A conferma della proficua collaborazione tra il Parco archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, si rinnova per il terzo biennio consecutivo il protocollo di intesa finalizzato al contrasto del fenomeno criminale di saccheggio dei siti archeologici e di traffico dei reperti e opere d’arte.
L’accordo iniziale fu firmato nel 2019 e poi rinnovato nel 2021 e nel 2023. Nel corso di questi anni oltre al grande intervento nell’area di Civita Giuliana - dove un’operazione congiunta ha portato all’arresto dell’attività clandestina di tombaroli che operavano nell’area di una antica villa suburbana (fuori le mura della città antica), con successiva sentenza di condanna dei criminali, nonché al conseguimento contestuale di straordinarie scoperte scientifiche - si sono aggiunti diversi interventi di controllo del territorio tra cui, non ultimo, la ripresa delle attività di scavo a Villa dei Misteri insieme alla riqualificazione del suo contesto paesaggistico.
Venerdì 25 luglio presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Torre Annunziata, il Procuratore F.F., Nunzio Fragliasso e il Direttore Generale Gabriel Zuchtriegel hanno firmato la proroga dell’accordo per altri 2 anni.
Il rinnovo del protocollo si conferma quale modello pilota nel contrasto alle attività illecite che colpiscono il nostro patrimonio archeologico e artistico.
L'obiettivo è duplice: da un lato, ripristinare la legalità nei territori e nei paesaggi violati dagli abusi edilizi storici, specialmente in contesti di grande valore storico-archeologico, dall'altro ristabilire il decoro dei luoghi, garantendo la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali che rendono unica l'area vesuviana.
Ciò avviene grazie a un tempestivo scambio di informazioni tra le parti e a un'attività congiunta di ispezione dei siti archeologici spesso oggetto di scavi clandestini.
“La tutela dell’immenso patrimonio storico, artistico, archeologico e culturale presente nel circondario di propria competenza costituisce una delle priorità dell’azione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata – dichiara il Procuratore della Repubblica Fragliasso - L’impegno di questo Ufficio in tal senso sarà costante anche nei prossimi anni, nel segno della continuità con l’azione avviata dai miei predecessori. In questo contesto si colloca il rinnovo odierno del protocollo sottoscritto nel 2019 da questa Procura con il Parco Archeologico di Pompei e rinnovato nel 2021 e nel 2023, che rappresenta un vero e proprio accordo “pilota” nel campo della sinergia tra le Istituzioni per la salvaguardia del patrimonio archeologico nazionale e che si è rivelato uno strumento formidabile per restituire alla collettività reperti e testimonianze di eccezionale valore storico e culturale."
Frutto di questa collaborazione è stata la recente operazione presso la Villa dei Misteri, che ha consentito di avviare il cantiere di scavo del settore nord della dimora, a seguito dell’abbattimento dell’edificio sovrastante.
La villa dei Misteri, famosa per il grande fregio misterico con megalografia (affreschi con figure a grandi dimensioni), fu scavata parzialmente da privati nel 1909/10, ma solo nel 1920/30 fu oggetto di uno scavo esteso e scientifico per mano del soprintendente Amedeo Maiuri, e tuttavia mai indagata per intero a causa della presenza, sopra il settore Nord ovest, di un vecchio casolare rurale, ampliato abusivamente nel corso degli anni.
Nel corso dell’esproprio del casolare, concluso dal Parco all’esito di una lunga procedura, alcuni elementi avevano portato ad ipotizzare che il sito fosse stato preda di scavi clandestini; da qui la decisione di avviare una nuova campagna di scavi, mossa dalla necessità di verificare le ipotesi di attività illecite e di tutelare la parte ignota della Villa.
Per consentire l'esecuzione degli scavi e, al tempo stesso, liberare il contesto della Villa dalla presenza invasiva e quasi simbolica del casolare, il Parco ha programmato la sua demolizione, conclusa nel 2023. Nel corso degli scavi sono stati ritrovati frammenti di affreschi staccati e strumenti da scavi nelle gallerie clandestine, che hanno confermato le prime ipotesi di reato e hanno creato i presupposti di conoscenza necessari per una nuova campagna di scavi più ampia, appena avviata, che porterà al completamento dello scavo della Villa dei Misteri.
“Gli interventi a Civita Giuliana e alla Villa dei Misteri, eclatanti in termini archeologici, esprimono la portata e la forza di questa sinergia tra le due istituzioni. – sottolinea il Direttore Gabriel Zuchtriegel - Una collaborazione che va dalla legalità alla tutela e conservazione, ma anche in direzione dello sviluppo e del rilancio turistico e culturale della Grande Pompei. Un territorio vasto, il cui immenso valore, troppo poco conosciuto, è presente nelle pieghe del tessuto urbano. Darne risalto anche attraverso questi interventi di legalità è un’operazione di vera valorizzazione nel senso più alto della parola. “
Il rinnovato protocollo conserva dunque i vari punti e gli impegni reciproci, del Parco e della Procura, alla base dell’accordo originario.
