A "1 Football Club" su 1 Station Radio, è intervenuto Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato dell’Inter.
Presidente, come sta oggi un tifoso interista?
“Con il dolore della sconfitta di ieri, ovviamente. Ma è sempre una partita speciale, il derby contro i cugini rossoneri. Credo che tutto sia partito da quanto accaduto in Arabia Saudita: quella sconfitta ha avuto un impatto psicologico fortissimo, che ha lasciato il segno per il resto di questa stagione nei confronti coi cugini. Prima di allora, contro il Milan, le cose andavano abbastanza bene.”
La sconfitta potrebbe lasciare strascichi anche nelle altre due competizioni in cui è impegnata l’Inter, il campionato e la Champions League?
“Assolutamente sì, può farlo. E non è da sottovalutare nella maniera più assoluta. Mi auguro che si lavori non solo sulla parte tecnica e fisica della squadra, ma soprattutto sulla testa dei giocatori. Dopo un impatto così forte, bisogna intervenire psicologicamente per evitare che la situazione degeneri. La prossima partita contro la Roma sarà fondamentale: è un altro impegno molto complesso.”
Quella contro il Milan è stata la peggior prestazione dell’anno, insieme al secondo tempo di Firenze, probabilmente. Inzaghi si ritroverà al centro di molte critiche: secondo lei è giusto processarlo o merita fiducia?
“C’è stata solo confusione, su tutta la linea. Non dimentichiamo che questi giocatori sono spremuti. Questa è la verità: si gioca troppo. È follia avere un campionato a 20 squadre con tutti questi impegni. Ma non è solo un problema dell’Inter, vale per tutte. Tornando a ieri, non è colpa di Inzaghi. I giocatori sono stanchi, e la stanchezza era evidente.”
Ha parlato di fatica, e questo mi porta a chiederle: l’Inter del 2010, quella del Triplete, sembrava psicologicamente più forte. L’Inter attuale mostra invece delle crepe evidenti sotto il profilo mentale. È d’accordo?
“Sì, ma quelle crepe si sono evidenziate soprattutto dopo le critiche arrivate in seguito alla partita con il Bologna. Anche prima, in alcune partite – escludendo la Champions – un po’ di stanchezza e di confusione si erano già viste. Non credo, però, che sia il caso di fare un processo a nessuno. È andata così. Ieri è stata una partita confusa per tanti motivi, soprattutto legati alla stanchezza e a scelte discutibili. La squadra, semplicemente, non ha giocato.”
La rosa attuale dell’Inter – considerando che molti la ritengono composta da due o tre squadre – è superiore a quella che nel 2010 vinse il Triplete?
“No, assolutamente no. Con il numero di partite che si giocano oggi, la rosa non è sufficientemente numerosa. L’Inter non ha due squadre, ha una squadra forte con qualche riserva valida, ma non si può dire che abbia due formazioni di pari livello.”
Conte ha già in mente di lasciare Napoli a fine stagione?
“Mi auguro di no, perché Conte è un tecnico di grande valore e al Napoli farebbe comodo tenerlo. Ma so anche che lui è un allenatore ambizioso, che vuole raggiungere sempre nuovi traguardi. E per farlo ha bisogno di una struttura all’altezza. Quindi è il Napoli che dovrà mettersi nelle condizioni di convincerlo a restare fornendogli una rosa alla sua altezza.”
di Napoli Magazine
24/04/2025 - 11:44
A "1 Football Club" su 1 Station Radio, è intervenuto Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato dell’Inter.
Presidente, come sta oggi un tifoso interista?
“Con il dolore della sconfitta di ieri, ovviamente. Ma è sempre una partita speciale, il derby contro i cugini rossoneri. Credo che tutto sia partito da quanto accaduto in Arabia Saudita: quella sconfitta ha avuto un impatto psicologico fortissimo, che ha lasciato il segno per il resto di questa stagione nei confronti coi cugini. Prima di allora, contro il Milan, le cose andavano abbastanza bene.”
La sconfitta potrebbe lasciare strascichi anche nelle altre due competizioni in cui è impegnata l’Inter, il campionato e la Champions League?
“Assolutamente sì, può farlo. E non è da sottovalutare nella maniera più assoluta. Mi auguro che si lavori non solo sulla parte tecnica e fisica della squadra, ma soprattutto sulla testa dei giocatori. Dopo un impatto così forte, bisogna intervenire psicologicamente per evitare che la situazione degeneri. La prossima partita contro la Roma sarà fondamentale: è un altro impegno molto complesso.”
Quella contro il Milan è stata la peggior prestazione dell’anno, insieme al secondo tempo di Firenze, probabilmente. Inzaghi si ritroverà al centro di molte critiche: secondo lei è giusto processarlo o merita fiducia?
“C’è stata solo confusione, su tutta la linea. Non dimentichiamo che questi giocatori sono spremuti. Questa è la verità: si gioca troppo. È follia avere un campionato a 20 squadre con tutti questi impegni. Ma non è solo un problema dell’Inter, vale per tutte. Tornando a ieri, non è colpa di Inzaghi. I giocatori sono stanchi, e la stanchezza era evidente.”
Ha parlato di fatica, e questo mi porta a chiederle: l’Inter del 2010, quella del Triplete, sembrava psicologicamente più forte. L’Inter attuale mostra invece delle crepe evidenti sotto il profilo mentale. È d’accordo?
“Sì, ma quelle crepe si sono evidenziate soprattutto dopo le critiche arrivate in seguito alla partita con il Bologna. Anche prima, in alcune partite – escludendo la Champions – un po’ di stanchezza e di confusione si erano già viste. Non credo, però, che sia il caso di fare un processo a nessuno. È andata così. Ieri è stata una partita confusa per tanti motivi, soprattutto legati alla stanchezza e a scelte discutibili. La squadra, semplicemente, non ha giocato.”
La rosa attuale dell’Inter – considerando che molti la ritengono composta da due o tre squadre – è superiore a quella che nel 2010 vinse il Triplete?
“No, assolutamente no. Con il numero di partite che si giocano oggi, la rosa non è sufficientemente numerosa. L’Inter non ha due squadre, ha una squadra forte con qualche riserva valida, ma non si può dire che abbia due formazioni di pari livello.”
Conte ha già in mente di lasciare Napoli a fine stagione?
“Mi auguro di no, perché Conte è un tecnico di grande valore e al Napoli farebbe comodo tenerlo. Ma so anche che lui è un allenatore ambizioso, che vuole raggiungere sempre nuovi traguardi. E per farlo ha bisogno di una struttura all’altezza. Quindi è il Napoli che dovrà mettersi nelle condizioni di convincerlo a restare fornendogli una rosa alla sua altezza.”