A “1 Football Club”, in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente Fifa.
Direttore, lei ha esperienza di trattative internazionali. In merito alla questione delle garanzie bancarie – che rappresentano una conditio sine qua non per la chiusura della trattativa Osimhen – quanto sono fondamentali?
“Diverse volte mi sono trovato in queste trattative e quando leggo certe ‘bombe’ di mercato, tipo: ‘operazione internazionale conclusa in 24 ore’, mi viene da sorridere. Sono tutte notizie buttate lì. È impossibile concludere operazioni internazionali vere in 24 ore. Puoi avere un accordo di massima, puoi avere un’idea, magari si apre improvvisamente una possibilità… ma quando si tratta di accordi importanti, con cifre elevate, servono lettere bancarie, garanzie, autorizzazioni. E queste non si ottengono in 24 o 48 ore: ci vogliono settimane. Perché ci vogliono settimane per mettere in piedi operazioni simili. Quando leggiamo che una squadra araba è piombata su un giocatore all’improvviso, è chiaro che loro si sono già mossi da giorni, hanno già parlato con il calciatore. Poi, se parliamo del Paris Saint-Germain o di certe squadre arabe con una potenza economica enorme, allora sì: la banca dà le chiavi direttamente, ma parliamo di eccezioni rarissime. Quando invece si parla di club di altri paesi, come ad esempio quelli turchi, è chiaro che devono muoversi secondo modalità più complesse. Galatasaray, tornando al discorso, è un club molto importante, con la sua credibilità bancaria e le sue linee di credito. Ma servono comunque tempi tecnici: giorni, non ore. Dimostri la propria solvibilità e presenti la fideiussione, se vuole realmente Osimhen".
Secondo la sua esperienza, si tratta di una trattativa che si concluderà, anche se non nell’immediato?
“Sì, però continuo a dire che quando si tratta di cifre così grandi, nulla è definito finché non ci sono le firme sui contratti. In questi casi può sempre saltare tutto all’ultimo momento. Magari ci si siede a un tavolo e uno dei due dice: ‘Lasciamo perdere, andiamo su un altro’. Oppure si cerca di abbassare il prezzo spingendo il giocatore a fare pressione sul club. Quando non ci sono ancora documenti ufficiali firmati, le trattative restano flessibili: si alzano o si abbassano a seconda dell’aria che tira. Oggi piove? Cambia tutto. Domani c’è il sole? Si rivede tutto da capo. Ma qui c’è una storia da rispettare. Trovo stucchevole il giochino del gruppo che sta dietro a Osimhen".
Oggi è il primo giorno in cui la clausola rescissoria non è più valida. Se il Galatasaray dovesse presentare una fideiussione bancaria, crede che il Napoli cederebbe comunque Osimhen per 75 milioni di euro?
“Guarda, non mi permetto di dare consigli al Napoli. Sono troppo bravi per avere bisogno dei miei suggerimenti. Però credo che questa sia diventata una questione di principio. Quando De Laurentiis prende una posizione, difficilmente la cambia. E fa benissimo. Il Napoli è un club che non ha bisogno di vendere per motivi finanziari, è un club ricco, solido, che ha vinto due Scudetti in tre anni. Può sedersi al tavolo con chiunque. Trovo però l’arroganza, l’atteggiamento dell’entourage di Osimhen aberranti. E purtroppo siamo arrivati a questa situazione anche per come è stato gestito il ragazzo".
Vorrei ora fare un passaggio sul Milan. Vista la ricerca di un attaccante, secondo lei Gimenez è già stato bocciato?
“Sì, credo di sì. Per quello che ha fatto – o meglio, per quello che non gli hanno permesso di fare – mi sembra sia stato messo da parte. È un giocatore che a me è sempre piaciuto, sia chiaro. Può fare bene, ma come tutti, deve essere messo nelle giuste condizioni. Se prendi uno straniero a gennaio, lo fai entrare cinque minuti, poi sette, poi 40, poi di nuovo panchina… non funziona. I giocatori non sono interruttori della luce: non si accendono a comando. C’è chi si adatta prima, chi dopo, chi ha problemi col cibo, la lingua, la cultura. Dire semplicemente ‘è stato bocciato’ è troppo riduttivo. In certi casi non è colpa del giocatore".
