Calcio
TOTTENHAM - Paratici: “Squalifica? Dentro di me sapevo di non aver fatto nulla”
13.11.2025 15:24 di Napoli Magazine
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Dall’inchiesta delle plusvalenze al ritorno in Inghilterra. “Per il mio carattere, quando ho affrontato questa situazione avevo vergogna di difendermi. Perché ci si difende quando si fa qualcosa di male: io dentro di me ho sempre sentito che non avevo fatto nulla. Ho vissuto per 11 anni pensando 24 ore al giorno alla Juventus e a come fare il meglio possibile, in termini sportivi e di relazioni. Quindi addirittura percepivo quasi la vergogna di dover dire che non avevo fatto nulla di male”.

Fabio Paratici si è raccontato in esclusiva a Sky Sport Insider. L’attuale co direttore sportivo del Tottenham ha ripercorso quanto accaduto negli ultimi due anni. Paratici ha scontato una squalifica comminatagli nel 2023, quando venne indagato e condannato nell’inchiesta relativa al caso plusvalenze che ha visto implicata la Juventus, penalizzata di 10 punti in classifica nell’annata 2022/23. Sanzione alla quale si sono aggiunte le pesanti squalifiche degli allora dirigenti bianconeri: tra questi Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene (e Paratici, appunto).

“È stata una vicenda molto lunga. All’inizio ti senti spaesato, non capisci cosa sta succedendo perché non sei abituato: ti devi confrontare con argomenti mai affrontanti, con situazioni che non avresti mai pensato di dover affrontare. Alla fine, ti senti quasi migliorato come persona. Come dirigente hai l’opportunità di conoscere una vita che non conoscevi: ho visto giocare i miei figli, ho rinfrescato la mente studiando ancora meglio i settori giovanili. Nessuno ha mai spiegato che la Juventus, io e le persone coinvolte siamo stati condannati non per la valutazione ‘artificiale’ o distorta dei calciatori, ma per un principio contabile che non è mai stato utilizzato prima. E neanche dopo“.

Paratici ricopriva il ruolo di direttore sportivo della Juventus e in seguito all’apertura del processo sportivo contro il club bianconero nell’ambito dell’inchiesta relativa ai reati di plusvalenze fittizie e di falso in bilancio, il 20 gennaio 2023 la Corte Federale d’Appello della FIGC ha riconosciuto colpevole il dirigente, inibendolo per 30 mesi dalla possibilità di svolgere attività in ambito federale.

Secondo l’accusa il principio era definitivo di natura contabile. Paratici ha voluto fare chiarezza: “Questo non è assolutamente corretto perché non è mai stato oggetto di discussione. Se ne è parlato molto perché è la cosa più popolare: ci sono decine di criteri per cui la valutazione dei giocatori cambi. Altrimenti non staremmo a parlare di occasioni di mercato”.

Paratici ha poi parlato del suo stato d’animo: “All’inizio sono stato sorpreso dal fatto che le persone che facevano il mio stesso lavoro commentassero le vicende senza sapere o sapendo poco o nulla. Quando non sei dentro, i commenti gratuiti sono sgradevoli: io non mi sarei mai permesso di farli. Io vivo la mia vita, vado avanti per la mia strada: la gente che lavora con me sa che sono una persona molto diretta, passionale ma anche molto leale”.

“È stata una scelta responsabile: questa vicenda è durata 4 anni e mezzo…La squalifica sportiva era già stata scontata e il processo penale era solo all’udienza preliminare. Per gli anni a venire non avremmo avuto nessuna certezza di come si sarebbe conclusa. La vicenda è diventata anche molto mediatica. Anche dal punto di vista lavorativo, va a inficiare delle possibilità. E quindi si decide in maniera responsabile di fare questa richiesta di applicazione della pena e abbiamo chiuso la vicenda”.

Prima di tornare al Tottenham, Paratici era stavo vicino al Milan. “Diciamo che siamo stati molto vicini. Se non si è concluso matrimonio non sto qui a chiedermi perché”.

