Calcio
L'OPINIONE - Anellucci: "De Bruyne-Napoli? Punterei su calciatori più giovani"
10.06.2025 12:28 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente Fifa.

In Italia si continuano a cambiare commissari tecnici e anche calciatori convocati. Quand’è che, secondo lei, si inizierà a cambiare la dirigenza del calcio? 

“Io, purtroppo, per aver detto quello che pensavo sulla Figc, sono stato licenziato da un club. Lo ricordi bene. Ho solo detto che, secondo me, i danni che stava facendo il presidente federale erano sotto gli occhi di tutti. E continua a farli. Continuo a ripeterlo: è una cosa imbarazzante. Tutto questo è imbarazzante. Se in un’azienda privata un dirigente non porta risultati, una volta cambiati i responsabili, prima o poi arriva il momento di rivolgere critiche alla dirigenza. Perché nel calcio italiano non accade? Siamo di fronte a un’enorme distorsione di base. È una situazione allucinante. Stiamo assistendo a qualcosa di grave. Non ho una visione completamente catastrofica, ma se dovesse succedere per la terza volta che l’Italia non vada ai Mondiali, sarebbe un tracollo non solo per la Nazionale, ma per tutto il sistema calcistico. E torno a dire: forse è una delle poche volte in cui mi trovo d’accordo con il presidente Lotito, che nei giorni scorsi ha fatto delle dichiarazioni molto forti. Ma la verità è che chi prende le decisioni, è anche al comando, dunque: chi controlla il controllore? Sono sempre loro a scrivere le regole e poi a farsele rispettare da soli. Così non va bene".

A proposito di Lotito, le chiedo: la convince la scelta della Lazio di chiudere il progetto con Baroni dopo solo un anno e tornare a Sarri? 

“Una scelta equilibrata, direbbe qualcuno… per me è una scelta paracula, sinceramente. Perché se Baroni avesse centrato due risultati, la Lazio sarebbe andata in Europa. Allora che significa? Che il progetto era giusto? Il progetto giovani… pensa che il miglior ‘giovane’ era Pedro, che ha 38 anni! Un progetto totalmente fallimentare. Il mercato di dicembre è stato inutile: gli acquisti non sono mai stati messi nelle condizioni di giocare. Baroni avrà pure commesso i suoi errori, come tutti, ma non si può attribuire un fallimento a una singola partita o a un singolo risultato. Ad agosto si diceva che la Lazio doveva salvarsi con 40 punti: Baroni ha fatto un miracolo, e la squadra è arrivata a un passo dall’Europa. Allora, perché mandarlo via? Qual era il vero programma? Se si parla di progetto giovani, devi dare tempo: tre, cinque anni. Devi far crescere i giovani e anche l’allenatore. Ma il problema è sempre quello: il calcio italiano non sa dove vuole andare. Il Barcellona è arrivato in semifinale di Champions con due ragazzi del 2006, due del 2005 e uno del 2004 in campo. Qui in Italia i giovani fanno fatica a giocare anche in Serie B. C’è da riformare tutto".

A proposito di giovani, qualche settimana fa, Le Iene hanno mostrato due servizi in cui, pagando, anche degli sconosciuti potevano essere tesserati da club professionistici. È davvero così drammatica la situazione, o riguarda solo le categorie inferiori? 

“Sono trent’anni che è così. Hanno scoperto l’acqua calda. Il mondo del calcio è questo, se non hai regole chiare. Si parla di sponsorizzazioni, di aziende che finanziano in cambio di tesseramenti, e poi tutto si trasforma in un disastro. Ed è aberrante. Ancora più aberrante è che tutto ciò avvenga da trent’anni sotto gli occhi chiusi di tutti. Tutti sanno. Tutti tacciono. È come dire: ‘Oddio, ho la febbre’… Se ti spogli e ti sdrai sulla neve, poi non sorprenderti. Il problema è che c’è un cortocircuito: le nostre nazionali giovanili sono gioielli, ma quando i ragazzi devono fare il salto dalla Under 21 alla prima squadra, guarda caso, lì chi comanda? Sempre gli stessi. È inutile girarci intorno. È come chiedere a un ragioniere di progettare un grattacielo: non è il suo mestiere. Il problema è che le poltrone sono incollate. E invece dovrebbe contare il merito. Ma quando la politica entra nel calcio, succede questo. Chi lo dice viene attaccato, massacrato, emarginato. Chi alza la voce finisce a casa. Mentre chi resta firma contratti milionari. È sempre stato così. Ricordi Farina? Denunciò le combine, lo premiarono a parole, ma poi non trovò più un club. Fine della storia".

Ieri è arrivata anche una notizia positiva per il calcio italiano: la grande prestazione di Kevin De Bruyne con il Belgio. Questo ragazzo sembra ormai a un passo dal Napoli. Le chiedo: nonostante i suoi 34 anni, può ancora fare la differenza in Serie A? 

“No, secondo me no. Ha passato una stagione e mezza senza giocare. Il campionato italiano, almeno dal punto di vista fisico, è ancora molto competitivo. De Bruyne ha dato il meglio di sé con il Manchester City. Stesso discorso per Modric a 40 anni al Milan. Parliamo di giovani, poi prendiamo giocatori di 40 anni? Per me De Bruyne è stato uno dei più grandi, insieme Modric e Kroos. Ma i periodi finiscono. Gli anni passano per tutti, anche per i campioni. Bisogna puntare su ragazzi di 18, 19, 20 anni, non su gente di 40".

