investimenti sul trasporto pubblico.  Per questi motivi, da qui ai prossimi anni, per accelerare la transizione ecologica sarà centrale adottare misure che puntino davvero sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, di condivisione ripensando anche gli spazi urbani Prioritario - conclude la direttrice di Legambiente Campania - è investire su uno svecchiamento del parco autobus, puntando su un trasporto pubblico locale moderno, treni per pendolari e mobilità alternativa, senza dimenticare la riqualificazione energetica degli edifici, garantendo così una riduzione nelle emissioni dagli impianti di riscaldamento domestici.”

 

Con i dati di Mal’Aria, Legambiente lancia con il focus sulla transport poverty, un fenomeno in forte crescita che trasforma la mobilità dà diritto a fattore di esclusione sociale ed economica. La condizione viene misurata attraverso il peso della spesa per i trasporti sul bilancio familiare: secondo un report della Commissione europea, superare il 6% indica una situazione di vulnerabilità. In Italia la spesa media arriva al 10,8% del budget mensile delle famiglie, ben oltre la soglia europea.  Secondo il focus,  Napoli risulta la città più colpita da una condizione di precarietà nella mobilità con i cittadini che non sempre riesce a spostarsi  e per questo hanno dovuto rinunciare ad opportunità di lavoro (34%), di visite mediche (29%) o spostamenti per piacere e relazioni (26%) e di studio (19%). Le cause della situazione di precarietà fotografata dall’Osservatorio di stili di mobilità sono soprattutto l’assenza di alternative all’uso dell’auto privata a causa della distanza dai servizi essenziali come le strutture scolastiche e mediche nelle vicinanze, così come le carenze dei trasporti pubblici, come la mancanza di fermate con orari poco convenienti e l’assenza di servizi di sharing. Tra tutti i tipi di precarietà analizzati, Tra tutti i tipi di precarietà analizzati, tra le città monitorate(Milano, Roma, Torino e Bologna),  Napoli registra il dato più alto e   che preoccupa maggiormente e riguarda il 12% delle persone in condizione di estrema mobility poverty, ossia coloro che non hanno mezzi pubblici o in condivisione di prossimità, né la possibilità di acquistare un’auto in famiglia. Ma si trovano in condizioni di precarietà – se pur meno estreme – i cittadini napoletani intervistati che denunciano un elevato costo del carburante rispetto al reddito (5%), coloro che lamentano l’assenza di alternative all’auto privata e/o l’impossibilità di cambiare il mezzo obsoleto (7%) e, infine, coloro che evidenziano elevati costi dovuti alla necessità di percorrere in auto elevate percorrenze quotidiane (11%).

 

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LEGAMBIENTE - Il 2025 è “nero” per molte città campane, emergenza Pm10 a Napoli e Provincia

di Napoli Magazine

30/12/2025 - 14:32

Un 2025 “grigio” per le città campane per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico. Sono 8 le città campane, a non rispettare il limite previsto per il PM10 di 35 giorni con una concentrazione media giornaliera inferiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc). Nel dettaglio nel 2025( dati si riferiscono al 28 dicembre), itesta alla classifica delle città fuorilegge secondo la normativa vigente c’è Acerra, con 90 giorni di sforamento registrati nella centralina posizionata nella zona industriale (a cui si aggiunge anche il dato dei 69 giorni rilevato dalla centralina di Scuola Caporale), seguita da San Vitaliano ( Scuola Marconi) con 82; Casoria con 70 giorni  e Napoli (Ospedale Pellegrini) con 64 giorni( anche nella Centralina di Via Argine sono stati registrati 45 sforamenti) e Teverola  con 62 giorni Sopra i 35 giorni troviamo anche Maddaloni con 42 giorni, e   Aversa (Scuola Cirillo) con 52  giorni e San Felice al Cancello con 45 giorni.

La lotta allo smog è ancora in salita secondo il report di Legambiente che ha analizzato i dati del 2025 nelle città campane per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili PM10 secondo   i dati delle centraline dell'Arpac fino al 28 dicembre 2025. Va ricordato che i giorni di superamento del PM10 sono considerati dei momenti di “picco”, delle fasi acute di inquinamento che servono come campanello di allarme per le amministrazioni per prendere provvedimenti urgenti e immediati a tutela della salute; ma sono soprattutto il parametro di riferimento che maggiormente risente delle condizioni meteorologiche - favorevoli o avverse che siano – e che non sempre rappresenta il miglioramento o peggioramento di una situazione.

