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L'EX - Cagni: "Parma-Napoli, partita senza margine di errore per entrambe, bisogna tenere lontani i giocatori dalle distrazioni esterne"
16.05.2025 11:36 di Napoli Magazine
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gigi Cagni, ex allenatore dell’Empoli:
 
Che partita si aspetta tra Parma e Napoli? 
 
"È una partita senza margine d’errore per entrambe, sicuro. È una situazione particolare: entrambe le squadre si trovano in un momento delicato, verso la fine del campionato, quando ci sono diversi tipi di stanchezza. La cosa più difficile, secondo me, è tenere i giocatori lontani dalle distrazioni esterne. Si parla di mercato, allenatori che cambiano squadra… riuscire a isolare i giocatori da tutto questo è complicato, ed è uno degli aspetti più difficili da gestire. Poi c’è anche la questione tecnica, ma quella è più semplice: a due giornate dalla fine, se sei arrivato a giocare per un determinato obiettivo, significa che il campo ha detto che meriti di essere lì. Oggi Napoli e Parma si giocano tutto. Parlando del Parma, quattro punti di vantaggio sulla zona salvezza, a due giornate dalla fine, sono davvero tanti. Per quanto riguarda il Napoli, ha sbagliato la partita col Genoa e, da alcune immagini delle giornate precedenti, si sono visti anche momenti di confusione tra compagni in campo, come quando Rrahmani e Jesus si sono marcati a vicenda su un calcio d’angolo. Questo è un segnale, vuol dire che c’è confusione mentale. È un problema serio del calcio moderno, molti allenatori si trovano in difficoltà anche per questo: mancano i leader in campo, quelli che fanno da allenatori aggiunti durante la partita. Non ci sono più".
 
È entrato a gamba tesa parlando di allenatori che non danno stabilità, lasciando dubbi sul proprio futuro. Penso subito ad Antonio Conte, che evita sempre di rispondere in modo chiaro. Che idea si è fatto? 
 
"Siccome Conte è uno che dice sempre quello che pensa, io sono convinto che se gli prendono i giocatori che vuole, lui resta. Poi è chiaro che se vuoi certi giocatori e non riesci ad averli, diventa difficile… Ma secondo me gli farebbe piacere restare a Napoli. Se poi vincesse anche, ancora meglio. Sarebbe bello per lui vivere una stagione con una squadra più forte, più competitiva, in Champions e in tutte le coppe. A Napoli ci si diverte, soprattutto per uno del Nord: al Sud cambia proprio la vita, in meglio. Anche se c’è il peso della passione dei tifosi, è comunque un’esperienza unica. E lui, secondo me, manda certi messaggi per proteggere la sua professione. Oggi non è facile per nessuno: leggevo proprio stamattina di Italiano, accostato al Milan e ad altre squadre. Se fosse vero, sarebbe una scelta difficile: rimanere a Bologna da eroe o rischiare tutto altrove, dove alla prima sconfitta nessuno si ricorda più nulla. E questo vale per tutti: all’inizio del campionato nessuno avrebbe scommesso su certe squadre".
 
Qual è, secondo lei, l’arma principale per il Napoli contro il Parma? 
 
"Dipende tutto da come sta la squadra. Io non so cosa pensi Conte, ma le soluzioni sono due: o li aggredisci subito per cercare di chiudere la partita velocemente, oppure li aspetti e provi a colpirli in contropiede, perché il Napoli è molto bravo in quel tipo di gioco. Tutto dipende dalla condizione mentale e fisica dei giocatori. A fine stagione questi aspetti sono determinanti per ogni tipo di obiettivo, sia per chi sta in alto sia per chi lotta in basso. Io ho sempre lavorato per preparare al meglio le ultime dieci partite, perché è lì che si decidono i campionati, in ogni categoria".
 
Nelle ultime giornate abbiamo visto Mathías Olivera nel ruolo di difensore centrale. Le è piaciuto? E soprattutto, secondo lei, Conte lo ha messo lì perché non si fida di Rafa Marín, che è un centrale di ruolo ma è stato messo da parte? 
 
"Sì, la vedo come una scelta giusta in base a quello che vede l’allenatore. Lui è il termometro della squadra, sa cosa succede in allenamento. In queste situazioni, a due partite dalla fine e con il campionato in ballo, devi schierare i giocatori con più esperienza e maggiore condizione. Non puoi permetterti di rischiare. Se ha deciso così, vuol dire che ha visto in Olivera la possibilità di fare bene anche da centrale. Ha personalità, al di là della tecnica individuale".  
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L'EX - Cagni: "Parma-Napoli, partita senza margine di errore per entrambe, bisogna tenere lontani i giocatori dalle distrazioni esterne"

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16/05/2025 - 11:36

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gigi Cagni, ex allenatore dell’Empoli:
 
Che partita si aspetta tra Parma e Napoli? 
 
