Calcio
ON AIR - Caira: "Allegri al Napoli? Mi convince, come allenatore non si discute"
27.05.2025 11:38 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Caira, ex direttore sportivo della Roma. 

Lei è stato direttore sportivo della Roma. C’è chi dice che il Napoli di Conte sia stato un miracolo, altri che il miracolo più grande lo abbia fatto Claudio Ranieri sulla panchina della Roma. Lei cosa ne pensa? 

“Assolutamente quello di Ranieri. Per come erano le condizioni quando è arrivato, possiamo tranquillamente parlare di miracolo. È qualcosa di incredibile, soprattutto nel calcio di oggi. Bisogna sempre valutare il contesto storico in cui certi risultati si ottengono, e quello che ha fatto Ranieri nel campionato di Serie A 2024/25 è veramente straordinario. Rapportato a oggi, è quasi incredibile. Ha fatto davvero tanto. Recuperare una situazione del genere, con tutte le difficoltà che ha avuto la Roma – e che tutti conosciamo – è stato qualcosa di eccezionale".

A Napoli i festeggiamenti non sono ancora finiti, ma sembra che il rapporto tra Antonio Conte e il club sia già al capolinea. Secondo lei, perché si è arrivati a questo punto? 

“Antonio Conte è una persona molto ambiziosa, meticolosa. Non è uno che vuole necessariamente essere al centro dell’attenzione, ma mette il proprio lavoro al centro di tutto, sempre. L’universo per lui, in quel momento, è la squadra in cui lavora: oggi Napoli, ieri un’altra piazza. Evidentemente, se dovesse andar via, è perché non ha trovato la condizione ideale per mettere al centro il proprio lavoro all’interno del progetto Napoli. Fare un grande lavoro un anno si può, ma come tutti sappiamo, arrivare in alto è difficile… rimanerci lo è ancora di più. Piuttosto, girerei a De Laurentiis la domanda: perché a Napoli gli allenatori vincenti, dopo aver raggiunto grandi risultati, vanno via il giorno dopo? È una domanda da fare più a De Laurentiis che a Conte o a Spalletti. Nella storia recente del Napoli, in tre anni sono arrivati due scudetti eppure gli allenatori, il giorno dopo, vanno via. Probabilmente è un tema legato alla gestione del presidente, che resta comunque uno dei più eclettici e centrati dal punto di vista manageriale. È un grande presidente, ma qualcosa nella gestione, nell’organizzazione, forse nel comportamento interno, fa riflettere".

McTominay, che è stato eletto MVP della Serie A, le ricorda qualcuno per approccio al campionato italiano o per stile di gioco? 

“Beh, se vogliamo trovare un passaggio di testimone, non solo all’interno del Napoli ma in generale nel nostro campionato, penso che ci sia una grande continuità nel ruolo di centrocampista interpretato da Hamsik. Non mi vengono in mente altri giocatori, nello stesso ruolo, che abbiano avuto questo impatto. Credo che il paragone sia assolutamente calzante: lo vedo in continuità con quanto fatto da Hamsik a Napoli".

Come impatto al primo anno in Serie A, è stato maggiore quello di Scott McTominay o quello di Kvaratskhelia due anni fa? 

“Guarda, parliamo di due ruoli diversi e di caratteristiche completamente differenti. Però, secondo me, l’impatto di McTominay è stato ancora più forte. Kvaratskhelia ruba più l’occhio, è ovvio: dribbling, scatto breve, gol spettacolari… ma McTominay, in mezzo al campo, è stato devastante. E poi ha segnato anche gol da punta vera e da fuoriclasse, come l’ultimo che ha fatto contro il Cagliari: roba da cineteca, un fisico da statua greca. Quindi sì, ti direi che è stato più impattante McTominay, anche se in modo meno appariscente rispetto a Kvaratskhelia".

Ormai è quasi di dominio pubblico che, in caso di addio di Conte, la prima scelta del Napoli sia Massimiliano Allegri. È una scelta che la convince? 

“A me Allegri convince eccome. È uno che non si discute. Come tutte le persone vincenti, può risultare simpatico o antipatico, ma questo succede in tutti gli ambiti, non solo nel calcio. Vista la situazione generale, e considerando anche quello che può succedere all’Inter, dico che se il Napoli vuole prenderlo, deve firmarlo prima di sabato. Perché da lunedì potrebbe avere un concorrente in più. Dopo la finale di Champions League si deciderà il futuro di Simone Inzaghi, e l’Inter ha già preallertato Allegri. Detto ciò, un piccolo vantaggio il Napoli ce l’ha: Allegri all’Inter i tifosi non lo vogliono".