Il territorio di competenza del Parco Archeologico di Pompei, in particolare l’area suburbana dove sono presenti vari insediamenti (tra cui alcune ville e necropoli), la cui tutela è anche tra gli obiettivi di natura giurisdizionale della Procura, è stato interessato negli anni da diversi episodi di danneggiamento e di furto.
Scopo del protocollo è di continuare a mantenere un costante e rapido canale di scambio di informazioni e notizie oltre all’attuazione di procedure condivise – da tempo già avviate - nel rispetto delle reciproche attribuzioni e competenze, al fine di interrompere l’azione criminale e arrestare la spoliazione clandestina di siti archeologici, spesso reiterata, scongiurandone la prosecuzione.
Tra i principali punti dell’accordo:
-la Procura si impegna a trasmettere tempestivamente e formalmente al Parco tute le notizie in proprio possesso relative ad attività clandestine nelle aree di competenza ed eventualmente a richiedere la realizzazione di saggi archeologici o vere e proprie attività di scavo. Sul cantiere sarà assicurata la presenza di ufficiali della Polizia Giudiziaria autorizzati a ispezionare tunnel e cunicoli, a sequestrare gli oggetti e strumenti di reato, oltre che a prendere visione dei reperti rinvenuti, che saranno affidati in custodia al Parco.
-Il Parco, per sua parte, si impegna ad attivare in caso di richiesta, procedure urgenti per avviare i relativi scavi, nell’area di interesse investigativo. Le attività di scavo, oltre a garantire il rispetto di tutti gli standard di intervento scientifico, contribuiranno a fornire tutti gli elementi di prova di attività illecite, utili alle indagini.
Dovrà fornire, inoltre, periodicamente una carta archeologica aggiornata del territorio di pertinenza, con indicazione delle aree d’interesse non esplorate e suddivise per tipologia (necropoli, ville suburbane, monumenti infrastrutturali ecc), eventuali scavi legalmente condotti e re-interrati, o anche scavi clandestini precedenti, di cui si abbia avuto notizia.
E ancora il Parco si impegna a fornire un dettagliato elenco dei beni trafugati, anche quelli che attraverso varie fonti risultino attualmente esportati in territorio estero, al fine di consentire una visione complessiva e aggiornata del fenomeno e poter meglio orientare le azioni investigative.
La validità del protocollo è di altri due anni, con ulteriore possibilità di rinnovo.
di Napoli Magazine
25/07/2025 - 13:20
A conferma della proficua collaborazione tra il Parco archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, si rinnova per il terzo biennio consecutivo il protocollo di intesa finalizzato al contrasto del fenomeno criminale di saccheggio dei siti archeologici e di traffico dei reperti e opere d’arte.
L’accordo iniziale fu firmato nel 2019 e poi rinnovato nel 2021 e nel 2023. Nel corso di questi anni oltre al grande intervento nell’area di Civita Giuliana - dove un’operazione congiunta ha portato all’arresto dell’attività clandestina di tombaroli che operavano nell’area di una antica villa suburbana (fuori le mura della città antica), con successiva sentenza di condanna dei criminali, nonché al conseguimento contestuale di straordinarie scoperte scientifiche - si sono aggiunti diversi interventi di controllo del territorio tra cui, non ultimo, la ripresa delle attività di scavo a Villa dei Misteri insieme alla riqualificazione del suo contesto paesaggistico.
Venerdì 25 luglio presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Torre Annunziata, il Procuratore F.F., Nunzio Fragliasso e il Direttore Generale Gabriel Zuchtriegel hanno firmato la proroga dell’accordo per altri 2 anni.
Il rinnovo del protocollo si conferma quale modello pilota nel contrasto alle attività illecite che colpiscono il nostro patrimonio archeologico e artistico.
L'obiettivo è duplice: da un lato, ripristinare la legalità nei territori e nei paesaggi violati dagli abusi edilizi storici, specialmente in contesti di grande valore storico-archeologico, dall'altro ristabilire il decoro dei luoghi, garantendo la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali che rendono unica l'area vesuviana.
Ciò avviene grazie a un tempestivo scambio di informazioni tra le parti e a un'attività congiunta di ispezione dei siti archeologici spesso oggetto di scavi clandestini.
“La tutela dell’immenso patrimonio storico, artistico, archeologico e culturale presente nel circondario di propria competenza costituisce una delle priorità dell’azione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata – dichiara il Procuratore della Repubblica Fragliasso - L’impegno di questo Ufficio in tal senso sarà costante anche nei prossimi anni, nel segno della continuità con l’azione avviata dai miei predecessori. In questo contesto si colloca il rinnovo odierno del protocollo sottoscritto nel 2019 da questa Procura con il Parco Archeologico di Pompei e rinnovato nel 2021 e nel 2023, che rappresenta un vero e proprio accordo “pilota” nel campo della sinergia tra le Istituzioni per la salvaguardia del patrimonio archeologico nazionale e che si è rivelato uno strumento formidabile per restituire alla collettività reperti e testimonianze di eccezionale valore storico e culturale."