"È una partita senza margine d’errore per entrambe, sicuro. È una situazione particolare: entrambe le squadre si trovano in un momento delicato, verso la fine del campionato, quando ci sono diversi tipi di stanchezza. La cosa più difficile, secondo me, è tenere i giocatori lontani dalle distrazioni esterne. Si parla di mercato, allenatori che cambiano squadra… riuscire a isolare i giocatori da tutto questo è complicato, ed è uno degli aspetti più difficili da gestire. Poi c’è anche la questione tecnica, ma quella è più semplice: a due giornate dalla fine, se sei arrivato a giocare per un determinato obiettivo, significa che il campo ha detto che meriti di essere lì. Oggi Napoli e Parma si giocano tutto. Parlando del Parma, quattro punti di vantaggio sulla zona salvezza, a due giornate dalla fine, sono davvero tanti. Per quanto riguarda il Napoli, ha sbagliato la partita col Genoa e, da alcune immagini delle giornate precedenti, si sono visti anche momenti di confusione tra compagni in campo, come quando Rrahmani e Jesus si sono marcati a vicenda su un calcio d’angolo. Questo è un segnale, vuol dire che c’è confusione mentale. È un problema serio del calcio moderno, molti allenatori si trovano in difficoltà anche per questo: mancano i leader in campo, quelli che fanno da allenatori aggiunti durante la partita. Non ci sono più".
 
È entrato a gamba tesa parlando di allenatori che non danno stabilità, lasciando dubbi sul proprio futuro. Penso subito ad Antonio Conte, che evita sempre di rispondere in modo chiaro. Che idea si è fatto? 
 
"Siccome Conte è uno che dice sempre quello che pensa, io sono convinto che se gli prendono i giocatori che vuole, lui resta. Poi è chiaro che se vuoi certi giocatori e non riesci ad averli, diventa difficile… Ma secondo me gli farebbe piacere restare a Napoli. Se poi vincesse anche, ancora meglio. Sarebbe bello per lui vivere una stagione con una squadra più forte, più competitiva, in Champions e in tutte le coppe. A Napoli ci si diverte, soprattutto per uno del Nord: al Sud cambia proprio la vita, in meglio. Anche se c’è il peso della passione dei tifosi, è comunque un’esperienza unica. E lui, secondo me, manda certi messaggi per proteggere la sua professione. Oggi non è facile per nessuno: leggevo proprio stamattina di Italiano, accostato al Milan e ad altre squadre. Se fosse vero, sarebbe una scelta difficile: rimanere a Bologna da eroe o rischiare tutto altrove, dove alla prima sconfitta nessuno si ricorda più nulla. E questo vale per tutti: all’inizio del campionato nessuno avrebbe scommesso su certe squadre".
 
Qual è, secondo lei, l’arma principale per il Napoli contro il Parma? 
 
"Dipende tutto da come sta la squadra. Io non so cosa pensi Conte, ma le soluzioni sono due: o li aggredisci subito per cercare di chiudere la partita velocemente, oppure li aspetti e provi a colpirli in contropiede, perché il Napoli è molto bravo in quel tipo di gioco. Tutto dipende dalla condizione mentale e fisica dei giocatori. A fine stagione questi aspetti sono determinanti per ogni tipo di obiettivo, sia per chi sta in alto sia per chi lotta in basso. Io ho sempre lavorato per preparare al meglio le ultime dieci partite, perché è lì che si decidono i campionati, in ogni categoria".
 
Nelle ultime giornate abbiamo visto Mathías Olivera nel ruolo di difensore centrale. Le è piaciuto? E soprattutto, secondo lei, Conte lo ha messo lì perché non si fida di Rafa Marín, che è un centrale di ruolo ma è stato messo da parte? 
 
"Sì, la vedo come una scelta giusta in base a quello che vede l’allenatore. Lui è il termometro della squadra, sa cosa succede in allenamento. In queste situazioni, a due partite dalla fine e con il campionato in ballo, devi schierare i giocatori con più esperienza e maggiore condizione. Non puoi permetterti di rischiare. Se ha deciso così, vuol dire che ha visto in Olivera la possibilità di fare bene anche da centrale. Ha personalità, al di là della tecnica individuale".