A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Dario Di Gennaro, giornalista Rai. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Dario, c’è l’accesso al Mondiale da conquistare: qual è il piano di fattibilità di questa qualificazione? La Nazionale di Gattuso ha la possibilità di farcela?
“Secondo me sì. Non c’è dubbio che la Nazionale di Gattuso abbia le carte in regola per farlo. La partenza non è stata delle migliori, con la sconfitta alla prima giornata contro la Norvegia, anche se poi abbiamo recuperato con un punteggio modesto contro la Moldavia. Bisogna però mettersi in testa che, rispetto a un tempo, quando l’Italia dominava gran parte dell’Europa, oggi i livelli sono molto più livellati. L’Italia ha perso qualcosa rispetto alla crescita di altre Nazioni, e soprattutto il nostro campionato non fornisce più quel ricambio di calciatori che i CT del passato avevano a disposizione. Inoltre, non avendo partecipato agli ultimi due Mondiali, la graduatoria della Nazionale si è abbassata: ai sorteggi non siamo più in prima fascia, e questo ci costringe a lottare con concorrenti più seri. Detto questo, in un girone a cinque con Norvegia, Israele, Estonia e Moldavia non dovremmo avere particolari problemi. La partenza ad handicap con la Norvegia cambia un po’ le carte in tavola, ma bisogna fare bene, arrivare almeno secondi e sperare di ribaltare lo scontro diretto al ritorno. Haland a parte, i giocatori norvegesi non sarebbero titolari nell’Italia. Resta però pesante il 3-0 subito all’andata. È chiaro, quindi bisogna restare positivi e compatti. Non dimentichiamoci che queste gare sono arrivate a fine stagione lo scorso anno, quando i giocatori erano logorati, e ora sono all’inizio della nuova stagione, con molti che non sono ancora in forma. I calciatori delle grandi squadre fanno preparazioni diverse da quelli delle squadre di seconda e terza fascia. Non è una scusa, ma tra le due partite di giugno e queste, non abbiamo mai visto un’Italia brillante. Anche nelle prossime gare con Estonia e Israele temo che ci saranno critiche e mugugni, perché non vedremo un’Italia scintillante. Quello che conta, secondo me, è essere compatti e concreti, cercando di segnare più gol possibili. Contro Estonia e Israele possiamo farlo, e serve anche per la differenza reti: a parità di punti non conta lo scontro diretto, ma appunto la differenza reti. La Norvegia è a +9, noi siamo a –1, quindi servono vittorie più convincenti".
Passiamo al calciomercato, che si è chiuso da poco. Dario, che cosa l’ha sorpresa di più e cosa le ha colpito maggiormente?
“Mi ha sorpreso la capacità del Napoli e di De Laurentiis di portare i giocatori che Conte voleva. Non so se la trattativa per Juanlu Sanchez sia stata frenata dalla resistenza del Siviglia o da altro, ma il Napoli ha fatto davvero un gran mercato. In negativo, mi ha colpito il Milan, che non è riuscito a prendere il centravanti che cercava, anche se a centrocampo ha inserito nomi importanti e di qualità. La Juventus mi piace per l’acquisto di Openda, un talento che porterà gol e movimento sulle fasce. L’Inter invece non solo ha tenuto i migliori, ma ha anche inserito giovani che possono dare più garanzie rispetto alle alternative della scorsa stagione. L’Atalanta invece segna un po’ il passo: Juric è allievo di Gasperini, ma passare da una certezza come Gasperini ad una scommessa come Juric, guardando anche a quanto fatto nella passata stagione, sembra un’impresa non semplice".
Col mercato bloccato, il vero nuovo acquisto della Lazio è Maurizio: cosa possiamo aspettarci?
“Sì, esatto. Non sarà facile perché la Lazio non ha giocatori ideali per il suo calcio, ma Sarri è uno che, quando ha un’idea, la porta avanti fino in fondo. Se è tornato, oltre all’affetto per la tifoseria, è perché questa è una sfida stimolante: può solo guadagnare in prestigio. Ripetere un settimo posto con una rosa che non è cambiata sarebbe comunque un successo, e la Lazio potrebbe diventare un outsider pericolosa. Dopo un avvio difficile, ha già dimostrato di potersela cavare. L’arma vera sarà proprio Sarri e le sue geometrie".
Qual è, secondo lei, il colpo di mercato che a fine stagione sarà ricordato come decisivo, così come lo scorso anno lo fu McTominay?
“Non è facile dirlo adesso, ma credo che Modric e De Bruyne, al Milan ed al Napoli, possano spostare gli equilibri, sia sul piano del bel gioco che dei risultati. Bisogna vedere come si adatteranno al campionato italiano, che è molto diverso da quelli in cui giocavano: qui ci sono più lotta, sacrificio e furbizie che possono penalizzare giocatori così tecnici. Poi, permettimi di giocare in casa: spero che Ambrosino abbia spazio. Anche se il Napoli ha preso Højlund, questo ragazzo, per quello che ha mostrato sia in Nazionale giovanile sia nei pochi minuti avuti in prima squadra, ha un talento da proteggere e lanciare a tutto tondo. Può diventare un prospetto davvero importante".
di Napoli Magazine
04/09/2025 - 12:33
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Dario Di Gennaro, giornalista Rai. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Dario, c’è l’accesso al Mondiale da conquistare: qual è il piano di fattibilità di questa qualificazione? La Nazionale di Gattuso ha la possibilità di farcela?