Da agente, secondo lei è realistico pensare a Lorenzo Insigne alla Lazio con Maurizio Sarri? O il blocco del mercato biancoceleste rende impossibile persino un’operazione a parametro zero?
“La situazione della Lazio è imbarazzante. E lo dico da tifoso, prima ancora che da agente. Parliamo di un club con 125 anni di storia. Bisogna avere rispetto per i 14.000 tifosi che hanno rinnovato l’abbonamento in tre giorni, e per i milioni di laziali sparsi in tutto il mondo. Noi tifosi della Lazio siamo spesso sotto coperta, abituati a prendere bastonate. E quando ci si abitua a perdere, si impara anche a non esultare più troppo per le vittorie. Quello che sta succedendo è aberrante. I tifosi non hanno mai fatto mancare il supporto, l’amore per questa squadra. E l’amore per una squadra è simile a quello per una donna: non si tradisce. Anzi, la squadra la rispetti più di chiunque altro. È brutta da dire, ma è così. Purtroppo, sì, con queste condizioni neanche i parametri zero si possono tesserare. C’è confusione, è tutto poco chiaro. Io non sono vicino a questa proprietà, e in 21 anni sono sempre stato critico. Non amo certi atteggiamenti, come quello visto con la conferenza stampa di Sarri, dove si è quasi voluto mettere il bavaglio alla stampa. Però dobbiamo dire che ci sono club di Serie A che operano sul mercato da anni con 800, 900 milioni di debiti. È un dato di fatto. Bisognerebbe sistemare un po’ di regole, perché poi vieni a bloccare una società come la Lazio che non ha debiti. È un paradosso".
di Napoli Magazine
11/07/2025 - 12:51
A “1 Football Club”, in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente Fifa.
Direttore, lei ha esperienza di trattative internazionali. In merito alla questione delle garanzie bancarie – che rappresentano una conditio sine qua non per la chiusura della trattativa Osimhen – quanto sono fondamentali?
“Diverse volte mi sono trovato in queste trattative e quando leggo certe ‘bombe’ di mercato, tipo: ‘operazione internazionale conclusa in 24 ore’, mi viene da sorridere. Sono tutte notizie buttate lì. È impossibile concludere operazioni internazionali vere in 24 ore. Puoi avere un accordo di massima, puoi avere un’idea, magari si apre improvvisamente una possibilità… ma quando si tratta di accordi importanti, con cifre elevate, servono lettere bancarie, garanzie, autorizzazioni. E queste non si ottengono in 24 o 48 ore: ci vogliono settimane. Perché ci vogliono settimane per mettere in piedi operazioni simili. Quando leggiamo che una squadra araba è piombata su un giocatore all’improvviso, è chiaro che loro si sono già mossi da giorni, hanno già parlato con il calciatore. Poi, se parliamo del Paris Saint-Germain o di certe squadre arabe con una potenza economica enorme, allora sì: la banca dà le chiavi direttamente, ma parliamo di eccezioni rarissime. Quando invece si parla di club di altri paesi, come ad esempio quelli turchi, è chiaro che devono muoversi secondo modalità più complesse. Galatasaray, tornando al discorso, è un club molto importante, con la sua credibilità bancaria e le sue linee di credito. Ma servono comunque tempi tecnici: giorni, non ore. Dimostri la propria solvibilità e presenti la fideiussione, se vuole realmente Osimhen".
Secondo la sua esperienza, si tratta di una trattativa che si concluderà, anche se non nell’immediato?
