Marco Rossi, allenatore dell’Ungheria, ha rilasciato un’intervista a Radio Goal, in diretta su Kiss Kiss Napoli: “L’esonero di Spalletti? Il lavoro da c.t è complicato perchè non c’è tempo per nulla. Quando arrivano i calciatori sono reduci da gare coi club, devi solo aiutarli a recuperare della fatica espressa nel week end. Poi devi provare a lavorare dal punto di vista tattico dando degli input che però non puoi verificare sul campo. Puoi fare un solo allenamento vero prima della gara, un allenamento ed una rifinitura. E’ un lavoro differente da quello dell’allenatore. Non puoi pensare di fare alcun tipo di lavoro fisico, devi convocare solo calciatori in buona condizione. L’Italia? Oggi c’è una narrazione giornalistica che dà più meriti o demeriti a noi allenatori, quando in realtà credo che la differenza la facciano sempre i calciatori che restano i maggiori protagonisti dello show, nel bene e nel male. Se io convoco un giocatore che non rifiuta la nazionale, ma poi si lamenta di ogni piccola cosa o ogni acciacco allora è un problema. Molti giocatori arrivano anche stanchi alla fine della stagione. Ultimamente ho seguito molto il PSG e mi vien da pensare alle prestazioni che hanno offerto i portoghesi in finale di Nations League. Hanno avuto una stagione bella intensa eppure i portoghesi hanno performato a livelli importanti anche con la nazionale. Se hai senso di appartenenza alla fine i risultati arrivano”.
di Napoli Magazine
11/06/2025 - 16:10
Marco Rossi, allenatore dell’Ungheria, ha rilasciato un’intervista a Radio Goal, in diretta su Kiss Kiss Napoli: “L’esonero di Spalletti? Il lavoro da c.t è complicato perchè non c’è tempo per nulla. Quando arrivano i calciatori sono reduci da gare coi club, devi solo aiutarli a recuperare della fatica espressa nel week end. Poi devi provare a lavorare dal punto di vista tattico dando degli input che però non puoi verificare sul campo. Puoi fare un solo allenamento vero prima della gara, un allenamento ed una rifinitura. E’ un lavoro differente da quello dell’allenatore. Non puoi pensare di fare alcun tipo di lavoro fisico, devi convocare solo calciatori in buona condizione. L’Italia? Oggi c’è una narrazione giornalistica che dà più meriti o demeriti a noi allenatori, quando in realtà credo che la differenza la facciano sempre i calciatori che restano i maggiori protagonisti dello show, nel bene e nel male. Se io convoco un giocatore che non rifiuta la nazionale, ma poi si lamenta di ogni piccola cosa o ogni acciacco allora è un problema. Molti giocatori arrivano anche stanchi alla fine della stagione. Ultimamente ho seguito molto il PSG e mi vien da pensare alle prestazioni che hanno offerto i portoghesi in finale di Nations League. Hanno avuto una stagione bella intensa eppure i portoghesi hanno performato a livelli importanti anche con la nazionale. Se hai senso di appartenenza alla fine i risultati arrivano”.