Dopo sette intensi giorni di proiezioni, incontri, eventi speciali, masterclass e momenti di profondo scambio tra pubblico e autori, si è conclusa con la cerimonia di premiazione la 18a edizione del Faito Doc Festival, il festival internazionale del cinema documentario, ideato e diretto da Nathalie Rossetti e Turi Finocchiaro, che ogni anno trasforma il Monte Faito in un luogo d’incontro per voci e sguardi provenienti da tutto il mondo. La giuria internazionale “I Magnifici”, che riunisce esperti da Svizzera, Francia, Italia, Grecia e Belgio, ha assegnato il Gran Prix a “Monstres de poussière” di Nina Marissiaux, “Per il talento della regista nell’aver creato una relazione sincera e profonda con i personaggi del film”, si legge nella motivazione. “Kamay” di Sharoukh Bikaran e Ilyas Yourish è il miglior lungometraggio per la giuria giovani: "Questo film ci ha colpito per la sua storia. La storia di una ragazza che lascia la sua famiglia per studiare e che si ritrova vittima di discriminazione da parte di una professoressa all'università. Questa discriminazione la spinge alla sua ultima decisione: il suicidio”. Menzione speciale per “Le 14 mai, on va à la mer” di Hugo Portela Larisch. Il Premio Miglior Cortometraggio, decretato dalla Giuria Giovani è andato a “How to Please” di Elina Talvensaari che “da una realtà oscura e kafkiana, è riuscita a condurci nei passi del suo personaggio con una semplicità che impone rispetto”. Novità di questa edizione è stata il Premio Diamantis, in memoria di Roger e Dobrila Diamantis, pionieri del cinema indipendente a Parigi, sostenitori di autori visionari e coraggiosi, consegnato dal figlio Eric a “AfterWar” di Birgitte Stærmose perché “Esplora nuove vie per trovare, nell’oscurità, scintille di vita nei suoi personaggi”. Il premio Premio Ottica Sacco è andato a “Formas de atraversar un territorio” con la seguente motivazione: “Per la forza delicata e diretta del suo sguardo verso i personaggi e il loro ambiente”, mentre un Premio Speciale è stato attribuito a “Koka” di Aliaksandr Tsymbaliuk: “Per dei personaggi straordinari, per il soffio vitale che attraversa il film, per l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo”. La giuria del centro terapeutico del Cammino a deciso di premiare il film “Grandmamaunsistercat” della regista Zuza Banansinska. Premio del pubblico in ex aequo a “Si dice di me” di Isabella Mari in “Riverboom” di Claude Baechtold. Anche quest’anno il Faito Doc Festival si è confermato un punto di riferimento per il cinema documentario contemporaneo, attento ai linguaggi, alle nuove sensibilità e al rapporto profondo tra esseri umani, memoria e paesaggio. «Un ringraziamento speciale va a tutti gli autori, al pubblico caloroso, agli ospiti internazionali, ai volontari e agli enti che hanno reso possibile questa edizione», hanno dichiarato Nathalie Rossetti e Turi Finocchiaro, che durante il festival hanno reso omaggio ai caduti della tragedia della funivia con momenti di riflessione e proiezioni dedicate.
di Napoli Magazine
30/07/2025 - 14:41
Dopo sette intensi giorni di proiezioni, incontri, eventi speciali, masterclass e momenti di profondo scambio tra pubblico e autori, si è conclusa con la cerimonia di premiazione la 18a edizione del Faito Doc Festival, il festival internazionale del cinema documentario, ideato e diretto da Nathalie Rossetti e Turi Finocchiaro, che ogni anno trasforma il Monte Faito in un luogo d’incontro per voci e sguardi provenienti da tutto il mondo. La giuria internazionale “I Magnifici”, che riunisce esperti da Svizzera, Francia, Italia, Grecia e Belgio, ha assegnato il Gran Prix a “Monstres de poussière” di Nina Marissiaux, “Per il talento della regista nell’aver creato una relazione sincera e profonda con i personaggi del film”, si legge nella motivazione. “Kamay” di Sharoukh Bikaran e Ilyas Yourish è il miglior lungometraggio per la giuria giovani: "Questo film ci ha colpito per la sua storia. La storia di una ragazza che lascia la sua famiglia per studiare e che si ritrova vittima di discriminazione da parte di una professoressa all'università. Questa discriminazione la spinge alla sua ultima decisione: il suicidio”. Menzione speciale per “Le 14 mai, on va à la mer” di Hugo Portela Larisch. Il Premio Miglior Cortometraggio, decretato dalla Giuria Giovani è andato a “How to Please” di Elina Talvensaari che “da una realtà oscura e kafkiana, è riuscita a condurci nei passi del suo personaggio con una semplicità che impone rispetto”. Novità di questa edizione è stata il Premio Diamantis, in memoria di Roger e Dobrila Diamantis, pionieri del cinema indipendente a Parigi, sostenitori di autori visionari e coraggiosi, consegnato dal figlio Eric a “AfterWar” di Birgitte Stærmose perché “Esplora nuove vie per trovare, nell’oscurità, scintille di vita nei suoi personaggi”. Il premio Premio Ottica Sacco è andato a “Formas de atraversar un territorio” con la seguente motivazione: “Per la forza delicata e diretta del suo sguardo verso i personaggi e il loro ambiente”, mentre un Premio Speciale è stato attribuito a “Koka” di Aliaksandr Tsymbaliuk: “Per dei personaggi straordinari, per il soffio vitale che attraversa il film, per l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo”. La giuria del centro terapeutico del Cammino a deciso di premiare il film “Grandmamaunsistercat” della regista Zuza Banansinska. Premio del pubblico in ex aequo a “Si dice di me” di Isabella Mari in “Riverboom” di Claude Baechtold. Anche quest’anno il Faito Doc Festival si è confermato un punto di riferimento per il cinema documentario contemporaneo, attento ai linguaggi, alle nuove sensibilità e al rapporto profondo tra esseri umani, memoria e paesaggio. «Un ringraziamento speciale va a tutti gli autori, al pubblico caloroso, agli ospiti internazionali, ai volontari e agli enti che hanno reso possibile questa edizione», hanno dichiarato Nathalie Rossetti e Turi Finocchiaro, che durante il festival hanno reso omaggio ai caduti della tragedia della funivia con momenti di riflessione e proiezioni dedicate.