“Sì, però continuo a dire che quando si tratta di cifre così grandi, nulla è definito finché non ci sono le firme sui contratti. In questi casi può sempre saltare tutto all’ultimo momento. Magari ci si siede a un tavolo e uno dei due dice: ‘Lasciamo perdere, andiamo su un altro’. Oppure si cerca di abbassare il prezzo spingendo il giocatore a fare pressione sul club. Quando non ci sono ancora documenti ufficiali firmati, le trattative restano flessibili: si alzano o si abbassano a seconda dell’aria che tira. Oggi piove? Cambia tutto. Domani c’è il sole? Si rivede tutto da capo. Ma qui c’è una storia da rispettare. Trovo stucchevole il giochino del gruppo che sta dietro a Osimhen".
Oggi è il primo giorno in cui la clausola rescissoria non è più valida. Se il Galatasaray dovesse presentare una fideiussione bancaria, crede che il Napoli cederebbe comunque Osimhen per 75 milioni di euro?
“Guarda, non mi permetto di dare consigli al Napoli. Sono troppo bravi per avere bisogno dei miei suggerimenti. Però credo che questa sia diventata una questione di principio. Quando De Laurentiis prende una posizione, difficilmente la cambia. E fa benissimo. Il Napoli è un club che non ha bisogno di vendere per motivi finanziari, è un club ricco, solido, che ha vinto due Scudetti in tre anni. Può sedersi al tavolo con chiunque. Trovo però l’arroganza, l’atteggiamento dell’entourage di Osimhen aberranti. E purtroppo siamo arrivati a questa situazione anche per come è stato gestito il ragazzo".
Vorrei ora fare un passaggio sul Milan. Vista la ricerca di un attaccante, secondo lei Gimenez è già stato bocciato?
“Sì, credo di sì. Per quello che ha fatto – o meglio, per quello che non gli hanno permesso di fare – mi sembra sia stato messo da parte. È un giocatore che a me è sempre piaciuto, sia chiaro. Può fare bene, ma come tutti, deve essere messo nelle giuste condizioni. Se prendi uno straniero a gennaio, lo fai entrare cinque minuti, poi sette, poi 40, poi di nuovo panchina… non funziona. I giocatori non sono interruttori della luce: non si accendono a comando. C’è chi si adatta prima, chi dopo, chi ha problemi col cibo, la lingua, la cultura. Dire semplicemente ‘è stato bocciato’ è troppo riduttivo. In certi casi non è colpa del giocatore".
Da agente, secondo lei è realistico pensare a Lorenzo Insigne alla Lazio con Maurizio Sarri? O il blocco del mercato biancoceleste rende impossibile persino un’operazione a parametro zero?
“La situazione della Lazio è imbarazzante. E lo dico da tifoso, prima ancora che da agente. Parliamo di un club con 125 anni di storia. Bisogna avere rispetto per i 14.000 tifosi che hanno rinnovato l’abbonamento in tre giorni, e per i milioni di laziali sparsi in tutto il mondo. Noi tifosi della Lazio siamo spesso sotto coperta, abituati a prendere bastonate. E quando ci si abitua a perdere, si impara anche a non esultare più troppo per le vittorie. Quello che sta succedendo è aberrante. I tifosi non hanno mai fatto mancare il supporto, l’amore per questa squadra. E l’amore per una squadra è simile a quello per una donna: non si tradisce. Anzi, la squadra la rispetti più di chiunque altro. È brutta da dire, ma è così. Purtroppo, sì, con queste condizioni neanche i parametri zero si possono tesserare. C’è confusione, è tutto poco chiaro. Io non sono vicino a questa proprietà, e in 21 anni sono sempre stato critico. Non amo certi atteggiamenti, come quello visto con la conferenza stampa di Sarri, dove si è quasi voluto mettere il bavaglio alla stampa. Però dobbiamo dire che ci sono club di Serie A che operano sul mercato da anni con 800, 900 milioni di debiti. È un dato di fatto. Bisognerebbe sistemare un po’ di regole, perché poi vieni a bloccare una società come la Lazio che non ha debiti. È un paradosso".