Calcio
IL PENSIERO - Minervini: "Napoli, oltre a De Bruyne ci saranno anche operazioni in prospettiva"
05.06.2025 11:36 di Napoli Magazine

A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Arturo Minervini, conduttore di 16Napoli su 8 Channel.

Secondo lei, come sta vivendo questo periodo un tifoso del Napoli? 

“La quiete dopo la tempesta. Una lunga tempesta. Adesso ci si rilassa un po’, ma siamo già pronti a ripartire. Il calciomercato, al di là di quanto detto da De Laurentiis — che ha parlato di un mese di attesa — in realtà si muoverà eccome in queste settimane".

Quali sono le operazioni che potrebbero concretizzarsi da qui a un mese? 

“Il Napoli vorrà sicuramente chiudere per De Bruyne. Vuole far vedere ai tifosi che è una trattativa seria, e che il giocatore farà presto le visite mediche, magari già dopo gli impegni con la Nazionale. Sarebbe un segnale fortissimo, un catalizzatore per altre operazioni. Perché è chiaro che altri calciatori vedrebbero un Napoli ambizioso, una squadra che punta allo Scudetto e a una grande Champions League. Oltre a De Bruyne, ci saranno operazioni in prospettiva, come il nome di Bonny del Parma, molto caldo per l’attacco. Conte vuole un attaccante con caratteristiche simili a Lukaku, e Boniface può ricalcarne le orme. Poi credo che il Napoli andrà su almeno due esterni d’attacco: Chiesa è un nome da tenere d’occhio, e l’altro potrebbe essere Ndoye".

In sintesi, il Napoli continuerà a operare in maniera ambiziosa ma oculata. De Laurentiis ha parlato di una linea economica sostenibile, coerente con la politica societaria. Lei cosa ne pensa? 

“È così, ma sta cambiando qualcosa. L’operazione De Bruyne rappresenta una novità assoluta per il Napoli. Si tratta di un top player, che arriva a parametro zero ma con un ingaggio altissimo. Non si era mai fatto nulla del genere prima. È il segnale che si vuole alzare l’asticella, pur mantenendo la sostenibilità economica che ha reso il Napoli uno dei club più solidi d’Italia. Oggi il Napoli è il club con la maggiore capacità di spesa in Serie A, ed è giusto ribadirlo. Mi fanno sorridere le narrazioni su Inzaghi e l’Inter: nessuno ha il coraggio di dire che Inzaghi è andato via perché non potevano garantirgli il mercato che chiedeva. Conte, invece, è rimasto a Napoli perché ha ricevuto tutte le garanzie. Questo è il momento più alto della SSC Napoli dal 1926. Non è mai stato così forte, ambizioso, potente e ricco".

A proposito di Inzaghi: è stato il primo top coach a scegliere l’Arabia Saudita. Secondo lei ha dato più lui all'Inter o viceversa? 

“Guarda, mi ha fatto ridere la narrazione su Inzaghi come l’ingegnere dell’Inter. Ha vinto uno Scudetto in quattro anni con una rosa fortissima. E allora il Napoli, con i due Scudetti in tre anni? Inzaghi è un buon allenatore, un bravo gestore, ma ha dei limiti. Quest’anno ha fatto scelte scellerate. Penso sempre a quella sfida di Champions con il Napoli: la squadra stava giocando bene, creando occasioni, e lui toglie Bastoni al 60’ per fare i suoi soliti cambi programmatici. Alla fine il Napoli pareggia, e lì si è deciso lo Scudetto".

C’è molta attenzione anche sul futuro di Amir Rrahmani. Secondo lei andrà via? E in caso affermativo, su chi potrebbe puntare il Napoli? 

“Secondo me resta. Conte lo vuole, ha capito il suo valore assoluto. Ne abbiamo parlato anche durante la stagione: ha fatto 38 partite su 38 in campionato, sbagliando solo un retropassaggio (a Como). È stato sottovalutato nei racconti, ma ha garantito affidabilità totale. Io lo terrei e gli riconoscerei un aumento, anche perché trovare difensori così affidabili è difficile. In più, i difensori hanno carriere più longeve. Rrahmani ha ancora 3-4 anni ad altissimo livello. Poi, certo, incide anche la volontà del ragazzo. Se arrivano gli arabi con un’offerta da 20 milioni l’anno, tutto cambia. Però bisogna stare attenti: basti pensare al caso Gabri Veiga. Due anni fa ha detto no al Napoli per andare in Arabia, ha guadagnato tanto, ma ha perso due anni importanti. Ora deve praticamente ripartire da zero. Per un calciatore ambizioso, due anni possono essere un’eternità".