Come si evince dai dati l’emergenza Mal’aria si concentra quasi totalmente a Napoli e in provincia di Napoli nell’area del nolano. Codice “rosso” per Acerra zona industriale dove in media ogni 4 giorni, nel 2025 si registra un sforamento di Pm10. Se analizziamo i dati del Pm10 del 2023 con quelli del 2025, registriamo nella maggior parte delle città fuorilegge un aumento dei giorni di sforamenti da percentuale drammaticaCasoria regista rispetto al 2023, un incremento del 105% dei giorni di sforamento (erano solo 34gg), seguita da Napoli centralina Ospedale Pellegrini dove l'incremento dei giorni di sforamento nel 2025 rispetto al 2023 risulta pari 83%(erano 35 gg nel 2023). Incrementi record anche San Felice Cancello(+73%), e Maddaloni (+75%).  Pm10 alle stelle  anche per la centralina di Via Argine a Napoli dove si passa dai 29gg di sforamento del 2023 ai 45 del 2025. Da registrare anche i netti miglioramenti per la centralina di Volla che nel 2023 risultava fuorilegge con 56gg di sforamento che sono diventati solo 28 nel 2025.

“Ancora una volta l’obiettivo di avere un’aria pulita in molti dei centri urbani della nostra regione rimane un miraggio, come dimostra la fotografia scattata per il 2025, dichiara Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania.  Eppure, le fonti sono note così come sono disponibili e conosciute le azioni e le misure di riduzione delle emissioni, ma continuiamo a registrare ancora forti e ingiustificati ritardi nel promuovere soluzioni trasversali. Serve quindi un cambiamento radicale, attuando misure strutturali ed integrate, capaci di impattare efficacemente sulle diverse fonti di smog, dal riscaldamento degli edifici, dall'industria all'agricoltura e la zootecnia fino alla mobilità con investimenti sul trasporto pubblico.  Per questi motivi, da qui ai prossimi anni, per accelerare la transizione ecologica sarà centrale adottare misure che puntino davvero sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, di condivisione ripensando anche gli spazi urbani Prioritario - conclude la direttrice di Legambiente Campania - è investire su uno svecchiamento del parco autobus, puntando su un trasporto pubblico locale moderno, treni per pendolari e mobilità alternativa, senza dimenticare la riqualificazione energetica degli edifici, garantendo così una riduzione nelle emissioni dagli impianti di riscaldamento domestici.”

 

Con i dati di Mal’Aria, Legambiente lancia con il focus sulla transport poverty, un fenomeno in forte crescita che trasforma la mobilità dà diritto a fattore di esclusione sociale ed economica. La condizione viene misurata attraverso il peso della spesa per i trasporti sul bilancio familiare: secondo un report della Commissione europea, superare il 6% indica una situazione di vulnerabilità. In Italia la spesa media arriva al 10,8% del budget mensile delle famiglie, ben oltre la soglia europea.  Secondo il focus,  Napoli risulta la città più colpita da una condizione di precarietà nella mobilità con i cittadini che non sempre riesce a spostarsi  e per questo hanno dovuto rinunciare ad opportunità di lavoro (34%), di visite mediche (29%) o spostamenti per piacere e relazioni (26%) e di studio (19%). Le cause della situazione di precarietà fotografata dall’Osservatorio di stili di mobilità sono soprattutto l’assenza di alternative all’uso dell’auto privata a causa della distanza dai servizi essenziali come le strutture scolastiche e mediche nelle vicinanze, così come le carenze dei trasporti pubblici, come la mancanza di fermate con orari poco convenienti e l’assenza di servizi di sharing. Tra tutti i tipi di precarietà analizzati, Tra tutti i tipi di precarietà analizzati, tra le città monitorate(Milano, Roma, Torino e Bologna),  Napoli registra il dato più alto e   che preoccupa maggiormente e riguarda il 12% delle persone in condizione di estrema mobility poverty, ossia coloro che non hanno mezzi pubblici o in condivisione di prossimità, né la possibilità di acquistare un’auto in famiglia. Ma si trovano in condizioni di precarietà – se pur meno estreme – i cittadini napoletani intervistati che denunciano un elevato costo del carburante rispetto al reddito (5%), coloro che lamentano l’assenza di alternative all’auto privata e/o l’impossibilità di cambiare il mezzo obsoleto (7%) e, infine, coloro che evidenziano elevati costi dovuti alla necessità di percorrere in auto elevate percorrenze quotidiane (11%).