“Secondo me sì. Non c’è dubbio che la Nazionale di Gattuso abbia le carte in regola per farlo. La partenza non è stata delle migliori, con la sconfitta alla prima giornata contro la Norvegia, anche se poi abbiamo recuperato con un punteggio modesto contro la Moldavia. Bisogna però mettersi in testa che, rispetto a un tempo, quando l’Italia dominava gran parte dell’Europa, oggi i livelli sono molto più livellati. L’Italia ha perso qualcosa rispetto alla crescita di altre Nazioni, e soprattutto il nostro campionato non fornisce più quel ricambio di calciatori che i CT del passato avevano a disposizione. Inoltre, non avendo partecipato agli ultimi due Mondiali, la graduatoria della Nazionale si è abbassata: ai sorteggi non siamo più in prima fascia, e questo ci costringe a lottare con concorrenti più seri. Detto questo, in un girone a cinque con Norvegia, Israele, Estonia e Moldavia non dovremmo avere particolari problemi. La partenza ad handicap con la Norvegia cambia un po’ le carte in tavola, ma bisogna fare bene, arrivare almeno secondi e sperare di ribaltare lo scontro diretto al ritorno. Haland a parte, i giocatori norvegesi non sarebbero titolari nell’Italia. Resta però pesante il 3-0 subito all’andata. È chiaro, quindi bisogna restare positivi e compatti. Non dimentichiamoci che queste gare sono arrivate a fine stagione lo scorso anno, quando i giocatori erano logorati, e ora sono all’inizio della nuova stagione, con molti che non sono ancora in forma. I calciatori delle grandi squadre fanno preparazioni diverse da quelli delle squadre di seconda e terza fascia. Non è una scusa, ma tra le due partite di giugno e queste, non abbiamo mai visto un’Italia brillante. Anche nelle prossime gare con Estonia e Israele temo che ci saranno critiche e mugugni, perché non vedremo un’Italia scintillante. Quello che conta, secondo me, è essere compatti e concreti, cercando di segnare più gol possibili. Contro Estonia e Israele possiamo farlo, e serve anche per la differenza reti: a parità di punti non conta lo scontro diretto, ma appunto la differenza reti. La Norvegia è a +9, noi siamo a –1, quindi servono vittorie più convincenti".
Passiamo al calciomercato, che si è chiuso da poco. Dario, che cosa l’ha sorpresa di più e cosa le ha colpito maggiormente?
“Mi ha sorpreso la capacità del Napoli e di De Laurentiis di portare i giocatori che Conte voleva. Non so se la trattativa per Juanlu Sanchez sia stata frenata dalla resistenza del Siviglia o da altro, ma il Napoli ha fatto davvero un gran mercato. In negativo, mi ha colpito il Milan, che non è riuscito a prendere il centravanti che cercava, anche se a centrocampo ha inserito nomi importanti e di qualità. La Juventus mi piace per l’acquisto di Openda, un talento che porterà gol e movimento sulle fasce. L’Inter invece non solo ha tenuto i migliori, ma ha anche inserito giovani che possono dare più garanzie rispetto alle alternative della scorsa stagione. L’Atalanta invece segna un po’ il passo: Juric è allievo di Gasperini, ma passare da una certezza come Gasperini ad una scommessa come Juric, guardando anche a quanto fatto nella passata stagione, sembra un’impresa non semplice".
Col mercato bloccato, il vero nuovo acquisto della Lazio è Maurizio: cosa possiamo aspettarci?
“Sì, esatto. Non sarà facile perché la Lazio non ha giocatori ideali per il suo calcio, ma Sarri è uno che, quando ha un’idea, la porta avanti fino in fondo. Se è tornato, oltre all’affetto per la tifoseria, è perché questa è una sfida stimolante: può solo guadagnare in prestigio. Ripetere un settimo posto con una rosa che non è cambiata sarebbe comunque un successo, e la Lazio potrebbe diventare un outsider pericolosa. Dopo un avvio difficile, ha già dimostrato di potersela cavare. L’arma vera sarà proprio Sarri e le sue geometrie".
Qual è, secondo lei, il colpo di mercato che a fine stagione sarà ricordato come decisivo, così come lo scorso anno lo fu McTominay?
“Non è facile dirlo adesso, ma credo che Modric e De Bruyne, al Milan ed al Napoli, possano spostare gli equilibri, sia sul piano del bel gioco che dei risultati. Bisogna vedere come si adatteranno al campionato italiano, che è molto diverso da quelli in cui giocavano: qui ci sono più lotta, sacrificio e furbizie che possono penalizzare giocatori così tecnici. Poi, permettimi di giocare in casa: spero che Ambrosino abbia spazio. Anche se il Napoli ha preso Højlund, questo ragazzo, per quello che ha mostrato sia in Nazionale giovanile sia nei pochi minuti avuti in prima squadra, ha un talento da proteggere e lanciare a tutto tondo. Può diventare un prospetto davvero importante".