Frutto di questa collaborazione è stata la recente operazione presso la Villa dei Misteri, che ha consentito di avviare il cantiere di scavo del settore nord della dimora, a seguito dell’abbattimento dell’edificio sovrastante.
La villa dei Misteri, famosa per il grande fregio misterico con megalografia (affreschi con figure a grandi dimensioni), fu scavata parzialmente da privati nel 1909/10, ma solo nel 1920/30 fu oggetto di uno scavo esteso e scientifico per mano del soprintendente Amedeo Maiuri, e tuttavia mai indagata per intero a causa della presenza, sopra il settore Nord ovest, di un vecchio casolare rurale, ampliato abusivamente nel corso degli anni.
Nel corso dell’esproprio del casolare, concluso dal Parco all’esito di una lunga procedura, alcuni elementi avevano portato ad ipotizzare che il sito fosse stato preda di scavi clandestini; da qui la decisione di avviare una nuova campagna di scavi, mossa dalla necessità di verificare le ipotesi di attività illecite e di tutelare la parte ignota della Villa.
Per consentire l'esecuzione degli scavi e, al tempo stesso, liberare il contesto della Villa dalla presenza invasiva e quasi simbolica del casolare, il Parco ha programmato la sua demolizione, conclusa nel 2023. Nel corso degli scavi sono stati ritrovati frammenti di affreschi staccati e strumenti da scavi nelle gallerie clandestine, che hanno confermato le prime ipotesi di reato e hanno creato i presupposti di conoscenza necessari per una nuova campagna di scavi più ampia, appena avviata, che porterà al completamento dello scavo della Villa dei Misteri.
“Gli interventi a Civita Giuliana e alla Villa dei Misteri, eclatanti in termini archeologici, esprimono la portata e la forza di questa sinergia tra le due istituzioni. – sottolinea il Direttore Gabriel Zuchtriegel - Una collaborazione che va dalla legalità alla tutela e conservazione, ma anche in direzione dello sviluppo e del rilancio turistico e culturale della Grande Pompei. Un territorio vasto, il cui immenso valore, troppo poco conosciuto, è presente nelle pieghe del tessuto urbano. Darne risalto anche attraverso questi interventi di legalità è un’operazione di vera valorizzazione nel senso più alto della parola. “
Il rinnovato protocollo conserva dunque i vari punti e gli impegni reciproci, del Parco e della Procura, alla base dell’accordo originario.
Il territorio di competenza del Parco Archeologico di Pompei, in particolare l’area suburbana dove sono presenti vari insediamenti (tra cui alcune ville e necropoli), la cui tutela è anche tra gli obiettivi di natura giurisdizionale della Procura, è stato interessato negli anni da diversi episodi di danneggiamento e di furto.
Scopo del protocollo è di continuare a mantenere un costante e rapido canale di scambio di informazioni e notizie oltre all’attuazione di procedure condivise – da tempo già avviate - nel rispetto delle reciproche attribuzioni e competenze, al fine di interrompere l’azione criminale e arrestare la spoliazione clandestina di siti archeologici, spesso reiterata, scongiurandone la prosecuzione.
Tra i principali punti dell’accordo:
-la Procura si impegna a trasmettere tempestivamente e formalmente al Parco tute le notizie in proprio possesso relative ad attività clandestine nelle aree di competenza ed eventualmente a richiedere la realizzazione di saggi archeologici o vere e proprie attività di scavo. Sul cantiere sarà assicurata la presenza di ufficiali della Polizia Giudiziaria autorizzati a ispezionare tunnel e cunicoli, a sequestrare gli oggetti e strumenti di reato, oltre che a prendere visione dei reperti rinvenuti, che saranno affidati in custodia al Parco.
-Il Parco, per sua parte, si impegna ad attivare in caso di richiesta, procedure urgenti per avviare i relativi scavi, nell’area di interesse investigativo. Le attività di scavo, oltre a garantire il rispetto di tutti gli standard di intervento scientifico, contribuiranno a fornire tutti gli elementi di prova di attività illecite, utili alle indagini.
Dovrà fornire, inoltre, periodicamente una carta archeologica aggiornata del territorio di pertinenza, con indicazione delle aree d’interesse non esplorate e suddivise per tipologia (necropoli, ville suburbane, monumenti infrastrutturali ecc), eventuali scavi legalmente condotti e re-interrati, o anche scavi clandestini precedenti, di cui si abbia avuto notizia.
E ancora il Parco si impegna a fornire un dettagliato elenco dei beni trafugati, anche quelli che attraverso varie fonti risultino attualmente esportati in territorio estero, al fine di consentire una visione complessiva e aggiornata del fenomeno e poter meglio orientare le azioni investigative.
La validità del protocollo è di altri due anni, con ulteriore possibilità di rinnovo.