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di Napoli Magazine

27/05/2025 - 11:38

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Caira, ex direttore sportivo della Roma. 

Lei è stato direttore sportivo della Roma. C’è chi dice che il Napoli di Conte sia stato un miracolo, altri che il miracolo più grande lo abbia fatto Claudio Ranieri sulla panchina della Roma. Lei cosa ne pensa? 

“Assolutamente quello di Ranieri. Per come erano le condizioni quando è arrivato, possiamo tranquillamente parlare di miracolo. È qualcosa di incredibile, soprattutto nel calcio di oggi. Bisogna sempre valutare il contesto storico in cui certi risultati si ottengono, e quello che ha fatto Ranieri nel campionato di Serie A 2024/25 è veramente straordinario. Rapportato a oggi, è quasi incredibile. Ha fatto davvero tanto. Recuperare una situazione del genere, con tutte le difficoltà che ha avuto la Roma – e che tutti conosciamo – è stato qualcosa di eccezionale".

A Napoli i festeggiamenti non sono ancora finiti, ma sembra che il rapporto tra Antonio Conte e il club sia già al capolinea. Secondo lei, perché si è arrivati a questo punto? 

“Antonio Conte è una persona molto ambiziosa, meticolosa. Non è uno che vuole necessariamente essere al centro dell’attenzione, ma mette il proprio lavoro al centro di tutto, sempre. L’universo per lui, in quel momento, è la squadra in cui lavora: oggi Napoli, ieri un’altra piazza. Evidentemente, se dovesse andar via, è perché non ha trovato la condizione ideale per mettere al centro il proprio lavoro all’interno del progetto Napoli. Fare un grande lavoro un anno si può, ma come tutti sappiamo, arrivare in alto è difficile… rimanerci lo è ancora di più. Piuttosto, girerei a De Laurentiis la domanda: perché a Napoli gli allenatori vincenti, dopo aver raggiunto grandi risultati, vanno via il giorno dopo? È una domanda da fare più a De Laurentiis che a Conte o a Spalletti. Nella storia recente del Napoli, in tre anni sono arrivati due scudetti eppure gli allenatori, il giorno dopo, vanno via. Probabilmente è un tema legato alla gestione del presidente, che resta comunque uno dei più eclettici e centrati dal punto di vista manageriale. È un grande presidente, ma qualcosa nella gestione, nell’organizzazione, forse nel comportamento interno, fa riflettere".

McTominay, che è stato eletto MVP della Serie A, le ricorda qualcuno per approccio al campionato italiano o per stile di gioco? 

“Beh, se vogliamo trovare un passaggio di testimone, non solo all’interno del Napoli ma in generale nel nostro campionato, penso che ci sia una grande continuità nel ruolo di centrocampista interpretato da Hamsik. Non mi vengono in mente altri giocatori, nello stesso ruolo, che abbiano avuto questo impatto. Credo che il paragone sia assolutamente calzante: lo vedo in continuità con quanto fatto da Hamsik a Napoli".

Come impatto al primo anno in Serie A, è stato maggiore quello di Scott McTominay o quello di Kvaratskhelia due anni fa? 

“Guarda, parliamo di due ruoli diversi e di caratteristiche completamente differenti. Però, secondo me, l’impatto di McTominay è stato ancora più forte. Kvaratskhelia ruba più l’occhio, è ovvio: dribbling, scatto breve, gol spettacolari… ma McTominay, in mezzo al campo, è stato devastante. E poi ha segnato anche gol da punta vera e da fuoriclasse, come l’ultimo che ha fatto contro il Cagliari: roba da cineteca, un fisico da statua greca. Quindi sì, ti direi che è stato più impattante McTominay, anche se in modo meno appariscente rispetto a Kvaratskhelia".

Ormai è quasi di dominio pubblico che, in caso di addio di Conte, la prima scelta del Napoli sia Massimiliano Allegri. È una scelta che la convince? 

“A me Allegri convince eccome. È uno che non si discute. Come tutte le persone vincenti, può risultare simpatico o antipatico, ma questo succede in tutti gli ambiti, non solo nel calcio. Vista la situazione generale, e considerando anche quello che può succedere all’Inter, dico che se il Napoli vuole prenderlo, deve firmarlo prima di sabato. Perché da lunedì potrebbe avere un concorrente in più. Dopo la finale di Champions League si deciderà il futuro di Simone Inzaghi, e l’Inter ha già preallertato Allegri. Detto ciò, un piccolo vantaggio il Napoli ce l’ha: Allegri all’Inter i tifosi non lo vogliono".