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TOTTENHAM - Paratici: “Squalifica? Dentro di me sapevo di non aver fatto nulla”

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13/11/2025 - 15:24

Dall’inchiesta delle plusvalenze al ritorno in Inghilterra. “Per il mio carattere, quando ho affrontato questa situazione avevo vergogna di difendermi. Perché ci si difende quando si fa qualcosa di male: io dentro di me ho sempre sentito che non avevo fatto nulla. Ho vissuto per 11 anni pensando 24 ore al giorno alla Juventus e a come fare il meglio possibile, in termini sportivi e di relazioni. Quindi addirittura percepivo quasi la vergogna di dover dire che non avevo fatto nulla di male”.

Fabio Paratici si è raccontato in esclusiva a Sky Sport Insider. L’attuale co direttore sportivo del Tottenham ha ripercorso quanto accaduto negli ultimi due anni. Paratici ha scontato una squalifica comminatagli nel 2023, quando venne indagato e condannato nell’inchiesta relativa al caso plusvalenze che ha visto implicata la Juventus, penalizzata di 10 punti in classifica nell’annata 2022/23. Sanzione alla quale si sono aggiunte le pesanti squalifiche degli allora dirigenti bianconeri: tra questi Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene (e Paratici, appunto).

“È stata una vicenda molto lunga. All’inizio ti senti spaesato, non capisci cosa sta succedendo perché non sei abituato: ti devi confrontare con argomenti mai affrontanti, con situazioni che non avresti mai pensato di dover affrontare. Alla fine, ti senti quasi migliorato come persona. Come dirigente hai l’opportunità di conoscere una vita che non conoscevi: ho visto giocare i miei figli, ho rinfrescato la mente studiando ancora meglio i settori giovanili. Nessuno ha mai spiegato che la Juventus, io e le persone coinvolte siamo stati condannati non per la valutazione ‘artificiale’ o distorta dei calciatori, ma per un principio contabile che non è mai stato utilizzato prima. E neanche dopo“.

Paratici ricopriva il ruolo di direttore sportivo della Juventus e in seguito all’apertura del processo sportivo contro il club bianconero nell’ambito dell’inchiesta relativa ai reati di plusvalenze fittizie e di falso in bilancio, il 20 gennaio 2023 la Corte Federale d’Appello della FIGC ha riconosciuto colpevole il dirigente, inibendolo per 30 mesi dalla possibilità di svolgere attività in ambito federale.

Secondo l’accusa il principio era definitivo di natura contabile. Paratici ha voluto fare chiarezza: “Questo non è assolutamente corretto perché non è mai stato oggetto di discussione. Se ne è parlato molto perché è la cosa più popolare: ci sono decine di criteri per cui la valutazione dei giocatori cambi. Altrimenti non staremmo a parlare di occasioni di mercato”.

Paratici ha poi parlato del suo stato d’animo: “All’inizio sono stato sorpreso dal fatto che le persone che facevano il mio stesso lavoro commentassero le vicende senza sapere o sapendo poco o nulla. Quando non sei dentro, i commenti gratuiti sono sgradevoli: io non mi sarei mai permesso di farli. Io vivo la mia vita, vado avanti per la mia strada: la gente che lavora con me sa che sono una persona molto diretta, passionale ma anche molto leale”.

“È stata una scelta responsabile: questa vicenda è durata 4 anni e mezzo…La squalifica sportiva era già stata scontata e il processo penale era solo all’udienza preliminare. Per gli anni a venire non avremmo avuto nessuna certezza di come si sarebbe conclusa. La vicenda è diventata anche molto mediatica. Anche dal punto di vista lavorativo, va a inficiare delle possibilità. E quindi si decide in maniera responsabile di fare questa richiesta di applicazione della pena e abbiamo chiuso la vicenda”.

Prima di tornare al Tottenham, Paratici era stavo vicino al Milan. “Diciamo che siamo stati molto vicini. Se non si è concluso matrimonio non sto qui a chiedermi perché”.