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IL PENSIERO - Minervini: "Napoli, oltre a De Bruyne ci saranno anche operazioni in prospettiva"

di Napoli Magazine

05/06/2025 - 11:36

A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Arturo Minervini, conduttore di 16Napoli su 8 Channel.

Secondo lei, come sta vivendo questo periodo un tifoso del Napoli? 

“La quiete dopo la tempesta. Una lunga tempesta. Adesso ci si rilassa un po’, ma siamo già pronti a ripartire. Il calciomercato, al di là di quanto detto da De Laurentiis — che ha parlato di un mese di attesa — in realtà si muoverà eccome in queste settimane".

Quali sono le operazioni che potrebbero concretizzarsi da qui a un mese? 

“Il Napoli vorrà sicuramente chiudere per De Bruyne. Vuole far vedere ai tifosi che è una trattativa seria, e che il giocatore farà presto le visite mediche, magari già dopo gli impegni con la Nazionale. Sarebbe un segnale fortissimo, un catalizzatore per altre operazioni. Perché è chiaro che altri calciatori vedrebbero un Napoli ambizioso, una squadra che punta allo Scudetto e a una grande Champions League. Oltre a De Bruyne, ci saranno operazioni in prospettiva, come il nome di Bonny del Parma, molto caldo per l’attacco. Conte vuole un attaccante con caratteristiche simili a Lukaku, e Boniface può ricalcarne le orme. Poi credo che il Napoli andrà su almeno due esterni d’attacco: Chiesa è un nome da tenere d’occhio, e l’altro potrebbe essere Ndoye".

In sintesi, il Napoli continuerà a operare in maniera ambiziosa ma oculata. De Laurentiis ha parlato di una linea economica sostenibile, coerente con la politica societaria. Lei cosa ne pensa? 

“È così, ma sta cambiando qualcosa. L’operazione De Bruyne rappresenta una novità assoluta per il Napoli. Si tratta di un top player, che arriva a parametro zero ma con un ingaggio altissimo. Non si era mai fatto nulla del genere prima. È il segnale che si vuole alzare l’asticella, pur mantenendo la sostenibilità economica che ha reso il Napoli uno dei club più solidi d’Italia. Oggi il Napoli è il club con la maggiore capacità di spesa in Serie A, ed è giusto ribadirlo. Mi fanno sorridere le narrazioni su Inzaghi e l’Inter: nessuno ha il coraggio di dire che Inzaghi è andato via perché non potevano garantirgli il mercato che chiedeva. Conte, invece, è rimasto a Napoli perché ha ricevuto tutte le garanzie. Questo è il momento più alto della SSC Napoli dal 1926. Non è mai stato così forte, ambizioso, potente e ricco".

A proposito di Inzaghi: è stato il primo top coach a scegliere l’Arabia Saudita. Secondo lei ha dato più lui all'Inter o viceversa? 

“Guarda, mi ha fatto ridere la narrazione su Inzaghi come l’ingegnere dell’Inter. Ha vinto uno Scudetto in quattro anni con una rosa fortissima. E allora il Napoli, con i due Scudetti in tre anni? Inzaghi è un buon allenatore, un bravo gestore, ma ha dei limiti. Quest’anno ha fatto scelte scellerate. Penso sempre a quella sfida di Champions con il Napoli: la squadra stava giocando bene, creando occasioni, e lui toglie Bastoni al 60’ per fare i suoi soliti cambi programmatici. Alla fine il Napoli pareggia, e lì si è deciso lo Scudetto".

C’è molta attenzione anche sul futuro di Amir Rrahmani. Secondo lei andrà via? E in caso affermativo, su chi potrebbe puntare il Napoli? 

“Secondo me resta. Conte lo vuole, ha capito il suo valore assoluto. Ne abbiamo parlato anche durante la stagione: ha fatto 38 partite su 38 in campionato, sbagliando solo un retropassaggio (a Como). È stato sottovalutato nei racconti, ma ha garantito affidabilità totale. Io lo terrei e gli riconoscerei un aumento, anche perché trovare difensori così affidabili è difficile. In più, i difensori hanno carriere più longeve. Rrahmani ha ancora 3-4 anni ad altissimo livello. Poi, certo, incide anche la volontà del ragazzo. Se arrivano gli arabi con un’offerta da 20 milioni l’anno, tutto cambia. Però bisogna stare attenti: basti pensare al caso Gabri Veiga. Due anni fa ha detto no al Napoli per andare in Arabia, ha guadagnato tanto, ma ha perso due anni importanti. Ora deve praticamente ripartire da zero. Per un calciatore ambizioso, due anni possono essere un’eternità".