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L'OPINIONE - Anellucci: "De Bruyne-Napoli? Punterei su calciatori più giovani"

di Napoli Magazine

10/06/2025 - 12:28

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente Fifa.

In Italia si continuano a cambiare commissari tecnici e anche calciatori convocati. Quand’è che, secondo lei, si inizierà a cambiare la dirigenza del calcio? 

“Io, purtroppo, per aver detto quello che pensavo sulla Figc, sono stato licenziato da un club. Lo ricordi bene. Ho solo detto che, secondo me, i danni che stava facendo il presidente federale erano sotto gli occhi di tutti. E continua a farli. Continuo a ripeterlo: è una cosa imbarazzante. Tutto questo è imbarazzante. Se in un’azienda privata un dirigente non porta risultati, una volta cambiati i responsabili, prima o poi arriva il momento di rivolgere critiche alla dirigenza. Perché nel calcio italiano non accade? Siamo di fronte a un’enorme distorsione di base. È una situazione allucinante. Stiamo assistendo a qualcosa di grave. Non ho una visione completamente catastrofica, ma se dovesse succedere per la terza volta che l’Italia non vada ai Mondiali, sarebbe un tracollo non solo per la Nazionale, ma per tutto il sistema calcistico. E torno a dire: forse è una delle poche volte in cui mi trovo d’accordo con il presidente Lotito, che nei giorni scorsi ha fatto delle dichiarazioni molto forti. Ma la verità è che chi prende le decisioni, è anche al comando, dunque: chi controlla il controllore? Sono sempre loro a scrivere le regole e poi a farsele rispettare da soli. Così non va bene".

A proposito di Lotito, le chiedo: la convince la scelta della Lazio di chiudere il progetto con Baroni dopo solo un anno e tornare a Sarri? 

“Una scelta equilibrata, direbbe qualcuno… per me è una scelta paracula, sinceramente. Perché se Baroni avesse centrato due risultati, la Lazio sarebbe andata in Europa. Allora che significa? Che il progetto era giusto? Il progetto giovani… pensa che il miglior ‘giovane’ era Pedro, che ha 38 anni! Un progetto totalmente fallimentare. Il mercato di dicembre è stato inutile: gli acquisti non sono mai stati messi nelle condizioni di giocare. Baroni avrà pure commesso i suoi errori, come tutti, ma non si può attribuire un fallimento a una singola partita o a un singolo risultato. Ad agosto si diceva che la Lazio doveva salvarsi con 40 punti: Baroni ha fatto un miracolo, e la squadra è arrivata a un passo dall’Europa. Allora, perché mandarlo via? Qual era il vero programma? Se si parla di progetto giovani, devi dare tempo: tre, cinque anni. Devi far crescere i giovani e anche l’allenatore. Ma il problema è sempre quello: il calcio italiano non sa dove vuole andare. Il Barcellona è arrivato in semifinale di Champions con due ragazzi del 2006, due del 2005 e uno del 2004 in campo. Qui in Italia i giovani fanno fatica a giocare anche in Serie B. C’è da riformare tutto".

A proposito di giovani, qualche settimana fa, Le Iene hanno mostrato due servizi in cui, pagando, anche degli sconosciuti potevano essere tesserati da club professionistici. È davvero così drammatica la situazione, o riguarda solo le categorie inferiori? 

“Sono trent’anni che è così. Hanno scoperto l’acqua calda. Il mondo del calcio è questo, se non hai regole chiare. Si parla di sponsorizzazioni, di aziende che finanziano in cambio di tesseramenti, e poi tutto si trasforma in un disastro. Ed è aberrante. Ancora più aberrante è che tutto ciò avvenga da trent’anni sotto gli occhi chiusi di tutti. Tutti sanno. Tutti tacciono. È come dire: ‘Oddio, ho la febbre’… Se ti spogli e ti sdrai sulla neve, poi non sorprenderti. Il problema è che c’è un cortocircuito: le nostre nazionali giovanili sono gioielli, ma quando i ragazzi devono fare il salto dalla Under 21 alla prima squadra, guarda caso, lì chi comanda? Sempre gli stessi. È inutile girarci intorno. È come chiedere a un ragioniere di progettare un grattacielo: non è il suo mestiere. Il problema è che le poltrone sono incollate. E invece dovrebbe contare il merito. Ma quando la politica entra nel calcio, succede questo. Chi lo dice viene attaccato, massacrato, emarginato. Chi alza la voce finisce a casa. Mentre chi resta firma contratti milionari. È sempre stato così. Ricordi Farina? Denunciò le combine, lo premiarono a parole, ma poi non trovò più un club. Fine della storia".

Ieri è arrivata anche una notizia positiva per il calcio italiano: la grande prestazione di Kevin De Bruyne con il Belgio. Questo ragazzo sembra ormai a un passo dal Napoli. Le chiedo: nonostante i suoi 34 anni, può ancora fare la differenza in Serie A? 

“No, secondo me no. Ha passato una stagione e mezza senza giocare. Il campionato italiano, almeno dal punto di vista fisico, è ancora molto competitivo. De Bruyne ha dato il meglio di sé con il Manchester City. Stesso discorso per Modric a 40 anni al Milan. Parliamo di giovani, poi prendiamo giocatori di 40 anni? Per me De Bruyne è stato uno dei più grandi, insieme Modric e Kroos. Ma i periodi finiscono. Gli anni passano per tutti, anche per i campioni. Bisogna puntare su ragazzi di 18, 19, 20 anni, non su gente di 40".